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Autore: Plando    15/06/2018    6 recensioni
Se l'esterno era messo male, l'interno era ancora peggio, tutto faceva pensare che la baracca stava su per miracolo, si diede degli sguardi veloci in giro, non voleva stare li un minuto di più, a terra nulla più che dei vestiti a brandelli, logorati dagli anni, delle vecchie foglie secche probabilmente formavano quelli che potevano sembrare due letti di fortuna, un vecchio orologio da polso rotto, poi nient'altro, ci rimase deluso, non aveva scoperto nulla che potesse far capire chi fosse stato, anche solo per far sapere ad eventuali famigliari della sua sorte, fece per uscire quando pestò qualcosa che attirò la sua attenzione, semi-nascosto sotto le foglie secche ci stava qualcosa.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nick era sempre stato “duro” a riprendersi completamente dopo una dormita, specialmente quando la sveglia lo buttava giù dal letto tre ore prima del previsto, il tutto a causa di una coniglietta iperattiva, che voleva a tutti i costi alzarsi presto la mattina per avere la certezza di arrivare in centrale prima di tutti gli altri, magari sbrigando fin da subito qualche noiosa pratica lasciata indietro per poi andare di ronde per il resto della giornata, tutto questo Judy lo sapeva, così come sapeva che quella dannata volpe non avrebbe mai fatto in tempo a difendersi, in caso si fosse svegliato.

<< Vai, sul collo, vediamo come rotola la testa di questo schifoso >>

La coniglietta, obbedendo alla voce della sorella, avvicinò dapprima la lama al collo della sua vittima, sfiorandolo appena, continuava a dormire ignaro mentre, con una lentezza quasi bradipesca e lo sguardo perso nel vuoto, le esili braccine si alzavano fin sopra la sua testa, tenendo a gran forza quell’arma che già una volta si era macchiata di sangue per mano sua; fu in quel momento che Nick, senza alcun motivo, si svegliò, a differenza di lei, che aveva dovuto aspettare qualche minuto per abituarsi all’oscurità, i suoi occhi videro subito cosa aveva davanti, la coniglia stava dritta di fronte a lui, con l’arma pronta a colpirlo.

“Ju…Judy?”

La coniglia, persa com’era nei suoi pensieri, nemmeno si era accorta che lui si fosse svegliato, sussultò al sentire il suo nome, poi, con una rabbia che Nick non aveva mai visto su quel musetto, gli scagliò contro la lama del machete, quell’attimo di esitazione salvò la vita a Nick, che riuscì a rotolare da una parte quel tanto che bastava ad evitare di venire colpito, la lama colpì il pavimento di cemento, producendo un sordo suono metallico e scatenando ulteriormente la rabbia della sua assalitrice.

“AL DIAVOLO”

“Judy, che cavolo, potevi ammazzarmi”

Nick era finito col ritrovarsi a carponi nel tentativo di rialzarsi, si diede una spinta con le braccia per riuscire a rimettersi in piedi, ma non appena alzò il ventre da terra gli arrivò un calcio sul costato, provocandogli un dolore tale che non riusciva neppure più a muoversi, cadendo poi di schiena sul pavimento.

Non fece in tempo a riprendersi che subito sentì la zampa di Judy premergli sul petto, mentre quest’ultima sollevava nuovamente le braccia per tentare un altro colpo; Nick era ancora a terra, consapevole che stavolta non sarebbe riuscito a scansarsi.

<< Dai, fallo fuori, che cavolo stai aspettando? >>

Subito dopo aver sentito la voce della sorella, un altro rumore attirò la sua attenzione, si voltò verso l’entrata della stanza, James spiccò un balzo e la agguantò per la vita, allontanandola da suo padre per poi atterrarla, sovrastandola mentre gli teneva bloccate le braccia a terra.

“Adesso ascoltami bene, non me ne frega nulla se sei una femmina, fai qualche altra mossa strana e giuro che un pugno ti arriva”

Era in trappola, si voltò prima da una parte poi dall’altra, cercando l’aiuto di Sofia, per constatare subito dopo che non era più presente all’interno della stanza, come sempre gli toccava fare tutto a lei, riportò lo sguardo sulla giovane volpe che in quel momento la bloccava, rendendosi subito conto di quanto poco furbo fosse stato, Nick non avrebbe mai fatto un simile errore, non le avrebbe lasciato le gambe libere.

“Papà, togliti la cintura, adesso leghiamo questa pazza e poi…”

“James, sta attento”

Non fece in tempo a rendersi conto dell’avvertimento di suo padre che subito si ritrovò la gamba destra della coniglia che lo colpiva allo stomaco, con un calcio di una tale forza che lo ribaltò di lato, lasciandolo completamente inerme a terra; finalmente libera, Judy si allontanò di qualche metro per riappropriarsi della sua arma, voltandosi prima verso Nick, poi girandosi verso James, cominciando a camminare verso di lui.

Nick provò ad alzarsi, ma un forte dolore al petto lo costrinse nuovamente a terra, con quella pedata ricevuta poco prima era più che sicuro che gli aveva come minimo incrinato qualche costola.

“Judy, ti prego smettila, fermati”

La coniglia continuava il suo avanzare verso l’altra volpe, ignorando completamente la richiesta di Nick, si avvicinò quel tanto che gli bastava per colpirlo, ancora un ultimo sforzo e sarebbe riuscita a liberarsi di uno dei tanti problemi presenti in quella stanza.

“EHI!”

Judy si voltò, per rendersi conto che aveva sua nipote dietro di lei, non appena vi posò lo sguardo, la coniglietta più giovane la colpì in pieno muso con uno dei legni che dovevano servire ad alimentare il fuoco, facendole fare un giro su sé stessa prima che si accasciasse al suolo; Nick nel frattempo, non con poca fatica, si era rialzato, avvicinandosi a suo figlio per controllare come stava.

“Figliolo, tutto ok?”

La volpe più giovane era ancora a terra, uggiolando dal dolore che la pedata gli aveva procurato “Nooo, Dio…che male…”

“Mai, mai lasciare libere le gambe di un coniglio”

“E…me lo dici adesso?”

Nick negò col capo, per poi voltarsi verso Judith, era semi paralizzata mentre guardava sua zia riversa a terra, completamente immobile; subito dopo la loro fuga dalla stanzetta, la volpe le aveva intimato di stare indietro, per la sua sicurezza, lei gli aveva obbedito, osservando l’evolversi della situazione dall’entrata, ma non appena si rese conto che James era in pericolo capì che avrebbe dovuto fare qualcosa, in quel momento più di ogni altro, si rese conto di volergli davvero bene e che non voleva perderlo, senza pensarci entrò nella stanza e, dopo aver afferrato un bastone, attirò l’attenzione della coniglia, per poi colpirla con tutta la forza che aveva, ed ora che la situazione si era calmata, temeva di avercene messa troppa.

Nick le si avvicinò, posandogli una zampa sulla spalla, facendola sussultare a quel contatto.

“Grazie, ci hai salvati entrambi”

La coniglietta, che era ancora confusa da quello che era successo, tremava, facendo pure fatica a formulare una frase.

“Non…non l’ho…accoppata vero? È ancora…viva?”

Capito il motivo che tormentava la coniglietta, Nick si chinò su Judy, girandola in modo da potergli posare un orecchio sul petto.

“Tranquilla, è ancora viva, l’hai solo tramortita per bene”

Appurato che stavano tutti relativamente bene, Judy compresa, prese la torcia e la puntò contro di lei, per controllarne meglio le condizioni, la legnata era stata molto violenta, dal naso colava un po’ di sangue, era sicuramente rotto e uno dei due incisivi si era spezzato a metà, ma tutto sommato, sembrava stare bene, considerando che se l’avesse colpita un po’ più forte le avrebbe potuto rompere l’osso del collo.

Judith, che nel frattempo si era ripresa, passò di fianco a Nick e, dopo averlo superato, si fiondò addosso a James, affondandogli il muso nel petto e iniziando a piangere, in meno di dieci minuti era passata attraverso un attacco di panico da claustrofobia, smarrimento per l’improvviso bacio da parte della volpe, poi una sensazione di benessere, come non la provava da molto tempo, e che durò davvero troppo poco, dato che subito dopo si era ritrovata a dover strisciare in un buco in cui ci passava appena, col rischio di andare ancora nel panico, una volta liberi entrambi e raggiunta la stanza dove avevano lasciato soli Judy e Nick, aveva visto James saltare addosso alla coniglia mentre tentava di uccidere la persona che un tempo amava, quando poi sua zia aveva preso di mira lui, si sentì gelare il sangue, un brivido gli corse lungo la schiena, la terribile sensazione che, se non avesse fatto qualcosa, avrebbe perso qualcuno a cui teneva più di ogni altra cosa, poi il violento colpo dato alla sua parente, la paura di averla uccisa per la troppa foga, tutto questo per lei era troppo da sopportare in un lasso di tempo così breve.

James trattenne un gemito di dolore quando la coniglietta gli strinse le braccia attorno alla vita, premendogli involontariamente nel punto in cui aveva ricevuto il calcio, tuttavia vederla così preda delle sue emozioni gli fece semplicemente dimenticare il male che stava provando, voleva solo farla smettere di piangere; cominciò ad accarezzarle la testa, per poi scendere lungo le orecchie.

<< Oh voi coniglietti, siete così emotivi >>

Vedendo quella scena, Nick non poté fare a meno di posare il suo sguardo nuovamente su Judy, negò con la testa, consapevole che quelli erano ricordi di un passato ormai troppo lontano, erano trascorsi troppi anni e cambiate troppe cose, era cambiato lui e, inevitabilmente, era cambiata anche lei, al punto che faticava a riconoscere la coniglia a cui doveva tutte le cose buone che gli erano capitate da quando l’aveva conosciuta.

“Dai, non piangere, sto bene vedi? Ehi, guarda che se non la smetti comincio pure io eh”

La coniglietta soffocò una risata, per poi allontanarsi un poco ed osservare James ancora con le lacrime agli occhi.

“Brava, adesso aspetta un attimo, c’è una cosa importante che devo fare”

Detto questo si voltò verso la coniglia priva di sensi distesa in terra, senza farsi troppo riguardo girò Judy a pancia in giù, per poi legarle i polsi dietro la schiena.

“Cavolo, ma ti pare la maniera?”

“Papà, ci voleva ammazzare entrambi, lo capisci? È completamente andata col cervello, non ho nessuna intenzione di aspettare che si svegli, ed ora dammi la tua cintura, gli lego anche le gambe”

Vedere Judy ridotta in quelle condizioni faceva soffrire Nick più di quanto avesse voluto, tuttavia non poteva negare che entrambi se l’erano vista brutta, nonostante cercasse di non darlo a vedere, era ancora spaventato dalla cattiveria con cui la coniglia aveva provato ad ucciderlo, non riuscendo a spiegarsi cosa l’avesse spinta a tanto.

“Perché ha reagito così?”

Dopo aver preso dalle zampe di suo padre la cintura la girò attorno alle caviglie della sua prigioniera, per poi stringerla, in modo che non potesse muoversi, una volta legata ed assicuratosi che non potesse più nuocere si voltò verso Nick.

“Perché hai fatto una stupidaggine, ecco perché, non avresti dovuto mentirle, lo ha scoperto da sé e guarda come è andata a finire”

Nick restò in silenzio ad osservare Judy, legata come un salame, nonostante pensasse ad ogni soluzione possibile, non riusciva ad intravedere nulla che non fosse un ospedale psichiatrico per la coniglietta, ed in quelle condizioni non ne sarebbe uscita tanto presto, forse mai.
Scosse la testa, come volesse cacciare quei pensieri e sperare che lei potesse tornare quella di un tempo.

“Adesso riposiamoci, domattina ci aspetta una bella camminata e ci toccherà trasportarla, anche bene che si svegli dubito che collaborerà”

Detto questo James buttò un po' di legna sulle braci, il fuoco nel frattempo si era quasi spento, ma la temperatura era abbastanza da fargli prendere fuoco quasi subito, dopo poco l’unico sveglio era solo Nick, James e Judith si erano coricati li nelle vicinanze, le due volpi avevano deciso che era troppo rischioso lasciare Judy senza alcun controllo, dopo quanto accaduto non avrebbero rischiato che riprendesse i sensi trovandoli tutti e tre addormentati, anche se legata, decidendo quindi di fare dei turni di guardia.





“Dannazione come tira, Norman dammi una zampa o finisco fuoribordo”

Il coniglio, allarmato dalle urla del padre, mollò la canna da pesca sul ponte del panfilo, per poi afferrare quella di Will ed aiutarlo a issare a bordo qualunque cosa avesse pescato, a giudicare da come tirava doveva essere un bestione immenso, forse un tonno oppure addirittura un marlin, visto quanto costava al mercato del pesce sarebbe stata una gran fortuna.

“Oddio, se continua così ci spezza la canna”

“Papà, taglia la lenza, è troppo forte”

“Col cavolo, per come la vedo io, o viene su lui oppure mi tira giù me”

“COSA?”

I due conigli stavano per diventare viola a causa dello sforzo che stavano facendo nel tentativo di non finire in mare e allo stesso tempo non perdere la loro preda, nel frattempo Daryl, che osservava l’isola col binocolo, si voltò verso di loro.

“Papà”

“Non ora…non vedi che…”

“Sono tornati e…”

“E cosa?”

“Hanno qualcuno con loro”

Come udì quelle parole il coniglio più vecchio mollò la canna, che sfrecciò come un missile dalle sue zampe per poi finire in mare, Norman lo fissò attonito per qualche secondo.

“Addio canna da ottocento dollari…”

Will si avvicinò all’altro suo figlio, facendogli cenno di dargli il binocolo.

“Dammi qua, fammi vedere”

Il coniglio più giovane gli passò lo strumento che venne subito utilizzato per osservare il gruppetto mentre mettevano in acqua la zattera, in modo da tornare a bordo.

Norman si accorse subito che suo padre tremava mentre osservava.

“Papà, tutto ok?”

Per tutta risposta il coniglio, con le lacrime agli occhi, lasciò andare lo strumento ottico, che cadde fuori bordo, inabissandosi quasi subito.

“Ecco, perfetto così, bye bye anche al binocolo”







Note

Ok, non dite nulla, lo so già, quasi tre mesi per finire questa roba?
In realtà, tra lavoro, famiglia, lavoro, le altre long, lavoro, e qualche oneshoot che non potevo fare a meno di scrivere il tempo a mia disposizione per scrivere è stato pressoché inesistente, al punto che ho faticato anche solo a leggere e recensire, ah si, ho accennato al lavoro?

Comunque, come sempre ringrazio Redferne ed EnZo89 per le recensioni all’ultimo capitolo, e chiunque legga senza recensire (animali)

Fatto, stavolta voglio concludere con una novità, l’agosto scorso ho pubblicato una OS, Il quattordicesimo caso, una missing moments su Emmit Otterton che spiega come è diventato selvaggio, la mia intenzione era di farne una serie in cui avrei raccolto tutti gli altri tredici mammiferi (quattordici se contiamo anche Manchas) solo che mi sono reso conto che da solo non ce la posso fare, per cui chiedo aiuto a voi, se qualcuno fosse interessato a collaborare per dare una storia a questi poveretti dimenticati da Dio, non esiti a contattarmi, in privato sarebbe meglio ma anche in recensione va bene.

Spero veramente in un aiuto, altrimenti temo che rimarrà semplicemente una oneshoot.

Alla prossima.

2121 parole
   
 
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