Capitolo 10 – Ding dong the witch is dead
(Una piccola precisazione, il titolo del capitolo è preso
da “IL MAGO DI OZ”… leggendo capirete il perché… J
Buona lettura…Cassie…)
Mi chino, imprecando tra me e me
a mezza voce, mentre il temperino scivola via, finendo sotto il lavandino e
dietro il tappeto celeste del bagno. Appoggio le palme sul pavimento,
cercandolo freneticamente finché lo trovo e lo afferro con la punta delle dita.
Starnutisco per un po’ di polvere, dannati acari e dannato
riscaldamento acceso ad ogni ora del giorno e della notte che li fa
proliferare!!!!, e ritorno su, riprendendo a
temperare la matita nera stemperata che ho appena uscito dal mio borsellino del
trucco. Termino l’opera, compresa quella sul mio viso, descrivendo sotto
l’occhio una lunga e spessa linea nera che renda i miei occhi più allungati di
quello che in realtà sono. Il trucco, in fondo, serve a questo, a rendere le
persone diverse da quello che in realtà sono. Oggi sono alquanto filosofica, me
ne sono già resa conto… deve essere il nervosismo per
la festa di stasera, o l’esasperazione di vivere con Seth, cosa che non
immaginavo assolutamente come tale. Dio, è stato capace di riprendermi perché
avevo aperto la finestra per far cambiare l’aria e lui dice di non poter
restare alla luce diretta del sole per più di quindici minuti e trenta secondi
al giorno. Non ci sono motivi del tipo che il sole fa male, che c’è l’effetto
serra e il buco dell’ozono, no. Magari fosse stato così, l’avrei appoggiato,
intonando slogan ambientalisti! Ed invece no! Essendo già scuro di carnagione,
trova abbronzarsi ulteriormente dannoso per la sua pelle e volgare per la sua
estetica. Quindi, ha fatto un rapido calcolo del tempo che gli consente di non
abbronzarsi troppo… deve essere il terzo figlio segreto della famiglia Patil, stupidaggini del genere sono uscite solamente dai
membri di quella schiera… e da Lavanda Brown, come
potevo dimenticare l’oca che mi ha fregato il ragazzo?!!
Ma se fosse così… Seth si ritroverebbe morto nell’arco di un nanosecondo… un
parente della Brown… che orrore…
Mi riavvio con le dita i capelli, lisciando
invisibili pieghe sulla mia uniforme da cameriera, camicia bianca e gonna
stretta nera, quella che per fortuna, sarà la mia stessa mise per la festa di
stasera. Le cameriere si limitano ad indossare un farfallino di raso turchese
sulla camicia e basta, meno male… ci mancava anche dover mettermi un vestito
costoso, che avrei poi gettato nell’armadio e non mi sarei più messa, e delle
scarpe con il tacco scomodissime che avrebbero peggiorato la condizione fisica
dei miei piedi, vessati dalle lunghe ore di lavoro… meno male che almeno
stamattina non si apre, ma ci limitiamo a sistemare tutto per stasera. Credo di
non sopportare più la clientela di questo pub… o, meglio, credo di non
sopportare più la gente in generale. Specie quando è troppa. Come succede sempre, qui. Prima di uscire, mi
lego i capelli in una coda alta, non li sopporto, oggi sono insopportabilmente
ispidi e, se Summer se ne accorge, non la smette più di rompere. Che gliene
freghi a lei dei miei capelli, resta un enorme mistero, ma nella sua ottica
malata di perfezione della festa, per qualche assurdo e contorto piano
rientrano anch’essi. Quindi, è meglio che mi veda perfetta stamattina, ad ore
ed ore dalla festa, in modo che anche se trova qualcosa di cui lamentarsi, avrò
tutto il tempo di porvi rimedio.
“Granger, sei affogata?!”
la voce irritante di Malfoy mi raggiunge, nonostante la porta chiusa.
“Sì, è il mio spirito che parla! Ma quant’è idiota…” mormoro acidamente, mettendomi il lucidalabbra.
Che, tanto per intenderci, avevo deciso di non mettere, ma che adesso, dopo
l’elegante e gentile interloquire di Malfoy, ho ritenuto invece vitalmente
necessario.
“Muoviti! Mi devo ancora fare la doccia e Dio solo sa Seth che cosa deve
fare!” lo sento sbuffare ancora, mentre martella sulla porta. Seth, da
lontano, urla che deve depilarsi le sopracciglia. Rabbrividisco, guardandomi
ancora allo specchio. Se vi hanno detto che vivendo con due ragazzi, non avrete
mai problemi con il bagno, mandatelo a quel paese… è una gigantesca bugia. Ho
più problemi adesso a stare due minuti in bagno, che quando abitavo con Ginny.
Ed è sempre di Ginny Weasley che stiamo parlando. A quanto pare, invece, Seth
Green e Draco Lucius Malfoy la battono ampiamente.
Alla fine, non trovando più nulla da fare a meno
che non rifarmi di nuovo la doccia con il serio rischio che Malfoy mi scortichi
viva, esco sbuffando dal bagno, trovandomelo davanti
che se ne sta appoggiato allo stipite della porta.
“Spostati…” gli ingiungo immediatamente,
scansandolo.
“Dio, Granger, se sei nervosa a quest’ora, non
voglio immaginare stasera… alla festa… con così tanta gente…” ghigna lui, chiudendo la porta del bagno, dopo
una lunga occhiata di traverso, colma di perfidia. A volte, penso seriamente
che mi legga nel pensiero… se almeno avessi la mia bella bacchetta… me la sogno
ancora la notte… dodici pollici, legno di vite con l'anima di corda di cuore di drago… quanto mi manca la magia, uffa!! Specialmente da quando vivo qui… a casa, Dean aveva
l’accortezza di non usarla mai davanti a me, ma qui la vicinanza continua di
Malfoy me la ricorda sempre… nemmeno lui la usa, questo lo so, ma… vederlo me
la fa sempre ricordare… cosa non darei per fare un piccolissimo incantesimo, un
Evanesco o persino un banalissimo Incantesimo di
Appello… e da ex-e-forse-mai-più-in-carica
Capo degli Auror ne conoscevo di Incantesimi… Malfoy sarebbe già a pancia
all’aria, rimpiangendo un Maledizione senza Perdono…
Mi getto stancamente sul letto, chiudendo gli occhi
e continuando a fantasticare sui mille modi di tortura di Draco Malfoy, mentre
Seth sbraita, correndo da una stanza all’altra, cercando i suoi boxer di Dolce&Gabbana. Dio, meno male che stasera facciamo
quella maledetta festa, almeno finisce questa isteria collettiva…
“Mione…” una piccola
vocina soffice mi fa trasalire. Sollevo la testa, incrociando gli occhi azzurro
oltremare di Serenity. Povera piccolina, ieri non stava molto bene e il medico
ha detto che ha preso la varicella. Infatti, ieri sera le è salita la febbre
molto alta e il suo visino tenero si è ricoperto di tante piccole bolle rosse.
Meno male che sia io che Seth che Malfoy l’avevamo già presa. Corinne e Lorna
sono fuggite a gambe levate, appena l’hanno saputo. Evidentemente, Malfoy deve
averla lasciata sul letto quando è andato in bagno e io, gettandomi di esso,
non mi sono accorta di lei. Meno male che non l’ho spiaccicata…
Mi sollevo, gattonando sul letto ed avvicinandomi a
lei, che mi guarda avvolta nella sua copertina rosa con il ditino in bocca e le
guance rosse. Le metto una mano sulla fronte, ha ancora la febbre, ma almeno
sembra che la temperatura sia calata da ieri sera. Stanotte, avrei
voluto starle vicina, ma ovviamente il fatto che le fosse vicino anche
Malfoy, ha pregiudicato la mia intenzione. Non sarei mai rimasta da sola con
lui in una stanza, per di più in una stanza da letto. Non che lui abbia
intenzioni nei miei confronti e viceversa… insomma ce l’ha una fidanzata, no?
Dovrebbe essere abbastanza soddisfatto da quel punto di vista… specie
con una come Summer che, praticamente, gli fa da geisha.
Ma a che cavolo sto pensando???!!!
Alla vita sessuale di Malfoy!!!
Sto davvero impazzendo… scuoto violentemente il
capo, tornando a concentrarmi su Serenity. Sorrido piano, accarezzandole il
capo; però mi è davvero dispiaciuto non poter stare con lei, mi sono molto
affezionata a questa bambina, la cui origine resta ancora un mistero, e lei
sembra essersi molto legata a me. Ci credo, sono l’unica figura femminile in
questa casa! Summer, nonostante sia la fidanzata di Malfoy, la tiene alla
larga, cercando di essere scostante solamente quando il suo Danny non c’è.
Insomma, credo che alla fine Serenity mi veda quasi come una sorella maggiore o
una mamma… lo so, ho già chiarito che i bambini piccoli non mi fanno impazzire,
ma Serenity sì. Quindi, accetto anche di farle da pseudo-mamma,
se questo la rende felice.
La vedo allungare le braccia verso di me, gli occhioni lucidi per la febbre, e sorrido. Vuole che la
prenda in braccio, povera piccolina… la prendo per i fianchi, facendola sedere
sulle mie ginocchia e lei ride contenta. Le accarezzo la testa, baciandole i
riccioli biondi, mentre afferro la sua bambola preferita, pensando a che gioco
mi posso inventare.
“Ha ancora la febbre?”. Sobbalzo, spaventandomi a morte per
la voce giunta all’improvviso, mentre ero distratta.
Una mano
sul petto, bofonchio: “Un giorno di questi, mi farai morire,
Danny… “.
“Deo Gratias… ogni
giorno, ci sono sempre più vicino…” mormora annoiato,
sedendosi sul letto di fronte a me ed abbottonandosi con nonchalance il polsino
della camicia azzurra che indossa “Allora, come sta Serenity?”.
“Non mi
sembra che abbia la febbre… ma fino a stasera potrebbe anche salirle di nuovo…”
rispondo preoccupata, accarezzando la testa della piccola che sorride, battendo
le mani. Sorrido a mia volta, almeno la sua allegria
non la perde mai. È una bambina meravigliosa, se dovessi avere una figlia, la
vorrei del tutto uguale a lei. Credo di aver inquadrato che i bambini non mi
fanno impazzire perché sono troppo lacrimevoli… mi mandano nel panico! Ma con
una bambina così… accetterei di diventare madre anche domani… vabbè, forse
dopodomani…
Sollevo
lo sguardo, ancora sorridente, ritrovandomi improvvisamente lo sguardo di
Malfoy addosso. Che diamine vuole adesso?! Il suo
volto è serio, ma sereno, e la sua espressione, come
sempre, è indecifrabile. Mi guarda e basta, senza dire nulla, né fare nulla.
Che ho fatto adesso? La sua espressione mi mette mortalmente a disagio, mi fa
sentire in imbarazzo e, con il protrarsi dei secondi, mi rendo conto di avere
il cuore in gola. Rimango immobile a fissare una goccia d’acqua che, dai suoi
capelli bagnati, scivola lentamente lungo la sua guancia fino al suo collo,
come l’eco di mille lacrime mai versate. Ma insomma che diamine vuole?!! Fantastico, sto anche arrossendo e quel che è peggio, se
mai ci fosse, è che mi rendo conto che non riesco nemmeno a parlare, ho la
bocca impastata dalla mancanza di salivazione. È orribile, ma perché diamine mi
sento così? Così, come poi? Non lo so dire… forse… persa, eccolo
di nuovo l’aggettivo giusto.
Persa,
come la strada di casa in una foresta… persa, come la rotta in una tempesta in
mezzo al mare… persa, come la direzione del nord, cercando la stella polare… ecco come… mi sento… persa…
ed è una cosa odiosa. Non mi sono sentita mai in questo modo. E non so nemmeno
il perché, come tantomeno non lo so perché non la smetta di guardarmi con
quella strana espressione. Mi ritrovo solamente a fluttuare nel
oceano plumbeo dei suoi occhi, l’anima delle dimensioni di una noce e il
cuore che si allarga e mi frastorna con il suo battito.
“Ma a
volte te ne ricordi almeno?” la sua voce spezza la malia letale dei suoi occhi,
come uno specchio che va in frantumi. Ne sento il rimbombo nella mia testa,
come un tuono nel cielo silenzioso di una notte d’estate. Il tremore che aveva
preso le mie membra cessa anch’esso, lasciandomi vuota dentro, vuota di questo
strano terrore, ma vuota anche di tutto il resto. Respiro come se uscissi fuori
dall’acqua, in uno spasmo che assieme è di vita e di morte. Ed ancora mi
chiedo… ma che diamine mi stai facendo, Draco Malfoy?
“C-che cosa mi dovrei ricordare?” balbetto incerta,
distogliendo lo sguardo da lui e facendolo tornare sulla piccola tra le mie
braccia, unica e silente testimone del palpitare convulso del mio cuore.
Da
qualche parte di sé stesso, lui sembra recuperare un sorriso che non ho mai
visto, perlomeno su di lui. Un sorriso che riempie di calore i suoi occhi, che
scioglie quelle fredde lame argentate come acqua sorgiva. L’ho visto sì… non
tante volte, ma l’ho visto. E non è mai stato per me, mai. Un sorriso così
bello non è mai stato per me.
Era
il sorriso di Harry, quando parlava dell’acconciatura di Ginny per il
matrimonio.
Era
il sorriso di Arthur Weasley, quando parlava della dieta assurda della moglie.
Era
il sorriso di Fleur Delacour,
quando medicava le ferite di Bill.
Ed
era il sorriso di James e Lily Potter in una fotografia bruciata.
Ed
era il sorriso che accomunava anche i miei di genitori, che di magico non
avevano nulla.
Il
sorriso di chi ama incondizionatamente. Un sorriso così bello non è mai stato
per me, mai.
Ed anche
adesso non era per me.
Era per
Serenity.
“Che
Serenity è mia sorella… te lo ricordi qualche volta?” mi chiede con tono solo
lievemente sarcastico.
“Certo
che me lo ricordo…” borbotto, senza capire, ancora mezza sconvolta. Sotto la
mia pelle, sento scoppiare fiori di fuoco sotto l’acciaio dei suoi occhi.
“Eppure
non sembrerebbe…” sussurra lui noncurante, quasi offeso “Le vuoi bene, persino…
no?”.
Annuisco
ancora senza capire.
“E
invece odi me… è un controsenso… Serenity è sempre mia sorella…”.
Lo
guardo ancora, senza capire.
E, per
la prima volta nella mia vita, la mia bocca si apre senza che io abbia pensato
a che cosa stavo per dire.
“A parte
il fatto che non ho mai detto di odiarti… e poi comunque Serenity è un’altra
persona, mica sei tu…”.
La sua
espressione cambia ancora, all’improvviso, un arco di luce che sembra passare
rapido e fugace sul suo viso. Sbatte le palpebre un paio di volte, guardandomi
frastornato e confuso. O perlomeno questo è quel poco che riesco a cogliere nel
succedersi rapido delle sue espressioni. Alla fine, quasi mi dedica un altro
sorriso, diverso ancora da quello precedente. Mi odio
per averne colto la differenza, per non aver pensato che un sorriso sia
solamente un sorriso. Per averne trovati mille sul suo viso, per averne trovato
uno che non fosse solo un ghigno, per aver trovato questo che era solamente per
me. Per conservarlo adesso dentro, guardandolo da ogni angolatura.
Un
sorriso come una contraddizione vivente. Ombra di piacere, sotto il velo di
ironia. Stupore sfumato dall’arroganza.
Un
sorriso che sembra dolce ed è solo amaro. Come tutto ciò che lo riguarda.
Ribalta costantemente il modo comune di comportarsi.
Quello
che con gli altri è dolcezza, con lui è prepotenza.
E la
sua arroganza, invece, per chi lo ama, come per magia, è la più piacevole e
delicata delle carezze.
“Tu non
mi odi… Granger?” mi dice lieve, ignorando palesemente la seconda parte della
mia risposta. Avverto stranamente la sua presenza farsi quasi più vicina, come
un’aura che non è solamente il suo profumo che conosco a memoria, ma
qualcos’altro che si allarga inglobando anche me. Eppure non si è spostato di
un centimetro…
Arrossisco
ancora, distogliendo rapidamente il volto da lui, mentre mormoro: “Non vedo
questo che cosa c’entri adesso…”.
“L’hai
detto tu, non io… per quanto mi riguarda, non l’avrei minimamente concepito
come una cosa possibile…”.
“Cosa? Che io non ti odi?” chiedo, guardandolo di
sottecchi, il cuore che va giù e su nel petto.
“Dipende
se è vero o no…” mi chiede ancora, sorridendo, un braccio sul ginocchio e gli
occhi liquidi su tutta la mia persona.
Come
una mosca nella tela di un ragno.
Mi
concentro su me stessa, sul mio cuore, su quello che c’è dentro, alla ricerca
di quella piccola macchiolina nera che è sempre stato il mio odio per Malfoy.
Il mio cuore è cambiato molto, non trovo più il senso di colpa per Dean che era
immenso fino a poco fa, al suo posto c’è frustrazione e rabbia per quello che
mi ha nascosto Harry. C’è sempre la mia consueta paura per ogni cosa, nascosta
dietro il coraggio, ed il nervoso malcelato per Lavanda e Ron. C’è il nuovo
affetto per Seth e Serenity, c’è la simpatia per April, Trey e Lawrence,
l’avversione per Summer, la diffidenza per Corinne e Lorna… ma la
macchiolina, nera come pece a sporcare la mia anima, non c’è più.
Dio,
non odio più Draco Malfoy…
Che
diavolo mi sta succedendo?!! Ecco, puff,
che all’improvviso non odio più Malfoy… certo, non lo amo, ma intanto NON LO
ODIO!!!!
Sto
male, sto veramente male, sì, sì, deve essere un cancro al cervello in stadio
terminale, sì non può essere altrimenti… una rarissima malattia infettiva
forse, ma certo! La varicella! Ho il sistema immunitario andato e mi sono presa
di nuovo la varicella da Serenity! Lo so che accade solo in tre casi su 10000
di averla due volte nella vita, ma io DEVO essere in questi… è molto più
razionale che tutto il resto… soprattutto l’opinione contorta e bacata che io
non odi più Malfoy… il mio nemico, la mia nemesi, la mia eclissi, la mia
negazione…o meglio il mio ex nemico, la mia ex nemesi, la mia
ex eclissi, la mia ex negazione… perché, come la metto e la metto la
cosa, sempre lì torniamo… al momento, io non odio più Draco Malfoy…
Sospiro,
non vorrei dargli questa risposta per nulla al mondo.
“Allora,
Granger?” mi incalza ancora lui, sporgendosi quasi verso di me, complice e
divertito come se stessi per dirgli chissà che segreto.
“C’è
troppo interesse in te, Malfoy… decisamente troppo interesse…” commento,
cercando disperatamente di eludere la risposta.
“Non c’è
interesse in me, Granger…” mi dice lui in un soffio leggero “C’è… curiosità…
l’interesse presupporrebbe che io non sappia la risposta a questa domanda, ma
la conosco… me l’hai appena detto. Sto solo cercando di
capire come sia accaduto…”.
Mi serro
nelle spalle, restando in silenzio, la mente piena
della sua domanda. Non lo so nemmeno io come sia successo.
Stringo
forte Serenity a me, chiedendomi il motivo astruso per cui mi sta mettendo così
in imbarazzo. Perché è perfido, è la risposta più ovvia, accompagnata dal
corollario del teorema… lui mi odia. Hermione, stupida… ho permesso a me
stessa di liberarmi di quella difesa, dell’odio che provavo per lui,
lasciandomi scoperta contro il suo di odio.
“Basta,
lasciami in pace…” commento a bassa voce, lasciando Serenity sul letto e
sollevandomi in piedi “Se questo ti fa piacere, adesso credo di odiarti più che
in tutti gli altri giorni della mia vita…”.
Gli do
le spalle, sfuggendogli e spostandomi quel che basta a non essere nemmeno a
tiro della sua mano che possa tirarmi indietro. Per non guardarlo, concentro i
miei occhi su Serenity che ci guarda alternativamente, come se stesse per
scoppiare a piangere. Tira su con il nasino rosso e si mordicchia il pugnetto. Deve aver capito che c’è qualcosa che non va… i
bambini sono sempre così intuitivi… il problema è che sono io a non esserlo… mi
sento qualcosa dentro che frana e le membra che si sono fatte d’argilla. Potrei
cadere a pezzi anche solo se qualcuno mi guardasse un po’ più intensamente.
Una
leggera inflessione strana nella voce più acuta, e poi, alle mie spalle, lui
che si alza in piedi: “Non mi interessa, Granger… volevo solamente prenderti un
po’ in giro… figurati che mi frega se mi odi oppure no… e comunque…”.
Evidentemente
deve essere qualcosa di troppo strano a livello cosmico se, nell’arco di poco
tempo, io e Malfoy parliamo civilmente senza venire ad insultarci. Infatti non riesco a sentire che cosa avrebbe detto dopo il comunque,
perché improvvisamente entrambi sobbalziamo per un frastuono proveniente
dal piano di sotto, dal locale insomma. Un grido acuto, quasi come quello di
una bestia ferita, e poi qualcosa che è stato rovesciato pesantemente. Serenity
inizia a piagnucolare, la prendo in braccio, ninnandola leggermente, mentre
Seth arriva dall’angolo della cucina, ancora vestito a metà e reggendo un
calzino spaiato. Le sue condizioni mi inducono tranquillamente a pensare che
stesse origliando cosa stessimo facendo io e Malfoy fino a cinque secondi
prima; mi sembrava strano che non fosse passato casualmente facendo
commenti e battute maliziose…
“Ci deve
essere qualcuno al piano di sotto…” commenta Seth, avvicinandosi furtivamente a
me e a Malfoy.
“Saranno
April e gli altri, no?” rispondo, cercando di calmare Serenity che piange
ancora.
“Non è possibile…
loro arriveranno tardi stamattina… non era necessario che venissero presto…”
sussurra Seth.
“La
porta d’ingresso è chiusa, vero?” sento la voce di Malfoy alle mie spalle, per
poi affiancarmi, parlando con Seth.
“Certo,
Danny” cinguetta Seth, quasi saltellando.
“Allora,
deve essere qualcun altro…” mormora Malfoy, la voce più bassa di tono e
lo sguardo che raggiunge me. Mi volto verso di lui, sentendo che mi sta
fissando, e la mia reazione mentale è ancora quella di pensare che cosa diamine
voglia ancora, mentre il cuore si scapicolla in un volo folle contro le mie
costole. Ma poi noto che il suo sguardo è diverso da prima… non l’ho mai visto
così preoccupato, il viso è pallido, gli occhi scrigni di luce morta. Gli tiene
alti, puntati verso i miei occhi, e sembra che stia cercando di dirmi qualcosa.
Impercettibilmente
il suo sguardo va a Serenity, colmandosi di terrore fugace, poi ritorna a me,
l’espressione un po’ più calma ma ancora preoccupata e nervosa. La sua
espressione non mi piace, affatto… ma certo… sgrano gli occhi,
guardandolo, e lui annuisce leggermente con il capo. Teme che sia qualcuno
venuto a cercare lui… un Mangiamorte…
Abbraccio
Serenity, cercando di calmarla e di farla smettere di piangere, se è davvero un
Mangiamorte… bè, sarebbe la fine… un babbano effeminato, una bambina di un
anno, un ex mago che vive da babbano da anni ed, ovviamente, la più grande
non-strega della storia… la strage più semplice della storia della Magia…
deglutisco, cercando di controllare il tremore che mi prende repentinamente le
gambe.
“Allora…”
dice Malfoy sottovoce, passandosi nervosamente una mano sulla fronte e
sorpassandomi “Seth, prendi Serenity e chiudetevi dentro… se non ci vedi
tornare, preparati a chiamare la polizia, ok?”, si volta verso di me, alzando
leggermente il capo nella mia direzione, così mi affretto a passare Serenity a
Seth.
“E voi
due, invece?” geme Seth terrorizzato, prendendo la bambina in braccio.
“Io ed
Hermione scendiamo di sotto…” fa lui, continuando a guardarmi come se cercasse
conferma nel mio viso. Annuisco con il capo grevemente. Lo so, non vorrei, ma
siamo gli unici che possiamo fare qualcosa… e poi, se Malfoy si mette
spontaneamente a chiamarmi Hermione, la cosa è veramente seria. Spero solo non
così seria da contemplare la mia prematura fine…
“Ma non
sarebbe meglio che scendessi io con te?” obietta Seth, mettendo il muso.
“No”
risponde secco e crudele Malfoy, al che io cerco di restringere il tiro con più
tatto: “Io mi
so difendere da sola, Seth… non ricordi che ho fatto quel corso al liceo di
difesa personale? So badare a me stessa…”. Gli sorrido
ed alla fine Seth si convince. Ovviamente. Per spiegare nella mia vita babbana
le mie conoscenze belliche e la mia perizia nelle arti marziali elementari, ho
inventato un fantomatico corso al liceo di difesa personale che poi ho
perfezionato negli anni. Questa è solo una delle enormi balle su cui reggo la
mia vita, ma tralasciamo… Malfoy capisce la cosa e lo vedo sorridere
leggermente, nonostante sia ancora pallido e con lo sguardo perso. Mi invita a
seguirlo, mentre Seth chiude la porta a chiave.
Fermi sul pianerottolo, mi volto bruscamente verso Malfoy,
incrociando le braccia: “Che cosa hai in mente? Ti ricordo che
sono più inutile di Seth in questo momento…”. Le parole escono dalla mia bocca flebili e leggere, perdendosi nell’aria. Non
mi ha nemmeno ascoltato, deve essere autenticamente terrorizzato. Una sola
volta l’ho visto così… quella notte a Grimmuald Place, quando mi svegliai e lo trovai in cucina. Tremava
dalla testa ai piedi, sudava freddo ed era pallido. Piangeva
anche, se non ricordo male. Dubito che il Malfoy attuale sappia ancora
piangere, non lo so, è una sensazione… mi sembra che non ne sia più capace.
Come se il dolore gli abbia tolto anche quest’ultimo di conforto. Mi serro
nelle spalle, non sapendo bene né che dire né che cosa fare. Alla fine, non
vedendolo reagire, mi avvicino a lui, chiamandolo. Lui solleva il viso, cerca
di simulare un’espressione serena, ma non gli riesce bene. Per niente.
Non
me lo devi. Non mi devi una calma che non hai. Non mi devi una sicurezza che
non possiedi. Nemmeno io la ho.
Solo
due che non hanno visto quello che abbiamo visto noi fingerebbero ancora la
calma e la sicurezza.
“Hai
solamente una bacchetta?” chiedo velocemente, prendendolo per il braccio e
scrollandolo leggermente.
“Ho
quella che usavo a scuola… e la mia…”.
“Prendile
entrambe… qualcosa ci inventeremo…”. Lui annuisce e rientra in casa. Torna dopo
un po’, portando due bacchette in mano. L’espressione sconvolta si è leggermente
rischiarata, forse valuta adesso quasi nella dimensione dell’utilità avere
un’ex Auror per casa.
“E
adesso?” mi chiede, quasi come un bambino spaventato.
“Ce la
caveremo…” soggiungo con voce quasi tenera”…ricordati che abbiamo passato di
peggio… e ne siamo usciti… entrambi…”.
Lo sento
sospirare profondamente, prima di aggiungere con un tono di voce velato di
ironia e di residua preoccupazione: “E’ proprio vero che non mi odi, Granger,
allora… eviteresti persino la mia morte… è quasi commovente…”.
“Di
commovente, c’è solo il fatto che sono sempre io la prima della lista dei tuoi
assassini… non mi farei soffiare il posto da nessuno…”.
“La cosa
è reciproca”.
“Una
maniera contorta per dire che non mi odi più nemmeno tu?” sorrido, incrociando
le braccia con espressione saputa, quasi dimentica della situazione pericolosa
in cui potremmo trovarci da lì a poco.
“Una
maniera contorta per dire che l’unico che può farti fuori sono io ed io
solamente…” ripete lui con voce atona, quasi rassegnata.
Una
maniera contorta per dire che non mi odia più nemmeno lui…
“Andiamo,
adesso…” mi dice, simulando una sicurezza solo apparente e friabile. Iniziamo a
scendere lentamente le scale, cercando di non fare nessun rumore e di procedere
con lentezza silenziosa. Lui procede davanti a me, la bacchetta sguainata e
l’aria guardinga, io lo seguo, attenta a qualsiasi rumore venga dal basso.
Perlomeno per il momento, non si sente nulla, solo silenzio. Arriviamo nella sala ristorante, rimango sempre alle spalle di Malfoy,
la mano che regge la bacchetta che mi trema tra le dita. La sala è al buio,
l’unica luce flebile ed incerta proviene dalle cucine. Malfoy me le indica con
il capo, annuisco e ci incamminiamo in quella direzione. Evito i tavolini,
contorcendomi di lato, fino ad arrivare davanti alla porta delle cucine dove
Malfoy mi sta aspettando.
“Nel
bagno” mi sento nel
dire nel cervello. Sta usando la telepatia per non fare ulteriore rumore. Come
sempre, provo la solita sensazione di intromissione nei miei pensieri e tento,
per quanto sia possibile, di chiudere il resto della mia mente a lui.
“Che
diamine ci farà nel bagno?”.
“Non
lo so… comunque, la porta del bagno è stretta… lo possiamo bloccare
facilmente…”.
“Se è
uno solo…”.
“E’
anche abbastanza stretto perché sia una persona sola…”.
Non del
tutto convinta, lo seguo fino nelle cucine, anch’esse al buio. La luce proviene
dalla porta del bagno, da cui giungono suoni soffocati, oltre a dei lamenti. Ma
chi diamine può essere?! Ormai sono quasi del tutto
certa che non si tratti di un Mangiamorte… che avrebbe da lamentarsi? Ci
avrebbe già fatto fuori da ore… un ladro comune sarebbe già scappato… ed allora
chi? L’adrenalina accumulata però nel frattempo, mi suggerisce di non abbassare
lo stesso la guardia. Ce n’è di gente strana a Londra… potrebbe essere uno
qualsiasi dei criminali sparsi nelle strade della città…
Ci
fermiamo ad un metro dalla porta del bagno, Malfoy mi ferma ponendosi davanti a
me e dicendo di aspettare.
“Al
tre, ci sporgiamo e lo sorprendiamo… sei pronta?” mi dice, persino nella mia mente
colgo il suo terrore.
Annuisco,
ancora non del tutto convinta.
“Uno…”.
Deglutisco
e chiudo gli occhi.
“Due…”.
Li
riapro e stringo forte la bacchetta, cercando di ricordarmi un Incantesimo
potente.
“Tre…”.
Mi
scaglio fuori, seguendo Malfoy che mi ha preceduto di pochi secondi, ma non
riesco a fare nulla di quello che avevo programmato, avevo pensato ad una bella
maledizione di Disarmo unita ad una Immobilizzante, ma
evidentemente era destino che le mie infinite competenze di Auror non venissero
sfruttate. Non riesco bene a capire che cosa sia successo, mi sembra solo di
aver sentito un urlo poderoso ed acuto che mi ha ucciso entrambi i timpani. Poi
un rumore secco e netto, come di qualcosa di sottile che cadeva per terra. La
bacchetta di Malfoy che cadeva per terra. Ed infine lo stesso Malfoy che mi
afferrava per la vita, mentre io lo avevo già sorpassato, mi tirava indietro,
costringendomi ad un assurdo balletto, e mi spingeva fuori dal bagno, oltre il
cono di luce del bagno stesso.
Mi
appoggio al muro, non capendo che diamine sia successo e cercando di
ricostruirlo nella mia testa, la sola cosa che mi dice che non ci fosse niente
di grave, è che è stato Malfoy a spingermi fuori dal bagno. Volente o nolente,
ormai il suo profumo lo riconosco anche ad occhi chiusi, l’erba bagnata nel
mese di settembre, e adesso lo sento addosso a me. Sto quasi per sporgermi
nel bagno per capire che cosa sia successo, quando sento la voce trafelata ed
incerta di Malfoy dire: “Summer, si può sapere che diamine stai facendo?!”.
Summer! Era Summer, altro che
Mangiamorte assettato di vendetta o serial killer psicotico… comunque, siamo
vicini a tutti e due i concetti…o mio Dio, Summer! Summer = babbana = fine
della copertura di Danny Ryan = fine della carriera da cameriera di Hermione
Granger!!
Prendo la bacchetta e la getto distrattamente in
una pentola, chiudendola poi con un coperchio per celarla alla vista di tutti.
Spero dopo di ricordarmi di venirla a prendere… con angoscia, mi accorgo di
quella di Malfoy a qualche passo da me, anche se nella luce del bagno. Come faccio?! Come faccio?!
Come faccio?! Come faccio?!
“Ciao
Summer!” allungo il piede, pestandola sotto di esso e la calcio fuori
dall’angolo visivo di Summer. Malfoy osserva la mia manovra e finalmente
riprende a respirare normalmente.
Non la
vedo in viso, dato che è seduta per terra, la testa abbandonata ed i
lunghissimi capelli biondi che le coprono il viso. La voce chiaramente colma di
pianto le fa dire in tono acuto e nervoso: “Tu che diamine chi fai qua?!”. Ovviamente sta parlando con me.
“Come
che ci faccio qua?! Ci lavoro, lo ricordi? E, grazie
al tuo fidanzato, ci vivo anche…” commento stizzita,
gettando un’occhiata in tralice a Malfoy. L’angoscia accumulata mi fa tremare
ancora, ma inizio a sentire il mio respiro calmarsi e il cuore tornare a
battere in maniera regolare. Anche Malfoy sembra essersi calmato, ma credo che
sia abbastanza curioso di sapere che cosa abbia spinto la sua fidanzata a
fargli indirettamente ricordare l’incubo peggiore della sua breve vita. Summer
non sta decisamente bene; a parte la voce innaturalmente acuta anche per
un’aquila reale come lei, ha i vestiti stropicciati e i capelli spettinati,
tenuti malamente fermi in una treccia scomposta. Inoltre, sembra anche respirare
a fatica, il petto sotto una polo azzurra si abbassa e si rialza velocemente,
mentre piccole gocce di sudore le cadono lungo il collo.
“Cos’era
quel rumore?” le chiedo, sporgendomi verso di lei per guardarla in faccia. Ma
lei si ritrae velocemente, spingendosi con i piedi verso il muro e coprendosi
la faccia con la mano destra. Sbuffo, non si sarà truccata stamattina… capirai,
che dramma…
“Non era
un rumore… era un fracasso infernale…” soffia rabbiosamente Malfoy. Non
è gentile nemmeno con la sua ragazza, che razza di personaggio… certo deve
essere un bel colpo pensare di avere i Mangiamorte per casa, ma può anche
essere più delicato! In fondo, è chiaro che a Summer sia successo qualcosa!
“La tua
è davvero un’interessante, ma soprattutto inutile precisazione,
Danny…” borbotto con tono di sufficienza.
“La mia
è una necessaria precisazione…” blatera lui nervosamente, guardandomi
fisso negli occhi “Necessaria a far capire a Summer che la prossima
volta che osa rifarlo, si ritroverà alla porta…”.
Un piccolo
singulto giunge dal fagotto per terra.
“Non
essere melodrammatico…” mormoro, alzando gli occhi al cielo “Hai visto che non
era nessuno?”.
“Ma
poteva essere qualcuno, Granger…” sussurra lui con tono quasi sofferto
“E questo rende la mia precisazione ancora più calzante…”.
Non lo
capirò mai, è questa la verità. Io temo i Mangiamorte, temo la guerra, ne temo
il suo violento soffiare sulla mia pelle. Eppure, so di potercela fare, so di
poterne uscire. Ma Malfoy, no. Lui si sente un miracolato per avercela fatta
una volta. Crede quasi che sia stato un errore che sia rimasto in vita… e teme
il giorno in cui verranno a chiedergli il conto di quello che non ha pagato.
“D’accordo,
lasciamo perdere…” dico accondiscendente, cercando di calmarmi a mia volta, ce lo
si aspetta dalla sola persona normale in questa stanza. Mi inginocchio per
terra, mormorando: “Summer, si può sapere che cosa è successo? Non dovevi essere qui alle undici, tra l’altro?”.
“Io sono
la socia di Danny e vengo qui quando mi pare e piace…”
risponde lei presuntuosa, ma sempre senza alzare il capo “Il fatto che tu viva
qui, non significa che sei alla mia altezza… sei una cameriera come le altre…”.
Dio,
dammi la forza!!!
“Decisamente
non sono alla tua altezza… tanto per cominciare non sono seduta per terra come
una povera pazza delirante…” borbotto acida. E pensare che avevo
iniziato così bene, così gentile, e già me ne sono pentita!
“Ed
arrivò anche il giorno in cui diedi ragione alla Granger…” sento Malfoy
mormorare afflitto “Deve essere il primo dei sette sigilli che si apre… tra
poco ci sarà l’Apocalisse…”.
“Decisamente…”
rispondo, roteando nervosa gli occhi per poi alzare la voce: “Insomma, Summer!
Se te ne vuoi stare seduta per terra, sei libera di
farlo, non me ne frega niente! Ma se almeno devi farlo, non
fare quel… insomma, quel fracasso infernale!”.
“E
“Ryan,
la smetti?!” urlo, sollevandomi da terra. Mi tolgo la
polvere dalla mia gonna, prima di dire a Malfoy: “Basta, mi sono stancata…è la
tua fidanzata, non la mia… e, se la sua è una malattia mentale ereditaria,
interesserà i tuoi figli, non i miei…”.
“Questo
per dire…?” mi interrompe Malfoy, guardandomi dalla testa ai piedi.
“Veditela
tu…” dico e faccio per uscire. Malfoy, per nulla turbato, risponde: “Se la vede
da sola… fidanzato sì, ma non balia, tantomeno psicanalista… ci sono troppe
cose a cui pensare oggi…”.
“Aspettate!”
sento la voce di Summer richiamarci indietro, mentre già io e Malfoy eravamo
fuori dal bagno.
Mi
fermo, come Malfoy, prima di indietreggiare di qualche passo, esattamente come
fa lui, non appena Summer si alza da terra e ci volge il viso. Lo stesso viso
che, fino alla sera prima, era perfettamente liscio e roseo e che adesso invece
è pieno di macchie e bolle rosse, alcune persino grattate, così da grondare
anche un po’ di sangue. Io e Malfoy restiamo immobili, a bocca spalancata,
mentre Summer regge il nostro sguardo fieramente, gli occhi blu pieni di
lacrime di stizza.
“Hai
preso la varicella…” commento stupidamente.
“Ma non
mi dire!” urla lei come un’invasata, la voce come quella di una sirena. Non la
leggiadra creatura marina… assolutamente no! Sto parlando del leggiadro
suono dell’antifurto di un auto nel cuore della notte!
Di quella sirena!
La vedo
con il labbro inferiore tremante, mentre volge il viso verso Malfoy con
espressione terrorizzata. “Danny…” lo chiama piano.
Malfoy è
ancora impassibile, non proferisce parola, né tantomeno grugnisce. Cosa strana
per lui.
“Danny…”
lo chiamo, scuotendolo per il braccio.
“Non lo
toccare…” intima Summer, recuperando un po’ della sua voce solita.
E poi,
alla fine, succede l’incredibile. Malfoy scoppia a ridere come un autentico
imbecille, piegandosi in due dalle risate, e reggendosi allo stipite della
porta. Questo è pazzo! penso preoccupata,
guardandolo storta. Draco Malfoy non rideva mai, se non per ghignare. Ma
piangeva, sapeva piangere in una maniera assurda e disperata. Ed invece, da
quando conosco Danny Ryan, sembra aver completamente rimosso come si faccia a
piangere, anche nel momento in cui il dolore e la paura minacciano di ucciderti
per overdose. In compenso, l’ho visto ridere in questa maniera già due volte.
Insomma, in una maniera sincera ed autentica. Come se si stesse davvero divertendo…
… o
come uno che sta solamente cercando di allentare il nervosismo di aver pensato
di morire…
“Insomma, Malfoy!” lo riprendo con rabbia “Smettila di
ridere come un’imbecille! Ti ho dato uno schiaffo al terzo anno e posso rifarlo!!”.
Lui non
accenna a smettere, continua a ridere come un folle, mentre cerca invano di
parlare. L’unica che invece dovrebbe starsene zitta che è Summer, colpita
nell’orgoglio di ragazza decisamente sopra la media nei canoni estetici comuni
per essere oggetto di tanta ilarità da parte del suo ragazzo, pensa bene di
sfogare adesso la sua ira repressa, urlando come un’aquila frasi sconnesse del
tipo: “Come ti sei permessa di picchiare il mio Danny?!”,
o “Danny, ti prego, dimmi che mi vuoi ancora!”, oppure “L’avevo detto a Seth di
tenermi lontana quella pustola ambulante!”.
Insomma,
l’inferno. Quasi preferivo che ci fosse stato davvero un Mangiamorte al posto
di Summer… due secondi di terrore, un’Avada Kedavra sparato all’istante e via verso l’alto dei cieli.
Invece, con questi ho anche la tortura mentale…
“Basta!!!!” urlo con tutto il fiato che ho in gola, aggiungendomi
all’allegro coretto, ma suscitando talmente tanto sgomento nei due psicolabili
da farli tacere all’istante.
“Che c’è?!” urlo ancora a Malfoy che mi chiama, grugnendo come al
solito, mentre cerca di ricomporsi.
“Tra
poco ti farai anche tu quattro risate, Granger…” aggiunge con tono sibillino,
prima di dire: “Summer è quella che parla con i giornalisti… Seth si blocca…
gli altri non sanno gli aspetti dirigenziali… e, come puoi immaginare, io con i
giornalisti non parlo… o meglio io non posso vedere i giornalisti…”,
sbianco mentre aggiunge queste ultime parole.
Malfoy
non si fa vedere in pubblico per non farsi riconoscere come Danny Ryan.
Seth,
a quanto pare, si blocca.
Gli
altri… e Summer sta così…
E adesso?? Stasera c’è il party… e nessuno di noi sa la metà delle
cose che sa Summer… e soprattutto nessuno di noi è Summer, l’aspetto
visibile del Petite Peste.
Rischio
di svenire e di cadere riversa per terra, ma per fortuna lo evito alle parole
di Malfoy. Come sempre, mi dà la rabbia giusta per non lasciarmi andare mai.
“Non ti
viene enormemente da ridere?!!” . Ecco che dice
l’idiota. Per sapere quello che dico io… bè, l’età di 55 anni non dovrebbe
essere ancora sufficiente a non scioccare nessun giovane cervello…
Capitolo scritto a velocità super come
potete vedere, non è lunghissimo, ma è un capitolo di transizione, quindi forse
non è granchè…L; anche se a me piace particolarmente specie nella parte
con Summer. Come avete potuto capire, non è che mi piaccia particolarmente quindi
ci godo a maltrattarla! Poi le ho fatto venire anche la varicella, insomma sono
davvero perfida… che dire? Ci avviciniamo al party che sarà MOLTO IMPORTANTE
per lo svolgimento di questa storia, sotto molteplici punti di vista. Draco ed
Hermione si stanno avvicinando piano, piano, credo che così sia naturale, ma
nei prossimi capitoli già ne succederanno parecchie tra tutti e due!! Ora come sempre passo ai ringraziamenti!!
Falalula: grazie
dei complimenti, specie dello struggevolmente
coinvolgente, mi ha fatto quasi commuovere!! Un bacio!
Marygenoana: benvenuta
alla mia storia! Grazie dei tuoi complimenti e grazie anche della recensione,
come avrai avuto modo di capire, sono una donna affamata di recensioni! Spero che
anche questo chappy ti sia piaciuto! Un bacio!
Seven: ciao!!! Come sempre grazie dei tuoi complimenti; allora la
vicenda di Harry era abbastanza necessaria, nel senso che credo che Hermione
sia una persona molto inquadrata, per come la intendo io, quindi so che solo
facendole capitare un vero e proprio terremoto emotivo e ideale, la si può
smuovere dalle sue considerazioni. Come vedi, solo così, solo levandole le
certezze dietro cui si nasconde, potrà capire che
Draco effettivamente non è la persona che pensa… o perlomeno io la vedo così…J; Harry comunque avrà modo di rifarsi, credo che uno con
le sue responsabilità debba scegliere di sacrificare qualcosa per il “bene
comune”, mettiamola così. Sono contenta che ti sia piaciuta la parte sulla
terrazza, in fondo Draco si sentiva abbastanza in colpa, e ci mancherebbe!! Spero che anche questo chappy
ti sia piaciuto!! Un bacione!
Whitney: mamma
mia, quanti complimenti!! Addirittura è la tua fic preferita!! Me commossa!!! Finalmente le acque si smuovono anche se sarà ancora una
cosa lunga, considerando il carattere di Hermione, ma piano arriveremo alla
meta!! Grazie ancora, un bacio!!
Nefene:
la mia cara Chiara!! Ancora una volta grazie dei
complimenti e grazie del contatto che ho prontamente aggiunto!!
Eheheh!!! Ma me li meriterò
tutti? Speriamo che anche questo chappy sia stato all’altezza
delle aspettative!! Sono felice che il personaggio di
Hermione ti piaccia, ho cercato di mantenere inalterato il suo senso di lealtà made in Rowling, ed insomma è piuttosto semplice, perché come
ti ho detto, è abbastanza simile a me in questo; spesso proprio per seguire le
mie idee, mi sono messa contro tante persone, quindi è facile vedere Hermione
che si contrappone ad Harry per questo. Harry avrà modo di riscattarsi, anche
se credo che più che nelle apparenze, lui voglia la pace e la tranquillità ad
ogni costo, dopo quello che ha vissuto da ragazzo,
quindi abbia scelto questo sacrificio. Effettivamente questo è il primo
avvicinamento tra Draco ed Herm, e sono contenta che ti piaccia come li ho
descritti. Sempre così me li sono immaginati… in questo chappy
siamo tornati alla commedia, anche se nei prossimi ritorneremo a toni un po’
più tristi! Piccola anticipazione, eheheheh!! Summer sta mezza morta quindi sei stata quasi esaudita, e
per Serenity è ancora presto, saprete qualcosa di lei molto in là… grazie
ancora dei tuoi complimenti!! Se poi vuoi dirmi altro,
contattami tranquillamente!! Un Bacione!!!
Cygnus Malfoy: grazie grazie grazie!! Mmm, primo bacio? È ancora un po’ presto… diciamo che manca
qualche capitolo, perlomeno lì, mentalmente ci son arrivata!!
Un bacione!!
FraFri95: grazie
del WOW, mi ha fatto sorridere, spero di avertelo strappato anche con questo
capitolo!! Un bacio!
Saluti anche a chi legge e non
recensisce…J
Un enorme abbraccio, Cassie…