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Autore: Little_riding_hood    17/06/2018    0 recensioni
"Qualcuno mi raccoglie da terra e mi prende in braccio, non capisco chi sia e neppure cosa stia succedendo, ma mi pare di volare.
Guardo sotto di me e vedo tutta la città rimpicciolirsi sempre di più (...)"
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sono sempre sentita fuori posto, mamma dice che sono troppo piccola per capire come va il mondo, mentre mio padre se ne è andato quando ero piccola perché ha trovato un'altra famiglia lontana chilometri, ed ora non gli importava più di noi, per quanto possa essere triste, questa è la verità. L'unica versione che io conosca per lo meno, lui non si è mai preoccupato di spiegarmi cosa avesse in testa e io non l'ho mai voluto sapere, ho voluto chiudere tutti i rapporti con lui, anche se dentro di me continuo a sperare che un giorno torni e mi dica che gli dispiace davvero di averci abbandonate. Ogni notte immagino che suoni il campanello e che appena apro la porta lui allarga le braccia finché non gli salto addosso, mi stringe così forte che non ho la forza di odiarlo e mentre mamma ci guarda sorseggiando caffè, lui sussurra un milione di scuse e ci chiede se può tornare a vivere con la sua vera famiglia. Peccato sia solo un sogno, nella realtà invece mia madre mi ignora per la maggior parte del tempo, troppo presa dal suo lavoro da avvocato, le mie compagne di classe sono solamente chiwawa da esibizione che mi ritengono sfigata perché non sono alla modà e non esco mai e ai loro occhi, chi non esce non si diverte, chi non si diverte non merita di essere invitato alle feste, chi non è invitato alle feste è OUT e chi è OUT non ha amici, in sintesi tutti a scuola la pensano così, tutti tranne Erick Thompson, il mio migliore amico da tempo immemorabile. Io e Erick siamo come fratelli, passiamo tutti i pomeriggi insieme e qualche volta anche la notte, tutti ci considerano fidanzati e a noi non importa, stiamo bene insieme, ma come amici, che gli altri pensino ciò che vogliono, noi sappiamo la verità e questo basta. Erick è avvinghiato alla Play Station da ore ormai, oggi non ho voglia di fargli compagnia, sono troppo stanca, per cui mi limito a guardarlo giocare stesa sul suo letto. Non so come mai, ma oggi sono davvero esausta, non ho energie neppure per andare in cucina a prendere qualcosa da mangiare. Per fortuna dopo poco arriva sua madre a portarci dei biscotti per merenda, Libbie è una donna fantastica, anche io vorrei una madre come lei, Erick è davvero fortunato... Mi scompiglia i capelli e mi sorride affettuosa. Mi ha sempre considerato come una figlia e io ho sempre sperato che lei potesse adottarmi, ma purtroppo mia madre non lo permetterebbe, anche se non si ricorda di occuparsi di me, sa che esisto e se mi vede mancare per più di due giorni da casa scatena un putiferio, lo ha fatto anche quando mi ero dimenticata di dirle che andavo da Erick per le vacanze di Natale, quando sono tornata a casa ho trovato i poliziotti seduti sul divano mentre lei li minacciava se non mi avessero trovata. Mia madre era un controsenso vivente, capivo perché mio padre l'avesse lasciata, ma non capivo cosa centrassi io... "Ti fermi qui anche questa notte? Domani tanto è domenica" sorrise Libbie sperando in una risposta affermativa. Amava avere un'alleata donna in casa, in una famiglia con 4 figli maschi era comprensibile, aveva messo un letto in più in camera di Erick solo per me, diceva che ormai eravamo grandi per condividere lo stesso letto, non ci saremmo stati. Infatti aveva ragione, a volte ci ostinavamo a dormire nel medesimo letto per guardare un film in streaming sul suo portatile, ma stavamo così stretti che finivo sempre per svegliarmi stesa sul pavimento. Annuisco col capo sorridente e lei applaude contenta, mi schiocca un bacio in fronte ed esce. "Mia madre ama più te che me" sospira Erick. "Non dire stronzate, è solo complicità fra donne". Lo abbraccio da dietro distraendolo dal videogame, infatti il suo personaggio viene ucciso e lui se la prende con me iniziando a farmi il solletico. Ci ritroviamo l'uno steso sull'altra ridendo come pazzi, smette di solleticarmi i fianchi e io smetto di ridere riprendendo a respirare normalmente. Lui si lascia cadere addosso a me e io gli accarezzo i capelli. "Vorrei tu vivessi sempre qui, mi fai stare bene e ne ho bisogno". "Anche io sto bene qui, ma ora smettila di fare l'amico gentile e carino, non ti si addice". Sorride e si alza a sedere, poi si blocca a fissarmi. "Sei bellissima Nathalie". Mi allaccio al suo corpo con braccia e gambe mentre si alza in piedi e lo abbraccio forte. Le sue mani si allacciano sotto le mie natiche. "Sai di cioccolato" dice avvicinandosi alle mie labbra. "Sai, stavo cercando di mangiare prima che tu mi assalissi" brontolai riprendendo il biscotto che avevo lasciato scivolare sul suo cuscino. Con le labbra perlustra la clavicola, la spalla, il collo... Poi si siede appoggiandosi con la schiena allo schienale del letto, mi trascina a sedere su di lui e mi porta le mani sotto al seno. "Sei davvero bellissima". "Mi hai visto miriadi di volte, cosa ti fa cambiare idea ora?". "Ho sempre visto la tua bellezza, ma non l'ho mai ammesso ad alta voce prima d'ora". "Non è la prima volta che mi tocchi Erick, non farlo solo per gioco per favore". Si sposta leggermente per guardarmi negli occhi e mi prende il viso fra le mani. "Non ti ho mai usata Nathalie, a me piace stare con te lo sai". "Ma io non ti piaccio". "Non nel senso in cui vorresti... Sai che sono gay". "Lo so...". Mi bacia la fronte dolcemente e io mi sdraio sulle sue gambe, mentre lui riprende a giocare. Guardo il display del mio cellulare e vedo che si sono fatte le 19:36, ho una chiamata persa di mia madre, così la richiamo e metto il vivavoce mentre mi rinfilo la maglia. "Nathalie, volevo sapere se tornavi per cena, abbiamo ospiti". "No, dormo da Erick". "Spero che se lo facciate abbiate almeno le precauzioni, non fai altro che dormire da lui ed io una figlia incinta a 16 anni non la voglio!". "Tanto tu una figlia non la vuoi proprio in nessun caso". Le attacco il telefono in faccia e Erick mi guarda allarmato. Non lo abbiamo mai fatto, certo, abbiamo dormito tante volte mezzi nudi, e non abbiamo problemi a cambiarci davanti all'altro, abbiamo sempre fatto tutto insieme e non c'è nulla che non sappiamo l'una dell'altra, ma ciò nonostante non siamo mai andati a fondo, anche se a volte l'ho beccato farsi le seghe e ogni volta che dormiamo nello stesso letto lui mi slaccia il reggiseno di routine, perché dice che lo infastidisce sentirlo quando mi abbraccia, essendo molto stretti. Ai suoi non importa cosa facciamo tutto il giorno in camera sua, è così da anni e ormai ci hanno fatto l'abitudine. L'unico che vuole sempre risposte è Kevin, il più piccolo dei suoi fratelli, ha 14 anni e insiste col dire che Erick ha trovato la più figa con cui farsela, poveri ormoni in subbuglio, fortuna che i gemelli, Adam e Luke, hanno ormai 21 anni e se ne fregano di ciò che facciamo, mi vedono come una sorellina minore e mi trattano come tale. Libbie ci chiama per cena, ha preparato l'arrosto. Mi affretto a prendere una coscia si pollo prima che qualcun'altro lo faccia, infatti Kevin prende l'altra e ghigna a Erick, rimasto senza. È divertente vedere la sua faccia sbigottita, lui adora le cosce di pollo.
   
 
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