Le
donne sono creature meravigliose; terrificanti, ma meravigliose
Questo
episodio prosegue direttamente quello precedente; perché i Vinsmoke
non mi bastano mai ;)
Reiju
condusse Sanji fino ai tavolini del bar della
spiaggia per far riprendere il fratello minore dal trauma indotto dai suoi
gemelli. Ovviamente lo fece causandogli un trauma peggiore, dato che esordì con
voce innocente chiedendo: “Come va la tua vita sessuale con Zoro?”
Sanji
precipitò dalla sedia.
Si rialzò masticando mentalmente una sequela di
parolacce che non avrebbe mai osato pronunciare di fronte a una donna, neppure
se questa condivideva l’odiato cognome Vinsmoke. Da
parte sua la ragazza dai capelli rosati non cedette e riprese, senza perdere
per un istante quell’ingannevole sorrisetto dolce e affettuoso:
“Suvvia fratellino, a me lo puoi dire; quali sono le
tre cose che ti piacciono di più?”
Il biondo decise di giocare la carta del finto
tonto: “Le mie cose preferite sono ovviamente tutte le bellissime donne di
questo mondo! Poi viene la cucina e…”
“Il sesso con Zoro.” Concluse per lui Reiju.
“NON L’HO DETTO!”
“Non l’avresti fatto, quindi ti ho aiutato io.”
“Ma ti pare il modo di giocare alle ‘tre preferenze’
questo?”
“Certo! Sei tu che sei troppo represso, Sanji!”
“Io non sono represso!”
“Persino i tuoi fratelli sanno stare al gioco meglio
di te!”
«Forse
perché per anni li hai costretti a obbedire a ogni tuo capriccio con la scusa
di essere la sorella maggiore» voleva essere la
replica di Sanji, che prudentemente non espresse ad
alta voce; la ragazza dai capelli rosa all’apparenza poteva sembrare una
persona simpatica, ma come tutti i Vinsmoke possedeva
una vena di estrema bastardaggine: semplicemente, lei era la migliore a
nasconderla.
Il biondo rabbrividì al ricordo di quando, da
piccoli, lui e i suoi gemelli erano stati costretti da Reiju
a vestirsi da femminucce per partecipare al tea party suo e delle sue amichette.
Era uno shock che ancora riviveva nei suoi peggiori incubi. Grazie al cielo
l’essere scappato di casa a otto anni aveva messo fine alle vessazioni con cui lei
lo torturava… I suoi gemelli non erano stati altrettanto fortunati, e questa
tremenda epifania lo spinse a ripromettersi di essere più comprensivo verso le probabili
psicosi che i tre avevano sviluppato come conseguenza del travestitismo e degli
altri ‘giochi’ della sorella maggiore.
“Niji! Smetti di bullizzare quei ragazzi e vieni subito qui!”
La voce autoritaria della giovane donna lo riportò
al presente: decisa a dimostrare la validità della sua precedente affermazione,
Reiju aveva reclutato come cavia molto poco
volontaria il secondo gemello, che in quel momento stava terrorizzando una
coppia di adolescenti che precedevano lui e Ichiji
nella fila al bancone del bar.
Il Vinsmoke dai capelli
blu obbedì per riflesso condizionato e si avvicinò al loro tavolo, nonostante
la sua espressione tutt’altro che felice.
Reiju
lo squadrò compiaciuta: “Forza fratellino, dimostra a Sanji
come si risponde: quali sono le tre cose che preferisci?”
“Cioccolato, torta al cioccolato e cioccolata calda.”
“Noioso.” Le labbra della ragazza si piegarono in un
grazioso broncetto.
“Giusto un po’ monotematico, eh?” ghignò sarcastico Sanji.
Non potendo prendersela con la sorella maggiore, Niji decise di sfogarsi sul fratello e caricò un pugno
folgorante, ma la voce di Ichiji lo fermò in tempo:
“Ti ho preso un gelato al cioccolato.”
Lo sguardo che il secondogenito gli rivolse poteva
essere descritto solo come pura adorazione.
Reiju
colse la palla al balzo: “Ichi, al volo: le tre cose
che ami di più in assoluto!”
“Gli occhi di Niji, la
voce di Niji e Niji in
generale, direi” rispose impassibile.
Il suddetto divenne rosso come i capelli del gemello
maggiore: “Come fai a dire certe cose con quella faccia?!”
“Beh, è la mia faccia; con la faccia di chi dovrei
dirle?”
Non sapendo esattamente come reagire, almeno in un
luogo così pubblico, Niji afferrò il suo amante e lo trascinò
via per… discuterne da soli, mentre la sorella sorrideva compiaciuta commentando
con un intenerito “Che carini!”.
Sanji
borbottò scuotendo disperato il capo: “Non ho capito se quei due sono idioti o
soltanto maniaci ossessivo-complulsivi!”
Reiju
ridacchiò: “Sono solo innamorati. Chi si somiglia si piglia, dopotutto!”
Questa era la conferma di ciò che Sanji sospettava già da tempo, e abbassando la voce in un
sussurro chiese: “Allora tu SAI di quei due?”
Reiju
gli lanciò un’occhiata condiscendente che sembrava quasi compatimento: “Lo so
da quando avevano cinque anni, probabilmente persino da prima che se ne
accorgessero loro stessi; è così evidente che nessuno dei due può stare senza
l’altro! Ichiji e Niji
vivono in simbiosi fin dalla nascita, e non solo perché sono gemelli; sono
compatibili tra loro molto più di quanto lo siano mai stati con te e Yonji. Quando sono entrati nella pubertà si sono
semplicemente accorti che il loro legame poteva estendersi anche sul lato
romantico e sessuale, e hanno cominciato a esplorarsi fisicamente.”
“Ti prego non scendere nei particolari, già così
dovrò lavarmi il cervello con la candeggina!” Sanji
si premette le mani sulle orecchie, serrando forte gli occhi. “Yonji e nostro padre lo sanno?”
“Yonji se n’è accorto da
tempo, è più acuto di quanto non lasci a intendere, ma è anche fin troppo
rilassato: ha accettato il rapporto tra i suoi fratelli dandolo quasi per
scontato; ci credi che quando ne abbiamo parlato insieme ha scrollato le spalle
e liquidato la cosa dicendo «Sono Ichi e Ni, che
altro ti aspettavi»?” e al ricordo Reiju non riuscì a
trattenere una risata sinceramente divertita. Poi però ridivenne seria: “Nostro
padre probabilmente lo sa, ma non ha mai fatto pressioni su loro due; dopotutto
vanno bene a scuola e non si sono mai cacciati nei guai. Penso che finché non
creano problemi, a papà non importi se stanno insieme.”
Sanji
scrollò la testa: non voleva essere coinvolto ulteriormente nella tragica
telenovela della sua famiglia. Si alzò dal tavolo e andò a comprare i gelati
che erano il suo obiettivo iniziale: aveva fatto attendere già troppo le sue
care amiche.
Reiju
si offrì di accompagnarlo dal resto del gruppo per salutare Rufy
e gli altri membri della Ciurma, con cui aveva instaurato un buon rapporto. Ma
nell’approssimarsi alla meta, costrinse di botto il fratello a fermarsi, quasi
facendogli cadere i coni gelato.
“Chi è quella bellezza?” chiese ignorando le
lamentele del biondo.
Sanji
posò lo sguardo sulla ragazza che stava allegramente chiacchierando con Nami e Robin e la riconobbe come una cara (e temuta)
conoscenza: “Si chiama Vivi Nefertari, è una compagna
di classe di Nami nonché Presidente del Consiglio
Studentesco del liceo. È un’amica che conosciamo di tempi delle medie.”
La luce che si era accesa negli occhi di Reiju non poteva essere descritta se non come predatrice:
“Allora devi proprio presentarmela, non credi?”
Un brivido percorse la spina dorsale del cuoco, che
tentò di svicolare dalla pericolosa richiesta rivelando: “Forse non è il
momento migliore… conoscendo gli argomenti di conversazione delle mie adorate
dee, quando sono così immerse nella discussione stanno di certo parlando di yaoi; Vivi è anche l’amministratrice del sito del liceo
riservato alle ragazze” ammise.
Se con questa rivelazione sperava di distogliere Reiju dal suo ovvio obiettivo, Sanji
si rese subito conto di aver spettacolarmente fallito.
“Meraviglioso! Devo assolutamente conoscerla: voglio
condividere con lei qualcosa che attirerà di sicuro il suo interesse!”
L’espressione di Sanji si
congelò in una maschera orripilata e balbettò incredulo:
“Tu… saresti davvero disposta a vendere il segreto
più scabroso dei tuoi fratelli per ingraziarti una donna???”
Il sorriso della sorella maggiore divenne, se possibile,
ancora più ampio e dolce:
“Sono i miei fratelli minori. Non li considero
esseri umani.” E con un vezzoso saluto si avvicinò ancheggiando alla preda.
N.d.A.: Prima
che mi lapidiate per come ho rappresentato Reiju,
ricordate che in canon lei ha deliberatamente nascosto
il piano di assassinio contro la sua famiglia ed era disposta a far massacrare
i suoi consanguinei con la stessa giustificazione che le ho fatto pronunciare
alla fine. Non è sicuramente una santa, anzi, trovo che lei sia l’esempio più
subdolo della crudeltà instillata da Jajji nei suoi
figli (eccetto Sanji ovviamente).
Questo
è anche l’ultimo capitolo già scritto della raccolta; per il momento la
concludo, se mi verranno idee per nuovi episodi (e qualcuna già ce l’ho) riaprirò
la serie!