Un
nuovo alunno
al Kadic
Città
della
Torre di Ferro
14
Settembre
Orlando
stava da poco sorvolando la città della Torre di
Ferro. Era davvero
vicino al gigantesco aeroporto della
città.
Suo
babbo lo
stava aspettando da una buona mezz'ora.
Dalla
pancia
del gigante di ferro, come artigli, uscirono i carrelli di
atterraggio.
L'aereo
toccò
terra.
Il
contratto
con il terreno venne avvertito come uno scossone da parte di tutti gli
occupanti del mezzo.
Poi
il gigante
si fermò.
I
passeggeri
vennero fatti scendere e i bagagli scaricati.
Appena
vide le
sue valigie sul nastro trasportatore, Orlano le prese e corse da suo
babbo.
Appena
vide lo
abbracciò teneramente.
Poi
i due si
salutarono.
Orlando
guardò
il suo smartwatch, della Xiaomi.
-
Sbrighiamoci
o faremo tardi!
Esortò
il
padre.
-
D'accordo,
partiamo.
Orlando
si mise
lo zaino in spalla e tirò le sue due valigie fino al
parcheggio.
Si
fermò
appena vide la Lancia Thema 8.32, del 1988 rosso Ferrari di suo babbo.
Quella
era una
versione molto particolare della berlina, infatti montava un 3000 V8
Ferrari da
215 cavalli.
Di
esemplari simili
a quella di suo babbo ne esistevano solo altri 32.
Orlando
aprì il
cofano e mise le valige e lo zaino, poi si sedette accanto a suo babbo,
sul
sedile anteriore.
Il
babbo accese
il motore e i due partirono.
–
Potevi scegliere
un' auto meno appariscente!
Rimproverò,
il
padre, con una punta di ironia.
– Non voglio
apparire come un figlio di papà, saresti
potuto venire con la 75 o con la Delta, se volevi accompagnarli con un'
auto d'
epoca.
Aggiunse.
Nonostante
parlasse così, in realtà amava quell' auto. Essa
faceva parte della collezione
di suo babbo.
Il motivo per cui
l’amava derivava
dal fatto che l’auto fosse un'
eredità di suo nonno, defunto quasi cinque anni prima.
Lui
voleva
molto bene a suo
nonno colui che,
insieme a suo babbo gli avevano trasmesso la passione per le auto. Probabilmente
l’avrebbe ereditata, quando suo
padre sarebbe scomparso.
Ma
era un’ipotesi
a cui non voleva pensare. Tra se e se, infatti, si disse:
“non ci devo pensare,
in fondo babbo ha solo quarantatre anni”.
Anche
se non lo
dava a vedere, il ragazzo era un po' in pensiero, avrebbe studiato in
una nuova
scuola, avrebbe avuto nuovi prof, nuovi compagni di classe, un nuovo
compagno
di stanza.
Anche
se questa
realtà gli si sarebbe palesata molto rapidamente, ancora non
ci voleva pensare,
anche se era davvero difficile.
Provò
a
calmarsi facendo un bel respiro profondo. Il suono del V8 pareva
scacciasse i
suoi brutti pensieri.
Pensò
che, in fondo suo
babbo aveva fatto bene a
scegliere la grossa berlina italica.
Ormai
non pensava
più al discorso sui figli di papà.
Dopo
un viaggio
non troppo lungo raggiunsero il Kadic.
Gennaro,
così
si chiamava suo padre, invece di suonare il campanello
preferì attirare
l' attenzione di Jim, il professore di educazione fisica, e guardiano
della
scuola, in un modo meno convenzionale, sgasando.
Il
suono del v8
era a dir poco fantastico e attirò in breve tempo il prof.
Gennaro
disse a
Jim: - Scusi mi può accompagnare all' ufficio del
preside? Dovrei
confermare l'iscrizione di mio figlio.
–
Va bene,
signor Gennaro, giusto?
Gli
chiese il
professore.
–
Mi chiami
pure Gennaro.
Jim
lo scortò
fino all'ufficio del preside, il signor Jean-Pierre Delmas, Gennaro
bussò e
pochi istanti dopo il preside gli rispose: - Avanti!
L'
uomo entrò e
salutò cordialmente.
Poi spiegò il
motivo della sua visita: – Sono
qui per confermare l'iscrizione di mio figlio.
Delmas
consegnò
il modulo di conferma e Gennaro lo firmò.
Poi
si rivolse
a Jim, paonazzo dallo sforzo di trattenere la pancia. – Jim,
smettila di trattenere
la pancia accompagna Orlando nella sua stanza, condividerà
la stanza con Jeremy
Belpois.
Orlano,
intanto
era sceso dalla macchia e aveva iniziato a scaricare i
bagagli.
Poi
aveva preso
delle cuffiette e si era messo a ascoltare musica.
Aveva
da poco
scoperto un nuovo artista e lo aveva preso subito.
Quando
venne
raggiunto da Jim, stava iniziando la sua canzone preferita, Formula
Slav.
Si
tolse una
cuffietta appena sentì dei passi pesanti.
Fece
bene perché
venne raggiunto da Jim Morales.
Appena lo
raggiunse, lo aiutò a potare i bagagli.
In
seguito si
presentò al ragazzo.
–
Io sono Jim,
sarò il tuo insegnante di educazione fisica.
Facendo
un
atteggiamento da duro, aggiunse: –
Dovrai
stare attento a me, se ti becco fuori dalla tua stanza quando
è proibito
saranno problemi tuoi!
–
Stia
tranquillo, io rispetto le regole!
Gli
rispose
Orlando.
–
A proposito
di regole, ora ti dirò le più importanti, tienile
a mente!
Primo,
i
pasti: la colazione è servita alle 7:30, il pranzo
alle 13:30 e la cena
alle 20:30, ogni stanza è fornita di un frigo-bar , ma la
scuola declina la
responsabilità per eventuali intossicazioni alimentari dei
cibi del frigo-bar.
Secondo,
gli
ingressi nelle stanze: è vietato entrare in camera dalle
8:00 alle 16:30, sono
permessi esterni fino alle 22:00, dopo scattano le punizioni.
Terzo,
gli
animali: è assolutamente vietato ogni tipo di animale, dai
pesci rossi ai cani,
non sino ammesse eccezioni!
Quarto,
la
personalizzazione della stanza: sono ammessi poster e oggetti
personali, purché
i poster non siamo volgari o offensivi.
Tutto
chiaro?
–
Sissignore!
Gli
rispose.
– Questa
è la tua stanza, lì c' è Jeremy, il
tuo compagno di stanza e di classe.
Disse
il
professore, indicando un ragazzo biondo, girato di spalle, mentre era
al
computer.
– Jeremyyyyyy!!!
Lo
richamò.
–
Mi dica
signor Jim!
Rispose,
un po’
frastornato.
– Lui è
Orlando, il tuo nuovo compagno di
stanza! Ora vado, lascio a voi i convenevoli.
Orlando
allungò
la mano e strinse la mano a Jeremy.
–
Piacere,
Orlando.
– Piacere, Jeremy.
Jeremy
era un
ragazzino biondo, non molto alto, piuttosto magro e con degli
enormi
occhiali tondi e a giudicare da come si comportava pareva piuttosto
timido.
Orlando
aveva
fatto portare anche due enormi scatoloni, da un metro cubo e mezzo l'
uno
carichi di qualunque cosa, per portarle su è stato usato un
argano.
– Cosa hai messo
dentro quegli scatoloni?
Sembra pesino una tonnellata…
Gli
chiese
Jeremy, appena gli vide.
–
Lo scoprirai
presto.
Gli
disse orlando.
– Dimmi, lo usi il
frigo-bar?
– No.
–
Ok allora
posso mettere qualcosina di queste scatole.
Orlando
aprì la
prima, era piena di bibite di ogni tipo, sia bottiglie che brik,
iniziò a
mettere “uno di tutto” nel frigobar, mise almeno
dodici bevande, tra bottiglie
e brik, aprì la seconda scatola, essa era piena per
metà da bibite dello stesso
tipo della prima e per metà da barrette di cioccolato da 1
kg.
Mise
una
“barretta” nel frigo, il quale chiedeva
già pietà per quanto era pieno.
Poi
disse: -
Una nota catena della grande distribuzione mi ha dato queste scatolone
di
prodotti in cambio di pubblicità, io ho accettato!
–
Capisco.
Stette
in
silenzio una decina di secondi poi disse: – Ora andiamo
giù, ci aspettano è ora
di pranzo, sta tranquillo, non starai da solo, ti faro conoscere alcune
persone.
– Va bene.
I
due scesero
in sala mensa, per fortuna non c'era molta fila.
Riuscirono
a
prendere tutto, sia il primo, sia il contorno e il secondo…
Si
sedettero a
un tavolo e, in pochi minuti arrivarono altre quattro persone, due
ragazzi e
due ragazze. Un ragazzo era mediamente alto e con un ciuffo di capelli
biondi
sparato verso l' alto che stava dritto sfidando le leggi della fisica,
una
ragazza alta dai capelli neri e dai tratti somatici chiaramente
orientali, un
ragazzo alto e moro e una ragazza non molto alta dai capelli di un
insolito
colore rosa.
Il
gruppetto si
presentò, il primo a presentarsi fu il biondo, si chiamava
Odd, un nome stranissimo,
almeno secondo Orlando. Dopo
si presentò
il moro, si chiamava Ulrich. Il cui nome tradiva l'origine tedesca. Poi
si
presentarono le ragazze, prima quella dai capelli neri, si chiamava
Yumi,
infine si presentò la rosa, diceva di chiamarsi Aelita.
Orlando
pensò “
porca miseria, è la sagra del nome strano!”.
Dopodiché si presentò anche lui,
disse di chiamarsi Orlando, disse anche di essere il nuovo compagno di
stanza
di Jeremy.
Pranzarono
e
andarono nella sala ricreativa. Quel giorno non avevano lezioni di
sera, per
cui potevano stare in quella sala.
La
sala
ricreativa era una stanza piuttosto ampia con all’interno
vari svaghi, dal calcio
balilla al tennistavolo passando per una
Playstation ,un PC e una TV.
C'era
anche un
grande divano dove sedersi per guardare la TV.
I
sei si
sedarono sul divano e iniziarono a parlare. Il primo a romper gli
indugi fu
Jeremy –In mensa non avete potuto conoscervi molto per cui
approfittane ora,
che siamo soli, se volete chiedergli qualcosa.
Riferendosi,
naturalmente a Orlando.
–
Dimmi,
Orlando sei di origini italiane?
Gli
chiese Odd.
– Si
– Hai conosciuto a
Sissi?
Gli
fece
Aelita.
– Devi sapere che
è una stronza assurda rompe il
cazzo a tutti. E soprattutto, essendo
la
figlia del preside è intoccabile.
–
Se rompe già ci
penso io a mandarla a cagare.
Le
rispose
Orlando.
– Il preside sa
che abbiamo un' Alfa 75, per
cui contro di me ha le mani legate…
–
Perché, cosa
c' entra la 75 con le mani legate?
Gli
domandò il
tedesco.
Orlando
non
rispose subito, prima giocherellò con il suo pendente, che
rappresentava lo
stemma dell' Alfa Romeo, una croce accanto a un serpente con una corona
dalla
cui bocca usciva un uomo.
Poi
Orlando
rispose: – La 75 è famosa per i rapimenti, i
sequestri di persona, gli
occultamenti di cadavere e via dicendo.
Yumi
rispose
scherzosamente: – Bene, allora non ti daremo fastidio!
I
ragazzi
restarono a parlare per qualche tempo, almeno sino a quando non si
fecero le
cinque. A quell’ora bisognava tornare in camera. Era
necessario prepararsi ai
test d'ingresso, anche se non si trattava di nulla di serio, bisognava
prepararsi.
Yumi
era
tornata a casa sua, dato che era l'unica esterna del gruppo. Infatti
viveva a
due passi dalla scuola.
Gli
altri membri
del gruppetto, salirono in camera di Jeremy e Orlando.
Appena
giunsero
nella stanza Orlano chiese loro: – Cosa vi cumbido?
–
Cosa vuol
dire cumbido?
Gli
risposero,
in coro.
–
Cumbidare
vuol dire offrire!
Spiegò
il
ragazzo, in tutta tranquillità.
Orlando
estrasse dal frigobar una quantità spropositata di bevande e
dei bicchieri. Tirò
fuori coca-cola, aranciata, chinotto, the alla pesca, al limone, al
mango,
succhi d' arancia, arancia rossa, alla pesca ai frutti rossi,
multifrutti di
vario genere. E poi il tavolone di cioccolato.
Per
i ragazzi
era strano ricevere cotanta generosità, di solito avevano a
che fare con gente
con il braccino corto, e, probabilmente, data
l’unicità dell’occasione, accettarono
di buon grado.
I
ragazzi
trascorsero tre ore alternando studio e divertimento, riuscendo
comunque aprepararsi
per il giorno dopo.