Fumetti/Cartoni europei > Code Lyoko
Segui la storia  |       
Autore: Lancia Delta    17/06/2018    1 recensioni
Si dice che se una farfalla batte le ali in Giappone, in America accada una tempesta...
Appena Orlando arrivò al Kadic, a bordo della sua Thema Ferrari, non si sarebbe mai aspettato di cambiare tutto, in meglio.
Scrivete cosa pensate della storia in una recensione!
Accetto critiche purché siano costruttive.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un nuovo alunno al Kadic

Città della Torre di Ferro 

14 Settembre



Orlando stava  da poco sorvolando la città della Torre di Ferro. Era davvero vicino al gigantesco aeroporto della città.  

Suo babbo lo stava aspettando da una buona mezz'ora. 

Dalla pancia del  gigante di ferro, come artigli, uscirono i carrelli di atterraggio. 

L'aereo toccò terra.

Il contratto con il terreno venne avvertito come uno scossone da parte di tutti gli occupanti del mezzo. 

Poi il gigante si fermò.

I passeggeri vennero fatti scendere e i bagagli scaricati.

Appena vide le sue valigie sul nastro trasportatore, Orlano le prese e corse da suo babbo.

Appena vide lo abbracciò teneramente.

Poi i due si salutarono.

Orlando guardò il suo smartwatch, della Xiaomi. 

- Sbrighiamoci o faremo tardi!

Esortò il padre.

- D'accordo, partiamo.

Orlando si mise lo zaino in spalla e tirò le sue due valigie fino al parcheggio.

 Si fermò appena vide la Lancia Thema 8.32, del 1988 rosso Ferrari di suo babbo.

Quella era una versione molto particolare della berlina, infatti montava un 3000 V8 Ferrari da 215 cavalli.

Di esemplari simili a quella di suo babbo ne esistevano solo altri 32.

Orlando aprì il cofano e mise le valige e lo zaino, poi si sedette accanto a suo babbo, sul sedile anteriore.

Il babbo accese il motore e i due partirono.

– Potevi scegliere un' auto meno appariscente!

Rimproverò, il padre, con una punta di ironia.

 – Non voglio apparire come un figlio di papà, saresti potuto venire con la 75 o con la Delta, se volevi accompagnarli con un' auto d' epoca.

Aggiunse.

Nonostante parlasse così, in realtà amava quell' auto. Essa faceva parte della collezione di suo babbo.

 Il motivo per cui l’amava  derivava dal fatto che l’auto fosse un' eredità di suo nonno, defunto quasi cinque anni prima.

Lui voleva molto bene a  suo nonno colui che, insieme a suo babbo gli avevano trasmesso la passione per le auto.  Probabilmente l’avrebbe ereditata, quando suo padre sarebbe scomparso.

Ma era un’ipotesi a cui non voleva pensare. Tra se e se, infatti, si disse: “non ci devo pensare, in fondo babbo ha solo quarantatre anni”.

Anche se non lo dava a vedere, il ragazzo era un po' in pensiero, avrebbe studiato in una nuova scuola, avrebbe avuto nuovi prof, nuovi compagni di classe, un nuovo compagno di stanza.

Anche se questa realtà gli si sarebbe palesata molto rapidamente, ancora non ci voleva pensare, anche se era davvero difficile.

Provò a calmarsi facendo un bel respiro profondo. Il suono del V8 pareva scacciasse i suoi brutti pensieri.

Pensò che,  in fondo suo babbo aveva fatto bene a scegliere la grossa berlina  italica.

Ormai  non pensava più al discorso sui figli di papà.

Dopo un viaggio non troppo lungo raggiunsero il Kadic.

Gennaro, così si chiamava suo padre, invece di suonare il campanello preferì  attirare l' attenzione di Jim, il professore di educazione fisica, e guardiano della scuola, in un modo meno convenzionale, sgasando.

Il suono del v8 era a dir poco fantastico e attirò in breve tempo il prof.

Gennaro disse a Jim: - Scusi mi può accompagnare all' ufficio del preside? Dovrei confermare l'iscrizione di mio figlio.

– Va bene, signor Gennaro, giusto?

Gli chiese il professore.

– Mi chiami pure Gennaro.

Jim lo scortò fino all'ufficio del preside, il signor Jean-Pierre Delmas, Gennaro bussò e pochi istanti dopo il preside gli rispose: - Avanti!

L' uomo entrò e salutò cordialmente.

 Poi spiegò il motivo della sua visita: – Sono qui per confermare l'iscrizione di mio figlio.

Delmas consegnò il modulo di conferma e Gennaro lo firmò.

Poi si rivolse a Jim, paonazzo dallo sforzo di trattenere la pancia. – Jim, smettila di trattenere la pancia accompagna Orlando nella sua stanza, condividerà la stanza con Jeremy Belpois.

Orlano, intanto era sceso dalla macchia e aveva iniziato a  scaricare i bagagli.

Poi aveva preso delle cuffiette e si era messo a ascoltare musica.

Aveva da poco scoperto un nuovo artista e lo aveva preso subito.

Quando venne raggiunto da Jim, stava iniziando la sua canzone preferita, Formula Slav.

Si tolse una cuffietta appena sentì dei passi pesanti.

Fece bene perché venne raggiunto da Jim Morales.

 Appena  lo raggiunse, lo aiutò a potare i bagagli.

In seguito si presentò al ragazzo.

– Io sono Jim, sarò il tuo insegnante di educazione fisica.

Facendo un atteggiamento da duro, aggiunse:  – Dovrai stare attento a me, se ti becco fuori dalla tua stanza quando è proibito  saranno problemi tuoi!

– Stia tranquillo, io rispetto le regole!

Gli rispose Orlando.

– A proposito di regole, ora ti dirò le più importanti, tienile a mente!

Primo, i pasti:  la colazione è servita alle 7:30, il pranzo alle 13:30 e la cena alle 20:30, ogni stanza è fornita di un frigo-bar , ma la scuola declina la responsabilità per eventuali intossicazioni alimentari dei cibi del frigo-bar.

Secondo, gli ingressi nelle stanze: è vietato entrare in camera dalle 8:00 alle 16:30, sono permessi esterni fino alle 22:00, dopo scattano le punizioni.

Terzo, gli animali: è assolutamente vietato ogni tipo di animale, dai pesci rossi ai cani, non sino ammesse eccezioni!

 Quarto, la personalizzazione della stanza: sono ammessi poster e oggetti personali, purché i poster non siamo volgari o offensivi.

Tutto chiaro?

– Sissignore!

Gli rispose.

 – Questa è la tua stanza, lì c' è Jeremy, il tuo compagno di stanza e di classe.

Disse il professore, indicando un ragazzo biondo, girato di spalle, mentre era al computer.

 – Jeremyyyyyy!!!

Lo richamò.

– Mi dica signor Jim!

Rispose, un po’ frastornato.

 – Lui è Orlando, il tuo nuovo compagno di stanza! Ora vado, lascio a voi i convenevoli.

Orlando allungò la mano e strinse la mano a Jeremy.

– Piacere, Orlando.

 – Piacere, Jeremy.

Jeremy era un ragazzino  biondo, non molto alto, piuttosto magro e con degli enormi occhiali tondi e a giudicare da come si comportava pareva piuttosto timido.

Orlando aveva fatto portare anche due enormi scatoloni, da un metro cubo e mezzo l' uno carichi di qualunque cosa, per portarle su è stato usato un argano.

 – Cosa hai messo dentro quegli scatoloni? Sembra pesino una tonnellata…

Gli chiese Jeremy, appena gli vide.

– Lo scoprirai presto.

Gli  disse orlando.

 – Dimmi, lo usi il frigo-bar?

 – No.

– Ok allora posso mettere qualcosina di queste scatole.

Orlando aprì la prima, era piena di bibite di ogni tipo, sia bottiglie che brik, iniziò a mettere “uno di tutto” nel frigobar, mise almeno dodici bevande, tra bottiglie e brik, aprì la seconda scatola, essa era piena per metà da bibite dello stesso tipo della prima e per metà da barrette di cioccolato da 1 kg.

Mise una “barretta”  nel frigo, il quale chiedeva già pietà per quanto era pieno.

Poi disse: - Una nota catena della grande distribuzione mi ha dato queste scatolone di prodotti in cambio di pubblicità, io ho accettato!

– Capisco.

Stette in silenzio una decina di secondi poi disse: – Ora andiamo giù, ci aspettano è ora di pranzo, sta tranquillo, non starai da solo, ti faro conoscere alcune persone.

 – Va bene.

I due scesero in sala mensa, per fortuna non c'era molta fila.

Riuscirono a prendere tutto, sia il primo, sia il contorno e il secondo…

Si sedettero a un tavolo e, in pochi minuti arrivarono altre quattro persone, due ragazzi e due ragazze. Un ragazzo era mediamente alto e con un ciuffo di capelli biondi sparato verso l' alto che stava dritto sfidando le leggi della fisica, una ragazza alta dai capelli neri e dai tratti somatici chiaramente orientali, un ragazzo alto e moro e una ragazza non molto alta dai capelli di un insolito colore rosa.

Il gruppetto si presentò, il primo a presentarsi fu il biondo, si chiamava Odd, un nome stranissimo, almeno secondo Orlando.  Dopo si presentò il moro, si chiamava Ulrich. Il cui nome tradiva l'origine tedesca. Poi si presentarono le ragazze, prima quella dai capelli neri, si chiamava Yumi, infine si presentò la rosa, diceva di chiamarsi Aelita.

Orlando pensò “ porca miseria, è la sagra del nome strano!”. Dopodiché si presentò anche lui, disse di chiamarsi Orlando, disse anche di essere il nuovo compagno di stanza di Jeremy.

Pranzarono e andarono nella sala ricreativa. Quel giorno non avevano lezioni di sera, per cui potevano stare in quella sala.

La sala ricreativa era una stanza piuttosto ampia con all’interno vari svaghi, dal calcio balilla al tennistavolo passando per  una Playstation ,un PC e una TV.

C'era anche un grande divano dove sedersi per guardare la TV. 

I sei si sedarono sul divano e iniziarono a parlare. Il primo a romper gli indugi fu Jeremy –In mensa non avete potuto conoscervi molto per cui approfittane ora, che siamo soli, se volete chiedergli qualcosa.

Riferendosi, naturalmente a Orlando.

– Dimmi, Orlando sei di origini italiane?

Gli chiese Odd.

 – Si

 – Hai conosciuto a Sissi?

Gli fece Aelita.

 – Devi sapere che è una stronza assurda rompe il cazzo a tutti. E soprattutto,  essendo la figlia del preside è intoccabile.

– Se rompe già ci penso io a mandarla a cagare.

Le rispose Orlando.

 – Il preside sa che abbiamo un' Alfa 75, per cui contro di me ha le mani legate…

– Perché, cosa c' entra la 75 con le mani legate?

Gli domandò il tedesco.

Orlando non rispose subito, prima giocherellò con il suo pendente, che rappresentava lo stemma dell' Alfa Romeo, una croce accanto a un serpente con una corona dalla cui bocca  usciva un uomo.

Poi Orlando rispose: – La 75 è famosa per i rapimenti, i sequestri di persona, gli occultamenti di cadavere e via dicendo.

Yumi rispose scherzosamente: – Bene, allora non ti daremo fastidio!

I ragazzi restarono a parlare per qualche tempo, almeno sino a quando non si fecero le cinque. A quell’ora bisognava tornare in camera. Era necessario prepararsi ai test d'ingresso, anche se non si trattava di nulla di serio, bisognava prepararsi.

Yumi era tornata a casa sua, dato che era l'unica esterna del gruppo. Infatti viveva a due passi dalla scuola.

Gli altri membri del gruppetto, salirono in camera di Jeremy e Orlando.

Appena giunsero nella stanza Orlano chiese loro: – Cosa vi cumbido? 

– Cosa vuol dire cumbido?

Gli risposero, in coro.

– Cumbidare vuol dire offrire!

Spiegò il ragazzo, in tutta tranquillità.

Orlando estrasse dal frigobar una quantità spropositata di bevande e dei bicchieri. Tirò fuori coca-cola, aranciata, chinotto, the alla pesca, al limone, al mango, succhi d' arancia, arancia rossa, alla pesca ai frutti rossi, multifrutti di vario genere. E poi il tavolone di cioccolato.

Per i ragazzi era strano ricevere cotanta generosità, di solito avevano a che fare con gente con il braccino corto, e, probabilmente, data l’unicità dell’occasione, accettarono di buon grado.

I ragazzi trascorsero tre ore alternando studio e divertimento, riuscendo comunque aprepararsi per il giorno dopo.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Code Lyoko / Vai alla pagina dell'autore: Lancia Delta