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Autore: terryoscar    17/06/2018    8 recensioni
Autrici: Aizram e Terryoscar
“ Avventura sulle Alpi” nasce per caso.
Aizram ed io ci siamo conosciute grazie alla mia prima pubblicazione: ” Oscar storia di un grande amore.”
“Dopo averla portata a termine, Aizram mi ha contattata, chiedendomi di scrivere un’altra storia ma allegra e divertente riguardo ai nostri personaggi preferiti: Oscar e André.
Inizialmente le ho detto che non sapevo nemmeno cosa scrivere, e lei mi ha suggerito di fargli fare un bel viaggio verso le Alpi.
I primi tre capitoli li ho scritti da sola, prendendo spunto i suggerimenti di Aizram ma poi, grazie alla tecnologia di cui usufruiamo abbiamo scritto i capitoli successivi in tempo reale: tramite skipe.
Quindi questa storia è scritta a quattro mani da Terry e Aizram. Si sa due cervelli funzionano meglio di uno!
E così nasce “Avventura sulle Alpi!”
Qui avremo il generale che tenterà di convincere sua figlia a sposarsi, perché a suo dire ormai incontrollabile da quando frequenta i Soldati della Guardia e sopratutto pretenderà da lei un erede a cui tramandare il titolo nobiliare. Naturalmente Oscar di sposarsi non ne vorrà sapere, quindi si scontrerà con suo padre, e non solo con lui ….
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Generale Jarjayes, Madame Jarjayes, Oscar François de Jarjayes
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'IO SONO IL GENERALE JARJAYES'
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Dolce vendetta……

Cammino per i corridoi a passo marziale, la musica degli orchestrali giunge fino qui, nel palazzo c’è allegria e voci festanti ma io sono arrabbiato e inquieto, la causa del mio malumore ha un nome: Sabrina.
Mi dirigo nell’ ala della servitù e comincio a chiedere di lei.

“Mademoiselle sapete dov’è Sabrina?”

“Sabrina? No mi dispiace monsieur non l’ho vista.” E’ l’ennesima persona a cui chiedo e nessuno sa di lei, sono sicuro che è stata lei a farsi negare, l’ho cercata dappertutto, non so più dove cercarla.
Mi sento in subbuglio, il mio cuore è tormentato: è mai possibile che per una donna si possa provare una cosa simile? E poi la conosco da solo due giorni, ma come è possibile. Che tortura, ho l’animo inquieto!
Percorro lentamente i corridoi centrali del palazzo, non so cosa fare e dove andare, La Salle è andato a divertirsi ma io non ne ho voglia, desidero stare da solo, me ne andrò nel in giardino magari con il freddo che fa, stasera riesco a dare una calmata ai miei bollenti spiriti.

Percorro svogliatamente il giardino mi soffermo a guardare la fontana che è situata in un angolo, guardo distrattamente l’acqua che scorre, quando sento un fruscio e dei passi, mi incuriosisco e vado dietro il cespuglio, c’è qualcuno che si nasconde.

“Sabrina! … Finalmente ti ho trovata!”

Si allontana immediatamente la raggiungo, le sbarro la strada.

“Un momento, dove credi di andare, mi devi una spiegazione.”

Mi guarda ma non mi dice nulla.

“Perché ti comporti così? Si può sapere cosa ti ho fatto? Non credo di meritarmi il tuo disprezzo, non ti ho fatto nulla … allora parla dimmi qualcosa ….. il tuo silenzio mi sta uccidendo.”
“Perbacco! Chissà a quante donne avrete detto queste parole Monsieur!”
“Io non so chi ti abbia messo in testa queste cose ma …”
“Smettetela di fare la commedia monsieur, so benissimo che razza di uomo siete …”
Rimango basito, ma reagisco a quelle parole così dure: “Dimmi Sabrina che uomo sarei, per lo meno saprei come difendermi.”
“A si! Non lo sapete?!! Bene allora vi rinfresco la memoria: siete un donnaiolo impenitente, uno che appena vede muoversi una gonna corre dietro, vi basta come spiegazione monsieur?”
Sono livido di rabbia, avanzo verso di lei le dico: “Chi ti ha messo in testa queste cose?”
“Vorreste forse negare?”
“Ma io … io ..” 
“Vedete?!! Non riuscite a dire una sola parola. Non ho tempo da perdere monsieur, buona sera!”
“Un momento, dimmi chi ti ha detto una cosa simile di me …”
“Ho ascoltato una conversazione dei vostri amici, e chi più di loro può conoscervi.”
“Non è giusto, che tu … tu … si insomma mi giudichi in questo modo, e poi io non ti ho chiesto altro che fare amicizia, se non una passeggiata nel parco o da qualsiasi altra parte, su avanti decidi tu …..”

Mi guarda con diffidenza e infine mi dice: “Una passeggiata? E va bene, tanto non ho nulla fare.”
“Ti ringrazio di avermi compreso, adesso dimmi in quale parte del parco o del palazzo vuoi andare?”
“Qui va benissimo, tanto nessuno si accorgerà di una cameriera che passeggia nel parco centrale del palazzo, visto che sono tutti alla festa.”

Passeggiamo fianco a fianco, non so da dove cominciare, è la prima volta che mi succede, sono stato tante volte di fronte ad una donna e non ho mai avuto alcun problema a conversare, ma adesso è diverso, mi rendo conto che sono diventato un imbranato proprio come Andrè!

“Allora monsieur non dite nulla? Volete che vi chieda io qualcosa?”
“Chiedimi quello che vuoi.”
“Vediamo … da quale parte della Francia venite?”
“Parigi …”
“Parigi … dicono che sia bella, è vero?”
“Come potrei dirti di no, è la mia città, e la propria è sempre la più bella delle altre!”
“Già è vero.”
“Tu lasceresti il tuo paese per andare in un altro paese?”
“Non ne vedo la necessità Monsieur.”
“Magari se fossi spinta per una ragione importante …”
“Non credo, la mia vita è qui monsieur.”


Continuiamo a parlare tranquillamente, e passeggiare nel parco, vedo Sabrina meno diffidente nei miei riguardi, mi parla di lei anche se con distacco. 
Desidero allentare ancora di più la tensione, le dico sorridendo: “La musica degli orchestrali arriva fin qui, che ne dici di concedermi un ballo?!”
“Ballare qui in giardino?”
“In giardino, perché non hai mai ballato in giardino?”
“A dire la verità mai.”
“Bene, vuol dire che lo farai con me, però prima di prendere la tua mano per danzare, vorrei assicurarmi che non mi arrivi un altro sonoro ceffone.”
“Monsieur Alain ahah!”



Non sono riuscito a trovare Andrè e mia figlia, e come potrei, le strade sono gremite di gente, è impossibile riconoscere chicchessia in mezzo a tutte queste persone mascherate, almeno spero che si siano uniti a questa folla di assatanati, si perché qui non si capisce niente. In città c’è solo schiamazzo e nient’altro, mi è venuto mal di testa, è da stamattina che li cerco, ed è notte fonda ormai, ho dovuto girare l’intera città, a piedi ed in gondola, ed è stato tutto inutile. Ormai mi arrendo, sono stanco, è meglio aspettarli a palazzo, ma li aspetterò davanti alla porta. Dovessi restare lì per un tempo indefinito….li aspetterò….e dovranno darmi molte spiegazioni!


Oscar ed io siamo tra la folla, continuiamo a ballare, non ci siamo fermati un attimo, la guardo è così bello vederla felice!

“Andrè non fai che guardarmi con tanta insistenza, ma cos’hai stasera!”
“Quando sorridi Oscar sei così bella!”
“Ma dai Andrè, cosa dici … sono sudata e vorrei fermarmi un attimo.”

Non lascio la sua mano e mi faccio strada tra la folla, poco più là c’è la locanda dove ci siamo fermati, le dico: “Oscar andiamo a bere qualcosa, su vieni!”
“Ma Andrè cosa diranno vedendomi così conciata …”
“Ma Oscar il locandiere come potrebbe riconoscerti vestita così , con me è entrato un uomo non una donna!”
“Già è vero … ma …”
“Niente ma, su andiamo!”

Entriamo nella locanda, è gremita da gente, naturalmente ci sono solo uomini, le uniche donne presenti servono ai tavoli, appena entro tutti gli sguardi sono puntati su di me, neppure se fossi l’unica donna, però vestita così mi sento un tantino fuori luogo, ma il disagio iniziale passa e non mi sento più in imbarazzo, e poi sono con Andrè.

Ci avviciniamo al locandiere , Andrè dice :“Buona sera Signore, per favore portateci due tazze di cioccolata calda.”
“Subito signore.”
“Oscar c’è appena un tavolo vuoto su vieni andiamo a sederci.”

Sono sorpresa vedo Andrè tirarmi la sedia per farmi sedere, gli dico: “Andrè ma cosa fai! Sono in grado di fare da sola, come sempre!”
“Oscar lasciamelo fare, almeno stasera che indossi un vestito!”
“Ahahah dai Andrè mi fai sentire a disagio, peggio degli sguardi che ho addosso di questi uomini, sembra che non abbiano mai visto una donna!”
“Forse non hanno mai visto una donna tanto bella e soprattutto, non hanno mai visto una dama in un posto simile!”
“Sai che mi importa Andrè, e poi neanche ci conoscono ahahah!”

Vedo l’oste arrivare con le tazze fumanti, ci guarda con curiosità.


“Ecco qua! Spero che vi piaccia.”
“Grazie!”
“Permettevi una domanda signore, ma il ragazzo che vi ha accompagnato, dov’è?”
“Parlate mio fratello Oscar?!! A si, mio fratello è uscito, andava a divertirsi! Ma come signore non l’avete visto?”
“No signore, non l’ho visto uscire dalla vostra stanza.”
“Forse vi sarete distratto, e non l’avete visto, tornerà senz’altro, sicuramente avrà trovato compagnia.”
“Bene signori tolgo il disturbo, con permesso.”
“Andrè, non sapevo che tu avessi tanta fantasia, e così tuo fratello Oscar sarebbe uscito e magari è in compagnia di qualcuno!”
“Non ho detto una bugia mia cara! Oscar è in compagnia, anzi, il suo accompagnatore è in dolce compagnia ahahah!”
“Andrè il cioccolato è buonissimo, qui lo sanno fare davvero bene quasi quanto la nonna!”
“Si è davvero buono!”
Chiacchieriamo ancora un poco, ma la stanchezza della lunga giornata inizia a farsi sentire.

“Andrè manca poco all’alba comincio a sentirmi stanca, che ne dici di tornare, vorrei riposare!”
“Va bene Oscar, il conto è già saldato, vado di sopra a prendere la borsa e andiamo, aspettami qui!”

Vedo Andrè salire le scale, rimango da sola seduta al tavolo, si avvicina un uomo con un bicchiere in mano, e con arroganza mi dice: “Ehi gentile signora visto che il Vostro accompagnatore Vi ha lasciata sola, cosa ne direste di farmi un po’ di compagnia!”

“Non ho bisogno della compagnia di nessuno, andate via!”
“Accidenti, il mio amico allora aveva ragione, avete proprio un pessimo carattere .”

Capisco che sta parlando dell’uomo che mi ha importunata, fingo indifferenza, e lo guardo con aria di sfida, lui è di fronte a me, non perdo tempo, frugo tra la gonna e senza che se ne accorga tiro fuori lo stiletto. 
L’uomo tira la sedia davanti a me e si siede, posa il boccale di birra e continua: “Non ho mai visto una donna straniera tanto bella, dovrei venire a farmi un giro in Francia ahahah”

L’uomo ride sguaiatamente, con la destra afferra il suo boccale di birra e posa la sinistra sul tavolo, non perdo tempo, stringo con forza lo stiletto, e lo infilzo sul tavolo sfiorandogli le dita. Lo vedo spaventato e sorpreso, sento l’uomo imprecare: “Dannazione! Ma tu sei una donna o cosaa?!! “
Mi riprendo la mia arma e inalberandomi gli dico: “Forse il tuo amico non si è spigato abbastanza bene, di femminile indosso solo l’abito!”
“Alzo il pugnale per minacciarlo ancora, quando vedo Andrè scendere le scale di corsa, scaraventa a terra la borsa, avanza verso l’uomo e lo colpisce con un destro lasciandolo a terra piegato in due dal dolore.
Andrè raccoglie in tutta fretta la borsa, afferra la mia mano e mi trascina fuori dalla locanda, cominciamo a correre, dileguandoci tra la folla festante .
Lasciamo la confusione della città correndo con una mano stretta a quella di Andrè, e con l’altra mi alzo il pizzo delle gonne. Dopo tanto correre ci fermiamo a riprendere fiato, e ci abbandoniamo a una irrefrenabile risata, abbiamo l’impressione di essere tornati ragazzini.

“Oscar, non è possibile, sei … sei tremenda …”
“Cosa vuoi dire Andrè?”
“Ma dove si è mai visto una dama tirare fuori uno stiletto!”
“Andrè, di la verità a te diverte avere accanto una dama simile, non è vero? E poi neanche tu sei meno da me, non ci hai pensato due volte a colpire quell’uomo ahah!”
“Ho capito immediatamente che ti stava importunando, ma secondo te, cosa avrei dovuto fare, lasciarlo allo stiletto di una graziosa dama?”
“Andrè è mai possibile che in qualunque posto dove noi andiamo dobbiamo avere problemi?”
“Ahah Oscar ora sono io a farti un’osservazione: è mai possibile che tu debba armarti anche sotto la gonna?”
“Mi prendi in giro? Non vedi che non si può farne a meno di aggirarsi armati? Che sia Parigi o Venezia, ovunque è così! E poi lo sai benissimo che non stai per sposare una donzella indifesa ahah! …. Andrè, mi sono resa conto che la vita di una donna non è meno facile di quella di un uomo ahahah! … Adesso c’è un altro avversario da affrontare Andrè …”
“Tuo padre Oscar!”
“Già mio padre, sono sicura che ci avrà cercato dappertutto e non trovandoci sarà fuori di se ahahah! … Torniamo a palazzo Andrè!”
“Aspetta prima di tornare così … dammi almeno un bacio ……”



Anche se manca poco all’alba, è ancora buio. Oscar e io percorriamo nel silenzio più assoluto i corridoi del palazzo, non c’è anima viva, i nostri passi fanno da eco, soprattutto i tacchi delle scarpe di Oscar.

“Andrè, prima di arrivare alle stanze, mi tolgo le scarpe, vorrei passare in silenzio davanti alla porta di mio padre, non vorrei svegliarlo.”
“Buona idea Oscar, ora le tolgo anch’io.”

Continuiamo a camminare lungo i corridoi con le scarpe in mano e la gonna di Oscar leggermente sollevata, per non inciampare, svoltiamo l’angolo, Andrè ed io rimaniamo sbigottiti quando vediamo mio padre dormire sulla sedia davanti alla mia porta, mi manca poco che tiro fuori un urlo, ma Andrè me lo impedisce, mettendomi una mano sulla bocca e sotto voce mi dice: 

“Zitta, non vorrai che si svegli e di conseguenza svegliare gli abitanti del palazzo!”
“Andrè, ma tu lo vedi? E’ davvero impossibile non litigare con lui, io devo andare in camera mia, devo per forza svegliarlo per entrarci.”
“Io ho un’idea migliore Oscar …”
“Quale sentiamo.”
“Lui teme che possiamo passare la notte insieme, e allora sia! Rendiamo reali i suoi timori”
“Andrè sei per caso impazzito anche tu?”
“Zitta e vieni con me.”


Andrè mi porta in camera sua e mi dice: “Tuo padre merita un bello scherzetto, sono sicuro che è venuto in città a cercarci, e tra tutta quella gente non è riuscito a trovarci, sai che cosa gli facciamo credere?”
“Cosa?”
“Che abbiamo dormito qui in camera mia!”
“Andrè questa si che è un idea, gli daremo una bella lezione che non se la scorderà tanto facilmente, voglio sentirlo urlare domani mattina, e Dio sa quanto ci divertiremo!”

“Sono davvero stanca Andrè!”
“Tieni Oscar, prendi questa camicia da notte.”
“Andrè preferisco dormire con i miei vestiti che sono in borsa.”
“Oscar, se vogliamo che lo scherzo riesca, dobbiamo indossare le camicia, e farci trovare a letto.”
“Cosa?”
“Perché mi guardi così, abbiamo dormito tante volte nello stesso letto.”
“Si ma adesso è diverso …. Però …. Voglio dare una lezione a mia padre, dammi quella camicia.”
Vado dietro al paravento per sfilarmi il vestito e accidenti! “Andrè, vieni ad aiutarmi! Non riesco a sbottonare questo coso!!!” Andrè arriva in mio soccorso….ridotto a fare da cameriera….le sue mani sono leggere….”Andrè….dovresti allentarmi anche il corsetto…da sola proprio non riuscirei”
“Va bene Oscar” con la voce un poco tremante, dannazione….l’idea dello scherzo è ottima, ma Oscar è una magnifica tentazione….a cui intendo resistere, di certo lei non è pronta per certe cose, non ancora. Aspetterò tutto il tempo che vorrà…..sono anni che la amo in segreto, non mi importa!

Andrè ed io indossiamo la camicia da notte, mi sento un po’ a disagio.

“Oscar in quale parte del letto vuoi metterti?”
“Non ho preferenze Andrè, l’importante che riposiamo un po’ …. Sono davvero stanca ….”

Andrè ed io per la prima volta dividiamo il letto, consapevoli di amarci, entrambi ci siamo sdraiati all’estremità del letto, siamo sotto le coperte, temiamo quasi di sfiorarci, eppure in quella baita sperduta sulle Alpi abbiamo dormiti abbracciati, avvolti soltanto dalle coperte per il troppo freddo, ma adesso è tutto così diverso.
Ci siamo dati le spalle, sento un nodo in gola per l’emozione, gli dico:
“Andrè …”
“Dimmi Oscar …”
“Venezia è bellissima … ho trascorso la giornata più bella di tutta la mia vita … non la scorderò mai!”
“Nemmeno io dimenticherò mai queste bellissime giornate Oscar …. Oscar ….”
“Dimmi Andrè ….”
“ Ti amo …..”
“Anch’io ti amo ….”
Ci addormentiamo così, sussurrandoci parole dolci, schiena contro schiena, appena a sfiorarsi.


Esco dalla mia stanza, e con immensa sorpresa trovo il Generale dormire sulla sedia fuori la porta del Comandante. Entro in camera e sveglio Alain.

“Alain, Alain svegliati. Vieni a vedere cosa si è inventato quel matto del Generale.”
“Ma di cosa parli Gerard!”
“Alzati e lo saprai!”
“Ora mi alzo …. Vengo …”

Gerard e io usciamo nel corridoio, e non appena mi rendo conto della situazione scoppio a ridere, e dico al mio amico: “Non ci posso credere, questa si che è bella! Ma come gli sarà venuta in mente una cosa simile!”

Vedo il Generale aprire lentamente gli occhi.

“Accidenti che brutta nottata che ho passato su questa sedia!”
“Buongiorno Signor Generale, dormito bene?”
“Sassoin sempre tra i piedi!”
“Generale vi rammento che le nostre stanze sono vicine, e le nostre per Vostro volere sono addirittura comunicanti … quindi ora di cosa Vi lamentate? Piuttosto … perché avete dormito su quella sedia, e davanti alla porta del Comandante?!”
“Sassoinn …”
“No…… lasciatemi indovinare, non toglietemi il gusto di anticiparvi … vediamo … Avete cercato Andrè e il Comandante per tutta Venezia e non li avete trovati, e avete pensato che dovevano tornare e quindi per fare una delle Vostre ridicole scenate, Vi siete appostato davanti alla stanza di Vostra figlia, non è così?”
“Sassoinn …”
“Come pensavo .. colpito nel segno! ….. Ma avete controllato se il Comandante non è già in camera sua, e magari Voi eravate così stanco che non l’avete sentita?”
“Per una volta tanto debbo darti ragione, adesso controllo!”

Non ci posso credere il Generale pazzo mi ha preso sul serio, davvero sta entrando nella camera di sua figlia, e per giunta senza bussare. Roba ma matti!

“Ho controllato, non c’è Sassoin! Ma dove si saranno cacciati quei due … maledizione, hanno passato tutta la notte fuori, adesso si è fatta mattina e di loro non c’è traccia!”
“Ahahah … Finalmente …. Ahahah!”
“Sta zitto stupido! Mi viene un dubbio …”
“Ehi ma che fate Generale! Adesso andate a spiare anche nella stanza di Andrè?!”
“Pensa agli affari tuoi Sassoin!”
“E Voi ai vostri Generale!”
“Sassoin, giuro che le pagherai tutte! E poi questi sono affari miei! È di mia figlia e del mio quasi genero che stiamo parlando!”
“Ahahahah!”


Apro la porta senza bussare, i miei occhi si sgranano a ciò che vedo … Andrè e Oscar dormono nello stesso letto, sotto le coperte abbracciati. Sono fuori di me e urlo: “Cosa avete combinatoo!!!”

Ci svegliamo di soprassalto, abbiamo ancora gli occhi stropicciati quando udiamo le urla del Generale.
Rimaniamo a letto senza scomporci, nella stanza entrano anche Gerard e Alain.

“Andreeè, Oscarrr cosa avete fatto?!!!
“Cosa Volete che abbiano fatto Generale, quello che fanno due adulti nello stesso letto!! Ahahaha!!!”
“Chiudi il becco Sassoinnn …”
“Andrè amico mio, almeno potevi chiudere la porta a chiave!”
“Padre, Alain ha ragione, la Vostra è una mancanza di rispetto, siete entrato senza nemmeno bussare, ma non conoscete le buone maniere?”
“Oscarrr … ma non ti vergogni?”
“Di cosa padre?”
“Come di cosa, hai passato la notte con Andreè!”
Guardo Andrè e dico: “Per fortuna che è Andrè Padre figuriamoci se non ci fosse stato lui ma un altro ahahah!”
“Ma … ma … come parliii, non ti vergogni?”
“Ma di cosa dovrei vergognarmi Padre, di avere dormito con Andrè?”
“Generale su calmatevi, avete sentito il Comandante?!! Hanno dormito, quindi non hanno fatto nulla di male!”
“Sassoin, smettila di guardarmi come un cretino, sta zitto te lo ordinoo!”
“Agli ordini Generale!”Dico battendo i tacchi.
“Andrè tu … tu …”
“Generale, io e Oscar eravamo semplicemente stanchi e …. Abbiamo dormito.”
“E io dovrei credere a ciò che mi dici? E poi perché non sei andata in camera tua a dormire?”
“Perché davanti alla mia porta c’era una sentinella, messa da Sua Maestà l’imperatore … Padre!”
“Mi prendi in giro?!”
“No Padre e poi che male c’è se io e Andrè …”
“Taci! Hai parlato abbastanza!”
“Signor Generale, io e Oscar…”
“Andrè … Andrè … Tu …”
“Vi ricordo Signore che io e Vostra figlia stiamo per sposarci e …”
“Basta, basta e tu esci fuori da quel letto!”
“Non posso Padre, per fortuna che sono in camicia da notte, ma nemmeno così posso lasciare il letto, se non ve ne siete accorto la stanza è piuttosto affollata!”
“La Salle, Sassoinn Fuori di qui!”
“Agli ordini Generale!”

Gerard e Alain si mettono sull’attenti sbattendo i tacchi, e lasciano la stanza ridendo.

“Padre non posso uscire dal letto se rimanete anche Voi, sapete è così imbarazzante … io … io … non so come spiegarvelo ma … per favore uscite … il tempo di rivestirmi … avete capito … spero!”

Vedo mio padre furioso come non mai uscire sbattendo la porta, Andrè e io ci guardiamo e scoppiamo a ridere.

“Su Oscar è meglio vestirci, adesso dobbiamo affrontare tuo padre.”
“Si”, rispondo alzandomi, prendo i miei abiti maschili, quelli che avevo indossato ieri, e vado dietro al paravento: “Accidenti Andrè! Non ho le fasce, ieri per fare prima ho messo subito il corsetto…..”
“Ci penso ad allacciartelo, su dai!!” e così che ritrovo dietro al paravento, con Oscar che indossa solo i pantaloni azzurri ed il corsetto, tenuto su con le mani. Prendo i lacci e li passo uno ad uno nelle asole, tirando leggermente con un dito ad ogni incrocio del laccio, fino ad arrivare al fondo, dove faccio un piccolo nodo. Santo cielo, la sua pelle bianca e liscia, il suo profumo, i suoi capelli appena raccolti per permettermi di allacciare il corsetto……finirò con l’impazzire….è così bella.
Santo cielo, le sue mani sfiorano la mia pelle, ad ogni tocco un brivido, sempre più in basso, fino a quando Andrè arriva a chiudere il corsetto con un nodo. Mi sento lo stomaco in subbuglio, ho caldo……ma come vorrei che questo momento non finisse mai…..

Ci siamo rivestiti, spalanco la porta, il Generale è fuori che aspetta , entra chiude la porta e inizia ad aggirarsi per la stanza come un segugio. Guarda il tavolino, le sedie, il caminetto, l’armadio, i vestiti a terra e quelli appoggiati sul divanetto…si sofferma a guardare il letto sfatto, con le lenzuola candide…. sorride….. anche se …. poi va oltre, al paravento. Finito il sopralluogo della stanza, che sembra più che altro la rivista della camerata dei soldati, guardandoci ci dice: “Vi sono venuto a cercare per Venezia, vi ho visti su una gongola, vi stavate … baciando liberamente senza vergogna, ho tentato di ritrovarvi, ma inutilmente, siete riusciti a dileguarvi tra la folla, avete passato tutta la serata fuori e per finire vi trovo qui nel letto abbracciati, cosa avete da dirmi?”
“Padre …”
“Zitta tu, è Andrè che deve parlare!”
“No parlo prima io: Andrè ed io siamo stati un’infinità di volte da soli, senza alcuna differenza se fosse notte o giorno, e poi Padre sapete quante volte abbiamo diviso il letto?”
“Eravate dei bambini, ma adesso … e tu Andrè cosa hai da dire?!!”
“Che sono pronto a sposare Vostra figlia il prima possibile, Voi siete un uomo Generale, mi potete comprendere, adesso diventa più difficile aspettare!”
“Andreè sei uno sfacciato, sei senza ritegno, parlare a me così, che sono ...!!!”
"Che siete mio Padre? Allora! Vi somiglio in tutto e per tutto, anche in questo, non siete orgoglioso di me?"

Vedo il Generale uscire sbattendo la porta.


"Oscar, spero che tuo padre sopravviva!"
"Andrè, io invece spero che adesso ci lasci in pace!!"
“Quei due non me la raccontano giusta, è evidente quello che è successo, ma stento a crederci!!”
“E perché mai Generale non sono forse un uomo e una donna?”
“Che diavolo ci fai Sassoin alle mie spalle, adesso ascolti ciò che dico?”
“Non è certo colpa mia se Vi mettete a pensare a voce alta tra i corridoi del palazzo Signore, va bene che siamo stranieri in mezzo a tutti questi italiani, però non credete che molti di loro possano comprendere la nostra lingua?!”
“Smettila Sassoin che non sono dell’umore adatto per ascoltare le tue idiozie!”
“Saranno pure idiozie Signore, ma alla fine quei due vi hanno dimostrato, che non serve a niente sorvegliare, o sbaglio?!”
“Ma si può sapere perché mi perseguiti? Ma va per la tua strada e lasciami in pace, voglio stare tranquillo maledizione!”
“Si Signore mi dileguo, vado!”

“Oscar e Andrè, me l'avete fatta, ne sono sicuro!!”

 
   
 
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