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Autore: Altair13Sirio    17/06/2018    6 recensioni
Salta a bordo di un'avventura totalmente disorganizzata con Giuseppe, Angelo e Francesca, alla ricerca di qualche giorno di divertimento, un po' di svago e distrazione dagli esami incombenti e, soprattutto, ricordi da portare sempre con sé piacevolmente nel cuore!
Due giorni da vivere appieno nella Città Eterna, raccontati in un resoconto ironico e dai toni allegri che cercherà di strapparti un sorriso e darti qualche emozione in più! Un diario di viaggio che cercherà di raccontare tutti i particolari di questa avventura, fino al suo epilogo dove i tre impavidi viaggiatori torneranno nelle loro case con nuovi ricordi da custodire per sempre.
Che cosa aspetti allora? Entra subito a scoprire quali avventure vivranno i protagonisti di "Cronaca di un viaggio improvvisato!"
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SABATO 27 MAGGIO
09:48

CAPITOLO 4: DOPO LA TEMPESTA

Ci siamo alzati tutti lentamente questa mattina…

Ieri sera siamo usciti per fare una passeggiata e Francesca ci ha portati in un piccolo locale "per vip" dove abbiamo un po' "alzato il gomito"! Eravamo tutti e tre ancora coscienti anche se brilli, e abbiamo deciso di girovagare un po' prima di tornare a casa; Francesca voleva fare una foto con il Colosseo e poi a Piazza Venezia, quindi abbiamo preso un autobus che ha attraversato mezza città prima di arrivare a destinazione. Appena trovato un posto a sedere ho cominciato a chiudere gli occhi: la testa era pesante, non dormivo da un giorno intero…

Dopo delle foto abbiamo avuto la fortuna di trovare un tram che ci ha portati vicino casa, e da lì poi, dopo aver mancato per un pelo il bus, abbiamo trovato un taxi e siamo tornati "indenni" a casa.

Da lì in poi, abbiamo fatto un "buco" nel letto, come diceva Angelo. Francesca ci ha svegliati perché dobbiamo fare presto; oggi ci dividiamo: Angelo va a visitare i suoi parenti ed io accompagnerò Francesca all'Università della Sapienza.

Io sto bene, Angelo è piuttosto scombussolato, ma penso si riprenderà…
 

11:15

Siamo sul treno. Abbiamo scoperto di star facendo una enorme scommessa, andando all'università; il treno che abbiamo preso è completamente sbagliato, un altro ci avrebbe lasciati direttamente davanti alla sede.
 

11:17

Francesca ha scoperto che la Sapienza è aperta solo dal lunedì al venerdì. Che stiamo facendo?!
 

12:06

Abbiamo trovato le informazioni che cercavamo e abbiamo deciso di soffermarci ai musei dell'università; salta fuori che non era l'università ad essere chiusa di sabato, bensì l'ufficio informazioni, ma comunque è andata bene lo stesso… Qui, circondato da opere d'arte dell'antichità, mostre di minerali e altro ancora, guardo Francesca mentre ascolta le spiegazioni del cicerone stempiato e amichevole che le descrive i vari frammenti di minerale posti su una ruota sotto a un microscopio e penso che si stia divertendo un mondo… Il suo sogno di venire a studiare qua potrebbe anche avverarsi.
 

13:51

Dopo un giro all'università che ha fatto la felicità di Francesca, ci siamo recati alla stazione a cercare dei libri per lei e io ne sono uscito soddisfatto con un nuovo libro in inglese da leggere in futuro, quando avrò concluso le mie attuali letture…

Abbiamo vagato un po' sotto al sole e alla fine siamo riusciti ad ottenere informazioni su un ristorante sushi che – si dice – dovrebbe essere il migliore di tutta Roma… Non lo so; per ora so che i tavoli sembrano essere scavati sotto terra.

"All you can eat"… Prevedo una grossa indigestione.
 

14:29

Il pesce era ottimo, Francesca lo aveva provato solo una volta ed è rimasta deliziata. Peccato che Angelo non fosse con noi, mi sarei divertito a vederlo lottare con le bacchette! Adesso torneremo alla stazione e faremo ritorno a casa per scaricarci di tutto quello che abbiamo preso e riposare un po'. Poi si vedrà…
 

14:59

Abbiamo fatto i biglietti e abbiamo raggiunto il binario per scoprire che il nostro treno era già partito; ce n'è un altro tra circa un'ora, ma bisogna aspettare… Non so se ce la faccio a non fare niente per tutto il tempo, ma sia io che Francesca siamo d'accordo sul fatto che sia inutile allontanarci ora. Rischieremmo solo di perdere di nuovo il treno…

Quindi ce ne stiamo qui, seduti su una panchina fresca, ma con i piedi al sole – e non escludo che più tardi possa peggiorare, anche se un venticello piacevole ci tiene al fresco e delle nuvole passeggere danno un po' di tregua al caldo della nostra stella.

Non sono mai stato un grande conversatore, passo la maggior parte del tempo in silenzio e questo mi basta… Ma a Francesca piace parlare e non vorrei sembrare noioso. Se ci fosse stato Angelo, avrebbe potuto fare da intermediario, essendo più socievole di me ma avendo un carattere abbastanza simile al mio da poter capire la mia difficoltà nel trovare argomenti di cui parlare…

Non parlo molto, ma so osservare ciò che mi sta intorno con molta cura: a uno a uno i treni partono dopo essere stati annunciati dagli altoparlanti, altri arrivano facendo tremare il suolo e facendo stridere i loro freni. C'è una ragazza sulla panchina accanto; prima fissava il cellulare, adesso è seduta a gambe incrociate con la schiena contro la colonna e un quaderno o un libro poggiato in grembo. Sguardo basso e timido, perso nell'infinito, capelli lisci e biondi tagliati all'altezza delle spalle e viso dai tratti delicati, ma non particolarmente bello; mi capita spesso di rimanere incantato da delle persone incontrate per caso; non è molto normale, forse… Ha una bottiglia di birra abbandonata vicino, dà un senso di solitudine sconfinata…

Arriva un treno: chiasso, confusione, un sacco di gente scende dai vagoni e si dirige verso l'uscita, accalcandosi sulle porte. Dopo qualche minuto torna la calma, ci siamo solo noi e la ragazza silenziosa; a un tratto si alza dalla panchina e senza dire una parola si mette il suo zainetto rosso sulle spalle e sale sul treno appena arrivato. Addio, ragazza solitaria…

I piccioni vagano senza meta attorno a noi, quando si avvicinano troppo Francesca gli dà un calcio schifata.

Parliamo, lei mi dice del suo grande amore – Emma Marrone – e dei suoi piani per questa sera.

Prima di riprendere a parlare di scuola, mi viene un dubbio: è quasi l'ora della partenza del nostro treno, non sarà mica già passato? Mi alzo, guardo in giro e scopro che quel treno arrivato da poco è proprio il nostro treno!

Saliamo di fretta e dopo qualche minuto si parte. Nella speranza di poterla rivedere, faccio girare la testa a mo' di sottomarino, ma nel vagone non c'è traccia della ragazza silenziosa… Avrei voluto rivederla in viso un'ultima volta, ma dovrà bastarmi il solo ricordo…

Mi siedo un po' avvilito e con Francesca chiacchieriamo distrattamente.

   
 
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