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Autore: _cucciolangel_    18/06/2018    0 recensioni
Settimo anno ad Hogwarts per i nostri amici, Silente manda una lettera ai ragazzi dicendogli che verrà inserito un nuovo corso... ma di cosa si tratterà??
Silente si alzò e dietro di lui c'era una ragazza si e no della nostra stessa età;
"Ragazzi, lei è Nicol Love è sarà la vostra nuova professoressa"
"Cosa?!?!"
Genere: Generale, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Allora, considerato che l'ultima volta che ho aggiornato questa storia era il 2012 capirò se nessuno si interesserà, posso solo dire che ho avuto un lungo blocco dello scrittore, dovuto magari all'essere al primo anno di liceo quando ho iniziato la storia ed essendomi maggiormnte dedicata all'altra mia storia originale "Titanium". Nel capitolo è presente una sorpresa, probabilmente non sarà gradita a tutti e posso dire che quando ho immaginato la stria questo personaggio doveva avere un percorso decisamente diverso, ma se leggerete capirete di cosa si tratta. Detto questo buona lettura e spero arrivi almeno un commentino, sono già in fase di scirttura del prossimo capitolo, so che l'ultima volta che l'ho detto sono passati cinque anni, ma conto sull'ispirzione che mi ha colta improvvisamente.
Per qualsiasi dubbio o chiarimento sono disponuibile, lasciate una recensione e tutto sarà chiarito.



Cammino per i corridoi del castello, diretta verso la biblioteca. So che è passato solamente un giorno, ma voglio tenermi quanto più avanti possibile con i compiti. Continuo a ripensare a quello che ha chiesto la Love, so molto sul teatro a livello teorico, storico e pratico, ma effettivamente sono stata molte poche volte a teatro, la maggior delle quali in età infantile, prima di scoprire di essere una strega e di essere catapultata in un mondo nuovo, nel quale ho dovuto presto imparare cosa significhi crescere ed avere la responsabilità di migliaia di vite sulle tue spalle.
Sarà difficile, non ricordo molto delle sensazioni che si provano stando a teatro, ma spero che un posto calmo e rilassante come la biblioteca mi dia la giusta tranquillità per lavorare bene. Sono ancora immersa nei miei pensieri quando sento una voce familiare chiamarmi, anzi per essere più precisa, due voci familiari e tremendamente simili tra di loro…
- “Hey Grang” - esclamano quasi in sincrono i gemelli Weasley
- “Fred, George” – dico a mo’ di saluto, dopo essermi girata e averli riconosciuti, ammetto di essere un po’ stranita di trovarli dentro il castello, soprattutto nei pressi della biblioteca, luogo che i gemelli di casa Weasley hanno sempre evitato.
- “Cosa ci fate ad Hogwarts?” –
- “Oh beh, noi diciamo che siamo qui, ma non siamo realmente qui, vero George?” –
- “Verissimo Fred! Tranquilla Herm è solo un’altra delle nostre invenzioni” – aggiunge poi vedendo la mia faccia visibilmente stupita, anche perché Hogwarts è uno dei posti più impenetrabili, nemmeno Silente in persona può smaterializzarsi qui dentro, quindi mi chiedo che tipo di invenzione possa farli apparire qui, dentro il castello.
Devo avere davvero una faccia perplessa, il che spinge Fred a darmi ulteriori spiegazioni:
- “Si tratta di proiezione astrale Herm, ecco perché siamo all’interno del castello in carne ed ossa. Abbiamo inventato una pozione che aiuta i maghi a sviluppare le loro proiezioni astrali, basta semplicemente berla e pensare il luogo esatto dove si vorrebbe essere, o una persona che si vorrebbe incontrare, e magicamente la proiezione del tuo corpo appare nel luogo o con la persona desiderata…” -
- “L’unica pecca è che…” - s’intromette velocemente George - “… il tuo corpo astrale è privo di qualsiasi abilità o potere magico” –
Devo dire che sono veramente strabiliata, avevo sentito parlare di proiezioni astrali, ma sapevo anche che era molto difficile per un mago riuscire a sviluppare questa capacità. L’idea di una pozione che aiuta a realizzare questo effetto è davvero strabiliante, andrà a ruba come diciamo tra i babbani. Solo che ancora non mi è propriamente chiaro il motivo il motivo per cui sono venuti a cercare me…
- “Siamo venuti per il carillon” – Oddio l’avevo quasi dimenticato… stupido, stupidissimo carillon e la colpa tanto per cambiare è sempre di Ron, sua e della sua pochissima grazia; era il mio turno e stavo ballando a ritmo di una salsa argentina con Ron che avuto la grazia di starnutirmi addosso costringendomi a fermarmi…

Inizio Flashback

- “RON…” – urlo in preda ad una crisi di disgusto
- “Herm, amore, scusami, ti giuro che non l’ho fatto a posta… mi è scappato” –
- “Ma che vuol dire? Questa è una quest…” –
- “Emm, non vorrei interrompervi, ma ecco Herm… ti sei fermata, e la musica non era ancora finita… scatta in automatico la penitenza” - furiosa mi giro verso Fred che aveva pronunciato la frase
- “Che vuol dire scatta in automatico la penitenza?” –
- “Vuol dire che il carillon è stato costruito su una magia di riconoscimento, molto simile al Revelio, solamente che questo tipo di incantesimo, non rivela qualcosa che è stato occultato con la magia, rivela la nostra parte più intima e sulla base di questa costruisce le musiche su cui ballare, ma anche le penitenze…”-
- “Avrà bisogno di un paio di giorni, dopo di che, dal carillon stesso, uscirà una pergamena con la penitenza e tutte le indicazioni per portarla a termine, compresi i termini di durata e l’eventuale punizione in caso di fallimento” – termina George il discorso già iniziato dal fratello


Fine Flashback

- “È uscita la pergamena?” - annuiscono accompagnando il loro cenno di assenso mostrandomi una piccola pergamena legata con un fiocco verde, eppure sembrava così innocua a vederla.
- “L’avete letta?” - chiedo trattenendo per un attimo il respiro, che rilascio al loro diniego. So che può sembrare una cosa stupida, ma se l’avessero letta sarebbe stato un po’ come violare la mia privacy, in fondo quella pergamena era nata dal mio io più profondo e nascosto, un io che probabilmente nemmeno la parte cosciente di me stessa conosceva. Ringraziandoli prendo la pergamena e continuo ad avviarmi verso la biblioteca, anche se adesso non sono più molto concentrata sul mio compito, quanto sul contenuto di quella pergamena… Sono curiosa di natura ed in più sono donna, un mix decisamente esplosivo.
Ancora sovrappensiero entro in biblioteca e mi dirigo al mio tavolo preferito, quello vicino alla finestra che si affaccia sul lago Nero. Vedo le acque del lago incresparsi sulla riva, sotto la forte spinta del vento, che per essere solo inizio settembre è particolarmente elevato; mi viene inevitabile ripensare alla guerra, a quelle stesse acque che non erano più naturali, ma colorate di rosso, quel rosso scarlatto che caratterizza il sangue che ci scorre nelle vene, sangue di poveri studenti innocenti, sangue delle sirene che abitavano il lago, sangue di…
- “Hey Mione, ti ho cercata dappertutto, dove ti eri cacciata?” – la voce squillante di Ginny mi riporta alla realtà, davanti alla mia pergamena ancora vuota e alla piuma che ancora tengo sospesa sopra il calamaio senza intingerla.
- “Ginny, scusami, subito dopo la lezione sono scappata qui, volevo finire il compito per la Love, ma non avevo molta ispirazione così ho fatto una passeggiata in riva al lago prima di tornare nuovamente qui, ma tu piuttosto come mai mi cercavi?” - lo so, lo so, non vorrei mentire alla mia migliore amica, ma se le dicessi della pergamena la vorrebbe leggere subito e io ancora non sono sicura di essere pronta ad aprirla, oltretutto dovrei spiegarle come i suoi fratelli sono riusciti a darmela ed a quel punto sarebbe la fine; Ginny farebbe costante uso di quella pozione e del suo corpo astrale per essere in più posti contemporaneamente.
- “Ho litigato con Daphne” - esclama con tono affranto
- “Mi dispiace un sacco Ginny, ti va di raccontarmi?” –
- “Siamo state insieme oggi pomeriggio, per la prima volta dopo l’estate, ed è stato fantastico come sempre, solamente che lei adesso vorrebbe che fosse una cosa pubblica e io non mi sento ancora pronta, solo che lei mi ha accusata di essere un’egocentrica, che ama avere le attenzioni di tutti i ragazzi, soprattutto quelle del “bambino sopravvissuto”, su di me e di essere anche egoista perché non considero i suoi sentimenti...” - ebbene sì, non avete affatto capito male, l’eterno amore di Ginny per Harry altro non sono che dicerie di corridoio, perché a Ginny non interessa ne Harry, ne nessun altro tipo di ragazzo; semplicemente è attratta dalle ragazze e la sua fidanzata non è una ragazza qualunque, ma è Daphne Greengrass, la Regina di Ghiaccio, come la chiamano a Serpeverde.
La primogenita dei Greengrass non ha mai fatto mistero delle sue preferenze sentimentali, con sommo dispiacere di tutta la fauna maschile della scuola; i suoi genitori, ormai rassegnati che avendo due figlie femmine il cognome di famiglia non poteva essere tramandato, avevano accettato di buon grado la cosa non facendole mai pesare nulla. Per Ginny la situazione era molto diversa e complicata, lei era l’unica figlia femmina in casa Weasley, fattore che probabilmente aveva contribuito a far venire fuori la sua propensione verso le ragazze, ma i suoi genitori da lei si aspettavano une bel matrimonio, possibilmente con Harry Potter e tanti nipotini; motivo per cui io sono l’unica a conoscenza del segreto di Ginny.
Tra loro tutto è cominciato per caso…

Inizio Flashback

Una ragazza in lacrime correva per i sotterranei, fuggendo via dall’aula di pozioni. Correva così veloce, muovendosi tra i corridoi bui e freddi che se non fosse stato per la sua folta chioma rossa nessuno l’avrebbe vista. Era sconvolta, suo fratello e i suoi amici avevano da poco lasciato la scuola per dedicarsi alla ricerca degli Horcrux e lei si sentiva così sola. La giornata di lezione per lei era stata estenuante, era al limite della sopportazione, non faceva che pensare a quelli che lei considerava parte della sua famiglia che l’avevano lasciata senza neanche chiedere un suo parere o una sua opinione. Si sentiva tradita e ferita e soprattutto inconsiderata.
La lezione di pozioni con Piton e i suoi alquanto burberi modi erano stati la goccia che aveva fatto traboccare quel vaso decisamente colmo. Nella furia della sua corsa non si accorse che era andata a sbattere contro qualcuno, facendolo cadere a terra.
- “Ehi, sta più attenta a dove metti i piedi Weasley” – esclamò quella che era senza alcun dubbio la voce di una ragazza
- “Scusami, io non ti avevo visto” – disse cercando di placare il tremolio della voce scossa dai ripetuti singhiozzi e alzando piano gli occhi per guardare la sua “vittima”. È stato nel momento in cui i suoi occhi azzurri, gonfi di pianto, hanno incontrato quelli verdi di Daphne che qualcosa è scattato, in entrambe le ragazze.
- “Tutto a posto Weasley? Perché piangi?” – una domanda semplice, posta però in modo insolito per la bionda; aveva usato un tono gentile, nessuna traccia della rabbia per essere caduta a terra o del disgusto di trovarsi davanti una Weasley, solo un tono rassicurante, quel tono affettuoso che usa in genere chi ti vuole bene.
Ma erano gli occhi quelli che hanno convinto Ginny, quegli occhi così grandi, coì verdi, così sinceri, diversi da qualunque altro, che hanno spinto la ragazza a lasciarsi andare e a sfogarsi con quella che ancora altri non era che una perfetta sconosciuta.
Da quel giorno molte sono cose cambiate per le ragazze che si trovavano sempre più frequentemente in uno dei corridoi dei sotterranei, davanti ad una grande finestra che si affacciava sul fondale del lago nero, quello stesso corridoio e quella stessa finestra complici del loro primo incontro. Parlavano molto, del più e del meno, senza remore, senza freni, trovandosi anche a ridere e scherzare; si facevano confidenze reciproche e insieme si sentivano meno sole… ed è stato proprio in uno di questi omenti che Daphne si è aperta con Ginny, confessandole i suoi sentimenti e scoprendo sorprendentemente di essere ricambiata dalla rossa.


Fine Flashback

- “E tu cosa le hai risposto Gin?” –
- “Niente Hermione, non ho avuto il coraggio di dire nulla e lei l’ha presa troppo male e se n’è andata lasciandomi lì da sola” – ed eccola che scoppia a piangere.
Io posso capirla, soffrire per amore è la cosa più dolcemente amara che esista; è complicato, ti fa stare malissimo, ma allo stesso tempo è anche da quel dolore che riesci a ricavare la felicità…

Inizio Flashback

- “Hermione…” – mi richiama dolcemente Harry – “… non sei arrabbiata solo per questo vero? O meglio dovrei dire non sei arrabbiata solo con lui” - come al solito Harry ha colto nel segno, il problema non è solo Ron, il vero problema sono io; io con la mia confusione e i miei sentimenti contrastanti
- “Sai Harry, tu mi capisci al volo e io non so davvero come tu ci riesca… Ginny dice che non riesco ad avercela davvero con lui perché lo amo e sai penso che probabilmente lei ha ragione, forse dovrei dargli una possibilità dopotutto, tu non credi?” – probabilmente Ginny ha ragione, sono solo io che vivo di troppe fiabe, troppe fantasie, ancorata a vecchi libri e teneri racconti fuorvianti.
- “Hermione, io ti voglio bene e voglio bene a Ron e proprio per questo voglio vedervi felici, ma sei sicura che non riesci ad essere arrabbiata con lui perché lo ami? Ricorda Herm che è così dolce essere amati, che ci accontentiamo anche dell’apparenza” - e senza aspettare una vera risposta da parte mia ritorna dentro, lasciandomi da sola a riflettere… Sono ormai sicura che Ginny abbia ragione, ma allora perché le sue parole mi lasciano così scombussolata? Perché all’improvviso sento questa insicurezza e questa incertezza? Chi è davvero innamorato, per amore, non perdonerebbe tutto?


Fine Flashback

I suoi singhiozzi mi riportano presto alla realtà, e carezzandole dolcemente la testa cerco di rassicurarla.
Restiamo per un po' in questa posizione e pian piano sento i singhiozzi di Ginny affievolirsi sempre di più, fino a scemare del tutto. Lentamente alza la testa che aveva mollemente abbandonato sulle sue braccia incrociate sopra il tavolo e con un colpo di bacchetta fa apparire uno specchietto per risistemarsi il trucco, facendo sparire ogni traccia di pianto dal suo viso. Guardo l’orologio e mi accorgo che si è ampiamente fatta l’ora di cena, se non ci sbrighiamo ad uscire Madame Pinche ci chiuderà qui dentro. Vedo Ginny rabbrividire al pensiero di restare chiusa per un’intera notte in biblioteca invece che nel suo comodissimo letto a baldacchino e in fretta mi aiuta a raccogliere le mie cose e in silenzio ci dirigiamo verso la Sala Grande per la cena. Mi dovrò rassegnare all’idea che dovrò finire il compito assegnato dalla Love più tardi, prima di andare a dormire.
Entriamo in Sala Grande e occupiamo i nostri soliti posti per la cena accanto ad Harry e Ron i quali non si accorgono della nostra presenza tanto sono presi da una concitata discussione sul Quidditch con gli altri Grifondoro. Sentendo l’argomento della conversazione Ginny si unisce subito al dibattito, ritrovando almeno per un po' il suo fervore e il suo buon umore e anch’io mi lascio trasportare dimenticando il movimentato pomeriggio appena trascorso. Finita la cena, ci dirigiamo verso la torre di Grifondoro e una volta raggiunta, do la buonanotte ad Harry e Ron e mi fiondo in camera, ignorando apertamente le proteste di Ron sulla poco considerazione che gli do e sul fatto che da quando siamo arrivati ad Hogwarts abbiamo passato pochissimo tempo insieme. Fortunatamente la mia è una camera singola, sono una caposcuola e se da un lato esserlo ha i suoi svantaggi, uno dei quali sono le ronde notturne in compagnia niente meno che di Malfoy, caposcuola anche lui, ha anche i suoi molti vantaggi, come avere una camera singola. Non nego che ogni tanto sento la solitudine e mi mancano delle compagne con cui dividere la stanza, ma a questo ci pensa Ginny, che soprattutto da quando la guerra è finita viene molto spesso a dormire qui in camera mia.
Con calma vado in bagno e dopo una doccia veloce ma rilassante, infilo il pigiama composto ancora da short e canottiera, e raggiunta la mia scrivania tiro fuori il necessario per iniziare il compito di recitazione.
Cosa significa il teatro per me? È la prima volta che un compito mi mette in difficoltà; in genere sono sempre molto preparata sull’argomento e fare i compiti è uno scherzo da ragazzi, ma stavolta la mia preparazione non mi servirà a nulla, per quanto io ne sappia nessuna delle mie conoscenze può aiutarmi stavolta. Una goccia di inchiostro gocciola dalla piuma appena intinta sulla mia ancora vuota pergamena, e capisco che se continuo a pensare non concluderò nulla, tanto vale iniziare a buttare giù qualche idea…

Teatro. Una parola, tre sillabe, cinque lettere.

No troppo scontato come inizio, penso nel frattempo che cancello la frase appena scritta. Riproviamo…

Teatro. Una parola così piccola eppure dal significato così grande.

No, ancora non ci sono, anche questo è un inizio troppo scontato e banale. Pensa Hermione, pensa, in fondo ti piaceva da piccola andare a teatro, i costumi, le luci, le maschere… Ricordo che mia madre era la vera appassionata di teatro in famiglia, mio nonno era stato un attore e per un breve periodo aveva anche lavorato con grandi attori e registi babbani, scegliendo poi di abbandonare la carriera da attore per non stare troppo lontano da mia nonna e aiutarla a crescere mia madre. Mamma ha sempre avuto un debole per i grandi drammaturgi e mi ricordo che prima di entrare in sala per vedere lo spettacolo mi ripeteva sempre:

- “Ricorda bambina mia che nel teatro si vive sul serio quello che gli altri recitano male nella vita vera” –

Le parole di mia madre mi tornano chiare in mente come se lei fosse qui a dirmele direttamente e mi rendo conto di aver capito il vero significato di quella frase solo adesso; in fondo ero solo una bambina, troppo piccola davanti alla complessità di quel pensiero e che considerava il momento del teatro, come un momento di svago per la sua fantasia, attratta da sfavillanti luci e sfarzose maschere.
Ringrazio mentalmente mia madre e la sua passione per quest’arte e on un ritrovato buonumore mi attingo a scrivere cosa significhi il teatro per me. Non ci impiego poi molto e una volta finito, mi occupo di rileggere, per poi arrotolare la pergamena ed inserirla nella mia borsa pronta per essere consegnata alla prof l’indomani.
Soddisfatta mi metto a letto ed è con il sorriso ancora stampato sulla faccia che mi risveglio l’indomani, carica di energie per affrontare la giornata, oramai però del tutto dimentica di quella piccola pergamena avvolta in un nastro verde, che anche se ancora non lo sapevo, avrebbe stravolto la mia vita.
  
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