Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: Crilu_98    18/06/2018    2 recensioni
In un futuro non troppo lontano, l'umanità cerca di scendere a patti con le nuove razze che per lungo tempo aveva relegato nel mito. Streghe, vampiri, licantropi e altre creature della notte hanno rivelato la loro esistenza al mondo e mentre in Europa la superstizione dilaga sotto l'occhio vigile della Chiesa, gli Stati Uniti sono l'unico Paese che garantisce dei diritti agli Immortali. O almeno così credono tutti.
Lucy McCollins si ritiene estranea al dibattito che infiamma il mondo e riecheggia in ogni notiziario. La sua vita, precisa ed ordinata, è segnata solo dal dolore per l'abbandono dei genitori che non ha mai conosciuto; un dolore che la ragazza si sforza di dimenticare per concentrarsi unicamente sui suoi studi di Legge.
Ma una mattina tutte le sue certezze vengono brutalmente spazzate via.
Per Lucy inizierà una lunga discesa verso l'Inferno, prigioniera di un'organizzazione che affonda le radici nei tempi d'oro dell'Inquisizione spagnola. E per tornare a vedere la luce dovrà affrontare non solo gli esperimenti imposti da un nemico crudele, ma soprattutto il potere distruttivo che si cela nel suo sangue.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The Witching Hour'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


I PARTE: UMBRA INFERORUM 

 

"Che mai farebbe il tuo bene se non esistesse il male, e come apparirebbe la terra se vi scomparissero le ombre?" 
(Michail Bulgakov)

"Non abbiate mai paura dell'ombra. È lì a significare che vicino, da qualche parte, c'è la luce che illumina." 
(Ruth E. Renkel)

 

 

"Sono sempre di più gli Immortali che raggiungono il nostro Paese da ogni parte del mondo, nel tentativo di sfuggire alle persecuzioni razziali di cui sono vittime. Alcuni, tra i più longevi vampiri e licantropi, hanno dichiarato di aver assistito a stragi perpetrate da folle inferocite simili a quelle a cui erano scampati nei secoli medievali. È un dato preoccupante che testimonia l'ondata di violenza che ha investito l'Europa sin da quando un anno fa la maggiore Setta dei vampiri di Londra ha rivelato l'esistenza delle creature sovrannaturali..." 
Sullo schermo appaiono le decine di sfollati che si riversano fuori dai centri di accoglienza di New York, accolti da una moltitudine di curiosi. Alcuni sono pallidi come dei cadaveri, altri hanno la stazza di un armadio, altri ancora sembrano semplici esseri umani dall'aria stanca e spaventata. 
È quest'apparente somiglianza che ha permesso ai cosiddetti Immortali di rimanere nascosti per secoli, favoriti dalla fiducia umana nella ragione. 
Per qualcuno essi ancora oggi sono solo "degli stupidi miti", ma si tratta della minoranza. L'esistenza di vampiri, licantropi ed affini non può più essere messa in discussione; proprio a New York, pochi mesi dopo la rivelazione dei vampiri londinesi, un licantropo si è trasformato a Times Square, causando il panico tra i passanti.
Un episodio controverso e simbolico che ha portato il problema all'attenzione dei media. Personalmente speravo che fosse un argomento destinato ad esaurirsi in breve tempo, ma la successiva scoperta delle Congreghe di streghe ha fatto sì che tutto il mondo si interrogasse sul comportamento da adottare con le creature extra-umane o Immortali, come loro preferiscono essere definiti. Le teorie sulle loro origini e caratteristiche sono innumerevoli, ma io ho appreso solo ciò che poteva tornare utile nei miei studi: il dibattito ancora in corso negli Stati Uniti se considerare i vampiri esseri viventi e quindi con pari diritti e doveri davanti alla giustizia umana, o se la licantropia potesse essere considerata una malattia che comprometteva le facoltà mentali. 
Si tratta per il momento solo di speculazioni teoriche, perché non saprei davvero come convincere una giuria che un lupo mannaro che ha azzannato una persona sia in realtà da giudicare come un comune malato mentale... Ed io sono la più brava nel mio corso! 
Kate, la mia coinquilina, alza il volume della TV quando la voce della giornalista viene sostituita dall'intervento di un militante dei DIN (Death Is Natural), movimento che si oppone alle ampie opportunità offerte dall'America agli Immortali:
"Francamente ancora non mi capacito di come queste creature possano girare liberamente tra di noi! Sono un pericolo costante ed imprevedibile da tenere sotto controllo, non possiamo permettere che si infiltrino nella nostra società più di quanto abbiamo già fatto da secoli! Volete davvero che vostro figlio sia morso dal suo compagno di banco? O che il vostro vicino di casa si presenti alla porta chiedendo una tazza di sangue al posto del sale?" 
Kate storce le labbra e scuote vigorosamente la testa, facendo danzare i vistosi pendenti che porta alle orecchie. 
"Odio quelli come lui!" 
Sbotta, con la fronte aggrottata. 
"Pieni di pregiudizi e di superstizione! Presto o tardi scateneranno una psicosi collettiva e allora sì che torneremo ai tempi di Salem... Non ci vorrà molto prima che qualche innocente ci vada di mezzo, dai retta a me!" 
Io sorrido senza rispondere, continuando a sorseggiare il mio the nero. Kate è una studentessa di Legge come me, ma mentre io ho scelto questo percorso per seguire le orme del mio padre adottivo, lei lo fa con estrema passione, schierandosi sempre dalla parte dei più deboli. 
È un atteggiamento che trovo ammirevole ed esasperante allo stesso tempo, visto che gli Immortali, da un anno a questa parte, sono il suo argomento di discussione preferito. 
L'esponente dei DIN continua il sul discorso, infervorandosi: 
"Vampiri e licantropi sfidano Dio e la Natura! Vivere per sempre non è e non potrà mai essere una cosa naturale! Sono abomini! E le streghe al seguito... Manipolare la materia come fanno loro è raccapricciante, da brividi. Nessuno potrà convincermi del fatto che una convivenza tra le nostre razze sarà mai possibile!" 
La telecamera si sposta a questo punto su una giovane donna dalla carnagione ambrata e dai lineamenti armoniosi; nonostante il freddo di Gennaio porta una semplice T-shirt e sugli avambracci sono ben visibili i Marchi. 
"Sono una strega dall'età di diciotto anni. Ora ne ho ventinove e non ho mai fatto male ad una mosca!" 
Spiega, con la voce ammorbidita da un accento mediterraneo. Spagnolo, forse. 
"La superstizione è figlia dell'ignoranza. Le nostre Congreghe hanno aperto le porte delle loro biblioteche agli umani proprio per permettere loro di conoscerci a fondo e di non temerci. Non nego che i nostri poteri possano essere a volte utilizzati per cause malvagie, ma gli esseri umani hanno ottenuto risultati altrettanto terribili senza l'utilizzo della magia..." 
Spengo la TV e Kate mi lancia un'occhiata infastidita. 
"Non hai dato ad entrambe le parti la possibilità di spiegare la loro versione dei fatti!" 
"Non siamo in tribunale, Kate. Non ancora, grazie a Dio, perché se uno di loro finisce a processo dubito che riuscirebbe a cavarsela! In compenso, siamo in ritardo a lezione!" 
Afferro la borsa e aspetto pazientemente che la mia coinquilina sia pronta, senza rivolgere un altro pensiero al notiziario del mattino. 
"Del resto, non sono cose che mi riguardano..."

Amo New York: sono dipendente dalle comodità dell'era moderna e forse è per questo che il pensiero di streghe e vampiri mi rende tanto inquieta. Kate ha ragione, se non si trova in fretta una strada per la convivenza pacifica cadremo in preda al delirio della superstizione: le voci più allarmanti affermano che in Europa sono già stati riaccesi i primi roghi, complice l'istigazione di fanatici religiosi. La Chiesa di Roma, uno dei primi governi interpellato in materia, non ha esitato a scomunicare i vampiri e a bollare i licantropi come bestie. Sulle streghe il Vaticano tace, forse in attesa di saperne di più sui loro misteriosi poteri. 
Per la seconda volta in questa mattinata mi ritrovo a scuotere la testa, infastidita: 
"Sto dando troppo peso a questa cosa, evidentemente il telegiornale di questa mattina mi ha impressionato più di quanto credessi. Devo convincere Kate a lasciare spenta la TV per un paio di giorni: lei può andare a caccia delle notizie di cui è avida in altri modi ed io riuscirò finalmente a concentrarmi sull'esame!" 
In realtà mancano ancora alcune settimane al test, ma il mio meticoloso procedimento di preparazione è già iniziato: Kate le chiama paranoie, ma io non riesco a stare tranquilla se non ho rivisto tutti gli appunti e letto ogni pagina del libro. 
Il timore di fallire e deludere così l'unica persona che abbia mai creduto in me è troppo radicato nel mio animo perché io possa prendere quest'esame alla leggera: dopo, me ne rimarrà solo uno prima della laurea e mio padre non vede l'ora di sapermi avvocato. 
Vedendoci insieme salta subito all'occhio il fatto che tra di noi non ci sia alcuna parentela: Andrew McCollins è alto, ha spalle larghe da ex-giocatore di rugby e una folta chioma rossa, eredità del suo sangue scozzese, che in tribunale spicca nella sobrietà generale. Da che io mi ricordi non l'ha mai tagliata e gli conferisce un'aria giovanile, nonostante le rughe inizino a disegnare una fitta ragnatela attorno ai suoi occhi verdi e gentili. 
Io, invece, sono una ragazza minuta, nella media, con ribelli ricci corvini e occhi grigi "da civetta", come li definisce sempre lui. Sono stati gli occhi, dice Andrew, a farlo innamorare di me quando mi ha trovato davanti alla sua porta, un mattino d'estate di venticinque anni fa. 
Quando ha incontrato il mio sguardo ha deciso all'istante di tenermi con sé, senza curarsi di chi potessi essere figlia o dove avessi trascorso il mio primo anno di vita. Ho sempre provato un po' di senso di colpa per come Andrew si è dedicato a me, perché coltivo il segreto timore di essere la ragione per cui non si è mai sposato. Siamo sempre stati solo io e lui e questo ha contribuito a rendermi la ragazza sveglia ed indipendente che sono oggi... Ma a volte mi chiedo se ci sia un modo per trovare risposte ai tanti misteri del mio abbandono. 
Quale madre terrebbe con sé una bambina per poi abbandonarla alla soglia dei due anni? E chi si preoccuperebbe di introdursi in un condomino rispettabile e suonare proprio al campanello di un avvocato famoso ed irreprensibile, invece che lasciarla sui gradini di qualche ospedale? 
Sono così distratta dai miei pensieri che attraverso senza guardare e solo un clacson irritato e lo stridore dei freni mi riporta alla realtà. Sobbalzo, rimanendo ferma in mezzo alla strada di fronte alla macchina che stava quasi per investirmi, gli occhi spalancati come quelli di una lepre presa in trappola: il cuore si agita scompostamente nel petto e il respiro si spezza nell'aria gelida dell'inverno newyorkese. 
C'è qualcosa di insolito e vagamente inquietante nell'auto che è ancora ferma a meno di un metro da me: completamente nera e dai finestrini oscurati, ha una lunga coda dietro di sé ma nessuno accenna a scendere per litigare, rimproverarmi o semplicemente intimarmi di togliersi dalla sua strada. 
Lentamente, come se fossi sospesa in una bolla, faccio qualche passo di lato, arrivando sul marciapiede senza distogliere lo sguardo dall'automobile. È solo così che riesco ad intravedere un volto attraverso il finestrino semi aperto del sedile posteriore: due occhi calcolatori ed attenti, un naso adunco e labbra sottili. Le due dita che sporgono dal vetro sono adornate da un impressionante numero di anelli, ma non riesco a riconoscere i simboli che li impreziosiscono. 
La macchina mi supera ed in un lampo tutto torna alla normalità: attorno a me le persone si muovono affaccendate nella loro vita frenetica, il traffico scorre in maniera esageratamente lenta ed io sono l'unica impietrita sul marciapiede, con la borsa a tracolla, la bocca socchiusa e gli occhi ancora sbarrati per lo spavento. All'improvviso Kate è al mio fianco, con due tazze di caffè fumante in una mano e un sacchetto di Starbucks nell'altra. 
"Lucy! Dammi una mano, tesoro, altrimenti la nostra colazione finirà sul marciapiede!"
Mi affretto ad aiutarla e quando mi volto nuovamente verso la strada, la macchina nera è stata già inghiottita da mille altre.

Sto seguendo la lezione solo per modo di dire: prendo appunti, registro meccanicamente le informazioni e in apparenza sono sempre la solita Lucy operosa. In realtà non ho fatto altro che rimuginare sull'incidente mancato per un pelo e sul passeggero misterioso. 
Più mi sforzo di non pensarci, più quelle iridi gelide scintillano davanti ai miei occhi! E la cosa mi infastidisce perché non sono mai stata una ragazza incline alle fantasticherie: Andrew mi ha cresciuta con un sano e razionale pragmatismo, messo a dura prova solo dalle rivelazioni degli Immortali. 
"È lo stress" mi dico "Il risultato di settimane di studio ininterrotto. Forse dovrei proporre a papà di prendersi un weekend di ferie e trasferirci al cottage sul lago. Un po' d'aria fresca farebbe bene ad entrambi!" 
"Ehi, splendore!" 
La voce divertita di Evan al mio fianco mi richiama alla realtà. 
Evan è il più indolente studente del mio corso, nonché il più sexy e l'unico ragazzo per cui io abbia provato una vaga attrazione dopo le cotte del liceo. 
Non sono l'unica: metà corso sbava dietro ai suoi occhi color cioccolato, al fisico asciutto ma non esagerato e al ciuffo biondo che gli cade perennemente davanti agli occhi. 
L'altra metà sono maschi. 
Evan sorride nella mia direzione, picchiettando con un dito sul mio blocco: 
"Stai pensando di passare ad ingegneria meccanica? Sarebbe un peccato perdere una compagna di corso così interessante!" 
Abbasso gli occhi, confusa, e noto che ho disegnato l'automobile nera su un angolo del foglio. 
"Dici così solo perché sai che i miei appunti sono i migliori su cui puoi mettere le mani!" 
Borbotto, con tono più duro di quanto avrei voluto. Il sorriso abbandona il viso di Evan e mi pento immediatamente di quelle parole: 
"Che succede, Lucy? Non ti ho mai vista così tesa!" 
Esito per qualche istante, incerta su cosa raccontargli esattamente di ciò che mi è capitato questa mattina. Poi scrollò le spalle:
"Non è nulla di importante, ho solo attraversato distrattamente e una macchina mi ha suonato contro. Un bello spavento, ma già superato!" 
Lui sgrana gli occhi: 
"Direi di no, visto come sei distratta oggi!" 
Il professore gli lancia un'occhiata di rimprovero ed Evan abbassa ancor di più la voce: 
"Che ne dici se stasera andiamo a prenderci qualcosa e mi racconti bene cosa è successo?" 
Volto il capo verso di lui, stupita: ci conosciamo da anni e in qualche momento ho sospettato che sapesse della mia infatuazione per lui, ma non mi aveva mai dato motivo di credere che fosse interessato. Questa prospettiva rianima una giornata di per sé iniziata sotto i peggiori auspici ed accetto entusiasta. 
È da tanto che non esco con qualcuno e spero davvero che con Evan possa funzionare; perché nonostante l'affetto di Andrew e l'amicizia di Kate, ultimamente mi sento sempre più sola.


Angolo Autrice: 

Ehilà!
Inizio col dire che The Witching Hour è una storia che avevo iniziato a scrivere su Wattpad nei tempi morti, quindi probabilmente avrà capitoli più corti di quelli che scrivo di solito, ma non per questo carenti di azione! 
Ho pubblicato questo primo capitolo insieme al prologo perché serve a dare una prima impressione di come sta reagendo il mondo a questa scoperta inaspettata: è facile bollare come "minaccia" le creature sovrannaturali e ben presto Lucy ne farà le spese!
E quindi spero che vi piaccia e vi intrighi abbastanza da lasciare una recensioncina per far felice una piccola autrice XD 
Alla prossima

   Crilu 
 

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Crilu_98