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Autore: Teddy_bear    18/06/2018    1 recensioni
[…] thànatos e zoí: morte e vita. Al di là di tutto, ci sono queste due realtà, che sono come due mondi a parte, due mondi che non si vogliono mai incontrare, che hanno astio e conflitto tra di loro, ma che hanno il loro dovere da compiere. […]
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AU Fanfiction, dove Shaoran Li è la morte che deve fare i conti con la vita di Sakura Kinomoto.
Genere: Dark, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Li Shaoran, Sakura Kinomoto, Un po' tutti | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
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Era la quinta volta. La sua quinta volta. Non l’ha mai fatto spesso, ci sono stati altri suoi compagni che lo hanno fatto molte, molte volte. La sua è solo la quinta. È stato in Germania, in Francia, in Cina ed in Russia. Ma mai, prima d’ora, era stato in Giappone. Non aveva mai avuto la visione di quel paese, così popolato da molte persone che non dovevano avvicinarsi per nessun motivo a lui. Ecco, questa era una delle regole: non toccarlo. Se osi solo sfiorare la sua pelle, o meglio, quella che a te sembrerà pelle, la tua mano sentirà un immenso dolore. È il prezzo da pagare, quando sei un thanàtos. 

Il numero 350 scende dal taxi, una volta arrivato a destinazione, e guarda la casa di fronte ai suoi occhi. Ecco, questo sarà il suo nido.

“Signor Li.” 

Il numero 350, questa volta, ha un aspetto diverso dagli altri. Stavolta è moro, ha i capelli scurissimi, tendenti al nero, molto sbarazzini. Gli occhi sono del medesimo colore. La carnagione è chiara. I vestiti che indossa, sembrano quelli appena usciti da un film di vampiri. Molto ironico il destino, alle volte. 

“Signor Li.” 

Il numero 350 si gira verso il tassista. È vero: ora non è più un numero, ora ha un nome ed un cognome. Shaoran Li.

“Sì, mi scusi.” la sua capacità di sapere ogni lingua straniera senza sforzi, è uno tra i poteri che preferisce. Essere la morte, in fondo, non è poi così male. Consegna all’uomo i soldi, stando attento a non far sfiorare le loro dita. Poi prende la sua valigia, la sua patetica valigia di scena, che gli ha consegnato il numero 120. Si dirige verso l’ingresso di quella villa. È grande, forse fin troppo, per lui. È da solo, alla fine. E resterà in questo paese non per molto, quindi perché non prendere un appartamento? Sbuffa, aprendo il cancellino con le chiavi. D’un tratto, sente un rumore dietro di lui, e si volta subito. I suoi occhi si spalancano, quando vedono il vero motivo per cui i cacciatori superiori lo hanno destinato a vivere in quella villa abbandonata da chissà quanto tempo. Sakura Kinomoto è davanti a lui, intenta a mettersi alla guida di quella che si presume essere la sua automobile. 

Siamo vicini di casa, pensa. Shaoran scruta attentamente la figura della ragazza, e si vede che ella è proprio opera di uno zoí, di un donatore. Sembra uscire da qualche dipinto. La sua bellezza è innocente, forse fin troppo. E non ha mai visto degli occhi chiari come i suoi, di questo ne è sicuro. 

“Perché devo ucciderti?” domanda, ad alta voce. Sospira, poi.

“Dovrò proprio farlo.” scuote il capo, girandosi nuovamente verso la sua nuova abitazione. 

“Oh, ma guarda chi c’è.” 

Gli occhi del moro si spalancano. Oh, no. 

“Il numero 350 dei cacciatori.” dice sprezzante, la figura davanti a lui. È un ragazzo, alto poco meno di lui, con gli occhi celesti ed i capelli biondo scuri. 

“Il numero 580 dei donatori, ciao. È sempre bello vedere che volete rovinare i nostri piani.” serra la mano a pugno, e la stringe. 

Ricordati che avete un patto, pensa. Non devi fargli del male, non puoi. 

“Quindi, tu risiedi in questa via?” 

Il cacciatore annuisce, non dicendo altro.

“Ma pensa, io sono poco distante da qui.” 

“Non me ne frega un cazzo.” 

“Voi thanàtos avete sempre questo carattere orrendo. Perennemente arrabbiati. Però, vedo che le parolacce le sai proprio dire in ogni lingua.” 

“Si può sapere cosa vuoi?” domanda esasperato, Shaoran. 

“Non potete davvero uccidere quella ragazza.”

“Dobbiamo ucciderla. Anzi, devo.” dice, evitando il contatto visivo.

“Siete sempre a caccia delle anime più pure. Questa cosa sta diventando ingestibile.”

“Noi dobbiamo fare il nostro lavoro, e voi il vostro.” spiega, il numero 350. 

“Comunque devo dire che hai un look molto poco raccomandabile, stavolta. Difficile che lei si avvicinerà a te.” ridacchia, il donatore. 

“Lo vedremo.” 

“Sai già che ti rallenterò il processo il più possibile, in modo tale che scadrà il tempo?”

“Sai che sarò più furbo di te.” 

Shaoran Li è determinato. Lui è la morte. Lui ha un compito, e lui lo porterà a termine. Costi quel che costi. 

“Be’, se il tempo scade e tu non hai ancora trovato un modo per ucciderla…”

“So quello che succede, non serve che me lo spieghi. Ora, hai finito di scassare il cazzo, angioletto?”

Il numero 580 ride, roteando gli occhi. 

“Sono un donatore, non un angelo.” Shaoran gesticola con la mano, come a fargli capire che non gli interessa. Finalmente, poi, entra nel cancello della sua nuova casa. 

“Ah, 350.”

Si sente richiamare. 

“Cosa?”

“Il tuo nome quale sarà, stavolta?”

“Shaoran Li.” risponde, il moro. 

“Il mio è Hisato Miura, piacere di conoscerti.” 

 

***

 

Non ha mangiato niente. Essere un umano è devastante ogni volta. Prima che ci si riabitui a come vive un uomo, passano minimo due settimane ogni volta. Non sente la sete, la fame, il sonno. Non sente niente. Finché non entra in contatto con la vita vera e propria, allora lì le cose cambiano. Sta sistemando dei vestiti in un armadio vecchio stile della sua casa, come ogni volta che deve. Detesta sentire la stoffa addosso, e sta già rimpiangendo la sua vera forma. Il suo mantello nero, soprattutto. Quanto gli manca. Sbuffa, lasciando poi perdere i vestiti, e si affaccia alla finestra. Tra le foglie ed il verde degli alberi, riesce a vedere la villa di Sakura Kinomoto, la sua vittima. È una casa a due piani, moderna, di un colore giallo tenue. Ha molte finestre, quindi gli interni saranno molto luminosi. Una di queste, mostra un lampadario acceso e la ragazza passa davanti ad essa, incurante di essere osservata. Shaoran assottiglia gli occhi, per vederci di più, per vederci meglio. Nota che questa ha in braccio un gatto, e lo sta accarezzando con dedizione.

“Così me la rendi troppo facile, però, Sakura.” 

Il numero 350 alza la mano, e punta un dito. Chiude gli occhi, mentre pensa ad una scena da proiettare. Quando li riapre, il gatto si dimena tra le braccia della ragazza, e lei si lamenta del dolore. 

“Eh sì, tesoro. Ti ha appena graffiata.” continua ad osservare la scena, mentre lei prende un fazzoletto e lo tampona delicatamente sul suo polso, da dove sembra uscire un po’ di sangue. 

“Piacere di conoscerti, piccola. Questo è niente in confronto a quello che ti farò.” ghigna poi, determinato.

ANGOLO AUTRICE: se per Preludio avevo un’idea generale su come svolgere la trama, qui non ce l’ho. Ho solo dei pensieri sconnessi tra di loro, e spero di far fruttare qualcosa. Ora, vi dico cosa dovete aspettarvi da questa storia: angst, dolore, sofferenza, amore non corrisposto (vedrete poi fa parte di chi), dolore, sofferenza, angst. Non è una storia leggera. E Shaoran Li sarà veramente spietato, stavolta. Ma spero che voi capite che è il genere. Ed è nuovo anche per me. Detto questo, vi assicuro che cercherò di non scrivere cavolate. Ditemi cosa ne pensate, intanto! Bacioni x.
   
 
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