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Autore: Dyanne    20/06/2018    4 recensioni
STORIA INTERATTIVA - SOSPESA
Ambientata durante gli anni dei Malandrini.
Siamo al settimo anno e Hogwarts sembra più movimentata che mai. Dopo il famoso mago Oscuro Gellert Grindelwald sembrava che le acque si fossero calmate. Quanto di più sbagliato. Corrono voci in corridoio che bisbigliano di una nuova figura che ha preso il posto del rinomato mago.
Si creano alleanze, crepe, coppie tra le mura della scuola.
Chi sopravvivrebbe indenne?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lucius Malfoy, Mangiamorte, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Giovedì, 8 Settembre

Cara Hannie,
Le giornate scorrono lentamente da quando hai iniziato la scuola.
Così, però, ho più tempo per scriverti lunghe lettere ogni giorno.
A casa mi annoio, perciò ho deciso di partecipare a qualche corso di cucito: chissà che per Natale ti faccio un bel maglione di lana!
Il postino, il signor Johnson, è andato da poco in pensione e al suo posto c'è un tipo alquanto bizzarro, ma simpatico! Ogni mattina si ferma a bere del caffè nella nostra cucina e sospetto che abbia dell'interesse verso di me. È un tipo davvero affascinante.
Oggi ho provato a fare la lavatrice, ma è stato un disastro totale e penso si sia rotta. Un pò mi dispiace, anche perché l'avevamo comprata appena un mese fa.
La casa è ancora in piedi. Non posso dire lo stesso del tuo cactus, che, ha assunto un'inquietante colore giallo polenta. Non so come sia potuto succedere, lo bagnavo persino due volte al giorno!... Penso sia comunque colpa della musica ad alto volume dei nostri cari vicini, è davvero orrenda!
Tra pochi giorni vado a Londra per pubblicare il romanzo, tieni le dita incrociate!
Come vedi qui è tutto normale, un pò noioso.
Aspetto tue notizie presto, e per una volta scrivimi una bella lettera dettagliata, che sono molto curiosa!
Ti voglio un mondo di bene.

Con amore,
Mamma.

P.S: ti ho mandato quello che mi hai chiesto, spero il gufo non sia morto per strada a causa del peso del pacco.


Hanneke sorrise divertita, leggendo la lettera che le era arrivata quella mattina, assieme ad un grosso pacco colorato di enormi dimensioni.
Il gufo, che aveva dovuto trasportare il tutto, era ancora intero. Affamato e assetato, certo, ma stava bene.
La ragazza prese i pacchetti di caffè nero, odorandoli a lungo. Paradiso , pensò felice.
«Hmm, sento odore di caffè» disse Remus dall'altra parte del tavolo, sporgendosi in avanti.
«Già. È proprio caffè, e ti darò l'onore di condividerlo con me» rispose ridacchiando lei.
«Che ragazza misericordiosa! Non so davvero come ringraziarti» il tono della voce del Corvonero era alquanto scherzoso, ma il luccichio negli occhi mostrava la sua gratitudine.
Remus si avvicinò di più, buttando un'occhiata al resto del pacco.
«Chewing-gum?» chiese curioso.
«Sì, sono per Faye. Mia madre deve essersi ricordata che ne va pazza.»
Sorrise a quell'affermazione, tornando a mangiare la sua colazione con calma.
Erano sempre i primi ad arrivare in Sala Grande, con un'ora di anticipo, per ripassare sempre qualche materia.
Dieci minuti più tardi, Edith fece capolino nella Sala Grande con in mano una busta e un sorriso felice sulle labbra; prese posto sulla panchina vicino a Remus.
«Notizie da casa?» domandò lui, notando la gioia sul suo viso.
A quella nominazione, il sorriso di Edith vacilló scrollando le spalle. Sua madre non le scriveva spesso, solo quando si ricordava che aveva una figlia da mantenere.
«No» rispose apatica, «solo amici». Di quali amici stesse parlando, Hanneke non lo sapeva, quella ragazza conosceva quasi tutto il mondo.
«Mi hanno invitata per Natale» disse sognando ad occhi aperti.
«Così presto?»
«Beh, sì. Avranno pensato che, con tutta la strada da fare, il gufo sarebbe arrivato verso fine ottobre, perciò per loro non è affatto presto».
«Wow, ma da dove ti scrivono?» chiese genuinamente Remus.
«Giappone» rispose felice Edith mettendosi a mangiare.
Hanneke e Remus si scambiarono uno sguardo estrefatto per la semplicità con cui Edith aveva parlato. Certo, anche per loro era normale ricevere missive dall'estero, sì, proprio normalissimo.
«Ragazzi, dovremmo incaminarci per le serre, tra poco iniziano le lezioni» fece notare Julian spuntando da dietro Remus e rubandogli un sorso di caffè.
Edith non riuscì a togliersi il sorriso neanche in vista di quella materia che tanto odiava.


••• ••• •••



La mattina dopo la tempesta dell'altra sera si era esaurita, anche se il soffitto della Sala Grande era ancora coperto da pesanti nuvole grigio peltro.
Astrid si era unita al gruppo composto da Dorian, Lucille e Lucius, e stavano finendo di fare colazione.
«Oggi è proprio una bella giornata, eh... Siamo fuori tutta la mattina» disse Dorian ironico, ispezionando l'orario nuovo col dito. «Erbologia con i Corvonero e Cura delle Creature Magiche con i Grifondoro».
«Due ore di Storia nel pomeriggio» gemette sconsolata Astrid da sopra la spalla del ragazzo.
Lucille abbandonò la testa tra le braccia, ridendo istericamente.
Si era svegliata decisamente male, e anche in ritardo per la colazione, e la giornata si prospettava a peggiorare con quelle materie che odiava tanto.
«Viva la vita, ragazzi» rispose con voce abbattuta.
«Beh, guardate il lato positivo... Ah, sì, non c'è!» intervenne Lucius guardandosi in giro per la Sala alla ricerca di qualcosa, o qualcuno mostrando un ghigno sulle labbra.
Sopra di loro si udì un improvviso fruscio, e un centinaio di gufi planarono dalle finestre aperte, carichi della posta del mattino.
D'istinto Astrid guardò in sù: i gufi volteggiarono sui tavoli, cercando i destinatari delle lettere e dei pacchi, ma per lei non arrivò niente.
Sospirò delusa ma rassegnata. I suoi genitori non le avevano ancora perdonato di essere finita nella "Casa del Male", parole di sua madre; suo padre si faceva sentire due o tre volte l'anno, di solito per Natale e Pasqua.
Girando la testa vide un grosso allocco calarsi su Dorian, e due gufi neri e maestosi porgere due lettere a Lucille e a Lucius.
A quanto pareva, era l'unica a non aver ricevuto nulla.
«Chi ti scrive?» chiese curiosa Luvi a Dorian.
«Gwendolyn» rispose con una luce nostalgica negli occhi.
Lucille aveva già incontrato la sorellina del Serpeverde e, in pochi giorni di permanenza a casa sua, ci si era affezionata anche lei. Gwen era dolce come una penna di zucchero.
La ragazza rilesse più volte quello che suo padre aveva scritto sul costoso rotolo di pergamena bianco.
Le mancava tantissimo, e le poche righe che aveva mandato chiedendole come stesse non facevano altro che far crescere la sua nostalgia.
A differenza dei suoi compagni, Malfoy lesse la sua lettera con distacco, senza mai cambiare l'espressione del suo viso.
Astrid che aveva osservato tutto, nascose bene il suo dolore dietro un falso sorriso.
Neanche un cenno di vita, ripeteva la sua mente come un mantra.
Questo cupo pensiero la accompagnò per tutto il sentiero inzuppato dell'orto finché non raggiunsero la serra numero due, e lì venne distratta dalla professoressa Sprite che aveva messo in mostra alcune delle piante più brutte che Astrid avesse mai visto.
«Qualcuno sa dirmi in ordine, come si chiamano queste piante? » chiese la professoressa indicandole con la mano.
Lucille si guardò intorno, non volendo posare lo sguardo su quelle orribili cose. Quella più vicina a lei sembrava avesse lumache nere giganti al posto delle foglie, e spuntavano in verticale dal terriccio.
Dorian fece finta di vomitare in un secchio, e batté il cinque con Luvi, ghignando. Entrambi odiavano quella materia, perciò non prestarono più della dovuta attenzione.
«Questa qui è una Mandragola» la voce di Hanneke spezzò il silenzio della serra indicando quella davanti a lei. «La pianta violacea è la Viviana Selvatica, mentre l'ultima è un Bobotubero.»
«Ottimo, signorina Chevalier. Cinque punti per Corvonero!» disse la donna battendo le mani.
«Adesso, muniti di guanti e forbici, dobbiamo occuparci di togliere i semi a queste piante».
La professoressa divise le due Case in tre gruppi, dando ad ogni gruppo una decina di piante di cui occuparsi.
«Non il Bobotubero. Non voglio il Bobotubero» ripeté a voce bassa Lucille, incrociando le dita e strizzando gli occhi.
«Ecco a lei, signorina Björk».
La Serpeverde aprì gli occhi con cautela, trovandosi davanti proprio l'orrendo Bobotubero, e lasciandosi scappare un verso di rabbia e impotenza.
Chiunque fosse lassù in cielo le voleva male davvero.
Dorian rise al suo fianco, smettendo subito quando si ritrovò con la stessa pianta davanti. Luvi gli mostrò la lingua.
«Quelli in possesso della Viviana Selvatica devono aprire i frutti viola e tirare via solo i semi gialli. Non dovete neanche sfiorare quelli verdi, altrimenti il frutto esplode» disse la Sprite dando indicazioni agli allievi.
Astrid aprì con cautela il suo, strabuzzando gli occhi quando vide il vasto numero di semi.
Alcuni erano addirittura attaccati a quelli verdi.
Piagnucolò dentro di lei, domandandosi chi le aveva fatto continuare Erbologia.
Intorno a lei si alzò un brusio di proteste e lamentele, ma ognuno si diede da fare. La professoressa girava per la serra dando indicazioni per le altre piante.
«I Bobotuberi sono estremamente utili, sono un ottimo rimedio per le forme più ostinate di acne. Perciò, quando strizzate il bozzolo dovete raccogliere il pus nella bacinella...» disse loro in tono sbrigativo.
«Che cosa?! » esclamò la bionda Lucille, disgustata.
«Pus, Luvi, pus» ripeté Dorian cantinellando e indossando i guanti di pelle di Drago.
La ragazza lanciò uno sguardo di irritazione verso di lui, e finalmente, si misero al lavoro tra le imprecazioni non tanto velate di Lucille.


••• ••• •••



Bree stava finendo di leggere la lettera ricevuta da casa, quando Faye si sedette pesantemente al suo fianco sbadigliando.
Era, stranamente, in orario. «Come mai sveglia a quest'ora?» domandò curiosa la rossa.
Faye sbadiglió ancora prima di parlare: «Quella maledetta clessidra! Non ha smesso di fare rumore finché non mi sono alzata dal letto».
Bree sorrise sotto i baffi. Aveva chiesto a Hannie aiuto, perché ogni mattina era un'impresa svegliare la sua compagna, e lei aveva lanciato una fattura che non conosceva, assicurandone l'efficacia. E a quanto pareva, aveva funzionato.
«Poverina» disse cercando di sembrare almeno un pò dispiaciuta. Fallì miseramente.
Faye cominciò a fare colazione mentre l'amica tirava fuori un grosso libro dalla borsa e si immerse nella lettura.
La Quintessenza citava il titolo.
«Che lezioni abbiamo oggi?»
«Allora... Incantesimi con i Grifondoro e poi Difesa con i Corvonero» rispose pragmatica. «Nel pomeriggio Storia della Magia con i Serpeverde... Penso che il professor Rufus ci restituirà i test».
La bionda Tassorosso sbuffó, già stanca e stufa della scuola.
Benjamin si unì a loro dopo colazione, pronti per andare a lezione.
«La Gara Internazionale di Scacchi si terrà il giorno dopo Natale, ho già comprato i biglietti per i posti migliori» stava dicendo Ben, mentre attraversavano una porta nascosta da un arazzi e imboccavano un'altra scalinata più stretta.
«Aah! Che fortunato! Incontrerai di persona Fillemon, è praticamente il mio sogno di una vita!» rispose Bree emozionata e felice per l'amico.
«Tu non ci sarai?»
«Dovrei prima parlare con mio padre. Non mi lascerà mai andare da sola, e lui non ama chissà quanto il gioco».
Da quando sua madre era morta, il padre di Bree aveva raddoppiato il suo senso di protezione verso la figlia, non lasciandola neanche a casa da sola. A Bree tutto ciò sembrava esagerato, ma da una parte lo capiva.
«Merda!» strilló Faye dietro di loro, catturando la loro attenzione.
Il piede della ragazza era sprofondato in un gradino a metà della rampa, mentre quella cambiava direzione.
I due Tassorosso presero Faye da sotto le ascelle e la tirarono fuori; un'armatura in cima alle scale scricchioló e cominciò a sbattacchiare, scossa da una risata asmatica.
«Zitto, tu» minacciò la bionda appena fu vicina, chiudendole la celata e puntandole un dito contro il petto.
Arrivarono nella classe di Incantesimo giusto in tempo per l'inizio dell'ora.
Il professor Vitious, un omino davvero bassi con dei piccoli occhiali sopra il naso, stava dando indicazioni su come svolgere gli incantesimi di Lievitazione Multipla.
«Il processo non è difficile. Mentre il primo cuscino sarà in aria, dovete tenere la concentrazione salda su di lui, e nel frattempo incantare anche l'altro senza distogliere il pensiero da uno dei due. La spiegazione è al capitolo tre de La Quintessenza».
Dal tavolo dei Grifondoro si sentirono parecchi sbuffi.
«La fa facile lei, prof» si sentì dire da Sirius Black.
Il suo primo cuscino voleteggiava in aria mentre il secondo si stava gonfiando a vista d'occhio.
«Signor Black, deve concentrarsi a farlo lievitare, non altro!»
Però Sirius non prestava affatto attenzione alle parole dell'insegnante. Finì così che, con un forte boato, il secondo cuscino scoppiò in un vortice di piume bianche.
James, vicino a lui, ridacchió a voce alta, beccandosi poi un' occhiataccia di rimprovero dalla fidanzata.
«Bree, mi passi il tuo libro?» chiese Faye davanti alla rossa, il suo tomo dimenticato chissà dove.
La ragazza glielo passò, concentrandosi sul suo incantesimo mezzo riuscito.
Non era per nulla facile, tanto che, dopo il quinto tentativo, si fermò a riprendersi dall'emicrania che le era venuta a causa del troppo sforzo.
Vide che molti altri compagni avevano smesso di provare l'esercizio, tra i quali Faye, mezza addormentata sul banco e il libro di Bree a nasconderla dalla vista del professor Vitious.
La Tassorosso sospirò sconfitta, non riusciva proprio a far impegnare l'amica.
Alla fine della lezione erano davvero in pochi quelli che avevano riuscito a eseguire bene l'incantesimo.


••• ••• •••



Sirius Black sorrise felice mentre avanzava verso la Sala Grande per il pranzo.
La lezione di Cura delle Creature Magiche era stata alquanto affascinante e divertente. E quando diceva affascinante non si riferiva certo ai Plimpi d'acqua dolce che nuotavano nei contenitori di plastica, bensì al lavoro in coppia che avevano dovuto svolgere.
Il Grifondoro aveva dovuto affiancare una bionda Lucille nella missione di catturare i Plimpi e distinguerli da maschi e femmine.
Lo sguardo attento di Sirius non aveva smesso un attimo di osservare il volto imbarazzato e rosso di Lucille, che aveva dovuto insultarlo per la sua distrazione, provocando le risate del ragazzo. Più di una volta le loro mani si erano sfiorate nell'acqua gelida, una volta si erano addirittura intrecciate mentre cercavano di prendere un Plimpo abbastanza vivace e veloce.
Avevano finito il lavoro solo un'ora dopo, bagnati e sorridenti, Lucille più rossa di un pomodoro.
A quell'immagine Sirius sogghignó un pò perplesso, non capendo il motivo di tanta euforia. D'altronde lui odiava i Serpeverde, Luvi compresa, inoltre dovevano fargliela pagare per la sconfitta sul campo dell'anno scorso. Lui, James e il fratello di Molly, avevano in mente un ottimo piano, ci avevano lavorato giorni per perfezionarlo, ed erano decisi di applicarlo al più presto.
Raggiunto il tavolo della sua Casa, Sirius non trovò che Coco del suo anno. Si sedette vicino a lei, cercando di fare conversazione e nel frattempo mangiare qualcosa.
«Come va, Coco?»
La ragazza, alzò lo sguardo dal suo piatto, gli occhi assenti.
Coco si sentiva sola, come mai prima di allora. A causa della sua timidezza non aveva stretto molte amicizie, e adesso doveva fare il fronte alla solitudine.
Capiva Astra solo in parte, perché da un lato era intenta a nascondere il dolore e la gelosia.
«Bene, penso».
«Astra ti ha lasciato sola di nuovo?» domandò comprensivo il ragazzo.
«Già» rispose lanconica. « È sparita con James appena la lezione è finita».
Sirius non seppe come rispondere. Anche lui era infastidito dall'assenza del amico, che spariva ogni volta che aveva tempo libero a disposizione per scambiare saliva e germi con la rossa.
Neanche quando era fidanzato con Lily, due anni fa, spariva così spesso.
Il ragazzo pensò fosse tutta colpa della ragazza russa.


••• ••• •••



Astra rubò un ultimo bacio a James, nascosti dietro una colonna del quarto piano. Si staccò ansimando poi guardò fuori dalla finestra, ancora abbracciata al Grifondoro che sembrava assorto nei pensieri.
Il tempo non era uno dei migliori, il cielo era coperto da grosse nuvole che portavano pioggia.
Lira era pensierosa. Aveva dei dubbi sulla loro relazione, le sembrava troppo monotona. Non facevano nient'altro che baciarsi per qualche minuto tra le ore, poi ognuno per le proprie strade. Niente uscite fuori come una vera coppia, niente di eclatante e divertente da fare insieme.
Sbuffó seccata. Secondo lei, James non aveva tempo da dedicarle, da renderla davvero desiderata e voluta. Mancava la seduzione da parte sel maschio.
Si erano piaciuti l'anno scorso, senza nasconderlo, e si erano subito messi insieme. L'inizio era stato come nelle favole, ma dopo cinque mesi, Astra non trovava più la pagina del lieto fine.
Forse non erano destinati loro, pensò. Forse James pensava ancora a Lily, o forse ad un'altra. Forse... Forse era lei che chiedeva troppo?
Troppi forse per una relazione amorosa, incertezze e scontenti.
Astra cacciò i brutti pensieri, decidendo che ci avrebbe pensato meglio a mente lucida, anche se la decisione da fare era scritta a chiare lettere sulla sua fronte.
Si girò verso il Grifondoro, sforzando un sorriso.
«Andiamo a mangiare?»
Ricevette in conferma un cenno d'assenso.



••• ••• •••



Edith osservò con dovizia di particolari il tavolo dei Serpeverde. I suoi occhi si soffermavano sia sull'enorme quantità di caramelle apparse sul tavolo, sia sulla figura del ragazzo dai capelli scuri.
Edith non capiva: Dorian l'aveva aiutata parecchio durante Erbologia, in quanto era negata con le piante e più di una volta aveva fatto esplodere le Viviane Selvatiche. Non si era aspettato quella gentilezza da parte di un Serpeverde.
Forse era solo pietà, pensò la ragazza non trovando risposta.
Edith individuò sul tavolo delle Fildimenta Interdentali, le sue preferite, e quasi si alzò dal loro tavolo per andare a rubarne qualcuna.
«Chiudi quella bocca, Edith» disse ridendo Julian di fronte alla ragazza. «Stai sbavando da mezz'ora».
La ragazza arrossí colta in flagrante.
«Non è giusto, perché loro hanno le caramelle e noi no?» si lamentò in modo infantile con l'amico.
Quello alzo le spalle, fregandosene dei dolci.
«Non mi piacciono» disse solo.
«Cosa? Sacrilegio! Non farti mai più uscire cose del genere dalla bocca!»
Remus e Hanneke risero insieme a Julian, ma Edith era stata tremendamente seria.
Nessun'altro, eccetto una certa Serpeverde bionda, poteva parlare con così tanta serietà e solennità di alcune caramelle.
Edith sbuffó, un tantino irritata, riportando lo sguardo sul tavolo opposto e agrottó le sopracciglia.
Dell'intera Casa verde-argento, più della metà si era alzata in piedi raggiungendo di corsa la grande porta, Lucille in testa al gruppo che correva in modo strano tenedosi la pancia.
Altri ragazzi si alzarono con la stessa tenacia, il volto di un colore verdastro; rimasero ben pochi Serpeverde, tra i quali Severus Piton che cercava di capire cosa diamine fosse capitato ai suoi compagni.
Edith era perplessa: dov'erano corsi tutti così di fretta?



••• ••• •••



Lucille fu la prima a raggiungere l'infermieria, chiamando a gran voce Madama Chips, la quale, tutta trafelata, entrò dalla stessa porta.
In un batter d'occhio la stanza si era riempita di giovani studenti Serpeverde, ammassati sui letti e le sedie disponibili, tutti con un'espressione dolorante.
«Santissima Morgana! Cosa vi è successo, così di colpo, a tutti?» chiese la donna a nessuno in particolare.
I Serpeverde si guardarono sconcertati: neanche loro capivano cosa fosse successo.
Astrid trasformò uno dei tavolini in una comoda poltrona e si fiondò sopra cercando di calmare il dolore che sentiva alla pancia.
Fu la prima ad essere visitata, in quanto più vicina a Madama Chips, che la sottopose ad una serie di incantesimi.
«Da quanto mi risulta si tratta di un'intossicazione alimentare» disse agrottando la fronte. «Un pò anomala, direi».
Astrid fece del suo meglio per non gemere di dolore, mordendosi forte le labbra e trattenendo un insulto verso Salazar Serpeverde.
«Provi a bere questa» e le passò in mano una piccola fiala dal colore poco rassicurante.
Astrid bevve tutto d'un fiato, il sapore acro che le scivolava nella gola e gli occhi che lacrimavano.
Non fece in tempo a restituirle il contenitore che tutto il pranzo le sali dallo stomaco, facendola vomitare davanti a tutti.
Madama Chips scosse la testa andando a cercare altre pozioni, borbottando a bassa voce: «Mmm, questa non va. E se...?  Proviamo con quest'altra».
Sfortunatamente per lei, Astrid dovette fare da capo espiatore per gli esperimenti della donna messa in difficoltà, perché non riusciva a trovare la cura.
Intando dall'altra parte della camera, Dorian e Lucius imprecavano contro i Grifondoro.
«Appena esco da qui li spelleró vivi tutti quanti!»
«Li farò mangiare pus di Bobotubero!» promise Dorian con un cipiglio scuro.
Avevano capito che il loro malessere aveva a che fare con i rosso-oro, quando un gioioso Sirius Black si era alzato dal tavolo e aveva gridato: «Tieni questa Mucciocious!»
Peccato che il ragazzo in questione non aveva toccato nulla di dolce dalla tavola, e si era salvato dalla cruda vendetta.
«Maledetti Grifonstupidi! Non la passerete liscia, oh no, lo prometto sul mio onore da Purosangue!» la voce di Lucille arrivò attutita dal cuscino che teneva tra i denti e che mordeva con ferocia.
La porta dell'infermieria sì aprì per l'ennesima volta, ma nessun Serpeverde fece comparsa.
Hanneke entrò con tranquillità, per niente disturbata di trovarsi in mezzo a tante serpi, a differenza di una rossa e imbarazzata Bree che teneva lo sguardo basso.
Una Corvonero e una Tassorosso che venivano in aiuto ai Serpeverde, era da scrivere nel calendario.
Le due ragazze erano solite passare i pomeriggi aiutando Madama Chips, l'infermieria era come il loro secondo dormitorio.
«Ti sto salvando un'altra volta il culo, Malfoy» fu la risposta pacata di Hannie avvicinandosi al biondo.
«Non te l'ho chiesto mica io» rispose sofferente lui.
«Beh, si dà il caso che io conosco l'incantesimo giusto per mettere fine a tutto questo» e con la mano indicò tutte le persone presenti.
«Si, certo, come no. Non lo sa Madama Chips e dovresti saperlo tu? Ma per favore».
Hanneke si allontanò per nulla colpita dalle parole cattive del Serpeverde.
Diede ordine alla Tassorosso di non avvicinarsi neanche lontanamente al ragazzo in questione, e di non sentirsi intimorita da quella folla di sguardi ostili.
Bree aveva saputo di quel incantesimo da Hanneke, che a sua volta aveva trovato in uno dei tomi sulla Medimagia, ma mai messo in pratica.
La bruna si avvicinò ad una stremata e pallida Astrid. Era sicura che, tra tutte le persone presenti, solo lei avrebbe acconsentito di essere sottomessa ad una fattura da una Natababbana.
«Ti sto chiedendo di fidarti di me» le disse in un sussuro sommesso accarezzandole la guancia.
La Serpeverde, anche se aveva patito abbastanza nelle mani dell'infermiera, annuì aggrappandosi al braccio dell'amica.
Tutti i Serpeverde osservavano in attesa la Corvonero agitare la sua bacchetta in un movimento complicato e dalla sua punta uscì un luccichio che avvolse l'addome della loro compagna.
Dopo interminabili secondi Astrid mollò la presa sul braccio di Hannie e respiró a lungo.
Si rilassò lentamente, gli occhi pesanti e poggiò la testa sul bracciolo della poltrona trasfigurata.
«Grazie» disse a voce alta e chiudendo gli occhi.
Quello fu il segnale che i Serpeverde aspttarono, e tutti quanti si fecero incantare dalle due nuove arrivate.
Mezz'ora più tardi, ogni Serpeverde presente in infiermieria era stato guarito, eccetto Lucius Malfoy, che per orgoglio continuò a sopportare a denti stretti il dolore.


••• ••• •••



«Penso abbiano esagerato questa volta» disse Coco a bassa voce seduta davanti al fuoco della Sala Comune.
Astra annuì piano, la rabbia ancora che bolliva dentro di lei.
Aveva saputo che quei tre imbecilli stavano combinando qualcosa, ma la verità era che pensava fossero cambiati, maturati.
«I Serpeverde si vendicheranno su tutti noi... Ma noi non c'entriamo niente!»
Coco sembrava davvero dispiaciuta per la sorte dei verde-argento, e temeva per la propia incolumità.
Ma gli altri Grifondoro non erano dello stesso parere. La maggior parte di loro festeggiavano e si complimentavano con i tre colpevoli di quella situazione.
La McGranitt aveva ovviamente punito l'intera Casa, costrigendoli a pulire il Castello per una settimana senza magia, ma nessuno sembrava soffrire per quell'ingiustizia.
«Questa cosa deve finire» asserì ancora Coco persa tra i pensieri.
Astra non poté che annuire, prendendo alla lettera le parole della mora e rendendosi conto che l'amica aveva facilitato, inconsciamente, la sua decisione al problema di quella mattina.



••• ••• •••




Angolo del Panda Gigante

Non c'è molto da dire, spero solo che il capitolo sia stato di vostro gradimento.
Sollecito chi non ha risposto alla domanda del Lumaclub a farlo (tramite MP o recensione), altrimenti scelgo io per voi :p

E niente, ci vediamo al prossimo capitolo sull'uscita a Hogsmeade.
A proposito:
• Se avete delle preferenze sulla persona/persone con cui il vostro OC uscirà nel villaggio mandate un gufo con una lista delle cose che potrebbero fare! (Ovviamente scherzo, basta un MP o in recensione)
Oppure organizzo io.
A voi la scelta!

Baci,
D.



   
 
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