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Autore: MM_White    20/06/2018    1 recensioni
Come si vince al torneo delle coppe? Corteggiando e conquistando le ragazze più "difficili" di Hogwarts.
E cosa si vince? Che domande, la soddisfazione di aver vinto!
È alla sua seconda edizione che Draco dà il via in un momento di pura noia, scegliendo di importunare la bella Corvonero Keira Blackheart, migliore amica dell'alunna più brillante del suo anno. Stiamo parlando di Hermione Granger, ovviamente, la quale invece verrà scelta dall'affascinante Serpeverde Theodore Nott.
Le due ragazze saranno così ingenue da cascarci?
Dal capitolo 9:
Hermione ride ancora ed io, che credevo che ridere di lei fosse appagante, non sapevo quanto fosse ancora più gratificante farla ridere.
Io che ultimamente mi divertivo a beffeggiarla, alludendo che in realtà fosse una vipera degna di allargare le file dei serpeverde, non sapevo quanto invece il cappello parlante ci avesse visto giusto, quella lontana notte dello smistamento.
Perchè non sapevo quanto fosse forte e coraggiosa e leale.
E mi dispiace che abbia bevuto la pozione cura ferite perchè, seppur senza volerlo, quei segni sul collo glieli avevo provocati io.
Quei raschi erano un marchio, un chiaro e limpido avvertimento: questa ragazza è mia.
Ma adesso non ci sono più. Scomparsi.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione, Draco/Theodore
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Altro contesto, Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Capitolo dieci: ritorno a Hogwarts

 

Draco

 

Keira è sotto di me, sdraiata sul materasso soffice di una delle tante camere degli ospiti della dimora Nott. È l'ultima volta che dormirà qui.

A notte inoltrata, quando ormai la festa giungeva al termine, i genitori di Hermione hanno infatti chiamato per avvisare che sarebbero finalmente riusciti a salire su uno di quei diabolici aggeggi che i babbani chiamano «aerei», passando quindi a prenderle l'indomani mattina.

Mentre mi sbottono la camicia, ripenso con un sorriso alla scena.

Metà degli invitati ancora presenti si era accalcato intorno al tavolino dove i Nott sfoggiano in bella mostra il famigerato «telefono». Per loro il suo utilizzo è la quotidianità, dato che intrattengono rapporti di lavoro con il mondo non-magico, ma per la maggior parte dei maghi e delle streghe è inconcepibile qualsiasi mezzo di comunicazione che non comprenda l'utilizzo di volatili o camini.

Keira solleva tremante le mani e slaccia gli ultimi bottoni.

Le sue dita delicate mi fanno il solletico sull'addome.

Mi chiedo perchè non abbia passato le festività di Natale con i suoi genitori.

Che tipi sono i Blackheart?

Sul loro conto so solo che discendono da una dinastia di purosangue. Antica e ricca quasi quanto la mia. E che Keira ha una sorella più piccola, anch'essa corvonero da un paio d'anni.

Ma nonostante la loro affermazione nell'alta società, sembra che non siano interessati a farsi vedere in pubblico.

Lo conferma la loro assenza al prestigioso ballo annuale dei Nott.

«Sembri pensieroso...» mormora la brunetta incastrata fra le mie gambe.

Ed io vorrei dirle che ai miei occhi rimarrà sempre l'affascinante ragazza che un giorno salvai sulle scale. Che adesso, però, mi appare così diversa da quella che ho baciato poche ore prima...

Che quando è successo, ricordo di aver avuto una sorta di black-out.

Come se il cervello, dopo tanto tempo che non accadeva, si fosse spento ed io finalmente avevo smesso di pensare.

Che mi sono abbandonato completamente a lei, mente e corpo.

Al suo sguardo, alle sue carezze, ai suoi baci...

Cosa è cambiato?

Adesso mi sembra quasi di essere con un'estranea.

Quindi rimango semplicemente in silenzio, tornando come sempre.

Io e i miei pensieri. Io e me stesso...

«Draco...» Keira mi guarda con apprensione. «Che succede?»

«I capelli. Slegali.»

«Io non li...»

«Come prima.» La interrompo. «Così non hai freddo.»

Scorgo un lampo attraversare gli occhi color ambra di Keira.

«Come...» incomincia, per poi arrestarsi.

«Cosa?»

«Niente.»

«Cosa stavi per dire?»

«Niente.» Ripete, e con le mani che tremano ancora si appresta a sciogliere l'intricata acconciatura.

Le afferro una ciocca di capelli corvini e la adagio sul petto candido, ancora avvolto dal corpetto del vestito.

«Dimmi, è la tua prima volta?»

Lei annuisce appena, emozionata.

Sento il rumore del suo cuore che batte a mille.

E ricordo come batteva forte il mio quando la stringevo contro il muro, in giardino. Ricordo di come mi sentissi eccitato.

Tutto quello che volevo in quel momento era averne di più, farla mia.

È stato davvero difficile trattenermi.

Ma ora che la sbronza è passata ad entrambi, non so, mi sembra che sia passata anche tutta quella euforia.

Mi è rimasto solo il silenzio. E il freddo.

«È forse un problema per te?» Domanda Keira.

Scuoto lentamente il capo.

«Sembri... distaccato.»

No, non lo sembro. Lo sono.

Per una volta mi ero illuso di aver trovato quella persona che sarebbe riuscito a farmi ardere dentro, sciogliendo il ghiaccio che mi attanaglia il cuore.

Ma era solo un inganno dettato dall'alcol e dal momento.

Come accade con gli effetti ottici creati dai giochi di luce.

Se modifichi anche solo una delle condizioni, allora ecco che viene svelata la realtà e tu capisci quanto la mente umana sia fallibile.

Perchè a volte ci speriamo così tanto che finiamo per immaginarci cose che non esistono.

E cosa possiamo fare noi, se non accontentarci di quello che ci rimane?

Un effetto ottico di cui ormai ne conosciamo la finzione. E che anche quando non la vediamo, sappiamo che è lì, che c'è comunque.

«Schss...» La zittisco abbassandomi sulla sua fronte.

Le lascio un leggero bacio, mentre con una mano le slaccio il corpetto. Dopodichè le sollevo la gonna sui fianchi, lentamente, e io la sento tremare da capo a piedi.

Alla luce di tremolanti candele, il suo corpo mi appare perfetto proprio come lo era nella mia immaginazione.

E finalmente riesco a provare un qualche tipo di trasporto, così mi libero dei pantaloni e degli slip.

Lei mi guarda con un'espressione incomprensibile, a metà tra la bramosia e l'imbarazzo.

Niente a che vedere con gli sguardi carichi di malizia e intelligenza che mi sapeva rivolgere quando eravamo in giardino.

Poso lo sguardo sulla sua bocca e niente, anche se sembra assurdo, ho la sensazione di non averla mai baciata.

Giuro, sto impazzendo!

Mi porto indietro i capelli con una mano, sospirando, poi appoggio il capo sui suoi seni caldi e morbidi. Dopo un paio di spinte sono dentro di lei.

La prima volta faccio l'amore per pensare ad altro.

La seconda sono così calmo che riesco perfino a godere.

La terza è Keira a reclamarla, avendo ormai capito quali sono le semplici regole di questo gioco.

E così ci ritroviamo a farlo per tutta la notte.

Notte durante la quale mai, neanche una volta, ho osato avvicinarmi alle sue labbra aliene.

 

Hermione

 

Sono tipo dieci minuti che i signori Nott e i miei genitori si scambiano sorrisi smaglianti e ringraziamenti. E più di una volta, ho notato come la madre di Theo si sforzasse per non accennare a un certo fidanzamento tra me e suo figlio.

A colazione, infatti, l'ho pregata di non rendere la cosa ancora più ufficiale di quanto non lo fosse già. Nel mondo magico perlomeno, perchè tra i babbani spero di rimanere nubile ancora per qualche anno.

«Allora ci si rivede a Hogwarts.» Bisbiglia Theo, avvicinandosi di soppiatto. «Fino ad allora ti mancherò?»

«Mi mancherai come mi è mancato qualsiasi altro compagno di scuola, Nott.» Affermo, impassibile.

«Dopo tesoro mio siamo ritornati a chiamarci per cognome. Sei proprio una strega dal cuore di pietra.»

«Sai benissimo che era tutta finzione.»

«Però la cosa mi diverte, topolina, e sai perchè?»

Nel frattempo la signora Nott mi indirizza uno sguardo carico di adorazione.

Sollevo una mano in un saluto, sperando di risultare serena vicino a suo figlio.

«No, Nott, perchè?» Domando con i denti ancora serrati in un sorriso.

«Perchè mi era sembrato di sentire certe parole uscire dalla tua bocca. Qualcosa come lascia fare a me e fidati. Ma ora non ti sembra tutto più incasinato di prima?»

«Sempre meglio di quello che voleva combinare il tuo amabile fratellino.»

«E sarebbe?»

«Non hai visto quello che stava cercando di fare? Voleva umiliarti davanti a tutti. Se non avessimo recitato la parte dei fidanzatini innamorati, metà di quelle persone avrebbe pensato che ti avessi rifiutato, l'altra metà invece che sei gay!»

«Non vedo quale sarebbe stato il problema.» Commenta Theo, perplesso. «Ascolta, questa storia tra me e Ben va avanti da così tanto tempo che nessuno dei due ricorda chi ha cominciato per primo. È stato lui a insinuare che fossi omosessuale solo perchè Draco è l'unica persona che abbia mai invitato qui, a casa mia. E ammetto che fu un atto di vendetta per quella volta in cui feci un incantesimo sul suo atto di nascita per fargli credere che era stato adottato. O era per via delle bugie sul suo conto che propinai a quella che poi divenne la sua ex? Ecco vedi, il nostro rapporto va avanti così, con vendette causate da altre vendette. Che poi Benjamin sia proprio stronzo di natura è un'altra questione...»

«Eppure Malfoy sostiene che tu sei l'unica persona contro la quale Ben non si metterebbe mai contro...»

Rifletto ad alta voce, pentendomene subito dopo.

Magari, la cosa funziona solo con le ragazze.

«Perchè Draco ti avrebbe detto una cosa simile?» Chiede Theo, sospettoso.

«Lascia stare. Spiegami piuttosto perchè l'hai fatto. Intendo stare alla recita.»

«Per lei.» Il ragazzo indica sua madre con un cenno del capo. Sta parlando con i miei genitori a qualche metro di distanza da noi. Ogni tanto accarezza la spalla del signor Nott e sorride, radiosa.

«Ci ha creduto sul serio, alla storia del fidanzamento.» Commento, affranta.

«Sì, e non l'ho mai vista più felice di così.»

«Lasceremo passare qualche mese. Non dico che se ne dimenticherà, ma...»

«Tu non la conosci.» Il ragazzo mi guarda e sorride, un sorriso amaro. «Il tempo di rientrare in casa e chiamerà una wedding planner, ci scommetto la scopa da Quidditch.»

«Ma perchè è così contenta? Cioè, voglio dire, non credo abbia mai immaginato per suo figlio un matrimonio più svantaggioso.»

«Perchè non sei purosangue? Merlino! Non siamo mica i Malfoy!» Esclama oscillando il capo, divertito. «A mia madre basta vedermi felice.»

«E lo sei?»

Theo punta gli occhi color cervone nei miei.

«Tu che pensi?»

«Theo...» Mando giù la saliva. E adesso come glielo dico? «Sei il ragazzo più...»

«Affascinante?»

«Gentile. Il ragazzo più gentile che io conosca. Ma non siamo fidanzati per davvero, quindi tra noi non c'è assolutamente niente.»

«Lo so. E sarò paziente. Quantomeno sei tornata a chiamarmi con il mio nome di battesimo, è già un buon inizio.»

«Paziente?»

«Hermione Granger, tu invece sei la ragazza più intelligente del nostro anno e non l'hai ancora capito?» Le labbra gli si increspano in un sorriso imbarazzato. «Mi piaci.»

Lo stomaco mi si contorce in una morsa.

«Okei, forse non al punto da chiederti già in moglie.» Continua. «Ma ti dirò, il fatto che adesso agli occhi degli altri sei la mia fidanzata non mi dispiace affatto.»

Come può dire questo? Abbiamo iniziato a parlarci da così poco tempo che posso a malapena considerarlo un conoscente. A meno che...

«Theo è arrivato il momento di chiedertelo.»

L'argomento che sto per aprire è quello che nelle ultime ore mi ha fatto vivere in un perenne stato d'ansia. Avrei preferito evitarlo, ma so che se non dovessi affrontarlo ora non ne avrei più il coraggio.

«Ieri alla festa...» continuo. «Bhè sì credo di aver bevuto più vino di quanto farei di solito e prima che tuo fratello facesse quella scenata.. tu ed io... ecco, esattamente cosa abbiamo fatto?»

«Non ricordi nulla.»

Secco. Diretto. Come un pugno in pieno petto.

«Dooo...vrei?»

«Dovresti eccome. Quando si concepisce un bambino è sempre un momento da ricordare.»

«Dimmi che stai scherzando.»

«Allora perchè, seconde te, avrei acconsentito a questa follia del fidanzamento?»

Theo mi guarda con la coda dell'occhio, serio. Poi però le labbra si allargano in un ghigno.

Nel giro di un secondo registro dunque centinaia di informazioni, ma ne emergono solo due, davvero importanti: Theo mi sta prendendo in giro; se fosse andata realmente così, quella che avrebbe dovuto preoccuparsi di essere rimasta incinta sarebbe stata Keira, non io.

Quindi basta agitarsi per la storia dello scambio d'identità. Qualsiasi cosa sia accaduto, posso sempre raccontare tutta la verità.

«Sei uno stronzo, Nott.» Dico ritrovando la calma.

«E ci risiamo con il cognome.»

«Se tu la finissi di...»

«Ecco che fa ritorno l'emicrania.» La voce di Draco, alle mie spalle.

Mi giro con aria contrariata, per ribattere, ma lascio subito perdere.

Malfoy ha un braccio intorno alla vita di Keira, dall'aria un po' stanca ma comunque felice.

Ci hanno raggiunti in cortile, dove io e quella-che-non-so-più-come-definire saluteremo e ringrazieremo per l'ennesima volta i signori Nott, per poi partire con la vecchia Ford di mio padre.

Destinazione: stazione di King's Cross.

È arrivato infatti il momento di rientrare a Hogwarts ed è per questo che, prima di raggiungerci, i miei genitori sono passati da casa per prepararmi la valigia.

«I babbani hanno trovato molti validi rimedi per il tuo disturbo, Malfoy.» Affermo con un sorriso palesemente falso. «Il mio consiglio è una bella passeggiata in una cosa chiamata farmacia

«Consiglio che ovviamente non seguirò, Granger.» Risponde lui, seccato. «Quello che invece farò sarà starti il più lontano possibile, una volta tornati a scuola. Perchè ho notato che la mia emicrania è correlata all'udire della tua fastidiosissima voce.»

«Non potete far finta di andare d'accordo tipo, chessò, una volta all'anno?» Si intromette Theo. «Anche perchè, Draco, se per caso te lo fossi dimenticato io e Hermione adesso siamo fidanzati. Quindi la vedrai più spesso di quanto speri.»

Malfoy indirizza all'amico un'occhiata carica d'odio, ma non aggiunge altro.

In effetti una cosa positiva c'è, in tutta questa farsa: l'evidente fastidio che provoca in Draco Malfoy.

Nott propone di raggiungere gli altri così percorriamo la stradina fino ad arrivare all'auto di mio padre, parcheggiata di fronte all'ingresso.

Poco dopo ci congediamo tra abbracci e sorrisi. E un invito a ritornare in occasione delle prossime vacanze.

«Sei sicura di aver preso tutto, mà?» Chiedo una volta salita sui sedili posteriori della macchina.

«Ti riferisci al baule della scuola?»

«Sì, ti ho mandato una mail con la lista. L'hai aperta vero?»

«Ah-ah.» Assicura mia madre, sbirciando dallo specchietto retrovisore. «Senti un po', esistono anche delle borse come il tuo baule? Caspita quanta roba ci entra lì dentro!»

«Sì mà, e credo che siano illegali...»

«Che peccato.»

«Già.»

Volto lo sguardo oltre il finestrino, con l'aria assorta.

Un po' mi mancherà stare in un castello come quello dei Nott, ammetto a me stessa mentre attraversiamo il possente cancello. I corridoi infiniti, il laboratorio di pozioni, la perenne aria di festa che si respira.

Poi mi assale un'improvvisa ondata di tristezza al pensiero che tra quelle mura ho anche perso per sempre la mia migliore amica, la ragazza che adesso mi siede accanto in assoluto silenzio.

Cerco il suo profilo con la coda dell'occhio.

Sembra pensierosa.

Chissà se alla fine ha ottenuto quello che tanto bramava: l'attenzione di Draco Malfoy.

E chissà se ne valeva davvero la pena...

 

Qualcuno una volta mi disse che per cominciare bene la giornata bisogna scendere dal letto poggiando per terra prima il piede destro. Ecco, adesso io non ricordo quale piede ha avuto questo compito stamattina, ma ho deciso di provarci lo stesso, anche se in ritardo.

Afferro il corrimano di un vagone e appoggio il piede destro sul gradino per accedervi.

Con una spinta, salgo su.

Passo in rassegna il corridoio dell'Hogwarts Express, alla ricerca di due facce in particolare.

Quando le trovo, apro di scatto la porta e mi fiondo sul primo sedile libero.

«Harry... Ron...»

«Hermione!» Mi salutano loro in coro.

Finalmente delle persone davvero contente di vedermi. Finalmente dei sorrisi sinceri. E non quei ghigni che a volte mi indirizzano Nott e Malfoy.

Mai, più come ora, realizzo che ho passato troppo tempo lontano da dei Grifondoro.

«E l'altra dov'è?» Farfuglia Ron con la bocca piena di quelle che sembrano cioccorane.

«L'altra chi?» Chiedo, acida.

«La Corvonero dalla quale ultimamente non ti stacchi un attimo.» Continua il rosso. «Sheila. Keila.»

«Keira.» Lo correggo, chiaramente infastidita. «Non lo so. Quindi come vedi non è vero che stiamo sempre insieme.»

«Peccato, io ed Harry speravamo fosse l'occasione per presentarcela... ahi!»

Il ragazzo interrompe il discorso per massaggiarsi un fianco con aria sofferente, dopo che Harry li ha appena mollato un'energica gomitata.

«Che c'è, io da sola non sono abbastanza per voi?»

«Non è questo, è che...» Inizia Harry.

«Keira è degna di danzare tra le veela.» Conclude in maniera pratica Ron, mandando giù il boccone.

«Perfetto, adesso so che i miei migliori amici sono due imbecilli che perdono la testa per ogni essere umano con le ghiandole mammarie sviluppate.»

«Chiamale tette, fai prima.» Sempre quel cretino di Ron. «E poi non esagerare. Tu non ci hai mica fatto perdere la testa.»

«Oh, grazie mille Ron.»

«Di niente Herm.»

«Ron, guarda che l'hai fatta arrabbiare.» Commenta il bruno, il più delicatamente possibile.

«Non è vero...» Comincia a piagnucolare l'amico, per poi fermarsi dopo avermi rivolto lo sguardo.

Non so cosa stanno vedendo loro, ma di sicuro devo sembrare furiosa perchè sento il viso avvampare.

«Ci ho litigato, va bene?» Sbotto infine, reprimendo alle lacrime di salire. «Quindi gradirei che non mi parlaste più di lei. Se tanto vi piace allora sbrigatevela da soli.»

No, il trucco del piede destro non funziona. Decisamente.

«Parliamo d'altro?» Propone Harry.

«Okei.» Accorda il rosso. «Come hai passato le vacanze, Herm?»

«Aaaargh!» Ringhio, più infuriata che mai. «Ma che problema hai, Ronald? Non ce la posso fare!»

Quindi, incapace di star ferma, mi alzo per dirigermi all'uscita del vagone.

«A dopo!»

Ma prima di sbattere la porta dietro di me, ho il tempo di sentire Ron lamentarsi.

«Che ho detto di male 'sta volta?»

 

Draco

 

Nott è seduto di fronte a me, immerso nella lettura della Gazzetta del Profeta.

In prima pagina, un omone vestito di rosso sorvola con una slitta le strade di Londra sotto un titolone in grassetto: «Delirio nel mondo non magico per l'avvistamento di Babbo Natale. È subito caccia al mago.»

Volto gli occhi verso il paesaggio che scorre veloce oltre il finestrino, annoiato.

Da quando abbiamo salutato Keira e la Granger a casa Nott, io e Theo ci siamo rivolti a malapena la parola. E non mi spiego il perchè.

«Ma quanto diamine ci mette Zabini?» Sbotto.

«Avrà trovato la fila.» Commenta Theo, in tono pratico.

«Ma se ci saranno almeno dieci bagni, su questo treno...»

Lo sento voltare pagina.

In questa posizione morbida, con l'atteggiamento di uno sicuro di sè, sembra un affermato uomo d'affari. Ha le gambe accavallate, così lunghe che le nostre ginocchia quasi si sfiorano.

Mi sposto dunque sul sedile più vicino al finestrino.

«Secondo me è in corridoio a limonarsi una tipa.» Commento, pensieroso.

Lo sguardo che attraversa il vetro, oltre le colline che creano un contrasto netto con l'azzurro del cielo.

Sto riflettendo su quello che è accaduto questa notte.

Devo dire che la serata non era iniziata nei migliori dei modi, con la noia che minacciava di uccidermi e lo strano senso di rabbia che mi aveva pervaso al pensiero del mio migliore amico con una insulsa Grifondoro.

Ma poi si è ripresa. La noia completamente passata mentre stringevo il corpo perfetto di Keira.

C'è stato solo un breve intervallo, momento in cui non sapevo quali sentimenti mi stessero accompagnando.

Parlo della scazzottata con Benjamin, a cui poi è seguita la preparazione della pozione cura ferite.

In entrambi i casi centrava Hermione Granger.

Sempre e solo lei, la fonte della mia pulsante emicrania.

Mi ridesto al rumore della porta che si apre, facendo comparire Blaise Zabini sulla soglia.

«Mamma mia, ragazzi!» Esordisce, gettandosi di peso sul sedile vicino al mio.

«Non lo vogliamo sapere, grazie.»

Il moro rivolge a Theo un'occhiata alla: che ha? Alla quale segue un'alzata di spalle dell'altro, che torna a leggere il giornale.

«Comunque volevo solo dirvi che ho incontrato Goyle.» Ricomincia Zabini, esaltato. «Gli ho chiesto dove fosse l'altra sua metà, sapete, per la battuta dei fratelli siamesi e lui, con l'aria triste indica qualcuno alle sue spalle. Non crederete mai a quello che sto per dire. Per tutti i maghi e le streghe, quasi non ci credevo neanch'io che li stavo vedendo con questi occhi.»

«Arriva al dunque, Blaise.» Dico con un tono irritato.

«D'accordo, sarò schematico. Immaginate che il mio pugno sia Tiger, okei?»

«E tu immagina contro cosa si scaglierà il mio se non ti sbrighi.»

«Tiger e Hannah Abbott si baciavano in corridoio.» Dice allora Zabini tutto d'un fiato.

Theo abbassa il giornale.

Lo guardiamo con aria scettica per qualche secondo, finchè il moro si porta una mano sul petto ed esclama: «L'ho fatta finita con i Pallini Acidi scaduti, giuro!»

«È che mi sembra davvero strano...» Mormoro.

«Se non mi credete potete constatarlo voi stessi, immagino siano ancora là fuori.»

«No, grazie tante.» Rifiuto sollevando i palmi con aria disgustata. «Se vedo Tiger darci dentro con una ragazza carina come la Abbott avrò incubi per tutta la vita. Per non parlare dei problemi di autostima.»

Sento Theo ridere alla mia battuta.

«Forse Tiger ha più talento di quello che pensavamo?» Chiedo rivolgendomi a lui.

Ma no, non devo preoccuparmi di perdere il Torneo.

È vero, Nott ha dalla sua un fidanzamento e Tiger qualche bacio.

Ma io, tra i baci e un'intera nottata passata a far sesso, avrò accumulato così tanti punti da dovermi sforzare ben poco per poter stare tranquillo fino alla fine dell'anno.

Scorgo il mio migliore amico fare spallucce, nel suo solito fare indolente.

«O forse abbiamo solo valutato male la Abbott.» Commenta prima di sparire dietro la Gazzetta del Profeta. «Una quattro stelle che si fa limonare da quell'orco, cose da pazzi!»

«A proposito...» Blaise Zabini riprende la parola abbassando il tono della voce, chiaramente turbato. «Mentre tornavo qui ho anche sentito parecchi studenti bisbigliare qualcosa su di te, Nott. Strane voci che tu ti sia fidanzato con Hermione Granger. Tzè! Che assurdità...»

Nel vagone cala il silenzio.

Nonostante siamo rimasti tutti nella stessa posizione (io con lo sguardo rivolto oltre il finestrino e Theo immerso nella lettura del giornale) si avverte chiaramente una certa tensione nell'aria.

«Non è... una... assurdità?» Farfuglia Zabini.

Ma non ha modo di aggiungere altro, perchè io e Nott gli rivolgiamo contemporaneamente uno sguardo gelido.

«Come corrono veloci i pettegolezzi, vero Draco?» Chiede Theo senza perdere di vista il nostro compagno di casa.

«Più veloci dell'Hogwarts Express.» Confermo, facendo lo stesso.

«Ehi amici calma, io ho solo origliato.»

«E chi, se ci è dato saperlo, avresti origliato?»

«Un gruppetto di Tassorosso, tutte ragazze. Dal tono sembravano anche parecchio incazzate. Dicevano che uno come te o è di tutte o è di nessuna. A questo punto, due Grifondoro che passavano di lì e che avevano sentito nominare la Granger, hanno voluto farsi raccontare quello che sapevano nei minimi dettagli. E più le ragazze andavano avanti nel racconto, più sembrava crescere la rabbia dei due Grifondoro.»

«Cosa avrebbero raccontato, esattamente?» Chiede Theo, mettendo da parte la Gazzetta.

«Bhè, non è semplice da riportare. Qualcuna diceva che la Granger ti avesse incastrato con un filtro d'amore, qualcun'altra invece che eri stato tu a tenerla in ostaggio per due giorni. Ma tutte convenivano con il fatto che, al termine di questi due giorni, siete stati costretti ad annunciare il fidanzamento per salvare le apparenze.»

«Salvare le apparenze!» Sbotta Theo.

«E i Grifondoro?» Domando io, che a quanto pare dovrò essere lucido per entrambi.

«Inveivano contro noi Serpeverde, come sempre.»

«Quindi dobbiamo aspettarci uno scontro.» Sbuffo, tirando indietro una ciocca di capelli scivolata sulla fronte. «Theo, mi hai sentito?»

«Tenuta in ostaggio!» Lo sento borbottare. «Sono tutte stronzate, Blaise.»

«Quindi la notizia è vera? Ti sei fidanzato con lei?»

Theo abbassa lo sguardo e con quello anche il tono di voce.

«Non lo so più ormai.» Sussurra. «In questi giorni è stato davvero difficile distinguere la realtà dalla finzione.»

«Ma non hai fatto niente di male.» Mi sento di aggiungere. «È questo l'importante.»

«Se è così hai il mio sostegno, Nott.» Conclude allora Zabini. «Io, te e Draco come i tre moschettieri. Tutti per uno e uno per tutti. Vero Draco?»

Fisso intensamente il mio migliore amico.

«Sempre.»

Le labbra di Theo si increspano quindi in un sorriso mentre gli occhi scintillano più verdi del solito.

«Grazie amici... fratelli.»

 

Hermione

 

Quando arriviamo nel cortile di Hogwarts è ormai scesa la sera.

Alzo gli occhi sui torrioni a me così familiare, per poi riabassarli giù, seguendo le varie finestre, le scalinate, la massiccia porta con le ante spalancate contro il muro, per permettere alla folla di studenti di entrare.

Mi sento finalmente al sicuro, serena, in pace con me stessa. E pronta ad affrontare tutto quello che verrà.

Sono a casa.

Mentre percorro l'enorme giardino esterno, noto che alcune ragazze si voltano a guardami, lanciandomi occhiate sfuggenti. Alcune sorridono con fare malizioso, per poi bisbigliare all'orecchio della compagna. Altre invece increspano il viso, apparentemente adirate.

Che succede?

Scrollo il capo, cercando di non pensarci troppo, e continuo a camminare affiancata dai miei due migliori amici.

Finchè un numeroso gruppo di alunni ammassati in cortile ci blocca il cammino.

Si muovono con fare agitato, esclamando e strillando nomi in una cacofonia di suoni.

Lancio uno sguardo ansioso ad Harry e Ron, sperando che non si incuriosiscano troppo da fermarsi a guardare.

Qualsiasi cosa stia accadendo, infatti, mi puzza di espulsione.

Ma è troppo tardi perchè Ron, mettendosi sulle punte, sgrana gli occhi esclamando: «Rissa!»

«Chi sono?» Chiede Harry, eccitato.

E io nella mente ripeto: fa che non siano Grifondoro, fa che non siano Grifondoro...

Perchè se lo fossero chissà quanti punti ci toglierebbero una volta scoperti dai professori.

E poi non vorrei che altri coraggiosi compagni di casa (tipo Harry e Ron) si aggiungessero per difendere il nostro onore.

Ron si solleva nuovamente sulle punte, allungando il collo fino al limite per poter vedere meglio.

«Sembrano...»

Fa che non siano Grifondoro, fa che non siano Grifondoro...

«Hei! Ma quello non è Cormac McLaggen? E c'è anche Nigel Wolpert.»

Perfetto, penso, davvero perfetto.

Due Grifondoro.

«Cosa credono di fare?» Strillo, per sovrastare il baccano. «Potrebbero farsi male, o peggio, farci perdere una montagna di punti!»

Detto questo mi faccio strada tra la folla a gomitate, ricevendone altrettante, e ascoltando a tratti alcuni commenti e nomi.

Scommetto che...

...e chi lo batte quell'orso di McLagg...

Hai visto come lo ha messo giù? Hai visto?...

«Basta guardare, dannazione, bisogna farli smettere subito!» Urlo con tutta l'autorità che mi riesce. «Smettetela! Smettetela!»

Ma non riesco nè a raffreddare gli animi nè a farmi strada tra la folla.

Sono quindi lì lì per tornarmene indietro, quando sento un ragazzino fare il nome di Malfoy.

È a questo punto che, spinta da una forza che non sapevo di avere, mi fiondo tra gli alunni fino ad arrivare a pochi metri dalla rissa.

Dopo me ne sarei pentita lo so. Non solo perchè mi trovavo in una zona pericolosa, ma anche perchè rischiavo di essere coinvolta nella inevitabile punizione che sarebbe seguita.

Ma quando decisi di avvicinarmi, riuscivo solo a pensare che dovevo vedere, che dovevo essere lì.

Anche se sarebbe stato a dir poco angosciante.

Ci sono altri Grifondoro, a menare pugni a destra a manca, ma sono presenti anche un paio di Corvonero. Inizialmente sembrava che fossero coinvolti perfino una decina di Tassorosso, ma ad un'occhiata più attenta si capisce chiaramente che questi stanno solo cercando di calmare gli altri.

Fra i tanti riconosco Zach Smith, intento a sedare una scazzottata tra il Corvonero Stewart Ackerley e il Serpeverde Blaise Zabini.

In pratica, un putiferio.

Scorgere il volto di Malfoy in una mischia del genere sembra impossibile.

E mi sento così impotente che mi viene da piangere.

Che poi, cosa mi interessa di Malfoy?

Io voglio solo non far perdere punti alla mia Casa per colpa di qualche imbecille che ha deciso di trasmettere in diretta una puntata di Wrestling.

«Finitela subito!» Strepito lanciandomi in avanti. «Siete tutti impazziti?»

Estraggo la bacchetta e lancio un incantesimo dopo l'altro.

Un wingardium leviosa per sollevare a due metri da terra un Tassorosso che stava per ricevere accidentalmente un poderoso schiaffo. Un flipendo per allontanare due ragazzi così avvinghiati tra loro da non riuscire a scorgere il colore degli orli delle divise.

Perchè fare a botte quando si può usare la magia?

Uomini.

All'improvviso sento delle braccia attirarmi a sè, ritrovandomi con la schiena contro un corpo alto e muscoloso.

«Cosa diamine credi di fare?» La voce calda e sensuale di Theodore Nott. «È pericoloso stare qui.»

Al solo pensiero di averlo così vicino mi si avvampa il viso.

«Questo dovreste dirmelo voi!»

Con una spinta lo allontano da me, schivando un calcio in arrivo dalla mia destra.

E quando mi volto a guardarlo sento il cuore stringersi in una morsa.

Il bellissimo viso di Theo sembra ora un'orribile maschera di Halloween.

Una parte del volto è completamente tumefatta e inizia già a colorarsi di viola, circondando un vivacissimo occhio verde. Per non parlare del taglio al labbro, dal quale scorga così tanto sangue da avergli sporcato gran parte del mento e il colletto della camicia.

Ma nonostante sia tremendamente dispiaciuta per lui, nella testa adesso c'è solo un nome.

«Malfoy...» Mormoro. «Theo, ho sentito che era coinvolto anche Malfoy, dov'è?»

Nott scatta verso di me per stringermi in un abbraccio, racchiudendo così parte del mio corpo in una gabbia sicura dalla confusione che ci circonda.

«Vai via di qui, Granger!» Dice spingendomi fuori dalla mischia. «È già abbastanza difficile così, senza dover stare a preoccuparsi anche di te.»

«Ma dobbiamo andare ad aiutarlo, Theo, dobbiamo stare con lui!»

Il ragazzo si ferma di colpo e mi afferra le spalle, puntando gli occhi dritti nei miei.

Posso ancora vedere di sfuggita la stoffa nera delle divise svolazzare ovunque, facce doloranti e gocce di sangue.

«Io devo stare con lui, Granger.» Afferma deciso Theo. «È compito mio, non tuo.»

«Se le cose stanno così allora fallo.»

La voce esce più severa di quello che volevo, e anche lo sguardo, credo di averlo indurito un po' troppo.

Vedo gli occhi di Theo indugiare sul mio volto.

«Solo se mi prometti che te ne starai fuori da questa faccenda.»

Sto per ponunciare la promessa, quando nel mio campo visivo compare una chioma bionda.

E allora nella mia testa c'è solo il vuoto.

Non sento più nessun suono, sostituiti tutti da un incessante fischio.

Davanti agli occhi solo il viso di Draco Malfoy.

Una tempia sanguinante, raschi ovunque e le nocche delle dita sbucciate.

Colpisce gli altri con una ferocia che non gli avevo mai visto prima.

La faccia contorta in una smorfia di rabbia.

Violento. Spietato. Ingovernabile.

Ma poi qualcuno lo tira da dietro, facendogli perdere l'equilibrio. Lo vedo barcollare, poi cadere di schiena. Un mio compagno di Casa gli si scaglia sopra, ricoprendolo di pugni. Malfoy cerca di rialzarsi, ma alla lotta si aggiunge un Corvonero dall'aria minacciosa che incomincia a pestarlo senza pietà.

«No!» Urlo, scansando Theo e dirigendomi verso la scena.

Sento dietro di me i passi di Nott, ma non aspetterò che siano gli altri a intervenire al posto mio.

Non so cosa mi spinge a farlo. Non so cosa governa adesso il cervello o il mio cuore. So solo che stanno facendo del male al ragazzo che ho baciato la notte di Natale, al ragazzo che ha lasciato un po' di pozione cura ferite per me, al ragazzo che non saprà mai cosa forse provo per lui, perchè non glielo dirò mai.

Perchè lui rimarrà sempre e solo Draco Malfoy. Arrogante, cattivo, presuntuoso.

E io rimarrò Hermione Granger. Altezzosa e maniaca della perfezione.

Non siamo uguali, per niente.

Ma in un ingranaggio sono proprio i pezzi opposti a combaciare perfettamente.

Inizio a camminare sempre più rapidamente, tremante, e quando sono a un passo da Draco Malfoy, un corpo pesante cade su di me, facendo rovinare entrambi per terra.

Strizzo gli occhi dal dolore e all'improvviso sento un fischio levarsi acuto.

Man mano che il fischio continua a martellare i timpani, nel cortile cala il silenzio.

«Immediatamente dal vostro direttore di Casa!» Sento così tuonare la possente voce di Madam Hooch. «Tutti!»

Adesso strizzo gli occhi ancora più forte e non per il dolore fisico.

Si tratta di un altro tipo di dolore dato dall'idea che, di lì a poco, avrei dovuto subirmi una leggendaria strigliata della McGranitt.

Molto probabilmente anche una punizione. Punti persi. O anche peggio.

Per tutti i maghi e le streghe, non ci voglio neanche pensare!



Nel prossimo capitolo:


 

Da oggi, per tre interi giorni, non apparterrete più alla vostra Casa.
Ogni volta verrete ospitati da una Casa diversa.
Vi verrà prestata la divisa, condividerete la sala comune e seguirete le lezioni insieme.
Verrete chiamati con il nome della nuova Casa e identificati sotto lo stesso colore.
Infine dormirete nello stesso dormitorio.
Il giorno dopo comincerete con un'altra Casa, fino ad averle visitate tutte.

 

«Questa è peggio di quella volta che ho dovuto pulire la guferia.»

   
 
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