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Autore: Il_Signore_Oscuro    21/06/2018    5 recensioni
[STORIA INTERATTIVA - ISCRIZIONI CHIUSE]
(Momentaneamente interrotta per problemi con la connessione internet)
Arcadia, una fra le più importanti scuole di magia e stregoneria di tutta Italia. Eretta su un isola sospesa nel cielo e protetta da potenti incantesimi di occultamento, essa accoglie studenti da ogni angolo dello Stivale e in quelle mura si formano coloro che saranno i maghi di domani. Ma come in ogni scuola di magia, anche qui ad Arcadia si celano dei segreti...
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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MILO

 
 
Le nozioni sugli habitat degli gnomi gli ronzavano in testa, quando i tendaggi che precedevano il quadro d’ingresso alla sala di Chimeroro furono scostati, rivelando la presenza di Beniamino e René, due ragazzi di Taurobalto del primo anno come Milo.
Erano intenti a chiacchierare e il ragazzone aveva nella voce un marcato tono d’ansia.
«Hai idea delle punizioni che potremmo subire se ci beccano a quest’ora della sera?»
I due si inchiodarono sul posto, nel vedere che lì in attesa c’era qualcun altro e, forse per un attimo, dovettero temere si trattasse di un prefetto o qualcuno del genere. Milo lo intuì ed esibì il più rassicurante dei suoi sorrisi.
«Piacere, Milo Colonna» si presentò, tendendo la mano ai due, che dopo una prima esitazione tirarono un lungo sospiro di sollievo.
«Anche tu qui su invito di Alessandra? Rischiamo davvero di passare i guai» continuò a rimuginare Ben, ad occhi bassi.
«Andiamo,» esclamò René, scuotendo i lunghi capelli azzurri «quando mai ci ricapiterà di partecipare a una festa del genere?».
Chiunque altro, trovandosi faccia a faccia con qualcuno che aveva sabotato, probabilmente avrebbe mostrato vergogna o magari tracce del proprio rimorso. Ma se c’era qualcosa che Milo aveva imparato nella sua pur breve vita, era che esistono due modi per ottenere i propri successi: il talento e l’impegno, oppure l’ingegno e l’astuzia. Milo era ben cosciente dei suoi limiti e delle sue capacità “Lì dove non arrivano le mie abilità, è giusto che io supplisca con l’inganno. E chi non capisce di essere ingannato, beh, è giusto che abbia la peggio. È una questione di merito e pari opportunità!”.

E dunque il viso del Colonna in quel momento non poteva che essere il ritratto  della serenità.
Passarono alcuni minuti, e il quadro che ritraeva la chimera di Chimeroro si scostò e Alessandra fece capolino, seguita da una ragazza più grande con lunghi dread fra i capelli.
«Siete venuti tutti, che bello!» esclamò con aria eccitata, abbracciando ciascuno dei presenti «Lei è Stefania, una mia compagna del quinto anno».
«Piacere di conoscervi» esordì quest’ultima, con un largo sorriso «Raffa, il nostro prefetto, beh, è un rompicoglioni di prima categoria. Sicuro come la morte ci darebbe problemi se ammettessimo gente di altre case nella Sala Comune» tirò fuori la bacchetta «quindi qui urge un camuffamento a cinque stelle».
Non ci vollero che due colpi di bacchetta e l’idra sul petto di Milo si tramutò in una chimera rampante in campo nero e oro.
«Fantastico!» commentò René, con gli occhi sbarrati «mi insegni come si fa?!»
Stefania gli lanciò un ghigno divertito «Quando sarai più grande, piccolo il mio puffo. Adesso entrate e fate come foste a casa vostra».

La Sala Comune di Chimeroro era una stanza circolare con le pareti tappezzate di arazzi, i quali commemoravano le imprese di Bellerofonte, in sella ad un candido pegaso sullo sfondo di alte vette e contorti dirupi.
In occasione della festa alcuni fra i ragazzi più grandi avevano fatto scorta di balzi-corn, patafrizze, rustici d’ogni forma e dimensione, burrobirre, cocafrolle e fantasprizze.
In un angolo sedeva il fantasma della casa, battendo un piede sul pavimento, seguendo il ritmo di una vecchia canzone americana proveniente dalla radio poggiata sul comodino.
«Non c’è il rischio che sentano tutto questo trambusto?» chiese Milo, prendendo al volo un balzi-corn e infilandoselo in bocca.
Alessandra denegò energicamente col capo «No, no, i ragazzi dell’ultimo hanno isolato le pareti con incantesimi insonorizzanti» replicò, sorseggiando una coca-frolla.

La festa prese pian piano ad animarsi, mentre un giovane dai capelli rossi, sprofondato su una poltrona, squadrava tutti con uno sguardo da rapace.
René e Beniamino, un po’ in disparte, avevano attaccato bottone con la Gallo, mentre a loro si univa anche la Talliani. Milo fece per raggiungerli, quando improvvisamente la radio virò su un lento all’italiana e una mano si serrò attorno alla sua manica. Alcuni studenti spostarono tavoli e divani per fare posto. Stefania tirò a sé il ragazzo con i capelli rossi e lo costrinse a ballare con lei.
«Stefania!» protestò quello «Lasciami immediatamente, sono il tuo prefetto!» la sua faccia aveva assunto lo stesso colore dei suoi capelli, mentre balbettava tutto impettito.
«Non fare il pezzo di legno e danza un po’ con me, vecchio brontolone» lo rimbeccò lei, portando le mani di lui sui suoi fianchi.
Lo sguardo di Milo risalì per la mano che lo tratteneva, su per il braccio, fino a fermarsi sul viso di Alessandra che lo guardava con gli occhi semilucidi.
«Sì?» chiese lui, piuttosto confuso.
«Ehi, Milo. Mi chiedevo se tu, ecco, io. Sì, insomma, noi-» prese a incagliarsi sulle sue parole, avvampando sempre più.
“Che strana sensazione” pensò Milo, mentre qualcosa si agitava dentro di lui e uno strano sorriso si faceva largo sulle sue labbra, senza controllo.
«Certo» rispose con il solito cipiglio sicuro e, presa la sua mano fresca al tocco, la avvicinò a sé.
«Sappi che potrei pestarti i piedi, sono sempre stata una frana nelle serate di galà».
A Milo scappò una breve risata «Non preoccuparti, guido io» e insieme presero a seguire il fluire della musica. Tutto stava nell’andare a ritmo, conteggiando i movimenti e ripetendoli di volta in volta. Ma non era solo questo, c’era qualcosa di più: una strana forza scevra d’ogni controllo che lo muoveva. Come se i piedi, le mani, lo sguardo, il corpo tutto andasse un po’ per conto suo. E una simile magia era un incanto che insieme lo turbava e scaldava il gelo nell’anima di Milo. Ben presto René e Ben imitarono i loro compagni, ballando rispettivamente con la Gallo (poco entusiasta della cosa) e la Talliani. Mentre Stefania, passato il partner a una compagna di goliardate, tirò in pista il fantasma di Bellerofonte, il cui sorriso da melanconico che era, si fece via via più allegro e spensierato.

La serata trascorse così, tranquilla e senza preoccupazioni. Per Milo fu bello, una volta tanto, allontanare la mente e i pensieri dai demoni del futuro. Dalla pretesa di un posto al Ministero, imposta dai suoi genitori. Dal costante desiderio, o autoimposta costrizione, di elevarsi sempre e comunque sopra agli altri.
“Forse al mondo c’è qualcosa di più dell’ambizione” pensò, lasciandosi cadere sul divano con un lungo sorriso e i capelli arricciati dal sudore.
Ma fu a quel punto che accadde qualcosa di inaspettato: dalla finestra spalancata, un gufo fece il suo ingresso, planando dritto sulle gambe della Talliani e richiudendo elegantemente le ali dietro di sé. L’animale recava con sé un messaggio.
«Posta? A quest’ora della notte?» commentò qualcuno, mentre nella Sala Comune scendeva il silenzio e Bellerofonte riprendeva a incupirsi.
«Cosa dice?» chiese qualcun altro, mentre Cassandra si affrettava ad aprire la busta.

Milo osservò quegli occhi azzurri scorrere fra le righe e schiudersi poco a poco fino a sbarrarsi del tutto. Le labbra della ragazza tremolavano, mimando le parole.
«I m-miei genitori… loro sono Auror alle dipendenze del Ministero» spiegò Cassandra, senza alzare lo sguardo dalla lettera.
«Beh, cosa succede?!» chiese Stefania, allarmandosi.
Cassandra Talliani alzò gli occhi verso i suoi compagni, stringendo nervosamente il foglio fra le dita e i presenti in un teso silenzio, fino a quando, finalmente, non si decise a parlare
«Un membro delle Maschere… è nascosto qui ad Arcadia!».

E dopo questa sconvolgente notizia cosa faranno i nostri protagonisti?
ATTENZIONE: Harry Fine ha subito il malus, dunque non sarà possibile per lui effettuare la scelta in questo capitolo
a) Chiacchierate in Sala Comune e poi al letto presto!
b) Ho fatto guadagnare alla mia casa qualche altro punticino, la Coppa delle Case sarà nostra!
c) Ho studiato [Indicare la materia]*
d) Prima di andare a dormire mi eserciterò un po’ con [Indicare un incantesimo che si conosce già]**


*Le materie disponibili sono: Incantesimi, Difesa contro le Arti Oscure, Volo, Pozioni
Inserite la risposta all’inizio della recensione
**Anche “Volo” è da considerarsi un incantesimo

Scusandomi per l’attesa insolitamente lunga,
un abbraccio,
Il Signore Oscuro
   
 
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