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Autore: Syliael    21/06/2018    2 recensioni
==(Storia con OC/iscrizioni aperte)==
Jeanne è sempre stata una persona un po' particolare, una di quelle con cui non si ha mai l'impressione di avere realmente un legame. Forse perché non vuole riempirlo per davvero, quel vuoto che da sempre l'accompagna, ma avere una scusa per correre sempre tra le braccia del suo unico affetto.
Forse il suo arrivo al "Dolce Amoris" cambierà le cose, forse no. L'unica cosa che scopre è che quel dannato liceo è tutto, fuorché "dolce".
Non ne è sorpresa, non le importa. Che la credessero pure un alieno, una poco di buono o che altro.
Infondo ognuno ha dei segreti e nessuno è disposto a rivelare i propri, no?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Alla fine, il ritorno e soprattutto l'insistenza di Jordan l'avevano costretta a rimettersi in sesto e tornare a scuola, con quattro giorni di ritardo sull'inizio.
Nuovo inizio, nuovo liceo, ripeté innervosita lungo il tragitto; si era calcolata le ore massime in cui sarebbe potuta rimanere a casa: con 30 ore settimanali e 33 settimane, aveva 990 ore di scuola. Le bastavano 742 ore e mezzo di lezione per passare l'anno, ne aveva già consumate solo 20.
Quel bus era stracolmo di gente, stava per impazzire, era seduta accanto al finestrino e sulla destra aveva un maledettissimo ciccione che prendeva anche metà del suo sedile. E quello stupido zaino, era così pesante, così... noioso.
Fu l'ultima a scendere alla fermata, l'amabile vicino fece fatica a scostarsi per lasciarla passare.
Si decise a seguire la massa di studenti, il terrore che il ragazzo la seguisse di nascosto e la riprendesse se si fosse nascosta in una qualche libreria le dava l'energia per affrontare la lunga giornata.
Nessuno, però, entrò nel cortile. Fu l'unica a varcare quella soglia, l'unica sola. Gettò un'occhiata lasciva ai fiori nelle aiuole, nulla più che distese di eriche dal vibrante colore rosa e bianco. Cercò la sezione L, trovandola senza problemi al piano terra. Sarebbe dovuta andare a recuperare la chiave dell'armadietto, prima o poi.
Solo l'orologio le rese noto quanto fosse presto, mancavano venti minuti all'inizio delle lezioni. Dannata lei e la sua mania di non controllare mai l'ora, adesso aveva tutto il tempo di crogiolarsi nelle sue paranoie.
Jeanne era sempre stata una persona un po' particolare, una di quelle con cui non si aveva mai l'impressione di avere realmente un legame e questo non sarebbe cambiato solo per l'ultimo anno.
Non era abbastanza seccante essere finita davvero in un liceo chiamato "Dolce Amoris" per volere del fratellone? Chi l'aveva poi potuto chiamare così, diavolo?
Sbirciò all'interno della classe, alla ricerca di qualcuno non sciroccato a cui sedersi di fianco. Oh, bene: era pure la prima ad arrivare, perfetto. Imprecò sottovoce, impaziente, e si stazionò a metà aula, di fianco alla finestra per levare quindi "Jude l'oscuro" dallo zaino, in attesa. Ne ripassò con delicatezza il dorso della copertina, rovinato dal tempo: l'edizione era del 1946, se l'era fatto prestare da Victor in cambio di due settimane di pulizia a suo carico supplementari.
...Dannato Jordan.

Prese la decisione di non calcolare minimamente i compagni di classe ed il professore: piazzò il libro di storia davanti, borbottò un ''presente'' poco convinto a testa bassa e riaffondò i pensieri nella lettura del libro non appena iniziò la lezione.
Cambiò oggetto della sua attenzione solo al suono della campanella, stritolando il telefono tra le mani e controllando i messaggi; quell'infame nemmeno l'aveva calcolata, con tutta probabilità era insieme a quell'altro simpaticone di Victor allo studio.
Gli chiese solo di passare a prenderla dopo il corso pomeridiano, non aveva la minima voglia di tornare su quel bus pieno di gente fastidiosa.
Seguì un gruppetto di ragazze di soppiatto, sperava con tutto il cuore stessero andando in mensa: non si era preparata nemmeno l'ombra di un pranzo e, nonostante non ne avesse voglia, sapeva che Jordan l'avrebbe ripresa se non avesse mangiato nulla.
Ebbe fortuna, si ritrovò una breve fila di persone intente a parlottare con dei vassoi in mano; ne afferrò svogliatamente uno e si accodò, intenta a controllare le doppie punte dei capelli neri.
«Ed eccola, la nuova arrivata!», si sentì sbeffeggiare dietro. Uno spintone la mandò ad urtare contro il ragazzo davanti a lei.
Jeanne non perse tempo, si voltò e fronteggiò la bionda e l'amica che trovò davanti.
«Che bel portafoglio. Scommetto ci siano i soldini che servono a noi, non credete, ragazze?» cinguettò la corvina, una ragazza cinese alta uno sputo.
«Pensi bene, Li. Vediamo un po' se lingua corta è come la povera e tenera Lynn.», il sorriso della bionda la spinse a stringere il portafoglio con apprensione.
«Si può sapere chi cazzo...», non terminò mai la frase. Un pugno nello stomaco le levò le parole di bocca. Cadde sulle ginocchia, annaspando.
«Ambra, se i professori ci scoprissero finiremmo nei guai. Io non ne voglio, lo sai.» sibilò solo una terza ragazza, castana, dietro di loro, senza muoversi.
«Oh, tranquilla» replicò solo lei, calciando Jeanne, «Nessuno qui ha visto nulla. E se fosse... Non ci sono prove.»
Si abbassò per recuperare i soldi, non prima di averle pestato con forza la mano con il tacco nero e lucido. Perlomeno non a spillo, o l'avrebbe trapassata da parte a parte.
Servirono pochi secondi a ''lingua corta'' per capire che nessuno le avrebbe dato il minimo aiuto.
''Non ho paura della cattiveria dei malvagi ma del silenzio degli onesti.''
Lì erano tutte pecore pronte a chinare il capo. Reagì d'istinto, le prese il polso e la tirò giù.
Era paura, quella che stava provando? che la spingeva a reagire con tanta violenza?
Le rotolò addosso e riuscì a piantarle un pugno sulla faccia, prima che le due amiche la bloccassero per le braccia. Ambra si rialzò tenendo il naso sanguinante. Nessuno osava fiatare.
Era furibonda, Jeanne temette l'avrebbe massacrata di botte e strappato a ciocche i capelli, se due professori non fossero entrati pacificamente in mensa e non avessero visto la scena. Scena in cui una dolce e gentile Li aiutava l'amica con un improvviso sanguinamento al naso e la bruna aiutava pacatamente la nuova a rimettersi in piedi chiedendole come stesse.
E quando si avvicinarono per verificare, Jeanne capì fosse meglio tacere. Nessuno avrebbe confermato la sua versione.
Si limitò a rimettersi in coda, prendere delle polpette di pesce dall'aspetto discutibile e ad andarsene in un tavolo libero. Sistemò il tovagliolino di carta sulle gambe come meglio poté e osservò il cibo, placida come un gatto. Aveva speso un euro e la cosa l'aveva infastidita, nel piatto non aveva che tre microscopiche palline pallide, non dovevano essere troppo cotte. Ne infilò comunque una in bocca, evitando ogni tipo di sospiro.
Non c'era molta gente quel giorno, si chiese se appostato fuori dal cortile non vi fosse un chiosco ambulante
, di crêpes magari... Quelle sì, le avrebbe mangiate volentieri, fantasticò. Si ricompose subito con una leggera schiarita di voce: alcuni dei ragazzi cercavano dove sedersi e non voleva scegliessero proprio un posto di fianco a lei, anche se dubitava che qualcuno l'avrebbe salutata, non ora che la bionda e le amiche avevano messo i loro occhi su di lei... Meglio così, si sorrise maliziosa, meno seccature da gestire.




 
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Angolino autrice
Ahah... che dire. Amo Ambra, da sempre. La voglio una vera cattiva, non una che da aria alla bocca, non aspettatevi dolcezze da lei ;-;
E... sì, vorrei che la storia uscisse più "dark" della controparte reale. Senza smancerie a destra e manca o persone che corrono felici a crocchio per salutare e regalare fiorellini all'ultima arrivata.
Null'altro, non saprei che aggiungere. Spero possa esservi piaciuto, ecco! Alla prossima!(^-^)/
  
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