Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Grell Evans    21/06/2018    0 recensioni
Temari decide di trasferirsi a Konoha per chiudere un capitolo lungo e buio della sua vita sentimentale che l'ha turbata e delusa profondamente. 
Shikamaru apatico e scostante appena la incontra le si avvicina, affascinato, dalla sua bellezza sconosciuta.
Tra di loro tutto sembra incominciare in modo tranquillo e delicato, ma c'è qualcosa che turba le loro giornate o per meglio dire, qualcuno.
E quel qualcuno non sarà gentile, nè comprensivo; non avrà intenzione di lasciare Temari senza di lui, piuttosto la morte.
 
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Domenica, le prime ore del giorno.

 
 
Una grande seccatura. Così l’aveva definita il Nara poche ore prima durante la magica festa in centro. Sentiva lo stomaco in subbuglio e quella sensazione fastidiosa aumentò quando, entrando nella sua stanza un odore sconosciuto, la travolse. Collegò il tutto al cervo di peluche adagiato sul letto, che per poco tempo era stato tra le braccia di Shikamaru e che adesso faceva da profumo per ambienti nella sua camera. Un profumo fresco, muschiato, misto all’odore pungente del tabacco, le pizzicava le narici riportandole alla mente quel volto perennemente seccato ma affascinante, antipatico a volte e misterioso.
Sentì l’amica attraversare il corridoio. – Karui… - sussurrò per attirare la sua attenzione.

- Ehi – la ragazza entrò avvicinandosi al letto. – Tutto bene? –
- Che tipo è Shikamaru? – diretta, senza preamboli, andò al punto.Strabuzzò gli occhi. – Beh, è un tipo apposto, tranquillo fin troppo. –
Temari strinse le ginocchia al petto, abbracciandole subito dopo. – è che siamo stati tutta la serata insieme. –
Karui si sedette ai piedi del letto così da poter guardare in faccia l’amica. – esattamente dove sarebbe il problema? – alzò un sopracciglio, munita di uno sguardo indagatore. – ti ha infastidita? –
Fece cenno di no con la testa e Karui sembrò tranquillizzarsi. – Allora dov’è il problema? –
Cercò di nascondere il viso tra le ginocchia, provava una profonda vergogna e non riusciva a spiccicare parola per liberarsi da quel peso. L’amica la guardava con un’aria ancora più interrogativa.  – Mi spieghi che diavolo hai? – la chioma rossa si mosse in seguito al suo scrollo di spalle.

- Perché si è comportato così? – sussurrò mentre faceva riaffiorare almeno gli occhi verdi fino ad allora rimasti nascosti.Karui si grattò la tempia. – Non mi devi rispondere con un’altra domanda. –
La sentì sbuffare.  – Io non posso frequentarlo. – affermò.

- Ah, sì? E perché mai? – domandò seccata.Non rispose. – Non dirmi che sei ancora in pena per quell’idiota. – disse Karui congelandola con lo sguardo. Vide le sue guance rigate da un rivolo di lacrime e il capo dell’amica fare cenno di sì.
 
 
Domenica. Primo pomeriggio.
 
 
 
Aveva passeggiato a lungo per tutto il villaggio. Era rimasta affascinata dalle piccole case vicinissime l’una all’altra, tutte colorate, piene di vita. Le strade erano poco frequentate poiché con il caldo la maggior parte delle persone riposavano, ma lei aveva dormito fin troppo e alle temperature alte era abituata.
Si rese conto di essere arrivata quasi ai confini del villaggio quando vide un torii* a segnalarle l’ingresso al Parco dei Cervi. Un viale composto principalmente da sassolini di ghiaia era circondato da alberi altissimi e cespugli che davano inizio ad una fitta boscaglia. Sentiva diversi fruscii tra le foglie, il cinguettio dei passeri tra i rami e lo scricchiolare delle sue suole ad ogni passo. Notò che a stento riusciva ad intravedere il cielo, gli alberi erano cresciuti così tanto da creare una sorta di tetto naturale che faceva filtrare i raggi solari.
Poi un bivio. Un’insegna scolorita segnava la strada verso alcune abitazioni nascoste mentre l’altra risultava illeggibile. Imboccò proprio quest’ultima e a mano a mano che proseguiva la strada diveniva sempre più stretta ed i sassolini sempre più radi sostituiti dall’erba. Quel passaggio poi si aprì in un grosso slargo zeppo di lapidi.

- Ma che diavolo... – sussurrò. – Proprio al cimitero dovevo finire. –Un fruscio sospetto la mise in guardia; lo shuriken stretto tra indice e medio pronto ad essere scagliato. L’arma volò e non colpì nulla, venne fermata.
- Benvenuta. –Temari scrutò la boscaglia proprio da dove aveva sentito quella voce. – Seccatura. –
Lo vide spuntare come se nulla fosse dalla vegetazione con lo shuriken tra le dita. – Cos’è volevi farmi secco? – inclinò la testa in cerca di una risposta.

- Che cosa ci facevi in mezzo al bosco? – domandò lei mentre tirava un sospiro di sollievo. – Che problemi hai? –Shikamaru fece spallucce. – Beh, dovrei chiedere a te cosa ci fai nel parco di casa mia. – le sorrise.
- Piuttosto i problemi li hai tu che tiri roba alla gente a caso. – continuò facendo roteare lo shuriken sull’indice. Temari trattenne il fiato quando lui le si avvicinò pericolosamente. – La prossima volta, cerca di cogliermi di sorpresa. – un altro sorriso. – magari riesci a colpirmi. –
- Se avessi voluto avresti quel coso conficcato nella fronte. – una smorfia provocatoria le decorò il viso. – Ti ho risparmiato. –Non si capacitava di come poteva aver avuto quella reazione quella mattina se in quell’esatto momento appariva sfrontata e sicura.
- Voi donne siete tutte così. Tutto fumo. – asserì Shikamaru mentre le riponeva lo shuriken nel borsello che la ragazza teneva dietro al fianco sinistro.
- Cos’hai contro le donne? – ribatté battendogli un pugno sui pettorali.
- Assolutamente nulla. – le prese il polso e lo strinse delicatamente osservando la pelle un po’ più scura della sua fare contrasto con le sue dita. – Siete solo incomprensibili. –Rimase colpita dalle vibrazioni di quel tocco che le percorsero tutto il corpo, dalla nuca scendendo giù per la spina dorsale e arrivando fino alla punta dei piedi. Aveva uno sguardo magnetico, ipnotico eppure i suoi occhi erano semplicemente neri incastonati in un taglio a mandorla.  
Un’altra scossa la stordì. Il ricordo di Daimaru*, della loro relazione e poi del loro addio… del suo addio. Tradita come se non valesse nulla, usata solo per arrivare vicino al kazekage e poi gettata via. Proprio lei che gli era stata tanto fedele aveva dovuto subire tutto quello scempio e scoprirlo solo tanto tempo dopo. Lei a quell’uomo aveva dato tutto, lui le aveva consegnato solo della mera apparenza donandole un corpo vuoto, senz’anima.

- Incomprensibili… - sussurrò.Shikamaru la guardò. Vedeva solo un mucchio di capelli biondo scuro e la punta delicata e tonda del suo naso fare capolino dalla sua acconciatura.
- Forse siete voi che non avete un minimo di coscienza; forse siete voi che non sapete o non volete amare perché non avete intenzione di impegnarvi! Desiderate solo svuotarvi e sfogarvi, dei sentimenti non vi interessa. – alzò la testa per guardarlo di nuovo. Nei suoi occhi verdi brillava un orgoglio ferito, un’anima ancora stordita da quel dolore che lacerava il corpo e lo spirito.Il viso del ragazzo da rilassato che era virò in un’espressione contrariata. Liberò il polso di Temari dalla sua stretta per poi intrecciare le sue dita con quelle di lei, poi con il pollice dell’altra mano le carezzò una guancia. Poté sentire la pelle liscia e morbida accogliere quel tocco, plasmarsi sotto quella delicata pressione e trasmettergli una sensazione benefica.
- Ma… - i suoi occhi divennero lucidi.
- Non dire nulla. – fece scorrere il suo dito sulle sue labbra, come a confermarle che non c’era bisogno di ulteriori parole.Una lacrima gli bagnò il palmo, inaspettata, mentre quegli splendidi occhi verdi, spalancati per la sorpresa, si riempivano di pianto, schiarendoli di qualche tono. Poteva leggervi dentro tutta la sua fragilità mentre se ne stava immobile a pochissimi millimetri dal corpo di lei. D’istinto l’attrasse a sé accogliendola in uno stretto abbraccio.
 

 
Lunedì. Ora di pranzo.

 
- Come mai abbiamo tutte queste patatine in dispensa? – domandò Temari mentre osservava tutte quelle buste colorate che segnalavano i diversi gusti.Karui sobbalzò quasi dalla sedia come se l’amica l’avesse accusata di aver ucciso qualcuno.
- Beh, sai… nei giorni prima del ciclo mi vengono degli attacchi di fame e una voglia incredibile di schifezze. – si giustificò giocherellando con il bicchiere di vetro.La bionda alzò un sopracciglio. – Capisco. – disse avvicinandosi curiosa. – e come mai ti sei agitata tanto? – continuò appoggiandosi sulla sua spalla destra. – Infondo non è un tabù parlare di mestruazioni. – sorrise consapevole che la risposta precedente era una scusa ed anche pessima.
- In verità… - Karui fissò intensamente la tovaglia. Era cosciente che l’amica non c’era cascata neanche un po’. – Quando Choji allena il suo team gli porto sempre un pacchetto di patatine quando posso o glielo offro quando viene qui... – ammise senza guardare la sua interrogatrice.
- Quindi ti piace. – concluse Temari fiera ed orgogliosa di aver scoperto la cotta segreta della sua coinquilina.
- Come a te piace Shikamaru. – un’espressione maliziosa comparve sul viso della rossa.Temari fu colta di sorpresa. L’aria vincente di un secondo prima diede i natali a una smorfia di quasi terrore smorzata da un mezzo sorriso. – O sbaglio? – chiese conferma Karui mentre la vedeva boccheggiare in cerca di una risposta.
- Non dire sciocchezze. – affermò mentre cercava di darsi un contegno.
- Appena ho detto il suo nome ti è venuto un attacco di panico. Hai un’espressione che è tutto un programma. – sorrise mentre il disagio sul volto dell’amica si manifestò in un lieve rossore. – Si vede che ti piace… -Davvero le piaceva Shikamaru? Era troppo presto per deciderlo anche se in realtà provava una profonda attrazione verso di lui nata dopo quell’abbraccio così forte ed intenso. Quel corpo sano ed asciutto, che poté percepire attraverso la maglietta leggera che portava, solo avendolo sfiorato con i polpastrelli le aveva trasmesso delle sensazioni che non provava da tanto tempo. Quando gli posò il viso sul petto per sfogarsi in un pianto doloroso udì il battito lento e ritmico del suo cuore, rimbombarle nelle orecchie come una ninna nanna che a poco a poco la calmò. Poteva ancora sentire le sue dita sul suo volto scacciarle via le lacrime e carezzarle le guance e le labbra, la sua voce tranquilla lenire come un balsamo le ferite del suo cuore.
- Temari? – domandò Karui – Tutto bene? –
- Sì. – fece cenno con la testa. – Esco, ci vediamo più tardi. – imboccò la porta della cucina, indossò i sandali e uscì. 
 

 
***
 

 
Quando da piccola aveva iniziato gli allenamenti per diventare genin non pensava di poter arrivare dove era adesso. Ambasciatrice per Suna a Konoha, fuorisede, indipendente e anche lontana dai suoi affetti. Era orgogliosa di ciò che era diventata, considerata una delle kunoichi più forti del suo villaggio, era il punto di riferimento di tante ragazze che aspiravano a diventare come lei; delle donne coraggiose e valorose.
In quel momento però si vergognava come una ladra perché stava semplicemente camminando sul viale che portava verso le abitazioni del clan Nara. Percorreva quel viale a testa bassa, come per nascondersi, perché non credeva neanche lei a ciò che stava facendo.

- Signorina? – una voce femminile la chiamò.Temari si voltò. – Mi dica. –
Una signora anziana, bassa e con dei lunghi capelli bianchi, teneva al suo fianco un cervo con delle lunghe corna. Quell’animale aveva un fascino incredibile, fiero e severo, la guardava con dei profondi occhi neri.

- Lei non vive qui, sbaglio? –
- Non sbaglia. – confermò sorridendole.L’anziana le ricambiò il sorriso e si avvicinò. – è molto bella, lo sa? –
Rimase impietrita quando quella donna le accarezzò il viso, un tocco materno che le era sempre mancato e che le risultò sconosciuto. – La ringrazio molto. – sussurrò Temari guardando il viso dolce e modellato dalle rughe della signora.

- Ascolti… conosce un certo Shikamaru? – le domandò timida.Lei la guardò poggiando le mani sui fianchi. – Certo! È quello sfaticato di mio nipote! – esclamò. – Come mai una bella ragazza come te cerca proprio lui? È peggio di suo padre. – continuò.
Sorrise mentre l’espressione dell’anziana diveniva piuttosto buffa. – Eccolo quel pigrone! – si interruppe e prese fiato. – Nara Shikamaru! – urlò facendo sobbalzare il giovane che non si aspettava di essere chiamato in quel modo.

- Nonna che diavolo hai da sbraitare? – domandò avvicinandosi.
- C’è una bella signorina che ti cerca. Guarda che meraviglia di donna; muovi quel culo e falle fare un bel giro. Forza. – gli ordinò la vecchietta fulminandolo con lo sguardo.Sul viso del ragazzo comparve una smorfia seccata. – Sei una seccatura, peggio di mamma. – asserì mentre faceva cenno alla ragazza di seguirlo.
- Comportati bene! – gli strillò dietro mentre li vide allontanarsi.Alzò la mano e la mosse in modo da comunicare di non volere scocciature.
Camminarono per qualche metro, allontanandosi dalle abitazioni più piccole, percorrendo un viale alberato che portava a delle case più grandi circondate da ricchi giardini.
Rimase affascinata dallo stagno nel quale sguazzavano delle carpe e altri piccoli pesciolini e dal piccolo pozzo che si trovava a pochi passi dalla grande villetta.

- È bello qui. – affermò Temari guardandosi intorno.
- Dici? – domandò mentre si accomodava sul pavimento di legno che precedeva l’ingresso della casa. La guardò e le parve come una bambina felice e curiosa di poter visitare un posto nuovo. Quegli occhi verdi che il giorno prima apparivano spenti e vuoti in quel momento erano vivi e brillanti, densi di felicità.
- Shika! Un cerbiattino! – indicò con il dito il piccolo animaletto che tremava provando a stare in piedi sulle sue scheletriche zampe.Lui sorrise. – Non ti venga in mente di toccarlo. La mamma è qualche metro dietro di lui, potrebbe attaccarti. –
Temari gonfiò le guance, in segno di disapprovazione. – Ma è così carino. – tentò di convincerlo.

- Sei proprio una seccatura. – disse mentre incrociava le gambe e portava le braccia dietro la testa.La sentì avvicinarsi e sedersi poco distante dai suoi piedi. – Che vento ti ha portata qui? – chiuse gli occhi godendosi il venticello fresco.
- Volevo vederti. – beata onestà.Alzò leggermente la testa per guardarla. – Ah, sì? –
Le sue guance arrossirono delicatamente mentre i suoi occhi la scrutavano. Si sentiva una stupida, una perfetta idiota ad aver detto quella frase ma infondo era quello che provava ed era il reale motivo per cui si trovava lì.

- Volevo ringraziarti… per ieri. – confessò.
- Non dovresti farlo. – disse osservando lo stagno che era esattamente di fronte a loro.Temari lo guardò interrogativa. Era sempre molto enigmatico quando parlava, non sputava mai il rospo al primo colpo e questo a volte non le faceva capire quali erano le sue vere intenzioni.
Io ho solo fatto quello che l’istinto mi ha suggerito. Non c’era nulla di programmato, niente di forzato. Il mio cervello mi ha detto “abbracciala” e io l’ho fatto; è servito anche a me in un certo senso. – i suoi occhi ora erano rivolti al cielo azzurro. – Vedi Tem, io sono una persona a tratti detestabile, eternamente seccata, e senza tante pretese ma do tutto me stesso quando si mettono in gioco le cose che amo e le persone a cui voglio bene. È questo dare incondizionato che mi ha reso un po’ più schivo del solito, la delusione di non ricevere mai niente nonostante donassi tutto me stesso per aiutare chiunque, mi ha cambiato. Non è che pretendessi di essere lodato o venerato; cercavo solo di nutrirmi dell’amore che pensavo quella persona provasse per me per sentirmi bene. -  il suo viso mutò in un’espressione piuttosto triste. – Quando ti ho stretta e ho sentito il tuo corpo vicino al mio… io sono rimasto incantato. – si mise seduto con le gambe incrociate e con il viso appoggiato sul palmo della mano rivolto verso di lei. – Un po’ come adesso. – aggiunse mentre un lieve sorriso gli decorò il volto.
Ebbe la percezione che il tempo si fosse fermato nel momento stesso in cui Shikamaru aveva iniziato il suo monologo. Le sembrava di essere stata catapultata in un altro mondo, dove c’erano solo loro due a confessare ciò che erano diventati l’uno con l’altro.

- Credo che noi due siamo molto simili. – affermò Temari mentre una folata di vento le scompigliò i capelli. – Pensavo di aver trovato un uomo che nei momenti difficili potesse trasformare i miei muri in polvere, che potesse rendermi ancora più forte e senza paura, che credesse in me e che mi amasse per ciò che ero. – finse di guardare le nuvole tentando di respingere le lacrime che sentiva nascere. – Non avrei mai immaginato di essere considerata un mero oggetto o un mezzo per ottenere una promozione. Io ho amato tanto e forse, come te, non ho mai ricevuto in cambio neanche un briciolo di quello che ho donato. – fece una pausa. - È andata così. – fece spallucce, come a scacciare quei ricordi, come per dimostrare che non gliene importava più niente.Non se ne accorse neanche, concentrata com’era a formulare un discorso sensato senza piangere e a mantenere un certo contegno, quando la mano di Shikamaru l’attrasse a sé, per regalarle un bacio intenso e caldo sulle labbra. Ebbe come la sensazione che il cuore si fosse alleggerito, che il cervello avesse cancellato tutti quei ricordi dolorosi che pochi attimi prima stava cercando di raccontare; rimase incredula di fronte a quel gesto che in cuor suo desiderava da tempo. Ricambiò quel bacio scossa da un brivido che le percorse l’intera schiena; le sue labbra morbide erano un incanto anche solo da sfiorare, trasmettevano un desiderio covato da tanto, capiva che alla base di tutto questo c’era un’attrazione mentale; come se due pezzi di un puzzle si fossero finalmente incastrati perfettamente.
Il cuore cominciò a batterle forte che le parve scoppiare, non si ricordava che baciare qualcuno potesse scatenarle una reazione simile; si sentiva legata a Shikamaru perché c’era un’intesa tra di loro, qualcosa di forte che legava prima le loro menti e poi i loro corpi.
Le lasciò le labbra. – Non possiamo vivere solo per ricordare – disse guardandola intensamente negli occhi. – Non ne vale la pena. – le sfiorò le guance con i polpastrelli.
Temari rimase immobile a godersi quel tocco che avrebbe desiderato sentire ovunque, chiuse gli occhi e una lacrima le solcò il viso, felice, perché tutto ciò che covava nel profondo andava realizzandosi, finalmente tutto sembrava essere tornato al proprio posto e Shikamaru raccolse quella lacrima, percependone l’essenza, raccogliendola con una carezza.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Grell Evans