Metodi
alternativi per farsi licenziare
Faccio una sgommata con la macchina in pieno stile fast and furios tanto che Jiraya mi guarda dalla finestra tutto ammirato e alza persino i pollici in su.
Tuttavia quando mi vede uscire e scorge la mia faccia indietreggia velocemente chiudendo le tende.
Entro nel mio appartamento come una furia.
<< Matsuri >>
Inizio ad urlare.
<< Matsuri! >> ripeto incazzata come una bestia.
Giro per casa sperando di trovarla. Perché ovviamente quella non mi risponde al telefono e non so se è effettivamente a casa.
<< MATSURI! >>
La trovo in cucina seduta sulla sedia davanti il tavolo. Mi guarda basita ed anche un po' preoccupata.
<< Sumi... >> inizia a dire.
<< Tu a quello non te lo sposi >> la interrompo continuando a urlare.
Matsuri mi guarda come se fossi sotto crack.
<< Come scusa? >>
Mi scaglio come una furia contro di lei buttando malamente sul tavolo la stampa con l'articolo.
<< Il padre di quella parodia di essere umano del tuo fidanzato ha ammazzato i nostri genitori. Alla guida di quella Lamborghini c'era Sabaku no Rasa! >>
<< Come ti permetti di fare queste insinuazioni? >>
A parlare è Gaara che spunta improvvisamente dietro di me e mi fulmina con lo sguardo.
Senza curarmi di nulla lo fronteggio e comincio a parlare con un tono più basso ma decisamente più velenoso.
<< Tuo padre e il vostro avvocato hanno cercato di insabbiare l'intera faccenda. Purtroppo per voi qualche granello è volato via >> dico irritante.
<< Ti consiglio di tacere se non vuoi finire in guai seri Sumire >>
Quando Sabaku no Gaara vuole incutere timore sa bene come fare. Ma in questo momento sono troppo arrabbiata e troppo poco lucida per subire minacce.
<< Che vuoi fare? Prendere la tua auto ed aspettare che esca fuori dalla porta? >>
Lui rimane impassibile. È abituato alle minacce e alle frecciatine.
<< Non essere ridicola >>
Mi risponde calmo e pacato e ovviamente questo non fa altro che farmi incazzare ancora di più.
<< Per anni tuo padre è stato sotto ricatto. E io sono sicura che, come erede di tutto ciò che era suo, TU sei venuto a conoscenza della faccenda. Qualche eredità scomoda magari... >>
In quel momento se possibile Gaara diventò più bianco del solito e rimase in silenzio, cosa che non sfuggì a Matsuri.
<< È la verità Gaara? >>
<< Io... >> il ragazzo aveva cominciato a balbettare e a distogliere lo sguardo.
Matsuri si era avvicinata a lui.
<< Allora? >>
Il ragazzo si sedette mostrando una crepa nella sua impeccabile maschera.
<< Avevo dodici anni quando è successo... una svista di una sera e la nostra famiglia è stata distrutta... >>
<< La tua? E la nostra allora? >> dico con rabbia.
Vedo Gaara inspirare e mettersi le mani con le dita incrociate davanti la bocca. Lo fa sempre quando è in difficoltà.
<< Sapevo che mio padre aveva commesso degli errori... >> Inizia a dire in modo molto diplomatico << … ma non avevo idea.... >>
<< Questo mi basta. Fuori. Fuori da casa mia! >> Dico furente interrompendolo.
Matsuri aveva cominciato a tremare.
<< No >>
<< Come dici Matsu? >> dico fissandola con le pupille ridotte a due piccolissimi puntini.
<< Non puoi cacciarlo. Lui è il mio fidanzato e non ha colpe di quello che ha fatto suo padre... >> inizia a balbettare tra le lacrime.
L'avete sentita anche voi vero? Non sono pazza io giusto?
<< Come prego? >> dico allibita.
<< Aveva solo dodici anni hai sentito. Che colpa ne ha? >>
<< Quando è venuto a conoscenza della faccenda avrebbe dovuto prendere i giusti provvedimenti >>
Gaara mi si avvicina con decisione ma poi china il capo e chiude gli occhi.
<< Sono venuto a conoscenza del fatto solo dopo la morte di mio padre >> dice quasi per discolparsi << avevo sedici anni e non ho potuto fare nulla. Baki si è occupato di salvare la reputazione delle aziende e della famiglia... >>
<< Non me ne frega niente delle tue scuse. Ho detto che te ne devi andare fuori da casa mia >>
<< E anche casa mia >> interviene Matsuri decisa << E lui deve rimanere qui con me >>
Non ci vedo più.
Mi avvicino a quella ragazza che a stento riconosco come mia sorella e mi fermo a meno due centimetri dal suo naso, la fulmino con lo sguardo ed inizio a parlare con tono pericolosamente calmo.
<< Per anni ho aspettato che ti riprendessi >> e in quelle parole si avverte tutto il mio risentimento << Mi sono occupata di te. Ho fatto in modo che non avessi problemi. E tu piangevi, piangevi, non facevi altro che piangere!
Ti ho sempre giustificata perché tu hai assistito all'intera scena mentre io sono stata graziata da questo trauma. Ma adesso basta >> alzo la voce e sento gli occhi che mi pizzicano << Secondo te io non ho sofferto? Io ho trattenuto le lacrime per anni! E adesso, dopo aver fatto di tutto per te, tu mi ringrazi sposandoti col figlio di quello che ci ha ammazzato i genitori? Che cazzo ti dice il cervello? >>
I due mi guardano come se fossi pazza.
Inizio ad indietreggiare e quando mi accorgo delle lacrime che mi rigano il viso capisco che devo cambiare aria.
<< Vaffanculo >>
Me ne vado sbattendo la porta infuriata e amareggiata.