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Autore: Lellaofgreengables    24/06/2018    1 recensioni
Marina e Domenico
Torino 1981.Marina è una giovane archeologa che vive la vita con estremo impegno, mentre Domenico fa del disimpegno la sua bandiera e dopo aver lavorato come animatore sulle navi crociere e nei villaggi vacanze , sogna il successo in una delle televisioni private emergenti dei primi anni '80.
Marina si divide tra il ricordo di un bambino che le aveva donato un cuore di metallo e che era stato uno dei suoi due migliori amici, e il dolore per una storia d'amore finita male con il suo ex professore.
L'amore può unire due poli apparentemente opposti.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Marina era nell'automobile che Salvatore aveva prestato a Domenico e insieme al giovane Strano, stava tornando a Torino dopo aver trascorso la serata con Bernardo e i bambini.

"E questo è tutto. Ora sai ogni dettaglio sui reperti paleocristiani che abbiamo trovato a Napoli" sorrise Marina, mentre Domenico tentava di trattenere uno sbadiglio.  "Vedo che il mio racconto ti è sembrato davvero interessante." gli fece notare lei. 

"Non è per colpa tua... Il fatto è che il mio cervello non è come quello di Fortunato, molte cose non riesco a capirle." le sorrise lui. 

"Ma perché devi sempre sminuire le tue capacità intellettive. Non sarai uno scienziato come tuo fratello ma non sei per nulla uno sciocco. Credimi, Patrizio ha preso un diploma al liceo classico ma credo che si stia ancora oggi domandando come mai il pesce rosso si chiama "rosso" anche se il suo colore è arancione." Marina si lasciò andare al ricordo del suo primo fidanzato, conosciuto il primo giorno di ginnasio e poi lasciato per Lorenzo. 

"Patrizio era un caso senza speranza, ma poi ti sei gettata su tipi di un certo spessore intellettivo. Lorenzo, Leopoldo... Invece ci sono talmente tante cose che io non riesco a comprendere. Per esempio, non riesco a capire come mai mio fratello sospiri tutto il giorno per una tizia conosciuta all'università, quando potrebbe fare tante nuove conoscenze, non so se hai capito!?" 

"Domenico, non si usa la testa per questo. Si usa questo" gli fece notare Marina, toccandosi il petto, proprio sul cuore.  "Si chiama amore. E se sei davvero innamorato di una persona non riesci a sostituirla con quel tipo di "conoscenze", come le definisci tu. L'amore e il sesso sono due cose completamente diverse. Non nego che il sesso sia una componente importante dell'amore ma..." sospirò Marina, rendendosi conto che il suo interlocutore era un analfabeta in fatto di amore ma ricco di conoscenze riguardo al sesso. "Hai conosciuto questa Caterina?" domandò Marina.

"No, in realtà ignoravo persino il suo nome. Mio fratello preferisce confidarsi con te. Comunque secondo me lo sta facendo solamente soffrire. Devo dire che è quasi comico vedere quel secchione di mio fratello trascorrere le sue giornate davanti allo specchio, chiuso in bagno. Mia madre sta iniziando a preoccuparsi." Domenico sorrise, scacciando il pensiero delle sofferenze del gemello, concentrandosi sulla comica visione di Fortunato chiuso in bagno , intento a pettinarsi i ricci indomabili. 

"Se un giorno ti innamorerai potrai anche arrivare a comprenderlo." gli sorrise Marina, ricordando il gesto dolce che Domenico aveva compiuto anni prima, regalandole il cuore di metallo. La ragazza fu grata all'oscurità che celava il suo rossore in quel momento.

"Tu hai conosciuto Caterina?" le chiese Domenico. 

"No. Credo che il fatto che non riesca nemmeno a uscire a cena da solo con lei, non aiuti le presentazioni." sospirò Marina, augurando a Fortunato il meglio per la sua turbolenta vita amorosa. 

Quando i due raggiunsero il cortile e Domenico parcheggiò la macchina, trovarono Clara che fumava una sigaretta. 

"Che cavolo fai?" la rimproverò Marina, mentre Strano le faceva segno di calmarsi.

"Non mettertici anche tu. Sono furiosa. La mamma ha telefonato e non tornerà domani insieme a Ettore. Le hanno chiesto di fare da relatrice in alcune conferenze sul metodo Montessori. Il nostro caro psicologo invece arriverà domani con i regali per noi. La mamma si raccomanda di essere gentili con lui, quando suonerà alla nostra porta." si lamentò Clara, lanciando uno  sguardo truce verso sua sorella. 

"Sono contenta per la mamma. Siamo in grado di trascorrere qualche altro giorno senza di lei, direi. Non abbiamo bisogno di una balia, siamo adulte e ci comportiamo di conseguenza. Questo significa che domani sarai gentile con Ettore. Non devi farlo per lui ma per nostra madre, che si merita una seconda possibilità." Marina fece la solita predica alla sorella, che iniziò a prenderla in giro. Come sempre. 

"Ma la senti...  Mi parla come se fossi uno degli studenti a cui corregge la tesi." si lamentò Clara rivolgendosi a Domenico, in cerca di comprensione. 

"Tua sorella ha ragione, Clara. Ettore è un tipo simpatico." Domenico stupì Marina. Le stava forse dando ragione?

"Comunque una di noi due dovrà informare papà del mancato ritorno della mamma." fece notare Clara alla sorella. 

"E dovrei essere io, vero?" domandò Marina, irritata.

"Certo, sei la sorella maggiore quando Benedetta non c'è." le fece notare la sorella. 

"Prima di litigare, perché non ve la giocate con questa moneta. Testa o croce?" domandò Domenico.

Fu così che Clara fu scelta per informare Vittorio del mancato arrivo di Anna. 

Ovviamente il giorno dopo Marina si rese conto che Clara non aveva aperto bocca con il signor Costa riguardo al ritorno di Anna.  Vittorio infatti si presentò a casa dalle figlie con un enorme mazzo di fiori in mano, domandando della sua ex compagna. Clara andò ad aprire e subito condusse il padre in soggiorno, dove c'era Marina, davanti a un tavolo pieno di souvenir americani. "Dov'è la mamma?" domandò nuovamente Vittorio e la sua secondogenita lanciò uno sguardo carico di rimprovero in direzione di Clara, che stava facendo uno dei suoi soliti sorrisetti angelici. Sua sorella non aveva detto nulla al padre e sarebbe toccato a lei raccontargli tutto. Come sempre era su di lei che le maggiori responsabilità ricadevano perché era lei la più matura e la più decisa delle tre sorelle Ferraris. 

"La mamma non è tornata. Resterà negli Stati Uniti per qualche altro giorno. Le hanno chiesto di fare da relatrice in alcuni convegni sul metodo Montessori. Quelli sono per lei?" chiese Marina al padre, indicando i fiori. 

"Si, ma ora sono vostri" rispose Vittorio, porgendo il mazzo di rose a Marina. "Potevate fare una telefonata e avvisare." aggiunse l'uomo, rimproverando le figlie.

"Si, scusaci tanto, papà." mormorò Clara, sfoggiando il suo miglior sorriso angelico, quello che usava per farsi perdonare dalla mamma le numerose insufficienze che rimediava. 

"Va bene, vado." Vittorio si avvicinò alla porta, con il capo basso e gli occhi tristi.

"Questi fiori sono per lei? Il genio della famiglia" Clara iniziò a prendere in giro Marina, che pensò fosse giunto il momento di difendersi. "Fai poco la stronzetta, perché dovevi avvisare tu nostro padre ma non l'hai fatto." 

Marina non era tipo da utilizzare tante parolacce. "Stronzetta o stronza" riferendosi a sua sorella erano il massimo a cui era arrivata. Eppure la sera dopo il mancato ritorno di Anna, si lasciò sfuggire una parolaccia di una certa consistenza: "Cazzo." 

Era insieme alla sorella minore e alla nonna davanti all'apparecchio telefonico ed era quasi mezzanotte. Alberta aveva appena finito di parlare al telefono con la figlia che aveva annunciato le proprie nozze con Ettore. "Cazzo" aveva detto Marina, non appena aveva appreso la notizia. 

"Amore" la riprese Alberta, tra le lacrime.  "Volevo dire, che notizia" si riprese Marina, mentre Clara si disperava, con le spalle spalmate sulla parete del corridoio. 

"La mia bambina si sposa" pianse Alberta, "La mia bambina si sposa" le lacrime lasciarono posto a risate di pura gioia. Dopo aver definito Marina "Bella della casa", la nonna danzò fino alla sua stanza da letto, ripetendo: "La mia bambina si sposa. Erano vent'anni che aspettavo questo momento. La mia bambina si sposa."

Clara riemerse dal suo silenzio, dovuto allo shock e domando a Marina: " Benedetta lo sa?" 

"Non lo so. Non l'ho chiesto alla nonna." rispose Marina, prendendosi il mento tra le mani e cercando di fare appello alla sua rinomata razionalità, con scarsi risultati, in quel momento.

"E potevi farlo" la rimproverò Clara, sempre con le spalle spalmate sulla parete del corridoio.

"Ma hai visto in che stato stava?" le fece notare Marina, indicando la porta della stanza da letto di Alberta. 

"Lei è nostra sorella e deve sapere." la rimproverò Clara. 

"Prima dobbiamo occuparci di papà" le fece notare Marina, avviandosi verso la porta, decisa a raggiungere l'appartamento di Vittorio.

Clara la seguì, sconvolta per lo strano comportamento della sorella, che faticava a domare i propri nervi. 

Vittorio aveva provocato Ettore, recandosi a casa dello psicologo e insultandolo. L'uomo non aveva resistito e aveva rivelato che lui e la Ferraris si sarebbero presto sposati. Anna era stata costretta a rivelare alle figlie un fidanzamento, che avrebbe voluto annunciare loro una volta tornata a Torino. 

Costa aveva solo un amico da poter disturbare a mezzanotte con una telefonata delirante: Salvatore, che in effetti Vittorio chiamò da una cabina pubblica, dopo il suo scontro con Ettore. 

Purtroppo però sia Teresa che Domenico furono svegliati dallo squillo del telefono di casa Strano e dal tono alto della voce di Salvatore, che cercava di confortare il suo amico. 

Alla fine il capofamiglia di casa Strano uscì di casa per raggiungere Vittorio, e Domenico lasciò la stanza che divideva con i fratelli per raggiungere la madre in cucina. 

"Ma cosa è successo?" domandò a Teresa, con gli occhi carichi di sonno.

"Niente, gioia. Anna ed Ettore hanno deciso di sposarsi e Vittorio l'ha scoperto. Era sconvolto e ha chiesto aiuto a tuo padre. Anna ha dovuto dirlo anche alle ragazze. Ha dovuto farlo per telefono, meschine." gli spiegò la madre, che era felice per la sua migliore amica. 

"E non è facile schierarsi. Chissà come l'avrà presa Marina. E poi anche Clara" aggiunse Domenico.

"Marina è una ragazza matura, saprà sostenere la madre. Clara invece è quella che mi preoccupa di  più." le fece notare la madre. 

Anche Marina si rendeva conto che non era facile schierarsi, mentre osservava la sorella minore parlare al telefono con Benedetta, che era a Milano. La maggiore delle Ferraris disse alle due giovani di non preoccuparsi e che l'indomani sarebbe tornata a Torino per incontrare Vittorio. Anche Benedetta era sconvolta. Marina e Clara erano a  casa del padre, che però era ancora fuori, in compagnia di Salvatore. 

"Bisogna essere razionali" disse Marina a Clara. "Quando le persone si lasciano è normale che poi si rifacciano una vita, incontrando altre persone. Si tratta di qualcosa di naturale e umano. Dobbiamo essere felici per la mamma e stare vicino a papà" 

"Ma io non ci riesco a essere felice per la mamma. Volevo vederla sposata ma con papà. Dopo quello che abbiamo sofferto tutte noi, quando non potevano sposarsi e noi non potevano nemmeno avere il cognome di nostro padre. Ti ricordi quando le persone non ci salutavano perché i nostri genitori non erano sposati? Ma noi abbiamo resistito perché sapevamo che si amavano e anche tanto... Ora cosa è rimasto di questo grande amore?" Clara era in lacrime e Marina l'abbracciò. Udirono il rumore della porta che si apriva e Marina si affrettò ad asciugare le lacrime della sorella. "Non farti vedere così da papà" le disse, ma anche lei condivideva il pensiero della sorella e ricordava le sofferenze della loro infanzia. 

Però Vittorio notò che le figlie stavano soffrendo quanto lui, e le strinse in un abbraccio. Marina sapeva che con suo padre non doveva fingere e così si lasciò stringere da lui, mentre Clara piangeva tutte le sue lacrime. 

Il giorno dopo Marina incontrò Domenico mentre tornava a casa dall'università, con le braccia cariche di libri.

Lui l'accompagnò fino alla porta di casa, facendosi carico dei pesanti volumi.

"Volevo farti gli auguri per le prossime nozze di tua madre." le disse, mentre uscivano dall'ascensore che era da poco stato riparato.

"Grazie" rispose Marina, con un sorriso. Ora si era rassegnata ed era pronta ad accogliere Ettore in famiglia con ogni onore.

"Credo che dovresti fin da ora allenarti per prendere il bouquet. Hai bisogno di tutta la fortuna di questo mondo per riuscire a portare all'altare il tuo professore." scherzò Domenico, come era suo solito.

"Ma perché devi sempre trattarmi in questo modo?" si lamentò Marina. 

Ma quando aprirono la porta, Clara annunciò che Benedetta era arrivata, e che le stava aspettando nella loro camera. Marina allora salutò Domenico e presi i libri, seguì la sorella minore fino alla stanza da letto delle ragazze. 

 

 

   
 
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