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Autore: Shade Owl    25/06/2018    4 recensioni
La musica è un'arte, e chi la coltiva sa bene quanto sia complessa e gratificante. Un violino, poi, è tra gli strumenti più difficili di tutto il mondo della cultura sonora.
Questo lo sa bene Orlaith Alexander, che fin da bambina ha sviluppato un'autentica passione per il violino e la musica. Il giorno in cui Dave Valdéz, uno dei migliori produttori discografici di New York, scopre il suo talento, la sua vita cambia drasticamente, e da lì comincia il successo.
Tuttavia, il successo ha molte facce, proprio come le persone. E per scoprirle, Orlaith dovrà prima conoscere aspetti della sua musica che prima ignorava lei stessa...
Genere: Fantasy, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Epic Violin'
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Orlaith rimase in silenzio a lungo dopo quelle parole, mentre Allwood si limitava a guardarla, aspettando una sua reazione. L'unica che le venne fu di finire il resto del whiskey in due sorsi.
- Okay.- disse - Sono onnipotente. Chiaro.-
- Beh... non sei proprio onnipotente. Hai i tuoi bei limiti anche tu, ovviamente.- chiarì Allwood, facendo un cenno con la mano come per dirle di non correre troppo - Tuttavia, hai un potere che molti vorrebbero possedere, ed è proprio ciò che interessa Vaněk.-
- E cosa spera di ottenere da me, trattandomi come immondizia e rovinandomi l'esistenza?-
- Come ho detto, la tua musica è in grado di influenzare quello che ti circonda. Fin dall'inizio spingevi la gente all'euforia solo perché tu stessa ti sentivi tale mentre suonavi...-
- ... che poi è quello che fa qualsiasi altro musicista degno di questo nome...- osservò lei, in tono scettico.
- Non come te.- replicò Allwood - Tu non ti limiti a suscitare le emozioni nelle persone... le crei dal nulla, a seconda di ciò che suoni e di quello che provi quando lo fai, e più intense esse sono più forte è l'influenza che hai su chi ti ascolta. Con il giusto accordo puoi acquietare gli animi o infiammarli, indurre alla rabbia o alla calma... o anche spingere alla disperazione e all'odio. Potresti usare questo potere, se volessi, per sottomettere il mondo.-
Orlaith scosse lentamente la testa, incredula e stordita (probabilmente anche a causa dell'alcool). Sì, forse aveva notato che le persone dopo averla sentita suonare, in special modo i primi tempi, fossero di umore migliore di quando erano arrivate, ma aveva sempre associato la cosa alla carica e alla vivacità dei suoi pezzi. Anche a lei capitava di ascoltare della musica particolarmente intensa e di sentirsi piena di energia, o più rilassata quando ascoltava melodie meno vivaci.
- Puoi non crederci, ma ti garantisco che è così.- continuò Allwood - Vaněk lo sa. Ha cercato per decenni qualcuno come te, e ti sta spezzando per poterti usare a suo favore. Immagina cosa succederebbe se, una volta crollata definitivamente, tu pubblicassi un intero album in cui sono state incise tracce con cui esprimi tutta la tua disperazione e tristezza. Immaginati di trasmettere quelle emozioni a tutti i tuoi fan, a chiunque le sentisse passare alla radio, a ogni persona che ti ascolta mentre stai suonando.-
Orlaith esitò.
- Andiamo.- la incitò il suo ospite - Fingi di credermi per un momento.-
La ragazza si lasciò scappare un sospiro stanco e, con uno sforzo, si immaginò mentre suonava tutta la frustrazione, l'impotenza e la disperazione che covava dentro da tempo.
Se, come diceva Allwood, era davvero in grado di fare cose come influenzare la mente delle persone, avrebbe indotto tantissima gente in un profondo stato di prostrazione. Ma a che scopo?
- D'accordo, fingiamo che io creda a tutto questo...- concesse - ... e non sto dicendo che è così... ancora non capisco cosa otterrebbe Stanislav Vaněk. Quale vantaggio può trarre da...?-
- Da un popolo che non ha più voglia di combattere? Sfiduciato? Avvilito?- chiese Allwood - Chi lo sa. Hitler cosa ha ottenuto da una Germania umiliata dalle condizioni del Trattato di Versailles? George W. Bush è riuscito a ottenere qualcosa quando venne copito il World Trade Center? Napoleone ebbe dei vantaggi quando tornò in una Francia prostrata dalla Rivoluzione?-
Orlaith soppesò quelle parole, incerta: quello che stava dicendo era effettivamente sensato. Nelle giuste condizioni un uomo ben preparato dal punto di vista economico o politico (se non entrambi) avrebbe potuto facilmente approfittare dell'ondata di sfiducia e usarla per favorire la propria ascesa.
Questo, beninteso, si reggeva sul fatto che tutta la storia sulle sue "capacità" fosse vera.
- Senti... quello che mi hai detto è senz'altro plausibile, sotto alcuni punti di vista.- concesse Orlaith - Ma si basa tutto su questa... abilità che mi attribuisci. E che io non credo minimamente di avere.-
- Eppure hai visto anche tu gli Homunculi in quella metropolitana.- osservò Allwood - Mi sbaglio anche su quelli?-
Orlaith ebbe una nuova esitazione. Sfinita, si passò le mani sul viso, sospirando.
- Non ci capisco più niente.- ammise - E poi, non ha senso... perché mi avrebbe fatta aggredire? Perché solo adesso? E come sapeva tutte queste cose su di me, se nemmeno io me ne sono resa conto? E come fai tu a saperle? Cosa ti rende così sicuro?-
- Ehi, quante domande...- ridacchiò Allwood - E tutte legittime. Ma alle prime due non so rispondere con certezza... qualcosa lo avrà spinto a premere un po' l'acceleratore. O magari vuole che tu creda di essere pazza, chissà. Per capirlo avremmo dovuto lasciar fare quei due, o chiedere a lui, e nessuna delle due opzioni mi sembra l'ideale.-
Orlaith non poté che concordare.
- Per quanto riguarda il resto...- continuò - ... lui è, come ti ho detto, molto anziano. Ha almeno ottocento anni, forse di più. Solo lui conosce la sua età effettiva. Ha sviluppato molti metodi per ottenere informazioni, e non tutti sono piacevoli. Penso che stesse cercando qualcuno dotato del tuo potere. Forse ti ha identificata monitorando le analisi del sangue, certe capacità si notano anche così... o forse un suo Homunculus ha casualmente sentito mentre suonavi, quattro anni fa, e gli ha riferito la sua scoperta. Oppure ha usato i suoi poteri per trovare qualcuno come te. Anche questa è una domanda a cui solo lui può rispondere.-
- Bene. Quindi in sostanza non sai niente.- decretò Orlaith.
- Beh, so come ho fatto a scoprirlo io.- ridacchiò Allwood - Lo sto spiando, è logico. Devo usare moltissima discrezione, ovviamente, o verrei scoperto, ma qualcosa la vengo a sapere ogni tanto. È molto tempo che lo osservo, e lo conosco abbastanza da poter intuire il suo comportamento, a volte.-
- Già, lo avevi accennato ieri. Al fatto che lo conosci, intendo.- ricordò Orlaith - Come vi siete incontrati? Qual è la vostra storia?-
Allwood smise di sorridere e, all'improvviso, le fiamme del caminetto gli gettarono addosso ombre inquietanti, mentre un riflesso del fuoco dava alla sua cicatrice un'aria più sinistra. Si era letteralmente rabbuiato.
- Questa è una lunga storia... per un altro momento.- rispose - Ti basti sapere, per adesso, che lui ed io non siamo amici. Come ho detto ha molto di cui rispondere. Il compito che mi sono dato è presentargli il conto.-
La frase fu chiaramente la fine della loro conversazione. Anche se non sembrava proprio arrabbiato, Allwood aveva usato un tono definitivo che non lasciava spazio a ulteriori domande o repliche. Si voltò verso la porta, e Orlaith lo imitò: con sua somma sorpresa, vide McGrath che attendeva in silenzio sulla soglia, le mani dietro la schiena. Quando era arrivato?
- Se i signori vogliono seguirmi, la cena è servita.- disse.
Allwood gli fece un sorriso grato.
- Ti ringrazio, McGrath, ma credo che mi ritirerò. Non ho molto appetito. Fai compagnia alla nostra ospite, poi mostrale la sua stanza.-
Orlaith si voltò a guardarlo.
- Cosa?-
- Dormirai qui, oggi.- disse Allwood - Non credo che dovresti tornare a casa tua, stanotte. È molto tardi, e comunque Vaněk avrà già capito che i suoi Homunculi sono morti, o che comunque hanno fallito. Forse non lo assocerà a me, ma di certo sarà insospettito. Starà facendo controllare il tuo appartamento.-
A quelle parole, Orlaith ebbe un brivido più che evidente. Allwood tornò a sorridere.
- Appunto.- disse - Bene, ti auguro buon appetito e buona notte. Ci vediamo domani mattina.-

McGrath condusse Orlaith in sala da pranzo e le servì la cena, che si rivelò essere piccione al forno appena cotto. Non se n'era resa conto, ma lei e Allwood avevano parlato per quasi due ore, e adesso era notte inoltrata. Si ricordò poi di aver lasciato spento il telefono fin da prima di entrare nella metro, e non essendo più rincasata non aveva potuto rispondere neanche lì. Sicuramente David l'aveva cercata tutta la sera, non avendo ricevuto sue notizie.
Dovrei dirgli dove sono.
Tuttavia, ricordò che parlava abitualmente con Vaněk e, se disgraziatamente gli avesse detto di Allwood, di certo avrebbe messo nei guai lui e McGrath. Un pessimo modo per ringraziarli dopo che l'avevano salvata.
- Grazie, McGrath.- disse, guardando prima il piccione e poi il maggiordomo - Sia per la cena che per... insomma... per prima. Nella metro.-
L'uomo sorrise, scuotendo la testa, ancora in piedi accanto a lei.
- Il signor Allwood ha deciso di tenerla d'occhio fin da quando è andata via.- spiegò - Appena ha saputo di lei e delle sue capacità mi ha chiesto di invitarla qui. Temeva che potesse essere in pericolo e quando è fuggita, ieri, si è prodigato per proteggerla a distanza. Sapeva che ne avrebbe avuto bisogno. Quindi vede, miss Alexander, è lui che merita la sua gratitudine. Io mi limito a seguire le sue direttive.-
- In ogni caso, ti ringrazio.- disse, prendendo coltello e forchetta - Anche per questo. Non sono abituata al piccione... di solito mangio schifezze, a casa. Devo... insomma, c'è un modo particolare per mangiarlo? Qualche regola che non conosco?-
McGrath si lasciò scappare una risata molto contenuta.
- Deve solo tagliarlo, prenderlo con la forchetta e portarlo alla bocca. Non è molto diverso da un comunissimo pollo arrosto.-
Orlaith gli sorrise, un po' imbarazzata, e cominciò a mangiare, scoprendo che il piccione le piaceva: era saporito, tenero e magro. Di sicuro, McGrath era un cuoco eccellente.
- È ottimo!- esclamò.
Il maggiordomo le sorrise ancora una volta.
- Lieto che sia di suo gusto. Il signor Allwood lo apprezza particolarmente se accompagnato da un buon Taburno. Tuttavia ritengo che, dopo le emozioni e il suo drink di poco fa, possa essere una cattiva idea permetterle di bere ancora. Ma il mio è un semplice consiglio, e se lo desidera...-
- No, no!- esclamò Orlaith - Davvero, non c'è bisogno! Va bene così!-
Non era abituata ad essere servita, e a dire il vero si sentiva un po' a disagio. Soprattutto con McGrath che si ostinava a restare in piedi accanto a lei, in attesa che finisse di cenare.
- McGrath, non serve che tu mi aspetti.- disse - Puoi indicarmi dove dormire e andartene a letto anche tu.-
- La ringrazio, ma le mie mansioni termineranno solo quando avrò finito di rigovernare.- disse senza alcuna esitazione o amarezza - È mio dovere curare la casa, i suoi occupanti e i suoi ospiti. Sarei un ben misero maggiordomo, altrimenti.-
- Almeno siediti! Non stare lì in piedi!-
Lui le concesse un ennesimo sorriso.
- Temo che questo contravverrebbe al regolamento che la mia professione impone.- disse - Lei si sente evidentemente a disagio, ma questo è il mio ruolo. Non è necessario provare imbarazzo perché mi comporto da maggiordomo, dato che è esattamente ciò che sono.-
Non sapendo come replicare, Orlaith si limitò a mettere in bocca un altro pezzo di carne, e il silenzio regnò per alcuni minuti. Quando non poté più sopportarlo (se proprio non riusciva a farlo sedere o a mandarlo a letto, almeno poteva dargli un po' di attenzione) decise di fargli qualche domanda.
- Da quanto lavori per Allwood?- chiese - E da quanto sai che è uno... ehm... stregone?-
- Lavoro per lui da circa quindici anni.- rispose McGrath - E ho sempre saputo ciò che è. Non ne ha mai fatto mistero.-
- Davvero?- chiese sorpresa lei - Beh... è un sacco di tempo. Lui doveva essere solo un ragazzo.-
McGrath scosse la testa, ora serio.
- No, era già adulto. Come ha giustamente osservato, il signor Allwood è uno stregone, e anche piuttosto versato nelle arti magiche. Gli uomini come lui non invecchiano allo stesso modo di una persona qualsiasi.-
Orlaith lo guardò sorpresa, ma sentendosi anche una sciocca: in effetti, durante la loro conversazione, Allwood aveva detto che Vaněk aveva almeno ottocento anni, quando in realtà non ne dimostrava più di un'ottantina.
D'altra parte, trovava più difficile credere che anche Allwood fosse un ultracentenario o roba del genere.
- E... ehm... quanti anni ha?-
- Temo che questo stia a lui rivelarlo. Io, personalmente, non me ne sono mai interessato.-
- Capisco.- annuì Orlaith - E cosa fa per vivere? Fa comparire magicamente tutti i soldi che servono per mantenere questo posto o ha un lavoro vero?-
- Possiede una società che si occupa di impianti per la sicurezza e la sorveglianza.- rispose McGrath - Naturalmente usufruisce sovente delle sue abilità per facilitare il proprio lavoro. Se lo desidera posso mostrarle i cataloghi.-
- Ehm... un'altra volta, magari.-
Quando ebbe finito di mangiare, McGrath la accompagnò fino a una porta al piano superiore, oltre la quale c'era un grande letto dall'aria comoda e, steso proprio sopra, un pigiama da donna che a occhio e croce sembrava esattamente della sua misura.
- Mi sono preso la libertà.- disse McGrath, mentre lei sollevava la maglia per osservarla meglio - Le auguro la buona notte, miss Alexander. A domani.-

Sì, è vero, non ho postato, ma ho un'ottima scusa: non potevo. Comunque rimedio ora.
Ringrazio come sempre John Spangler, Old Fashioned e Kira16, che mi seguono. A presto!

 

   
 
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