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Autore: sascy    26/06/2018    2 recensioni
[Alycia Debnam-Carey - Eliza Taylor]
[Alycia Debnam-Carey - Eliza Taylor]Elycia AU dove Eliza Taylor è un'attrice famosa e Alycia Debnam-Carey è una sua fan che decide di andare ad una convention dove sarà Eliza sarà presente come ospite. Sì, sono reduce dalla Con-Clave. XD
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3

 

Alycia

 

Volevo ringraziarla per il gesto che aveva appena compiuto per me, ma le parole erano tutte rimaste incastrate nelle corde vocali, formandomi uno strano groppo alla gola misto tra eccitazione e ansia.

Continuai a fissarla imbambolata per qualche secondo poi lei alla fine mi tirò a sé e mi chiese: “Ti va di ballare?”

Per farsi sentire aveva dovuto avvicinarsi al mio viso e parlarmi direttamente nell'orecchio. La sua guancia aveva sfiorato la mia e avevo potuto sentire il suo alito caldo sul collo. Ero completamente sconnessa, ma l'alcool era riuscito a rendermi meno pavida del solito, così riuscii a trovare la forza di risponderle.

“Sicuro” le dissi.

La sentii sorridere contro la mia guancia. Strinse poi la mia mano trascinandomi al centro della pista da ballo. Senza preavviso si voltò verso di me e mi buttò le braccia al collo cominciando ad ancheggiare e saltare a ritmo di musica. Io la musica nemmeno la stavo sentendo, ma mi resi conto che anche io stavo rispondendo al suo ballo sfrenato, scoprii che le mie mani stavano volteggiando in aria e che i miei capelli ondeggiavano a ritmo con i miei fianchi. Il sudore le imperlava la pelle rendendola maledettamente sexy sulle note di “Hideaway” di Kiesza (https://www.youtube.com/watch?v=ESXgJ9-H-2U). Il ritmo si stava facendo strada dentro le mie vene, mentre cercavo di carpire ogni singolo particolare di Eliza: i suoi occhi pieni di sensualità, la sua pelle liscia e leggermente abbronzata, le sue labbra curvate in un sorriso carico di euforia. Quanto avrei voluto baciarle, quanto avrei voluto sfiorarle delicatamente con la punta delle dita. L'alcool aveva finalmente compiuto il suo dovere, la mia ansia era stata completamente cancellata e sovrastata da una completa sensazione di benessere, mi sentivo a mio agio anche se tutto ciò che stava accadendo mi sembrava di viverlo attraverso gli occhi di qualcun altro.

Eliza mi guardò, parte dei suoi capelli le copriva il volto e mi sorrise, continuando a ballare. Le mie mani scesero senza che me ne rendessi conto e finirono dritte sui suoi fianchi, rimanendovi saldamente ancorate. Il DJ mise a ruota un'altra canzone non appena “Hideaway” finì e riconobbi “Do What You Want” di Lady Gaga in versione Remix (https://www.youtube.com/watch?v=Rqkbk6COXE4). Adoravo quella canzone, erano anni che non la sentivo.

Le mani di Eliza si poggiarono sulle mie e pensai di aver osato troppo, ero sicura che le avrebbe gentilmente tolte dal suo corpo per ritornare a ballare in modo più distaccato. Inaspettatamente, invece, i suoi occhi blu fissarono i miei per qualche secondo e poi si girò dentro alla mia presa in modo da darmi le spalle.

Lasciò che il suo corpo aderisse al mio, così come aveva fatto poco prima con William e io potei chiaramente sentire delle vibrazioni al basso ventre. Stavo assaporando la sensazione che mi suscitava il calore emanato dalla sua pelle, potevo chiaramente sentirlo anche attraverso il vestito, quando, bruscamente, la sentii allontanarsi. Percepii subito la mancanza, ne volevo ancora. Comparve una sensazione di vuoto allo stomaco che si intensificò quando capii la causa del suo distacco: William era di fronte a noi ed Eliza aveva ricominciato a ballare con lui, gettandosi tra le sue braccia.

Continuai a ballare da sola, a pochi centimetri di distanza da loro, ma con meno enfasi. Stavo per decidere di andarmene quando lei si voltò di nuovo verso di me e mi prese le mani, guardandomi negli occhi, e alle parole “Do what you want with my body” le mimò con la bocca, con uno sguardo che mi fece percepire scosse in tutto il corpo. Come poteva riuscire ad essere provocante in ogni situazione? Cosa mi stava facendo? Ogni suo movimento catturava completamente la mia attenzione, non riuscivo in nessun modo a toglierle gli occhi di dosso.

Era chiaro, le piaceva flirtare, forse era rimasta lusingata dal mio complimento di quel pomeriggio, forse lo stava facendo per sentirsi apprezzata. Non sapevo perché ma a quel punto ero sicura che stesse flirtando con me.

La canzone finì ed Eliza si avvicinò di nuovo a me, cercando di sovrastare il suono assordante mi chiese: “Ti va di uscire per fumare una sigaretta?”

Non avevo mai fumato in vita mia, ma ovviamente le risposi di sì.

Mi prese nuovamente per mano e mi portò verso l'uscita sul retro del locale, c'erano alcune poltroncine e dei piccoli tavoli eleganti dove già altre persone stavano fumando o bevendo.

Nelle orecchie mi rimbombava ancora la musica, o forse era il battito accelerato del mio cuore a rendere tutto così ovattato? Eliza si sedette su un divanetto e mi fece cenno di sistemarmi accanto a lei.

“Ne vuoi una?” mi chiese tirando fuori il suo pacchetto di non so quale marca di sigarette. “No, in realtà non fumo...” risposi sentendomi in leggero imbarazzo senza nessun reale motivo.

Lei si accese una sigaretta e trovai estremamente sexy anche quel gesto.

Prese una boccata di fumo e lo rilasciò lentamente, in evidente stato di relax.

“Grazie per essere intervenuta con quel ragazzo prima” le dissi trovando improvvisamente tutto il coraggio di cui necessitavo.

“Figurati, è il minimo... - fece un altro tiro dalla sigaretta – ma dimmi, non mi hai ancora detto come ti chiami”.

“Alycia” risposi soltanto.

Mi poggiò una mano sulla coscia “Io sono Eliza” mi disse ridendo. Era consapevole del fatto che lo sapessi alla perfezione.

“Oh, sì lo so... sono qui per te” mi sentii arrossire, ma sperai che lei non lo notasse.

“Ne sono felice, quindi vuol dire che domani sarai alla convention?” mi chiese guardandomi dritta negli occhi. O forse il suo sguardo era caduto sulle mie labbra? Non potevo esserne sicura, l'alcool mi stava offuscando.

“Sì, ci sarò senza ombra di dubbio” adesso sicuramente ero io che stavo guardando le sue labbra. Le desideravo con tutta me stessa.

Fece ancora qualche tiro dalla sigaretta, in silenzio, ma continuando a tenere una mano sulla mia gamba, poi si sporse verso di me per spegnere il mozzicone nel posacenere adagiato su un piccolo tavolo. Sentii il suo seno contro il mio e il fiato mi si spezzò in gola. Lei indugiò per qualche secondo, poi tornò a sedersi normalmente. Attimi di silenzio.

Dille qualcosa! Non startene impalata come una scema, parla! PARLA!

Continuavo a darmi ordini nella testa, non avevo per me nessuna pietà. “Ho voglia di ballare ancora, ti va di tornare dentro?” Ero realmente stata io a pronunciare tali parole?

“Non vedo l'ora” mi rispose alzandosi di scatto.

Rientrammo e di nuovo la musica fu assordante, gli altri ragazzi non erano più sulla pista da ballo, Eliza mi fece notare che erano nel privée al di là delle corde rosse. Wow, avevano addirittura il privée.

Ballammo ancora, stavolta senza interruzioni da parte di William, maledetto lui, e nonostante tutto quello che avevo bevuto ancora ricordo ogni attimo di quella serata. Era tutto maledettamente surreale, ma anche così eccitante. Vederla ballare, sentire il suo tocco su di me, respirare l'odore che la sua pelle emanava, sentirla parlare al mio orecchio, era tutto così intimo e passionale. La sua carica erotica era tale da farmi rischiare di baciarla da un momento all'altro. Non so come riuscii a trattenermi.

Quando entrambe fummo stremate, tra risate e claudicanze per il dolore dei tacchi sulla pista da ballo, ci dirigemmo al privée dove gli altri stavano brindando con champagne. La musica lì dietro risultava meno assordante ed era possibile parlare senza dover urlare per farsi sentire.

Dopo che Eliza mi ebbe presentato al suo agente, a William e a Richard, l'altro attore di “The Grounders” presente alla convention, mi sedetti sul divanetto libero, desiderando che Eliza si adagiasse accanto a me. Le mie speranze furono tremendamente infrante quando William la prese per una mano tirandola verso di sé e facendola sedere sulle sue gambe. Maledetto William! Lo stavo odiando con tutta me stessa in quel momento. Mi incupii.

Eliza mi lanciò uno sguardo, non seppi decifrarlo. Forse era meglio per me andarmene, forse avevo varcato il limite, non potevo prendermela con il suo ragazzo (perché a quel punto era chiaro che stessero insieme) soltanto perché io ero innamorata follemente di lei. In fin dei conti non ero nessuno, ero solo una stalker con cui lei era stata gentile. Tutto qua.

Rimasi qualche altro minuto, poi mi alzai in piedi. “Ehi, dove vai?” mi chiese Richard.

“Domani mattina devo alzarmi presto per ritirare i pass prima della convention, meglio se torno in albergo” risposi il più educatamente possibile, anche se il mio tono forse lasciò intendere un po' del mio disagio.

Ero in piedi davanti ad Eliza e lei mi afferrò saldamente una mano. “No, resta con noi...” mi disse guardandomi negli occhi. Titubai. “Ti prego” continuò accennando una teatrale espressione di rammarico per la mia improvvisa decisione. Come potevo resisterle? Era impossibile. “Ehm... ok” acconsentii senza che fosse necessario per lei insistere ancora.

“Vieni” mi disse regalandomi un sorriso felice. Continuando a tenere la mia mano si alzò dalle gambe di William e mi invitò a sedermi di nuovo, nell'angolo del divanetto. Lei fece altrettanto, ma non si limitò a quello. Senza che potessi davvero rendermi conto di quello che stava facendo, me la ritrovai sdraiata accanto, con la testa appoggiata finemente sulle mie gambe. Oddio. Allarme.

Mi resi conto che in quel momento sarei anche potuta morire, ripercorsi tutto quello che era successo e solo allora mi cominciai a rendere conto che non me lo ero immaginato. Era tutto maledettamente vero, così come era vera la sua chioma bionda su di me. Continuammo a ridere e scherzare tra di noi, lei mi raccontò qualche aneddoto delle riprese del telefilm e mi chiese cosa facevo nella vita, sembrava realmente interessata alle mie risposte e continuava ad ascoltarmi nonostante le mie frasi a volte sconnesse.

Era come se il resto della discoteca non esistesse, eravamo soltanto io e lei, nel nostro piccolo mondo di intimità. Stava riuscendo a farmi sentire speciale, mi stava dedicando tutte le sue attenzioni e questo mi dette sicurezza, tanto che ad un tratto mi resi conto che le mie dita erano intrecciate nei suoi capelli e li stavano dolcemente carezzando. La osservai per capire cosa pensasse a riguardo, fermando la mia mano. Lei istintivamente e con una genuinità disarmante mosse il capo, come a volermi invitare a proseguire. Non me lo feci ripetere due volte.

Ci chiesero di brindare ancora, interrompendo il nostro momento speciale. Con non poco rammarico lasciai la mia presa sui suoi capelli e tutte e due ci alzammo in piedi per bere insieme a tutti gli altri. I nostri sguardi si scontrarono per lunghi secondi anche mentre bevevamo il nostro champagne. La serata andò avanti ancora per un po', ma da quel momento riesco a ricordarmi poco, avevo decisamente bevuto troppo.

Ho ricordi sfocati di Eliza che mi sorreggeva ridendo come una pazza, mentre io la abbracciavo. Ricordo che mi ha aiutato a salire sulla loro limousine che ci ha riaccompagnato in hotel e la sento ancora ridere per le mie condizioni.

Sono quasi sicura che siano stati lei e William a riaccompagnarmi in camera mia. William se ne è poi andato e siamo rimaste sole. Lei mi ha aiutato a spogliarmi, sento ancora le sue mani sulla mia pelle, mi ha sistemata nel letto e mi ha lasciato un bicchiere d'acqua sul comodino. Mi ha rimesso la sveglia, notando il mio telefono rotto e ridendo ancora di più. Mi ha rimboccato le coperte e mi ha dato un bacio. Sì, era un bacio, sulla mia guancia. La pelle stava avvampando.

Non ero pronta a lasciarla andare, le misi una mano intorno al collo e l'altra tra i capelli e la baciai. A fil di labbra. Lei sorrise, si allontanò un poco e mi sussurrò: “Sei completamente ubriaca Alycia...”.

“Sì, di te...” le risposi. Poi mi addormentai.

 

Il mattino seguente fui svegliata di soprassalto dalla sveglia del cellulare, la spensi a fatica e cercai di aprire gli occhi. Avevo la gola completamente secca e la testa ovattata. Per qualche attimo fui convinta che ciò che era successo la sera precedente fosse stato soltanto un sogno. Quando mi resi conto che tutto era successo davvero, mi tirai su di scatto, provocandomi un forte capogiro. Sentii di nuovo la sensazione delle mie labbra poggiate sulle sue. Mi vergognai e affondai la testa nel cuscino. Potevo essere stata più stupida di così? Avevo davvero baciato Eliza e lei si era tirata indietro.

Cretina, hai rovinato tutto! Mi incolpai nella mia mente.

Ero stata troppo avventata e avevo mandato tutto a puttane. Non sarei più riuscita a guardarla negli occhi senza provare un fortissimo senso di imbarazzo e di inadeguatezza. Bevvi tutto il bicchiere di acqua che Eliza aveva lasciato sul comodino, cercando di alleviare l'arsura e decisi che nonostante non volessi lavarmi il suo odore di dosso, era necessaria una doccia. Era davvero il caso di presentarsi alla convention quella mattina? Ancora non lo sapevo, ma decisi di non pensarci. L'acqua fresca mi fece sentire meglio e mi vestii con una t-shirt semplice e un paio di shorts di jeans, indossai le mie converse arcobaleno e infilai in tasca il cellulare. Feci le scale per raggiungere il piano terra e per prima cosa corsi a prendere i miei pass. Diverse ragazze li stavano distribuendo ad una folta schiera di fan accaniti. La fila scorse velocemente e quando fu il mio turno una delle ragazze dello staff mi chiese il nome e mi dette una busta. La aprii ringraziandola e mi dileguai lasciando spazio a chi era dopo di me. Sul pass erano scritti tutti gli extra dei quali avrei potuto beneficiare: una fotografia e un autografo. Niente in confronto a quello che avevo passato la notte precedente.

Guardando meglio notai che era spuntata anche la casella del Meet&Greet con Eliza che io però non avevo mai comprato. Non avevo abbastanza soldi per farlo. Sicuramente le ragazze si erano sbagliate, ma decisi di far finta di niente, sorrisi. Avrei potuto rivederla faccia a faccia. La cosa mi dava non poca ansia, come avrebbe reagito visto quello che avevo fatto poche ore prima? Decisi di non pormi questo problema finché non fosse stato il momento e mi fiondai al tavolo per la colazione. Avevo necessariamente bisogno di un caffè amaro e bollente.

Ordinai soltanto quello, non sarei riuscita a mangiare assolutamente niente e mentre lo stavo sorseggiando sentii qualcuno poggiare una mano sulla mia spalla. Per poco il caffè non mi andò di traverso quando mi resi conto che era Eliza.

“Buongiorno” mi disse sorridente, come sempre. Bellissima, come sempre.

“Buongiorno” risposi alzandomi automaticamente in piedi.

“Come ti senti?” mi chiese scrutandomi.

“Ehm... bene, credo” davvero? Non lo sapevo.

“Sono felice, hai ritirato i tuoi pass?” notai una certa malizia nel suo sguardo.

“Sì, poco fa...” inghiottii la saliva con crescente agitazione. Non avevo più l'alcool a tenermi compagnia.

“Bene, allora ci vediamo più tardi al Meet&Greet!” mi fece l'occhiolino, mi poggiò le labbra sulla guancia, vi lasciò un lieve bacio e si diresse verso il tavolo, raggiungendo gli altri del cast.

Stavo cercando di capire come facesse a sapere che avevo il Meet&Greet, ma nella mia testa c'era una folla di neuroni urlanti, così come la schiera di fan che si era creata intorno alla sala del ristorante. L'avevano riconosciuta e non riuscivano proprio a trattenersi, come dar loro torto.

   
 
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