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Autore: ThorinOakenshield    26/06/2018    3 recensioni
"Improvvisamente avverto un rumore alle mie spalle, un suono molto simile alla pietra che viene intagliata.
Il mio cuore fa un salto, esattamente come me. Quando mi volto, noto che si sta formando una scritta sulla parete della grotta, e la paura in me aumenta sempre di più: nessuno sta incidendo la roccia, sono assolutamente sola in questo luogo misterioso, deve trattarsi per forza di un fantasma."
Seguito di 'Just a dream?' Lo si può leggere e comprendere anche senza aver letto la mia vecchia fanfiction.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Compagnia di Thorin Scudodiquercia, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Signori, vi avverto subito che questo capitolo sarà totalmente nonsense xD incentrato su un sogno di Glenys.
Chi ha letto l’altra long non rimarrà scandalizzato, perché la nostra cara fanciulla è sempre stata solita fare sogni su Thorin in chiave Disney ahahah.
Ma non preoccupatevi: nel prossimo capitolo riprenderà la trama, ovviamente ;).

Glenysentola

Strizzo lo straccio sopra al secchio pieno d’acqua, avvertendo i soliti e fastidiosissimi dolori alla schiena.
Tanto per cambiare, il Governatore e quelle tre racchie delle sue nipoti mi fanno sgobbare come una pazza dalla mattina alla sera, mentre loro si grattano la pancia tutto il giorno, spaparanzati beatamente sopra a una comoda poltrona.
Ovviamente non vedo mai una sola monetina d’oro. Ovviamente non vedo mai nemmeno un dolcetto o un buon pranzo per ringraziarmi per tutto il lavoro che faccio per loro. Ovviamente non ricevo mai un grazie, un sorriso o quant’altro.
Praticamente lavoro per niente.
La verità è che, se non rischiassi di ritrovarmi per strada senza una casa, senza soldi, senza cibo e senza acqua, questi quattro esseri li avrei già mandati in quel bellissimo posto da un bel po’.
E come se non bastasse, c’è questo dannatissimo e bastardissimo gatto che se ne va in giro sporcando proprio dove ho appena finito di pulire. Pare quasi che lo faccia apposta, come se si divertisse nel vedermi faticare come una schiava – cosa che, effettivamente, sono.
Per fortuna qualche buona anima decide di bussare alla porta proprio in questo momento, distraendomi dalla mia attuale occupazione.
Come potrete ben immaginare, tra le varie cose, spetta a me aprire la porta. Quindi posso finalmente alzarmi e smetterla di stare accucciata a terra, impegnata tutto il tempo a strofinare questo straccio consumato sul pavimento che, per colpa di quella graziosa palla di pelo, diventa sempre più sporco.
Sull’uscio si trova un ometto basso e dall’aria buffa, ritto come un soldatino.
Prima che possa chiedergli cosa voglia da noi, questi mi porge una busta.
Guardo la lettera con aria perplessa, domandandomi cosa diamine ci sia scritto.
Una lettera proveniente da Erebor, da consegnare immediatamente al Governatore e alle sue nipoti” mi spiega in modo chiaro il postino, parlando con un tono incolore, proprio come il suo sguardo.
Oh...” Osservo la busta che ho tra le mani, dopo averla presa, ovviamente, non potendo fare a meno di chiedermi cosa vorranno mai i nani di Erebor da quei quattro cessi. “Vi ringrazio” aggiungo poco dopo, guardando negli occhi l’ometto.
Egli mi risponde chinando appena il capo, rimanendo sempre dritto come un soldato.
Dopo avergli augurato buona giornata, chiudo la porta, tenendo lo sguardo incollato alla misteriosa lettera.

Da dietro la porta odo una musica sprigionata dal pianoforte… accompagnata dalle voci a dir poco stonate di quelle tre cornacchie.
Se non dovessi bussare, credo proprio che mi tapperei le orecchie.
Per fortuna quel pallone gonfiato del Governatore sente subito che qualcuno ha bussato alla porta, così non mi tocca disturbarmi di nuovo.
Dopo aver udito le parole sempre gentilissime del Governatore, mi decido ad entrare, ricevendo subito un’occhiataccia da parte di Mary, Angel e Genevieve.
Sto per dire qualcosa, ma prima sgrano gli occhi: perché il Governatore sta indossando un vestito da donna? Perché si è messo quella parrucca dall’acconciatura indecente? Ma la vera domanda è… perché sta facendo il cosplay di Lady Tremaine di Cenerentola???!
Sospiro scuotendo la testa, decidendo di lasciar perdere. Piuttosto dico il motivo per cui mi sono permessa di disturbare quel fantastico motivetto: “C’è una lettera per voi, proveniente da Erebor.”
Basta la parola Erebor per far scattare le nipoti del Governatore, le quali corrono verso di me, spintonandosi come al loro solito.
Le guardo schifate, spostandomi giusto un po’.
Bambine, vi prego! Un minimo di contegno!” L’uomo mi strappa la lettera dalle mani, prima che possano prenderla Mary, Angel e Genevieve.
Le tre oche circondano loro zio, mentre egli legge il tutto con un’espressione seria stampata in faccia.
Io rimango ferma e zitta, tenendo le mani dietro alla schiena, cercando di nascondere che il contenuto di questa lettera mi interessa giusto un po’.
Improvvisamente, l’uomo sgrana gli occhi.
La curiosità cresce in me.
Stasera si terrà un ballo a Erebor!” esclama sorridendo, indicando la lettera con un dito.
Mary, Angel e Genevieve si guardano tutte contente, starnazzando come oche.
In poche parole, c’è scritto che i nipoti, gli amici e i consiglieri di Re Thorin sono disperati...” spiega leggendo ancora la lettera, camminando avanti e indietro. “Egli non vuole proprio saperne di trovare moglie, non vuole donne tra i piedi. Così hanno pensato bene di organizzare un ballo e di invitare tutte le fanciulle dei dintorni!”
E noi siamo invitate?” Mary si indica con aria euforica, mentre le sue due sorelle rimangono accanto a lei, attendendo la risposta con trepidazione.
Ma è chiaro che siete invitate!” Dopo queste parole dello zio, Mary, Angel e Genevieve cominciano a saltellare entusiaste, esultando come delle dannate gallinacce.
Ma in questo momento faccio poco caso a loro: a Erebor ci sarà una festa! Finalmente un po’ di vita! Finalmente un’occasione per fare qualcosa di diverso e smetterla di lavare i panni, portare la colazione a letto a quei quattro ingrati e compagnia bella.
Posso venire anch’io?” chiedo speranzosa, facendo un passo avanti.
Le nipoti del Governatore smettono subito di saltare, piuttosto si fermano a guardarmi con aria schifata e beffarda.
Di nuovo non bado a loro, quello che decide è lo zio.
Dove vorresti andare, tu?” mi chiede Angel, divertita.
Vestita con quegli stracci!” le fa eco Genevieve.
Solo che al circo puoi andare!” Dopo aver detto questo, Mary ride assieme alle sue sorelle, per poi fare una giravolta insieme a loro.
Ma ovviamente non verrò vestita così!” dico cercando di non far notare troppo ciò che penso di quelle tre, ovvero che siano delle povere stupide. “Mi farò un vestito adatto all’occasione.”
Una di loro sta per dire qualcosa, ma il Governatore la interrompe subito: “E va bene, vieni pure.”
Le sue nipoti sgranano gli occhi, guardandosi con aria contrariata, mentre sul mio volto nasce un gran bel sorrisone.
Basta che finisci i lavori entro sera, se no te lo sogni di venire con noi!”
Va bene, mio signore!” esclamo fuori di me dalla gioia, non riuscendo a smettere di sorridere. “Vedrete che finirò tutto! Vi ringrazio! Vi ringrazio con tutto il cuore!” Esco velocemente dalla stanza, per poco non mi metto pure a piangere dalla felicità.

Il Governatore e quelle tre racchie che chiama nipoti, stavolta mi hanno dato così tanto lavoro da fare – ancora più delle altre volte – che per un attimo avevo seriamente temuto di non riuscire ad andare al ballo. Più che altro perché non avevo trovato il tempo di farmi un vestito.
Per fortuna ci hanno pensato i miei amici, gli animaletti di Radagast, a darmi una mano: in camera mi hanno fatto trovare un graziosissimo abito rosa, che hanno realizzato loro apposta per me.
Il vestito è lungo, la parte inferiore è bianca, mentre quella superiore è, appunto, rosa.
Il tutto è stato decorato con fiocchi, ne ho pure uno sopra la testa. E, per completare l’opera, una bella collana di perle azzurre.
Quando scendo le scale, il Governatore e le tre oche rimangono piuttosto stupiti, come se non si aspettassero di vedermi arrivare vestita in un modo simile. Oppure perché proprio non si aspettavano di vedermi.
Vi piace?” Faccio una piroetta, sorridendo tutta contenta, mostrando per bene il vestito che hanno fatto i miei amici.
L’uomo, dopo avermi guardata stupito ancora per un po’, cambia espressione.
Qualcosa mi dice che non sta per accadere nulla di buono.
Il Governatore, in questo momento, ha uno sguardo furbo e malvagio, mi domando cosa gli stia passando per la testa.
Rimango ferma a guardarlo perplessa, sperando di non ricevere una gran brutta sorpresa.
Sì, devo ammettere che l’abito è molto bello...” dice avanzando verso di me, mentre il mio cuore batte sempre più forte.
Improvvisamente la mia letizia si è sciolta come neve sotto al sole.
Peccato però che sia strappato!” Il Governatore non mi dà nemmeno il tempo di spostarmi, che mi strappa una spallina.
Le nipoti comprendono subito il piano dello zio, così cominciano anche loro a strapparmi il vestito, dicendo: “Anche qua è strappato! E qui! E anche qua! Per non parlare di qui!”
In men che non si dica, mi ritrovo con degli stracci addosso. Del bellissimo e graziosissimo abito che mi avevano preparato i miei amici, neanche l’ombra.
Rimango ferma a fissare quello che hanno combinato quei quattro bastardi, trattenendo le lacrime con tutta la forza che ho. Non li darò la soddisfazione di vedermi piangere.
Andiamo, bambine.”

Non sono solita piangere, ma adesso che sono sola e quindi posso buttare all’aria l’orgoglio e non devo preoccuparmi di apparire debole davanti agli altri, mi lascio finalmente andare ad un pianto disperato e liberatorio.
Anche perché, ora come ora, non riesco a fare altro.
Dunque eccomi qui, gettata a terra e con una panchina usata a mo’ di spalla su cui piangere.
Dai su, non piangere, cara.”
Improvvisamente mi sento toccare la schiena, così come odo una voce rassicurante e dolce che mi parla.
Chiunque sia questo essere, è stato gentile con me e non mi ha detto nulla di terribile, però prendo ugualmente un colpo: credevo di essere sola… chi ha parlato? Chi è questa persona?
Quando alzo lo sguardo, mi ritrovo davanti un individuo che è senza dubbio di sesso maschile, vestito da fata.
Lo osservo meglio e non posso fare altro che rimanere basita: che cosa ci fa Dori vestito da fata madrina di Cenerentola???!!!
Ma vabbè, dopo aver visto il Governatore vestito da matrigna cattiva, non mi sorprendo più di niente.
Sono la tua fata madrina e sono qua per sistemare tutto!”
Dopo queste parole, in me rinasce un briciolo di speranza. Ormai stufa di stare accasciata a terra e piangere, ritrovo la voglia di sorridere e scatto subito in piedi. “Davvero puoi sistemare tutto?” esclamo gioiosa.
Certamente!” mi risponde la fata Dori divaricando le braccia. “Dunque, da quel che ho capito, tu vorresti con tutto il tuo cuore andare al ballo.”
Annuisco, sorridendo.
Beh, non ci puoi andare senza una carrozza.” Detto questo, con la sua bacchetta colpisce una semplice zucca, trasformandola in un batter d’occhio in un meraviglioso mezzo di trasporto.
Sto per dirle che sarebbe il caso di dare un ritocchino pure al mio vestito, ma ella (o egli) non mi dà il tempo di proferire una sola parola: “Ma una carrozza è totalmente inutile senza cavalli.” Punta la bacchetta contro gli animaletti di Radagast, i quali cominciano a correre terrorizzati, però questo non basta per fermare la magia della fata Dori: ben presto si ritrovano trasformati in equini.
Tutto molto bello.
Ma… l’abito??
Ancora una volta la mia fata madrina non mi lascia parlare: “Adesso manca soltanto un cocchiere.”
Bene, ecco sistemato anche lui.
Però io continuo a essere vestita come una stracciona…
Dori mi osserva pensieroso, grattandosi il mento.
Lo guardo colma di speranza, pensando che finalmente si sia accorto che manca ancora una cosa…
C’è qualcosa che non va” commenta la fata, senza smettere di guardarmi.
Certo che manca qualcosa, l’abito!” gli do subito la risposta, non volendo rimanere qua fino a domani mattina.
Dori pare riscuotersi. “Oh sì, certo!” Torna di nuovo a impugnare la bacchetta magica, questa volta contro di me.
Prima che possa meravigliarmi per la magia della fata, mi ritrovo con un abito che lascia a dir poco a bocca aperta. Un abito azzurrino e scintillante… con tanto di scarpette di cristallo!
Ora va’, va’! Mia cara!”
Sorridendo, obbedisco alla mia fata madrina, quindi filo subito dentro la carrozza. Ho già perso abbastanza tempo, non voglio arrivare al castello quando la festa è già finita.
Prima di partire, Dori mi raccomanda: “Torna indietro prima che scatti la mezzanotte, è importante!”
Farò tesoro delle sue parole, nel frattempo, l’unica cosa che posso fare, è ringraziarla fino a rimanere senza fiato, mentre il cocchiere sprona i cavalli a partire.

Devo ammettere che mi sono sentita leggermente a disagio entrando nel castello: non solo non sono abituata a questo tipo di sfarzo, ma in più io sono a dir poco minuta, mentre questo luogo è enorme! Mi sento una formica al confronto.
Come se non bastasse, non ero nemmeno sicura di dove dovessi andare.
Ancora adesso, dopo aver girato e girato, dopo aver salito scale su scale, mi guardo intorno spaesata, non c’è assolutamente nessuno a cui chiedere indicazioni.
Solamente quando un individuo a dir poco avvenente si avvicina a me, mi accorgo che davanti ho una sala piena di gente, a quanto pare è proprio qui che si tiene la festa.
Però in questo momento non ci bado: ho solo occhi per il nano, il mondo intorno a me è scomparso.
Egli è vestito di tutto punto, ma non è il modo in cui è vestito a farmi restare senza fiato: i suoi occhi sono azzurri, proprio come piacciono a me negli uomini, i suoi capelli neri come la barba corta e ben curata che gli riscalda la parte inferiore della faccia. E il suo sorriso! Conquisterebbe venticinque – se non più – donne in un solo colpo.
Se il suo aspetto fisico mi ha folgorata, la sua voce mi dà il vero e proprio colpo di grazia: “Signorina, gradirebbe ballare con me?”
Non gli rispondo subito, è come se mi fossi incantata, sorridendo come una deficiente.
Per fortuna mi riprendo abbastanza presto, evitando così di fare ulteriormente una figura di merda: “Ma certo, mio signore.”
In men che non si dica, mi ritrovo fra le sue braccia, a volteggiare leggiadra in giro per la sala.
Tutti quanti ci stanno guardando e sento delle persone fare domande sul mio conto, ma non m’importa: in questo momento esiste solo il nano.

Non so come, ma ci siamo ritrovati a ballare ovunque: in giardino, sul ponticello, intorno alla fontana… robe che manco Anna e Hans di Frozen durante Love Is an Open Door!
In più sento una musica nell’aria che non ho idea da dove provenga, forse stiamo cantando proprio noi e non ce ne rendiamo conto.
Ad ogni modo, questa serata è stata magica.
Adesso ci troviamo seduti sulle scale, godendoci il nostro meritato riposo: direi che abbiamo ballato parecchio per oggi!
Vorrei scambiare almeno una parola con lui, vorrei baciarlo, ma vengo subito riportata alla realtà dalle campane che suonano, le quali mi ricordano che è ormai mezzanotte.
Oh Mahal!” esclamo scattando in piedi e mettendomi le mani davanti alla bocca. “Devo andare!”
Aspetta!” Il nano si alza e mi afferra delicatamente il polso, impedendomi di scappare via. “Quando potrò rivederti?”
Non lo so” rispondo in preda al panico. “Addio!”
Prima che possa andare tutto a rotoli, corro lontana da lui, ma egli mi segue, continuando a fare domande.
Dalla foga perdo la scarpetta di cristallo sulle scale, ma non ho tempo per tornare indietro a riprenderla.
Quindi mi fiondo dentro la carrozza, la quale parte in quarta come se si trovasse ad una gara di Formula 1.
Mano a mano che procediamo tutto torna esattamente come prima… a parte una cosa: la mia scarpetta di cristallo, l’unico ricordo di questa notte magica.

Ovviamente, una volta tornata a casa, tutto è tornato come prima.
Oggi mi ritrovo di nuovo qui, vestita di stracci, intenta a pulire e a ripulire come se non ci fosse un domani.
Sempre maltrattata dal Governatore e dalle sue nipoti, sempre lo sguardo vuoto e l’aria rassegnata.
Chissà se rivedrò mai il bel nano con cui ho ballato! E, anche se lo dovessi rivedere, non mi riconoscerebbe mai conciata così, lui ricorda di aver ballato con una fanciulla elegantissima e dall’aria scintillante, non con una sguattera.
Oh, sentite un po’ qua!”
In questo momento sto spolverando la sala della musica, lì dove si trovano il Governatore e le tre racchie.
La frase dell’uomo mi riporta alla realtà. Ha appena finito di leggere una lettera che gli ho consegnato poco fa.
Ovviamente Mary, Angel e Genevieve si mettono subito intorno allo zio, non senza prima essersi spinte e aver bisticciato un po’.
Re Thorin è alla ricerca della fanciulla con cui ha ballato ieri sera, di ella gli è rimasta solamente la scarpetta di cristallo. Dice che passerà a casa di tutte le ragazze del regno e sposerà la prima alla quale andrà la scarpa!”
Re Thorin???” esclamo sgranando gli occhi.
Ieri sera ho ballato con il re??? Ma io credevo che fosse un nano qualsiasi! Dunque era quello il famoso Thorin?
Dallo stupore mi è caduta la scopa dalle mani.
Nessuno fa caso a me: le tre nipoti del Governatore sono troppo impegnate a starnazzare come oche.
Ne approfitto per andarmene via, prima che mi diano altri incarichi.
Voglio andare a farmi bella per Thorin. Quest’oggi dovrebbe passare e voglio assolutamente farmi trovare più gnocca che mai.
Con aria sognante entro dentro la mia camera, canticchiando fra me e me e ballando un po’, già pregustando il momento in cui la scarpetta aderirà perfettamente al mio piede.
Non appena entro e mi siedo davanti allo specchio, in esso noto un riflesso che non mi piace affatto…
Mi volto allarmata, ma è troppo tardi: il Governatore mi chiude a chiave nella mia stanza.

Fatemi uscire, vi prego!” Sto prendendo a pugni la porta, non me n’ero nemmeno resa conto ma sto piangendo dalla disperazione. “Vi supplico! Vi scongiuro!”
Quando penso che ormai sia tutto inutile, ecco che odo una vocina famigliare e amica da dietro la porta: “Glenys! Cosa succede?”
Sebastian!” esclamo ritrovando la speranza. L’amico riccio di Radagast! “Trova la chiave di questa stanza, presto! Il Governatore mi ha chiusa qua dentro, dovrebbe averla lui.”
Ricevuto!” Come sempre Sebastian è pronto ad aiutarmi e non se lo fa ripetere due volte: corre a cercare la chiave che quel pallone gonfiato avrà sicuramente nascosto da qualche parte.

***

Sì, non ci sono altre ragazze in questa casa.”
Il Governatore… il solito bugiardo!
Per fortuna arrivo giusto in tempo, scendendo le scale. “No, non è vero! Aspettate! Ci sono ancora io!”
L’uomo e le tre racchie mi guardano a bocca aperta, probabilmente si staranno domandando come diamine abbia fatto a liberarmi.
Thorin Scudodiquercia si trova nel mio salotto, bello come non mai. Da come mi sta guardando, penso che si sia quasi accorto che sono io la ragazza che sta cercando. Mi avrà riconosciuta?
“Sì, ma lei è soltanto una sguattera!” dice il Governatore.

Non mi interessa,” dice il nano, fermo, “avevo detto che avrei controllato tutte le fanciulle del regno, che siano ricche o povere.”
Il Governatore mette il broncio, come se fosse un bambino.
Finalmente Thorin torna a guardarmi. Mi invita gentilmente ad accomodarmi sulla poltroncina, sorridendomi in quel modo che farebbe salire la temperatura a trenta gradi d’inverno.
Sorridendo, mi sistemo sulla poltrona.
Il nano si sta avvicinando a me con la scarpetta posata sul cuscino, ma quell’idiota del Governatore decide di fargli uno sgambetto, cosicché la scarpetta cade a terra e si rompe in mille pezzi…
No, no!” esclama Thorin, disperato. “Adesso come farò a trovarla?” aggiunge guardando con aria sconsolata i frammenti della scarpetta di cristallo.
Beh, vedete...” Con aria furbo tiro fuori qualcosa dalle mie immense tasche. “Io ho l’altra scarpetta.”
Non appena vedono l’altra scarpa nelle mie mani, il Governatore e le sue nipoti fanno un’espressione che per me è una gran soddisfazione veder dipinta sui loro volti.
Rivolgo loro uno sguardo vittorioso. Ho vinto.
Thorin Scudodiquercia sorride a trentadue denti, dopodiché si appresta a provarmi la scarpetta di cristallo.
Quando vediamo che mi calza perfettamente, esultiamo.
Lui mi prende in braccio e mi fa girare in aria, mentre quei quattro si disperano.
Ti ho trovata, ti ho trovata! Eri tu, ne ero sicuro! Adesso ci sposeremo, ti porterò nel mio castello, faremo tanti bambini, eccetera eccetera...”

Quando mi sveglio, mi ci vuole poco tempo per rendermi conto della realtà circostante.
Sognare il Governatore e le sue nipoti mi ha messo molto di pessimo umore.
Thorin sta ancora dormendo, come al solito mi sono svegliata prestissimo, non è nelle condizioni di proteggermi, nel caso quei quattro dovessero fare irruzione nella nostra camera.
Per sicurezza, vado a controllare che la porta sia chiusa a chiave…

   
 
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