Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: Ma_ma san    26/06/2018    4 recensioni
"..Ecco, ora mi sveglierò e scoprirò che è stato tutto un sogno. Finalmente tutti i miei sforzi, le mie lacrime, i miei dubbi sono spariti in un attimo...."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 29 Un lieve sussulto mi ridestò. Non ricordavo, li per lì, dove fossi, poi abbassai gli occhi e vidi Masumi che stava dormendo con la testa appoggiata sulle mie gambe e sorrisi. Mi faceva tenerezza vedere il suo volto nel sonno, poi iniziò ad agitarsi e mi era sembrato di sentirlo parlare. Subito non capii cosa disse, ma intuii che stesse avendo un incubo”. “Maya…Maya…dove sei?...Maya non mi lasciare…”. Stava sognando me e, all’improvviso, vidi un luccichio sul suo volto. “Sta piangendo”. Mi sentii triste per lui, mi dispiaceva vederlo così. Gli asciugai le lacrime, accarezzandogli la guancia e la testa, e cercai di calmarlo. “Shh.. sono qui…stai tranquillo” gli sussurrai sottovoce. Lentamente si calmò e tornò a dormire sereno. Mi aveva fatto uno strano effetto sentirgli pronunciare il mio nome nel sonno. “Piccolo mio, tuo padre ci ama, ma non so cosa devo fare. Cosa succederà quando nascerai? Io non posso e non voglio negare a te la sua presenza, né a lui la tua, ma è una situazione senza via d’uscita, perché qualsiasi scelta farò, qualcuno ne soffrirà sicuramente ed io non lo voglio. Ti prego, piccolo mio, aiutami a capire cosa fare, dammi un segno”. Piansi molto quella notte, poi mi addormentai. …………………………………………………………………………………………………………………….. Lentamente mi svegliai. Era stata una notte strana, fatta di bei sogni, di incubi e poi di nuovo una pace, ma l’unica cosa che avevano in comune era che il soggetto dei miei pensieri tormentati era la mia Dea, la mia Maya. Ero ancora un po’ intontito, ma mi accorsi di un calore sul mio volto e un respiro ritmico accanto a me. Spalancai gli occhi e, non potevo crederci! Avevo passato tutta la n otte sul divano appoggiato a lei. Alzai lo sguardo e vidi due bellissimi occhi scuri fissi su di me, sorridermi. Mi sollevai di scatto. Scusami Maya, hai dormito qui per colpa mia, sarai stata così scomoda. Perché non mi hai svegliato?”. “Non ti devi preoccupare, ho dormito benissimo, per quanto il bambino mi abbia lasciato riposare” e sorrisi. La guardai con gli occhi dell’amore, poi continuò. “Credo che o si sia accorto della tua presenza, perché non ha fatto altro che scalciare, credo per farti capire che sapeva che sei il suo papà” e si accarezzò il ventre. “Non è vero piccolo mio?”. “Si, però non eri in una posizione molto comoda”. “Ti ho guardato a lungo dormire, il tuo volto era così sereno, che mi dispiaceva interrompere il tuo sonno”. “Ora dovrò farmi perdonare” e le strizzai l’occhio. L’aiutai ad alzarsi, le mie mani stringevano le sue e per un lunghissimo istante mi persi nel suo sguardo dolcissimo. Poi arrossì e non riuscii a resistere alla tentazione e le diedi un bacio sulla fronte. ………………………………………………………………………………………………………………………………… “Abbiamo bisogno di una bella doccia, o meglio, io andrò a fare una doccia veloce, poi ti preparo la vasca per te e, infine, una bella colazione. Stamattina dobbiamo andare in ospedale per fare un’ecografia di controllo. Credo che Mizuky ed Hijiri non siano ancora rientrati”. L’accompagnai nella sua stanza e andai in bagno a rinfrescarmi. Mentre l’acqua scivolava sul mio corpo ripensavo a quello che mi aveva detto Maya. Era stata così dolce e premurosa nei miei riguardi. “…Chissà se…”. Si sarebbe innamorata di nuovo di me? Appoggiai le mani e la fronte contro il vetro della doccia e sospirai. Mi ero cambiato e indossavo qualcosa di comodo e tornai in bagno per riempire la vasca per lei. L’acqua era pronta, tante bollicine galleggiavano e qualcuna scoppiettava, quando bussarono alla porta. “Entra pure, qui è tutto pronto”. Maya indossava un accappatoio rosa e un paio di ciabattine in spugna con due coniglietti ricamati. Risi di gusto. “Scusami, non rido per te, ma per quelle graziose ciabatte”. “In effetti, sono un po’ buffe” e rise anche lei. Poi ci guardammo, imbarazzati. “Avrei bisogno che mi aiutassi ad entrare nella vasca, Mizuky lo fa sempre, perché ho paura di cadere, ma mi vergogno a farmi vedere nuda da te” e divenne ancora più rossa. “Ho un’idea. Io mi metto qui vicino al bordo con gli occhi chiusi, così puoi toglierti l’accappatoio ed entrare nella vasca con tranquillità”. E così feci. Sentii la sua mano appoggiava fiduciosa sulla mia e il suo corpo emanava un calore, che riuscivo a percepire distintamente. Poi due spruzzi d’acqua mi colpirono il viso e capii che era entrata. “Ora uscirò e ti lascerò tranquilla. Ehm…Maya…mi indicheresti la porta per favore?”. “Guarda che ora puoi aprire gli occhi. Con tutta questa schiuma che hai fatto non si vede niente” e risi. Così feci e vidi la sua graziosa testolina emergere da quelle soffici nuvole profumate. “Ora vado in cucina a preparare la colazione e poi tornerò per farti uscire, se Mizuky non arriva prima. Chissà dove saranno finiti”.
  
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