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Autore: Johanna_Sparrow    27/06/2018    1 recensioni
Urla così tanto che le corde vocali grattano, bruciano, sembrano quasi incapaci di spingersi oltre. Eppure la voce esce ancora ed altre urla si accodano alle prime.
Lo strazio e la disperazione non le permettono di fermarsi.
Le lacrime continuano ad inondarle il volto, bagnato dalla pioggia che cade fitta su quello scempio e si mescola al fango e al sangue.
Non riesce a fermarsi. E non c'è nulla che possa fermare loro.
Genere: Drammatico, Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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I rumori sono così forti, così assordanti, che confondono la loro stessa percezione.
Ogni azione è frenetica, folle, malsana, ma è registrata dalla memoria con puntuale precisione, attimo dopo attimo. Il ripercorrere quei momenti li rende più lenti, infiniti, un'interminabile tortura.
I suoni e le azioni finiscono con il non coincidere più.
Prima un grido squarcia il cielo, ma la bastonata che l'ha provocato giunge a destinazione solo successivamente.
È tutto confuso, ma anche così chiaro. Troppo chiaro.
Le urla, il dolore, il sangue.

Urla così tanto che le corde vocali grattano, bruciano, sembrano quasi incapaci di spingersi oltre. Eppure la voce esce ancora ed altre urla si accodano alle prime.
Lo strazio e la disperazione non le permettono di fermarsi.
Le lacrime continuano ad inondarle il volto, bagnato dalla pioggia che cade fitta su quello scempio e si mescola al fango e al sangue.
Non riesce a fermarsi. E non c'è nulla che possa fermare loro.

La mazza si leva alta, verso quel cielo scuro e minaccioso, sfidando la sua potenza e dichiarando la propria. E poi si riabbassa, crudele e forte come non mai, a percuotere i loro corpi, ancora e ancora, fino a far perdere loro le sembianze che possedevano.


La donna spalanca gli occhi d'improvviso.
Ha il fiato corto e il volto rigato. Trema appena.
-Ehi... È successo di nuovo.
L'uomo le si rivolge calmo e paziente. Se lo ritrova di fronte, seduto su una sedia accanto al letto.
-Succede ogni volta che chiudo gli occhi...-ammette lei, in un soffio, mettendosi seduta ed asciugandosi il volto con il dorso della mano.
-È passato quasi un anno dal Grande Massacro... So che è difficile, ma devi riuscire a superarlo.
-Difficile, Hank?-ripete, incredula per quella definizione.-È impossibile.-gli assicura, affranta e consapevole.-Come posso superare ciò che ho visto? Ciò che è successo? I miei figli, Hank! Loro li hanno... Non li rivedrò mai più.-la sua voce tremolante si interrompe, lasciando spazio ad un rinnovato pianto convulso.
L'uomo sospira e si siede sul ciglio del letto, prendendosela tra le braccia e dondolandola dolce.
-Mancano molto anche a me.-le assicura, serio.-Erano due ragazzi fantastici... E so che fa male, fa tanto male. Ed è ingiusto. Ma tu sei ancora viva, sorellina.
La ragazza scuote il capo, con il volto inghiottito nel suo petto.
-Sono qui, davanti a te. Ma sono morta quella notte...
-Devi pensare al futuro...
-Quale futuro? Mi hanno portato via ogni cosa!
-Non voglio sentirti parlare così.-ammette, serio.
-Mi dispiace, Hank... Ma lo sai che...
-So che ti hanno spezzata.-la allontana appena da sé, per guardarla dritto negli occhi.-Ma la mia sorellina non si è mai arresa così facilmente. Ricordi? Hai sempre dato filo da torcere a tutti! Persino a papà! O a Markus!
-Non ho più quella forza...-mormora, scuotendo il capo sconsolata e fragile.-Non ho davvero più niente, Hank...
-Hai me.-fa notare, stringendola per le spalle.
La donna sospira a fondo, tornando ad accoccolarsi tra le sue braccia, bisognosa.
-Grazie di tutto.-gli sussurra appena.
-Datti una rinfrescata e vestiti. Ho una sorpresa per te.


La donna si stringe infreddolita nello scialle.
La desolazione di quelle strade rende il clima ancora più rigido, alla percezione.
Ci sono solo loro, lì. Dispersi tra la nebbia.
-Perché mi hai portata qui?-mormora, deglutendo.-Io... Non voglio vederlo...
-Ehi, non ti fidi più di me?-le domanda bonario ed ironico.
-È solo che...-si ferma sul posto, tremante e dubbiosa.
L'uomo torna indietro e la affianca.
-Ne varrà la pena, sorellina. Promesso. Fatti coraggio...
Sospira, portandosi i capelli lunghi e spettinati all'indietro, in un gesto nervoso.
Resta ferma qualche istante, stringendosi ulteriormente nelle vesti, come per ricavarne una qualche forma di coraggio, nel vago tepore che riescono a regalarle. Ed infine decide di proseguire al fianco del fratello.

Passo dopo passo, dalla nebbia emerge un enorme e possente muro che divide a metà il cielo.
Era stato eretto quella notte.
La stessa notte in cui avevano perso la vita 1721 bambini, in cui circa 3400 genitori avevano perso la loro ragione di vita, in cui lei aveva perso tutto.
La notte in cui le tenebre avevano inghiottito ogni cosa e soffocato la luce.

Era un ammasso di cemento, ossa e odio. Ed era così solido, così invalicabile, così agghiacciante.
La donna si ferma di nuovo. Un brivido le attraversa la schiena.
Tiene le braccia conserte e se le sfrega appena.
-Hank, io... Non me la sento.-ribadisce, scuotendo il capo.
L'uomo sospira.
-È solo un muro, Kara...
-No, non lo è! Non è solo un muro!-sbotta, ridando vigore alla sua voce assopita.-Questa... Questa cosa, questo mostro, è la sola tomba che i miei figli potranno mai avere!-lo addita, urlando.-Ed è il mostro che mi ha condannata a sopportare questo dolore da sola! Che mi divide da lui!

Finalmente, dopo essersi ripiegata nel proprio dolore, Kara reagisce.
Grida e inveisce contro il fratello, contro il muro, contro il cielo.
Lo scialle cade a terra, i capelli ramati si agitano nell'aria, i piedi scalciano il terreno in cerca di sfogo.
L'uomo resta fermo e muto. La osserva e la lascia sfogarsi, finché non le mancano le parole per maledire ancora ogni cosa e la disperazione torna a prendere il posto della rabbia.
Cade in ginocchio e torna a piangere.

Hank le recupera lo scialle e glielo risistema addosso, chinandosi al suo fianco.
-Vieni.-mormora, calmo e paziente.
Lei, nuovamente docile ed accoccolata alle sue braccia, alla fine acconsente.

Camminano per un po' lungo il muro, probabilmente più vicini ad esso di chiunque abbia mai osato fare.
-Eccoci qui.
-Qui?-lei non capisce. Non sembra esserci nulla di diverso.
Il muro è ancora al suo posto. La nebbia anche. Le strade deserte e le case abbandonate pure.
-Guarda.-le sussurra, in un dolce sorriso, chinandosi a terra ed indicandole un punto di quel maledetto muro.

Kara gli lancia uno sguardo storto. Per un attimo teme persino che abbia perso la ragione o che sia divenuto un sadico come gli altri Umani.
Tuttavia si avvicina.
Quando finalmente capisce, prova un calore che non conosceva da tempo: speranza.
Un brivido le percorre tutto il corpo e le dona nuovo vigore.
-C'è una crepa...-sussurra, incredula.-C'è una crepa!
Il suo volto, dopo tanto tempo, riscopre il significato di un sorriso. E le guance assaporano le dolci lacrime di gioia.

-L'hanno scoperta certi miei amici... Ho pensato che potesse essere un'opportunità importante, per te.-le spiega, dolce, pronto ad accogliere l'abbraccio carico di entusiasmo che gli riserva la sorella.
-Ci vorrà solo un po' di pazienza, ma posso ingrandirla, può diventare un buco o un passaggio, possiamo metterci in contatto con l'altra parte, posso chiedere aiuto ad altri Fatati per rintracciare Markus, posso... Potrò riabbracciarlo, Hank!
Kara è un improvviso ciclone di entusiasmo. È impossibile metterla a tacere e tanto meno abbatterla.
Non la vedeva così da tanto, troppo tempo.
E non potrebbe essere più felice di essere riuscito a riportare un po' di luce sul suo volto.

C'è una crepa in ogni cosa. È da lì che entra la luce.
 

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Ho creato un piccolo gioco creativo su Facebook, per vedere che idee saltavano fuori dai miei amici.
Questa storia è il risultato del prompt creato da Isabella, che ringrazio!

Ambientazione: futuro Urban fantasy/post apocalittico, territorio prima unito, diviso in due tipo Berlino prima della caduta del muro. Da una parte i fatati, dall'altra gli umani. Le famiglie miste sono state separate.
Pg: Due innamorati che vedono la loro famiglia divisa da un muro e i loro figli mezzosangue uccisi brutalmente.
Situazione: Rivolta, desiderio di ribaltare il sistema.
Citazione: c'è una crepa in ogni cosa, é da lì che entra la luce.
  
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