Vorrei dirvi una cosa: scrivere di Jongh-yun, parlarne, raccontare di lui inventando, non è da parte mia una mancanza di rispetto. La memoria di chi non c’è più è l’unica cosa che rimane e attraverso i nostri racconti noi rendiamo vita a ciò che non c’è più. Perché se si smette di ricordare, di dire e di pensare a chi ci ha lasciato, è solo allora che questa persona cessa definitivamente di esistere.