Serie TV > Supergirl
Ricorda la storia  |       
Autore: Damisa    28/06/2018    4 recensioni
Kara sembra ormai convinta di voler tornare sul pianeta dove c'è sua madre. Saluta tutti famiglia e amici, ma nel momento in cui deve dire addio a Lena, qualcosa scatta, ma cerca di non darci peso, perché niente può essere paragonato alle sue origini. Inizia a vivere là, ma non è come aveva creduto. Intanto Lena da quando è andata via la sua migliore amica sembra un'altra. La sua relazione con James non evolve in nessun modo, anzi le pesa terribilmente, perché? Perché tutto sembra pesare da quando non c'è lei?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Pre nota: Buon salve ^^
Non vi esaltate troppo nel vedere quell’in corso, sono solo due capitoli, doveva essere una one shot, ma mi sono lasciata prendere troppo la mano e ho sforato un po’ XD
Comunque, ho messo questa nota iniziale per dare qualche informazione di servizio: non era mia intenzione tornare a pubblicare così presto, ma girando su twitter, incappai nel video in cui Kara saluta tutti e quello che mi colpì maggiormente fu la canzone di sottofondo, appunto Oceans away degli ARIZONA, andando a leggere il testo, per poco non mi partiva un embolo. Sono sempre più del parere che questi writers amano prenderci in giro e mandare continuamente messaggi molto ambigui, quindi con santa pazienza mi sono vista pezzi della 3x21 e della 3x22, così ho deciso di usare anche io questa canzone come accompagnamento, inserendo ad un certo punto della storia il testo (se potete, mentre leggete ascoltatela), scrivendo la mia personale versione di come sarebbe dovuta finire la serie. Inoltre per quanto abbia cercato di attenermi su quello che succede nella serie e di seguire l’evoluzione (la definirei più involuzione, in realtà) dei personaggi, ovviamente ci ho messo del mio, quindi scusate se ci potranno essere delle discrepanze.
Bene, credo di aver detto tutto, vi lascio alla lettura ^^
_______________________


Oceans away

Non riusciva a non pensarci, alle volte credeva che fosse tutto frutto di un sogno. Si bloccava improvvisamente, interrompendo quello che stava facendo, e rimaneva lunghi secondi con lo sguardo fisso nel vuoto, sia che stesse alla CatCo a lavorare o che stesse volando tra i grattacieli di National City.
Sua madre era ancora viva, così come la sua cultura!
Nel momento in cui aveva posato lo sguardo su quella città e riabbracciato Alura, aveva sentito di nuovo un senso di appartenenza che si era rassegnata, in tutti quegli anni passati su un altro pianeta, a non provare più.
Stava combattendo con i suoi sentimenti in continuo contrasto da giorni, ma ora che finalmente erano riusciti a sconfiggere Reign e tutto era tornato alla normalità, c’era un pensiero che si era insinuato nella sua testa, facendosi sempre più impellente e assordante.
La terra l’aveva accolta come Kara Danvers, regalandole la fortuna di conoscere persone che erano diventate la sua famiglia e la sola idea di poterle lasciare la faceva sentire terribilmente in colpa. Inoltre non poteva dimenticare che lei era anche Supergirl e come tale si portava addosso quella responsabilità di dover proteggere sempre tutti e in qualunque modo… ma non poteva fare a meno di chiedersi, Kara Zor-El dove era finita? Era tanto sbagliato voler tornare a quelle che erano le sue origini?
Stava facendo ruotare tra le mani il calice di vino che aveva precedentemente riempito, quando era venuta la sorella per passare la serata insieme, si era nuovamente persa nei meandri della sua mente.
Alex la stava osservando in silenzio, era da un bel po’ che si era accorta che la sorella aveva qualcosa che la stava rendendo molto taciturna e assente. Aveva lasciato correre senza farle dire cosa realmente la stesse tormentando, perché la risposta già la conosceva e, forse, non era ancora pronta per sentirla, così come Kara sembrava non essere pronta per rivelargliela, ma continuare in quel modo non avrebbe aiutato nessuno, men che meno la sorella.
«Kara, tesoro, cosa c’è che non va?», si sporse verso di lei e le poggiò la mano sul braccio, per attirare la sua attenzione.
La bionda sbatté le palpebre un paio di volte, prima di voltarsi verso la sorella che la stava guardando con occhi colmi di preoccupazione. Sospirò e abbozzò un mezzo sorriso un po’ sconsolato.
«Niente di importante, Alex.», fece un piccolo sorso di vino, per evitare di continuare.
Alex posò il suo calice sul tavolino, inarcò il sopracciglio, se il non voler affrontare quell’argomento significava che Kara dovesse vivere in quel modo, assolutamente no. Gliel’avrebbe tirato fuori a forza.
«È da quando sei tornata da Argo che stai così…forse è giunto il momento di parlarne apertamente, non credi?»
Kara stirò la mascella e aggrottò la fronte, non era stupita che la sorella avesse già capito, era la persona che la conosceva meglio, ma dirglielo avrebbe reso quell’idea, ancora astratta, reale, ed era proprio quello che più la spaventava, far concretizzare quello che davvero voleva.
«Alex, io…», si fermò, non credeva che potesse essere così difficile.
Fu la sorella ad andarle incontro, aiutandola.
«Vorresti ritornare là, non è vero?»
«Anche se ci ho passato poco tempo, mi sono sentita a casa.», fece una breve pausa, non riusciva a nascondere il suo essere profondamente addolorata, «Ho provato davvero tanto a rendere la Terra casa mia, Alex…e lo è stata grazie a te. Sei stata molto più di una sorella per me. Quando sono arrivata qui ero sola e spaventata, avevo appena perso tutto e me ne andavo in giro, sentendomi come un monotono involucro vuoto. Tu hai riempito il mio cuore, facendo sparire quel vuoto. Questo mi ha portato anche ad aprirmi agli altri, senza aver paura, vivendo in questo mondo con maggior serenità e non rimpiango niente, anzi, però sento lo stesso che il mio posto non è questo.»
Vide che gli occhi della sorella si fecero lucidi, le prese le mani e gliele strinse, «Ma voglio che tu sappia che non importa dove andrò, avrai sempre un posto nel mio cuore.»
Deglutì cercando di sciogliere il nodo che aveva in gola, non voleva mettersi a piangere, anche se il fluire delle emozioni non l’aiutava per niente. Voleva poter sostenere come meglio poteva la decisione della sua sorellina.
«Allora cos’altro c’è che ti frena oltre alla tristezza di doverci…separare?»
Questa volta fu Kara a dover tenere a bada le lacrime, «Alex… questa scelta non mi rende egoista?», le confessò con tono un po’ turbato.
Alex le accarezzò il volto, sorridendole e scuotendo leggermente il capo, «Come puoi pensare una cosa del genere? Hai dato così tanto a tutti noi come Supergirl. Hai dedicato tutta la tua vita a prenderti cura degli altri e..
La sorella la guardò con intensità, «Se l’ho potuto fare è perché tu per prima ti sei presa cura di me, Alex.», le disse di getto, interrompendola.
Alla fine le lacrime sfuggirono al controllo della rossa, rigandole il viso, ma ciò che le aveva appena detto Kara non le impedì di andare avanti, «È per questo che adesso che Reign è andata via, è ora che Kara Zor-El si prenda cura di se stessa… ma egoisticamente non so come farò senza di te
«Non sarà per sempre.», con quelle parole appena sussurrate, Kara non sapeva se stava cercando di confortare la sorella o lei.
«Lo so e so che qualsiasi cosa accadrà, noi due saremo sempre unite.», le rispose quasi singhiozzando.
Le due sorelle si abbracciarono forte per un tempo indefinito, consapevoli entrambe che quello sarebbe stato uno degli ultimi momenti che avrebbero passato insieme.
 
 
Alex, con l’aiuto degli altri, le aveva organizzato una festa al DEO in modo che potesse salutare tutti i suoi amici, fu davvero grata della comprensione e soprattutto dell’appoggio che le avevano mostrato, quando aveva comunicato che sarebbe tornata su Argo. Già sapeva che avrebbe sentito la mancanza di tutti loro, ma forse il cambiamento che avrebbe portato quel viaggio non si sarebbe prospettato così traumatico, perché con sua grande sorpresa Mon-el aveva deciso di partire con lei. Le aveva detto che così avrebbe potuto trovare un modo per mandare un messaggio nel futuro per farsi venire a prendere.
Chissà se era davvero quello il motivo, ma non osava sperare in altro, vista la delicata situazione in cui si trovavano.
Alzò lo sguardo verso la vetta di un particolare grattacielo, la cui facciata sfoggiava una gigantesca L. Dopo tutta la faccenda di Reign, Lena aveva deciso di far prendere una lunga vacanza a Sam, così aveva iniziato a dividersi tra la LCorp e la CatCo.
Era l’ultima persona a cui doveva dire addio e non sapeva come farlo, non le avrebbe potuto dire per l’ennesima volta la verità e questo le faceva provare uno strano senso di inquietudine. Era perfettamente conscia che Lena non lo meritava, non solo per tutto quello che aveva fatto per loro, per lei, ma soprattutto per ciò che era. Aveva dimostrato più e più volte quanto ci si potesse fidare di lei, invece l’aveva tradita, dubitando delle sue intenzioni. Ogni volta che voleva trovare una giustificazione per quel suo atto spregevole, rimaneva puntualmente atterrita, perché non c’era. Da quel momento aveva capito che non sarebbe potuta più tornare indietro e si stava convincendo che l’andare via le stava offrendo la possibilità di non ferirla ulteriormente o metterla in pericolo costantemente.
Raggiunse l’ultimo piano e si avviò verso il suo ufficio, si fermò davanti alla sua porta, prese un respiro profondo e bussò.
Lena da dietro la sua vecchia scrivania, sommersa da pratiche, bilanci e progetti da dover controllare, capì subito chi avesse bussato. Era l’unica che non si faceva mai annunciare, sorrise tra sé e sé, lasciò perdere il suo lavoro e si alzò.
«Vieni Kara.»
Kara entrò, venendo accolta da una radiosa Lena e per una frazione di secondo si dimenticò di respirare. Non la vedeva così da molto tempo.
«Ciao Lena, scusami se come al solito vengo senza preavviso, alla CatCo mi avevano detto che oggi saresti stata qui.»
La mora allargò il suo sorriso, «Non ti preoccupare, lo sai che per me è sempre un piacere vederti, considerato che nell’ultimo periodo non ho avuto molte occasioni per farlo.»
Già, lei era stata a stretto contatto con Supergirl non con Kara Danvers e ora che ci pensava, era strano come cambiasse lo stare con lei a seconda di chi delle due avesse di fronte, non poteva negare che a prescindere da ciò che era successo, preferiva di gran lunga quando era solo Kara.
«Hai contribuito di nuovo a salvare il mondo, sei più che giustificata.», le rispose, ricambiando il sorriso.
Lena chinò il capo di lato, c’era qualcosa nel sorriso dell’amica che poco la convinceva, come se fosse tirato. Arricciò leggermente le labbra, «Normale amministrazione.», disse con tono scherzoso, fingendo modestia, provocando poi una piccola risata nella bionda, «Allora, spero che questa sia solo una visita di cortesia.»
Kara iniziò ad armeggiare con gli occhiali, si aggiustò la borsa sulla spalla e distolse lo sguardo dalla mora, stava provando a dissimulare quell’ inquietudine che continuava a crescere, «Sì…cioè…dovrei dirti una cosa.»
Lena le si avvicinò con un piccolo scatto in avanti, prendendole entrambe le braccia, cercando i suoi occhi, non le era sfuggito quel cambio repentino d’espressione che aveva avuto.
«È successo qualcosa?», chiese provando a non far trasparire eccessiva preoccupazione.
Sollevò di nuovo gli occhi incontrando quelli della mora e fu come se le parole le fossero morte in gola, come se per un motivo che non comprendeva non volessero uscire, ma doveva farsi coraggio.
«Sto andando via, Lena.», glielo disse senza spezzare quel contatto visivo.
Aggrottò le sopracciglia, facendo formare una ruga sulla fronte, non era certa di aver capito bene, «Cosa?»
Perché con gli altri era riuscita a mostrare entusiasmo, invece con lei non riusciva minimamente a provarlo?
«Sto per partire, lascerò National City.»
Lena mollò le sue braccia, quella era l’ultima cosa che si sarebbe aspettata di sentire in quel momento. Le si chiuse immediatamente lo stomaco, era come se qualcuno le avesse appena dato un pugno. Aveva dato erroneamente per scontato, da quando quella mattina di un anno fa fece irruzione nella sua vita, che ci sarebbe sempre stata. Lei che con tanta naturalezza era diventata la sua famiglia. Ora sarebbe rimasta di nuovo sola. Restò per un attimo in silenzio, doveva ricacciare indietro tutte quelle sensazioni negative, ascoltarla e supportarla, come aveva sempre fatto con lei.
«Come mai questa decisione?»
Non credeva di dover scrutare ancora una volta quello sguardo ferito e quell’espressione sgomenta che mostrò inconsapevolmente Lena, anche se subito si riprese, e non credeva che ne venisse così profondamente colpita.
«Sai… è da un po’ di tempo che sento il bisogno di ritrovare me stessa, così ho deciso di intraprendere questo viaggio, non so per quanto tempo starò via, per questo sono venuta, ci tenevo a dirtelo di persona e a salutarti.», tentò di dirle una mezza verità.
Era stata così tanto presa dagli ultimi eventi che non aveva per niente notato quel disagio che stava vivendo Kara. Da quanto tempo si sentiva in quel modo? E che razza di amica era stata per non essersene accorta?
«Pensa Lena… questo mi darà l’opportunità di conoscere il mondo e fare la free lance, così ci saranno altri editori a dovermi sopportare.»
Lena venne rapita da quel volto, ora sorridente e quasi eccitato, che tentava di alleggerire la situazione, così le sue labbra si stesero, «Spero con tutto il cuore che tu possa trovare quello di cui hai bisogno, Kara.», perché niente contava di più del suo benessere e se l’amica era contenta, lo doveva essere anche lei, così con uno slancio l’abbracciò.
Ricambiò quel suo gesto e socchiuse gli occhi per cercare di mantenere il controllo delle proprie lacrime, in quegli ultimi giorni poteva fare concorrenza ad una fontana.
«Grazie, Lena.», le mormorò, tenendola ancora stretta, quasi timorosa di allontanarsi da lei.
«Che ne diresti se uscissimo stasera? Così potremo festeggiare come si deve l’inizio di questo tuo nuovo percorso.», le propose, staccandosi quel tanto che bastava per avere il suo volto di fronte.
Kara si illuminò, venendo finalmente inondata da quell’entusiasmo tanto agognato, anche se per un motivo ben diverso, sarebbe stata una vera gioia passare l’ultima sua serata sulla Terra con lei, «Ne sarei felicissima.»
«Ottimo!», la lasciò andare per recuperare il suo cellulare, «Disdico l’appuntamento con James.»
La bionda rimase un attimo interdetta, il suo primo pensiero fu cosa c’entrasse James, poi venne colta dalla consapevolezza che i due si stavano frequentando da qualche mese, c’erano momenti in cui sembrava che il suo cervello rimuovesse quell’informazione. Almeno non sarebbe stata sola e questo in un certo senso la confortava.
«Puoi far venire anche lui, non voglio che cambi i tuoi programmi per me.»
Quelle parole le arrivarono mentre stava scrivendo il messaggio, ma non esitò a premere invio, James l’avrebbe potuto vedere quando voleva, lei invece non più. Le mani tremarono leggermente. Quanto destabilizzante sarebbe diventato il pensiero di non averla più nella sua vita? Respirò profondamente e si voltò verso l’amica.
«Assolutamente no, James capirà. Questa sarà la nostra serata e non ci rinuncerei per nulla al mondo.», voleva davvero godersi quegli ultimi momenti che avevano a loro disposizione.
L’animo di Kara, come reazione totalmente spontanea, esultò nel sentire quella risposta e stranamente il suo cuore sussultò, quando Lena le regalò quello sguardo così caldo e affettuoso.
 
 
I never let
My guard go down
But you messed me up
When you came around
When the high wore off
Know you needed space
But I don’t wanna wait
I don’t wanna mistake
 
Stava leggendo svogliatamente un articolo, era la terza volta che tornava sulla stessa riga, senza accorgersene. Non riusciva a concentrarsi. Il lavoro la stava sfiancando e non riusciva a trovare una valvola di sfogo che le facesse vivere meno tutto quello stress. Si alzò dal divano dell’ufficio di James, la solitudine era diventata quasi un macigno e il più delle volte si trasferiva lì. Solo che a poco serviva, visto che continuava a percepirla. Si avvicinò al balcone ad osservare il cielo che si stava scurendo, lasciando intravedere qualche stella.
Di sfuggita, con la coda dell’occhio, vide dall’altra parte della porta a vetro una testa bionda che sfrecciò veloce verso l’ascensore. Si girò di scatto, spalancando le palpebre, possibile che… ma dopo qualche istante vide tornare Eve alla sua postazione e comprese che aveva preso un abbaglio.
L’infrangersi di quella piccola speranza che potesse essere davvero lei, la fece sentire talmente svuotata che provò un fastidioso senso di nausea.
Kara era ormai partita da più di tre mesi e lei ancora non si era abituata alla sua assenza. Le aveva promesso che sarebbero rimaste in contatto, ma malgrado le avesse mandato diversi messaggi nelle prime settimane, non le aveva mai risposto, sparendo completamente. Si era resa conto che non reggeva come avrebbe dovuto quel silenzio, non sopportava il non avere sue notizie, e peggio, non poteva tollerare l’idea che si fosse potuta dimenticare di lei. In qualsiasi posto si trovasse faceva vagare lo sguardo come se stesse perennemente alla sua ricerca. Le mancava terribilmente, il suo sorriso, i suoi occhi luminosi, il suono della sua voce e, soprattutto, il modo in cui si sentiva in sua compagnia. Amava quei momenti e li conservava gelosamente nel cassetto dei suoi ricordi più preziosi. L’oppressione del mondo magicamente svaniva e poteva sentirsi libera e al sicuro insieme a lei. Aveva imparato fin da piccola ad essere estremamente indipendente, in particolar modo da un punto di vista emotivo, ma quando si trattava di Kara era difficile esserlo.
Diamine aveva perfino comprato la CatCo per poter stare più tempo con lei.
Era normale provare quei sentimenti così intensi? In fin dei conti era solo la sua migliore amica…
 
Few thounsand miles and an ocean away
But I see the sunrise, oh, just like other day
Picture your eyes as I fall asleep
Tell myself it’s all right, oh oh, as the tears roll by
 
Sussultò quando James le mise delicatamente una mano sulla spalla per dirle che quella sera sarebbe andato a fare il solito controllo della città in veste di Guardiano e non sapeva se sarebbe passato da lei. Lena annuì appena, mormorando un veloce okay. Lo seguì con lo sguardo, mentre stava andando via, serrò la mascella e gli occhi le si incupirono, mostrando un’espressione decisamente triste e affranta.
Perché si era sentita così sollevata nel non dover vedere James quella sera? Perché non riusciva a vivere quella relazione come avrebbe dovuto, soffermandosi su tutti i lati negativi che c’erano? Discutevano quasi sempre per delle questioni inutili a causa del suo non capirla e avevano pochissime cose in comune. Si trovavano in una situazione di stallo e questo le pesava enormemente. Non riuscivano in alcun modo ad andare avanti… perché l’andare avanti con lui, significava lasciare indietro lei, cosa che non poteva e voleva fare. Non aveva posto fine alla loro storia per la totale fiducia che aveva mostrato James, quando le svelò di essere il Guardiano. Le aveva fatto dono della verità, solo che...
Socchiuse gli occhi e si strinse tra le braccia, poggiando la fronte sulla vetrata. C’era un’altra verità che avrebbe voluto sentire. Una verità che, nonostante tutto, non le era arrivata e che lei continuava a fare il possibile per ignorare. Aveva voluto diventare cieca di fronte a quella che era l’evidenza, perché era troppo doloroso accettare che fosse realmente così, anche se la sua voce interiore non le stava dando pace, soprattutto ora che era diventato chiaro come il sole.
Lo stesso continuava imperterrita a pensare a lei solo come Kara e non come… Supergirl, immaginandosela veramente in giro per il mondo a scrivere articoli su articoli e non persa in chissà quale viaggio intergalattico.
Sì, fin dall’inizio le aveva completamente sdoppiate per proteggersi, ingannandosi da sola, si era detta che con il tempo sarebbe riuscita a conciliarle, sperando che fosse lei a spiegarle tutto, dandole una valida ragione del perché si fosse comportata in quel modo, si sarebbe indubbiamente arrabbiata, le avrebbe urlato contro, avrebbe dato sfogo a tutta la sua delusione e amarezza, forse non le avrebbe parlato per giorni, se non settimane... però in cuor suo lo sapeva che l’avrebbe perdonata, sapeva che se fosse rimasta al suo fianco, avrebbe potuto affrontarlo e superarlo.
 
Ooh, I wish I could feel your face
Ooh, I’m helpless when I’m oceans away
 
Era questo che le avrebbe voluto dire, ma ora che lei era lontana anni luce, non aveva più importanza. Avevano perso la loro occasione… allora perché desiderava con tutta se stessa che ritornasse?
Riportò lo sguardo verso il cielo e una singola lacrima le scese lungo una guancia, lo stava osservando anche lei?
 
I never felt
A room so still
See the future coming
Hope it isn’t real
I learned to fake a smile
As the time runs out
I don’t wanna wait
Oh, I don’t wanna mistake
 
Teneva le ginocchia contro al petto, ben strette tra le sue braccia, il capo inclinato all’indietro e lo sguardo completamente perso a contemplare le stelle. Era da un mesetto che saliva sul tetto da sola ad osservare il cielo. Non sapeva nemmeno lei cosa volesse realmente scorgere, quando lo faceva sulla Terra era perché sentiva la mancanza del suo pianeta e della sua famiglia. Ora che aveva riavuto quello che da sempre desiderava, perché era sorta improvvisamente quella strana malinconia che non le stava dando tregua?
Una lieve folata di vento le scompigliò i capelli e lei si godette quel tenue suono, senza che venisse disturbato da altro. Aveva dimenticato cosa fosse il vero silenzio e in momenti come quelli apprezzava il non avere più i suoi poteri, così da poter stare davvero sola con se stessa. All’inizio non pensava che ne avesse bisogno, era stata così entusiasta nello riscoprire tutto ciò che si era dovuta lasciare indietro, parlare di nuovo la sua lingua, ritrovare diversi amici della sua infanzia, assistere a determinate festività e studiare ancora più a fondo la sua cultura. Poter riavere sua madre con sé e recuperare il tempo perduto. Credeva che tutto quello non avesse alcun prezzo e che nessuna rinuncia sarebbe stata troppo grande. Credeva che quella nuova vita l’avrebbe colmata e che quella sua infinita ricerca fosse finalmente terminata, nemmeno la presenza di Mon-el era di conforto, quando si sentiva così… smarrita. Cercava di nasconderlo come meglio poteva, provando ad essere sempre la stessa, ma si era resa conto che sul volto si era stampato un sorriso che ormai era diventato la sua maschera.
Il vento continuava a soffiare, portando con sé un delicato profumo di fiori, appena lo inalò, chinò il capo di lato. Quella fragranza aveva qualcosa di familiare, le ricordava qualcuno, spalancò gli occhi quando si rese conto che quel qualcuno era Lena…
 
Few thounsand miles and an ocean away
But I see the sunrise, oh, just like other day
Picture your eyes as I fall asleep
Tell myself it’s all right, oh oh, as the tears roll by
 
Continuava a pensarla, non poteva farne a meno. Si chiedeva come stesse, cosa stesse facendo, lavorava come al solito fino allo sfinimento? Dormiva abbastanza? Si ricordava di mangiare? Ogni volta che vedeva qualcosa di estremamente tecnologico, i suoi pensieri volavano da lei e immaginava il suo dolce volto che veniva inondato dall’esaltazione nel poter mettere le mani su tutte quelle cose. Quando non riusciva a dormire le veniva in mente l’ultima serata che avevano passato insieme, si era sentita così bene, così normale, così se stessa e il rendersi conto di come Lena si lasciasse andare quando stava con lei, la faceva sentire… importante, ma allo stesso tempo rimaneva schiacciata dalla realtà. Le aveva nuovamente mentito dicendole che non avrebbero mai smesso di sentirsi, consapevole che una volta partita non ci sarebbe stato alcun modo di comunicare con la Terra e questa volta era anche peggio, visto che era stata Kara a farlo. Quello che maggiormente la terrorizzava era il futuro, sapeva che con gli altri aveva un rapporto che non importava quanti anni sarebbe stata via, se un giorno avesse deciso di tornare, loro ci sarebbero stati. Poteva dire lo stesso di Lena?
Si portò le mani tra i capelli, poggiando i gomiti sulle cosce. L’aveva sicuramente ferita di nuovo e questo pensiero la tormentava. Detestava quella parte di sé capace di recarle così tanto dolore, avrebbe mai potuto biasimarla se avesse deciso di voltare completamente pagina e andare avanti con la sua vita? Lei l’aveva fatto no, con quale diritto pretendeva che lei invece non lo facesse? Perché la possibilità che potesse essere felice senza di lei le faceva provare un’angoscia indescrivibile?
 
Ooh, I wish I could feel your face
Ooh, I’m helpless when I’m oceans away
 
Avrebbe voluto poter tornare indietro nel tempo per cambiare tutto. Nel suo profondo aveva capito che l’unica persona di cui avesse realmente bisogno per non vivere più quel suo conflitto interiore sulla sua identità era Lena, perché solo quando era insieme a lei si sentiva in pace. Ma più passavano i giorni, più sentiva che ormai l’aveva persa.
Sfinita dai suoi pensieri, lasciò cadere la testa sulle ginocchia.
Cosa avrebbe dovuto fare?




____________________


Nota: Spero che ora abbiate compreso perché la canzone andava usata per delle scende decisamente diverse, da quelle che hanno propinato. Ultimissima cosa, nel dialogo tra Kara e Alex ho lasciato quasi invariato ciò che effettivamente si dicono durante l’episodio, visto che sostanzialmente avrei scritto anche io la stessa cosa. Domani pubblicherò la seconda parte, mi raccomando fate anche voi la vostra parte XD


 




 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supergirl / Vai alla pagina dell'autore: Damisa