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Autore: Red Saintia    28/06/2018    4 recensioni
Accettare il proprio destino non è facile se sei un cavaliere diviso tra il dovere e i propri sentimenti. la possibilità di una vita normale, accanto a colei che ha scelto di amarlo? O la consapevolezza di mille tribolazioni insieme alla donna che lui ha sempre amato?
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ophiuchus Shaina, Pegasus Seiya, Saori Kido
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Alle prime luci dell’alba fu Shaina la prima ad aprire gli occhi, mattiniera come sempre. Prima di alzarsi osservò l’uomo che le aveva dormito accanto tutta la notte, voleva catturare con gli occhi l’immagine di quel volto sereno e felice, a tratti fanciullesco, il volto del suo amore.
Avrebbe voluto che quella notte fosse stata eterna, per potersi ancora perdere nel calore delle sue braccia e in quelle labbra che solo sfiorandola la mandavano in estasi. Se solo avesse avuto la possibilità di fargli capire la vera felicità che avrebbero potuto condividere insieme, invece di aggrapparsi ad un vano sentimento.

Forse tra loro le cose sarebbero cambiate. Pensava a questo e ad altre cose Shaina mentre gli sfiorava dolcemente il viso.  Stava per alzarsi dal letto quando lui disse qualcosa.

“Ti prego non andartene…lasciati amare, ti supplico”

Il cuore della sacerdotessa si fermò di colpo, come se la vita stessa abbandonasse il suo corpo in quell’istante.

Quelle parole pronunciate da Seiya, che ancora dormiva nel dolce sonno di Morfeo non erano rivolte a lei, forse non poteva averne la certezza, forse le sue erano solo supposizioni eppure qualcosa le diceva che i pensieri di quel ragazzo erano rivolti a colei alla quale aveva donato il suo cuore, alla donna che invano aveva cercato di dimenticare quella notte perdendosi tra le sue braccia.

Era stata sua, sapeva che in quel momento, seppur a suo modo, lui l’aveva amata, ma una notte non può sostituire un sentimento ormai radicato fin dentro l’anima. Un amaro ritorno alla realtà era stato il suo, e la sacerdotessa alzandosi da quel letto si rimise la maschera prima ancora dei vestiti, come se coprendosi il volto potesse mascherare anche i suoi sentimenti.

Quando ormai i raggi del sole rischiararono la giornata anche Seiya si svegliò.

“Ehi buongiorno, da quando sei sveglia?” le chiese stiracchiandosi.

“Dall’alba in effetti com’è mia abitudine” gli rispose in maniera sbadata. Lui si accorse subito sia della distanza fisica che verbale che aveva assunto e si alzò dal letto avvolgendosi un lenzuolo intorno al corpo.

“Che ti succede, sei diversa?” chiese

“Non capisco di che parli” disse, camminando distrattamente per la stanza.

“Sai bene di che parlo, ieri non eri cosi distante ne tanto meno stanotte mi pare. E adesso sembra quasi che la mia presenza ti dia fastidio” disse con voce alterata, lei non si voltò nemmeno a guardarlo.

“Adesso non ti volti neppure quando ti parlo. Ehi… dico a te, Shaina!!!” alzò di poco la voce prendendola per un braccio. Il singhiozzo sommesso che si percepiva da dietro la maschera gli fece capire che stava piangendo.

“Che c’è che non va, ti prego dimmelo, ho forse sbagliato in qualcosa?”

“No…non hai sbagliato Seiya. Non ce nulla di sbagliato nel voler essere felice. Mi hai regalato una parte di te stanotte, come io ti ho donato me stessa. Ma questo non può bastare lo sai tu e lo so anch’io.”

“Cosa cerchi di dirmi Shaina?”

“Sei un testone come sempre. Sei stato con me stanotte, e so che in quel momento mi volevi e mi desideravi davvero. Ma avere il tuo corpo sapendo che il tuo cuore appartiene ad un'altra fa male lo stesso. Sai…forse potrei anche sopportare questo piacevole dolore, ma dentro brucia come una ferita sempre aperta”

“Mi dispiace non poterti dare di più, ma sei stata sempre consapevole che questo era tutto ciò che potevo offrirti. Forse ho sbagliato stanotte, e se ti ho ferita non era nelle mie intenzioni, ma credimi se ti dico che è stata la notte più dolce della mia vita” le disse cercando di abbracciarla. Lei si ritrasse inizialmente, ma poi lasciò fare, abbracciandolo a sua volta.

“Quello che è successo lo abbiamo voluto entrambi, e non me ne pento perché era ciò che desideravo. Adesso però vestiti e va via prima che non ti lasci più andare” disse Shaina.

“Mi mandi via? Perché?” disse perplesso.

“Perché questo non è il tuo posto, non per il momento almeno, va da lei e dille quello che senti realmente. Se davvero è cosi importante per te perché sei ancora qui? Lotta per la donna, come hai sempre fatto per la dea, non è da Pegasus arrendersi in questo modo. O devo forse pensare che il tuo non è questo grande amore di cui tanto ti vanti?” lo sfidò con le sue parole.

“Tu più di chiunque altro sai cosa provo per lei, e sai i limiti che il mio dovere mi impone” disse con amarezza.

“Hai sfidato nemici che sembravano invincibili, ucciso divinità immortali e adesso ti fai dei problemi per dei vincoli imposti dal tuo dovere? Ben misera cosa è il tuo sentimento cavaliere, forse mi preoccupavo inutilmente.” Quanto le costavano quelle parole ognuna di esse era intrisa di un pezzo del suo cuore.

“Sei una strana donna Shaina dell’Oficuo, ma nonostante tutto devo ringraziarti…”

“Davvero? E per cosa?”

“Perché so, la fatica e il dolore che ti costano queste parole, come tu sai quanto siano veri i miei sentimenti. Forse ci siamo fatti del male a vicenda stanotte. Ma è stato il dolore più bello che potessi provare.”

Shaina non disse nulla, non poteva, non era in grado in quel momento. Lui le tolse la maschera e vide i suoi occhi lucidi e fieri, le diede un bacio sulla fronte e ripose la maschera sul tavolo. Si rivestì in fretta, e mentre stava per lasciare la casa della sacerdotessa le rivolse un ultimo sguardo e poche ma sincere parole.

“Sarai sempre una parte importante di me…”

Si richiuse la porta alle spalle e la giovane donna, che fino a quel momento era rimasta in silenzio in un angolo della stanza, finalmente potè lasciarsi andare in un pianto liberatorio abbracciando quel lenzuolo ancora caldo del dolce tepore del suo corpo.
   
 
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