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Autore: zShine    29/06/2018    3 recensioni
Siamo incapaci di sopravvivere perché abbiamo gli occhi su altro. Nessuno è immune da questo vizio.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cos'è?
È quel desiderio che si ha nei confronti dei tratti, della posizione, delle abilità o della situazione di una persona.
 
Perché lo si desidera?
Perché riteniamo qualcun altro molto più fortunato, furbo, attraente e migliore di noi.

Indosserò un mantello ma non di quelli comodi. Sarà ruvido e pungente, siederò appoggiato sulle spalle di uno stesso peccatore che ha compiuto il mio stesso errore ed avrò occhi cuciti da un filo di ferro per avere impedita la vista, oggetto della mia rovina.

Ironia della sorte? Il mio colore preferito è il verde mentre l'animale? Il cane.

È fatale. È un peccato mortale, che distrugge la nostra capacità di vivere la vita. Ci sentiamo derubati, traditi. Siamo incapaci di sopravvivere perché abbiamo gli occhi su altro. Nessuno è immune da questo vizio. Tutti puntiamo a essere i numeri uno e se non riusciamo ad esserlo ci sentiamo disprezzati. Crediamo che la vita sia una maledizione piuttosto che una benedizione, un peso. È il nostro rimpianto alla vita che ci è stata data.

Troppe persone sono inghiottite da essa.
 
Fra tutte le emozioni, questa è la più inconfessabile. Nessuno riconoscerà pubblicamente di star provando quel peccato. Perché è un misto di ammirazione, desiderio, irritazione e, soprattutto, odio verso chi possiede qualcuno o qualcosa che non abbiamo. Spesso viene confusa con la gelosia. Solo che quest’ultima c’è quando possediamo già qualcosa. E se la perdiamo, allora lascia spazio a lei.
 
Presuppone un paragone con qualcuno che ci fa soffrire. La reazione è tanto più potente quanto più è elevato il senso di inferiorità che deriva da questo paragone.

È quel rammarico che si prova per la felicità altrui, è il desiderio frustrato di ciò che non si può raggiungere per difficoltà che altri hanno superato.

Distrugge il buono che c’è in noi. Allunga le mani verso di te e infilza le unghie nella carne. Chi vorresti essere oggi? Quel calciatore in TV? Quell’attore che ha fatto fortuna con le sue doti? Quel vincitore alla lotteria? O vorresti essere lui? Guardati. È te stesso che stai ferendo. Guardati. Stai distruggendo la vita che i tuoi genitori ti hanno dato per guardare qualcun altro. Guarda di nuovo le mani.
Ha preso il tuo posto, mandandoti in un luogo di desolazione e facendoti morire di solitudine. Hai capito di chi sono le unghie? Hai guardato bene le mani?
   
 
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