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Autore: incasinata    06/07/2009    2 recensioni
"Ma dai,non è possibile essere innamorate così tanto senza averci mai parlato""Solo perchè tu non sai che vuol dire...""A me non succederà mai..."E' questo che pensa Mariko,16 anni,appena arrivata al liceo Shohoku. Ma non ha fatto i conti con il destino...e con un certo MVP...
Genere: Romantico, Sportivo, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Hanamichi Sakuragi, Hisashi Mitsui, Kaede Rukawa
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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SAAAAAAAAAAAAALVE!!!!!Allora,prima i ringraziamenti:grazie alle 4 anime sante ke s sno degnate d recensirmi(specialmente alla mia speciale Raim :D)continuate numerose;ATTENZIONE,AVVISO DIRETTO PER RAIM:Mariko e Mitsui s incontreranno nel proximo cap,qindi porta pazienza XDXDXD. Grazie anke a Whitelie x avermi messo fra i preferiti:6 troppo gentile! Bene,nn c’è altro da dire,se non ke kiunqe recensisca è la benvenuta,sia positiva sia negativa così ke io poxa migliorarmi. A prop:Kuji13,m disp x i tuoi okki,ma il pc m dà sl qesto carattere...m disp sul serio..... ç_____________ç. Sxando cme sempre ke la mia storiella da 2 soldi sia d vostro gradimento,v lascio al 3° cap. Buona lettura!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
3.LA CASA E IL TEMPIO
Il ritorno a casa è caratterizzato dalle grida di vittoria di Sarako,dai miei sorrisi spavaldi e dai nostri piani su come scansare il demone rosso domani a scuola.”Cazzo Mari,gli hai rotto il grugno a quello sfigato!Sei il mio mito,una grande,una fiollazza*!Gliel’hai davvero fatta vedere a quel pezzente!”quando Sara parte per una tirata non la ferma neanche una raffica di mitra,quindi ho imparato a lasciarla dire.“Quel Sakuragi,che bastardo impudente!Tu bagascia?Ma lui sfigato dei miei stivali!Non posso credere che abbia osato cercare di metterti le mani addosso,cavolo!Giuro che stavo per allungargli uno schiaffone!”La guardo,in questi momenti mi fa tanta tenerezza:”Avresti allungato un ceffone ad Hanamichi Sakuragi,che è alto quasi 1,90 e peserà il doppio di te?Mi sarebbe davvero piaciuto vedere come avresti fatto.”Sara si sente sminuita e fa:”Però tu sei alta 1,78 e sei riuscita a stenderlo lo stesso,no?””Sì,ma io faccio anche karate e sono cintura nera. Il colpo peggiore che ti ho mai visto assestare è stato alle elementari,quando hai steso Toshiro Kikuchi con una padellata in faccia.”Sara sorride orgogliosa:”E ti ricordi perché?””Sì”sospiro io”perché mi prendeva in giro davanti a tutti a causa della mia altezza. Com’è che mi chiamava?””Uomo mascherato”suggerisce Sara”una delle poche volte che ti ho visto piangere,e l’unica volta per colpa di un fio. Ricordo anche che eravamo a economia domestica,e che tu ti ritirasti in un angolino a singhiozzare. E che mi infuriai tanto nel vedere che lui e i suoi amici ridevano di te,che afferrai la padella ancora rovente e lo stesi. Per caso ti ricordi che cos’ho detto quella volta?””Sì:gli urlasti-Razza di canaglia,prendi questo!Come ti permetti di prenderla in giro?Mari è sempre al vostro fianco nelle sfide con i bambini più grandi,e non fa mai la spia alle maestre quando vi fate male!E tu la ringrazi così?Ma come osi,come puoi,animale?-Toshiro ci restò talmente balbo e dolorante che si alzò e mi chiese scusa davanti a tutti””Sì”conclude Sara”prima di svenire secco a terra per la botta. Ti ricordi che il naso non gli è più tornato a posto?””Sì che me lo ricordo; e tu eri lì che dicevi-Oddioddioddio...ma era per difenderti Mari...dici che mi espelleranno,eh?Eh?”Le nostre risate riecheggiano per la strada deserta. E’ in questi momenti che mi rendo conto di quanto voglio bene a Sara,la ragazza con cui condivido tutto da almeno dieci anni,gioie,dolori,insonnie e batticuori.
Parlando del più e del meno arriviamo davanti a casa mia:è una tipica abitazione giapponese,con vicino il nostro grande tempio. Saluto Sara ed entro per la porta che sta in cima alla scalinata.”Ciao Mariko!Come è andata a scuola?”fa una voce un po’ stridula. Mia nonna.
La vecchina è,a tutti gli effetti,una sacerdotessa di quelle dei bei tempi andati;ma non immaginatevi un colosso ringhioso e severo:avete presente quando si definisce uno alto un metro ed una sega per dire che è basso?Bene,mia nonna è una sega senza metro,con i capelli lunghi,lisci,bianchi,gli occhi come due sottili pennellate di inchiostro e un sorriso gentile sempre sul volto .Ma essendo una sacerdotessa,la sua pecca peggiore è che vuole essere sicura che,per la sua morte,ce ne sia un’altra che prenda in mano la direzione del tempio. Tant’è vero che dice sempre:”Noi siamo sacerdoti da generazioni:alla mia morte voglio che tu,Mariko,prenda il mio posto”. E questo è il motivo per cui devo sempre tornare a casa di filato dopo la scuola:mi tocca spazzare la struttura in tutta la sua interezza,pulire la statua del Buddha dell’Aiuto Divino(ovvero quella a cui è consacrato il tempio)e,quando butta proprio male,devo anche mettermi alla cassa del negozio di amuleti e sorbirmi le occhiate incuriosite dei miei compagni quando vengono a prendersi i vari oggettini antisfiga-portamore. E se solo provo a protestare,la nonna attacca una solfa che non finisce più,vaneggiando di antiche tradizioni,e poi si mette a dire:”Ti prego mia cara,fallo per me, non sarò con voi ancora per molto,voglio sapere che tutto quello per cui io e il tuo povero nonno abbiamo lavorato non andrà perduto,lo sai che ti voglio bene...”e bla bla bla:il potere convincente delle vecchiette adorabili non è da sottovalutarsi,sappiatelo. Per il resto,nonna Eri è la migliore nonna sulla piazza,perché cucina che è una meraviglia,ci si può parlare di tutto e mi lascia uscire fino a sera tardi,dicendo che una ragazza della mia età e con l’educazione da sacerdotessa è sicura da qualsiasi pericolo. Questo perché “l’educazione”prevede anche il karate e il judo,di cui sono modestamente cintura nera(avete presente che vi ho detto che li praticavo in casa?Ecco,questo è il motivo).
E questo è il motivo per cui ai miei girano così tanto le palle,e perché mio papà sta sempre a urlare con la nonna quando torno a casa tardi.”Chi diavolo pensi che sia mia figlia,Chuck Norris?Non bastano un po’ di arti marziali a tenerla al sicuro!””Ma caro”risponde la nonna serafica”guarda che anche io sono cresciuta così,e sono ancora qui.”A questo punto di solito papà sclera e strilla:”Maledizione mamma!!!!!Parliamo di cinquant’anni fa!Ora una ragazza non può andare in giro da sola,c’è troppa gentaglia per la strada e se io e Naomi non possiamo fidarci a lasciartela,a chi possiamo rivolgerci,me lo dici?Che direbbe papà se ti vedesse ora,me lo spieghi?”Nonna,molto scialla risponde:”Tuo padre è sempre stato d’accordo con me,e comunque Mariko è la mia unica nipote e io faccio solo il suo bene. E ricordati Hiroki che anche tu sei cresciuto così,e non sei mai morto,lo sai?”A questo punto di solito io me ne vado a nanna e li lascio lì a scannarsi.
Naturalmente,da quando sono entrata nella terribile,sempre secondo loro,fase dell’adolescenza,i loro timori sono aumentati,e se voglio uscire la sera sono costretta a sgattaiolare fuori di nascosto,sempre con la compiacenza di nonna Eri,che vuole bene a suo figlio ed a sua moglie(ovvero mio papà e mia mamma)ma spesso mi sussurra,dopo l’ennesima sfuriata,che sono ancora troppo immaturi per crescere una figlia. Il problema dei miei è che si sono sposati giovanissimi,mia madre aveva diciotto anni e mio padre diciannove,dopo che mia mamma era rimasta incinta e non aveva voluto abortire:i suoi l’hanno praticamente ripudiata. Io non li ho mai visti:vivono in Russia,a San Pietroburgo.
Come avrete capito sono figlia unica,e questo è anche uno dei motivi delle varie baruffe:da un lato troviamo i miei che,sentendosi in colpa per avermi avuto in tali disgraziate circostanze,sono letteralmente terrorizzati dall’idea che io possa finire come loro e non mi lasciano nessuna libertà;dall’altro lato della barricata abbiamo nonna Eri,che ritenendo i miei degli ingenui ragazzini,e pensando che se continuano così tireranno su un’amorfa,rema contro e mi ha insegnato tutte le cose che, secondo lei,sono indispensabili per una ragazza:a parte il karate,so cucinare(cosa che i miei aborriscono in quanto rischio di scottarmi),salire sugli alberi(guai!se la bambina cade può farsi male) e mi ha inoltre insegnato a camminare sui tacchi e a scacciare uno spirito maligno da una persona. Siete pregati di non ridere,anche se ammetto che apprendere come si usa un fuda,ora come ora,è ridicolo. Vabbè,tanto non mi costa nulla. A parte le risate di Sara,che quando lo seppe mi prese in giro per mesi.
“Ciao nonna”rispondo mettendo a terra la cartella”Bene,a scuola è andato tutto bene.””Davvero?”Ahi,tono pericoloso...no nonna,non dirmi che...”Sai che sei in ritardo di ben venti minuti?Come mai?”Kami!Ma allora sei fissata vecchia!Mi siedo,preparandomi alla punizione di questa volta. La nonna mi guarda:”Beh,che compiti devi fare per domani?”Vai che forse la sgamo con la storia che devo fare TAAANTI compiti:”Beh,abbastanza roba...equazioni...domande di storia...””Ok,niente di che per te,giusto?Perchè oggi vorrei insegnarti una nuova mossa di karate,e poi devi pulire il tempio!”Già. Il karate. Il tempio. Eh beh,sennò era troppo bello,vero? Mi pareva:”Va bene nonna...”
SARAKO
Sono ferma davanti a casa mia. Come al solito non ce la faccio ad entrare. Come è possibile?Come possono in una sola casa concentrarsi tante menzogne,tante falsità?E’ normale?E’ giusto?Non è né giusto né normale. Ma succede. Qui dentro. Ogni giorno. A me.
“Dai ragazzina,fatti forza ed entra. Ricordati il rituale:tutto bene a scuola,bacio a mamma,bacio a papà,ingolla il pranzo e poi via in camera fino a cena. Coraggio,ogni giorno è la stessa storia,devi solo fare finta che vada tutto bene...”Apro la porta ed entro. “Ciao Sarako!Come è andata oggi a scuola?Hai preso voti?Che mi racconti?”La voce di mia madre si fa sempre più acuta e fastidiosa:le solite quattro domande di routine messe lì in fretta e furia per far finta che gliene importi qualcosa della mia giornata. Dannazione,piuttosto stai zitta,no?”Ciao mamma...no,niente voti,ma a scuola tutto bene,come al solito””Bene,bene”sei distratta come al solito. Non te ne frega niente...”E dai,saluta papà Sarako.”Già,mio padre. Da cui ho preso la struttura fisica minuscola e i capelli lisci. Da mia madre tutto il resto. Guardo quest’ometto grigio seduto al tavolo,che con una birra in mano mi rivolge un sorriso stanco. Sarò sincera,l’idea di aver preso qualcosa da questo essere insipido mi disgusta non poco.”Ciao papà...Ma Miharu dov’è?”faccio sedendomi”Oh,sai,ha detto che si fermava a mangiare all’università...Ma non importa,stiamo bene lo stesso,no?”Sì mamma,certo. Stiamo benissimo.
Non sento neanche il sapore del ramen che mia madre ha cucinato;cucina bene,questo bisogna riconoscerglielo. E’ tutto il resto che manca in questa casa:sincerità,affetto,interesse....amore. Qui nessuno tiene a nessuno;casa mia è come un guscio vuoto,da cui è scolata via la parte buona ed sono rimasti a marcire gli scarti. Non mi stupisce che Miharu cerchi di scappare ogni volta che può. Lo farei anch’io,se solo ne avessi l’età.
Pensando a questo sono arrivata nella mia piccola camera in cima alle scale,l’unico posto dell’edificio in cui mi sento veramente a casa. Tatami verdi per terra,le pareti sono state riverniciate da due anni perciò si sono già un po’ scrostate;ma se non altro il colore resta il mio preferito,quel rosa pallido delicato che mia madre definì”rosa porcellino”. Poi il mio letto,la scrivania di legno naturale ingombra di libri(e siamo solo ad ottobre) e il mio armadio verde . Sbuffo lasciandomi cadere sul letto.
Non so perché,a suo tempo,i miei genitori si siano sposati,visti che non si sono mai viste due persone tanto male assortite. Mamma ha una galleria di quadri antichi in centro a Kanagawa,e guadagna parecchi soldi vendendo quelle croste a ricconi supponenti. Perciò è sempre vestita elegantemente,all’occidentale,e sempre di rosso(che è il suo colore preferito),sempre con i capelli freschi di parrucchiere e il trucco giusto. Insomma,una vera signora. Al contrario,mio padre lavora da contabile in un’azienda di periferia,e se fosse per il suo stipendio saremmo ancora a vivere nel minuscolo appartamento in centro che avevamo sei anni fa.
Ok,lo so che oggigiorno parecchie mogli guadagnano più dei mariti,e per fortuna visto è che una rivalsa femminista,e blablabla....ma non è questo il problema. Il problema è che mia madre considera mio padre un perfetto deficiente,e lo tratta in modo tale. Come ora:”Kami sama,Yoshitoki,hai finito di rompermi le palle?Ma se ti ho già detto che devo uscire per lavoro...”viene interrotta da un mormorio di mio padre”Cosa?Che cosa?Vorresti venire con me?Ma dai,lo sai che non poso scarrozzarmi dietro il marito quando vado in giro per lavoro....”altro mormorio,stavolta abbastanza alto perché io afferri le parole:”Sì...no...lavoro...non...vero...”al che mia madre esplode”CAZZO!Ma ancora vai avanti con questa storia dell’amante?Ti ho già detto che è stato uno sbaglio di una notte,quello non lo vedo più da mesi...”altro borbottio”Ma no,sta tranquillo!Kami,te l’ho già detto che non lo sento da quella volta,ma sei sordo?”la voce si addolcisce”Dai fammi andare che sennò faccio tardi. Piuttosto”fa riprendendo il solito tono indifferente”Alle sei e mezza passa in rosticceria a ritirare la pizza perché tornerò intorno alle otto stasera. Ok?Ciao...”ed esce la vedo allontanarsi nella nostra macchina beige.
Non voglio pensare che tutto questo è successo. Non voglio pensare che succederà ancora. Così prendo il mio Ipod e attacco a tutto volume “My happy hending”. Non voglio ascoltare nulla. Non voglio pensare più nulla.
* * *
Alla fine ho fatto passare tutta la mia rassegna di canzoni di Avril,che ammonta a ben 20 componenti,quindi mezz’ora sana sana è passata. Facendomi forza mi alzo per mettermi a fare i compiti,ma il mio sguardo si ferma sul primo cassetto della scrivania. Attratta in modo irresistibile mi avvicino,lo apro e mi trovo davanti al mio piccolo tesoro auto costruito e segreto:il mio cassetto pieno di foto di Rukawa.
Quando Mariko lo ha visto,tre settimane fa,mi ha scoccato un’occhiata così preoccupata da farmi affrettare a spiegare:”Ehi calma,non è che sono pazza,sai?””Ah no,eh?”ribatté Mari”No...almeno non credo...è solo perché mi piace averlo vicino”mi giustificai sotto il suo sguardo accusatore.”Già...più vicino...ma come hai fatto ad averle?Allora avevo ragione,lo pedini””Nooo”saltai su io,per poi abbassare lo sguardo”Ecco...hai presente i suoi fan club a scuola?Alcune di loro gli fanno queste foto e poi le vendono a poco prezzo...e allora io...””Le hai comprate”concluse Mari”Sai,penso che dovrebbero staccargli un assegno per tutto quello che guadagneranno così”Cominciammo a ridere,e la cosa finì lì.
Le prendo in mano,le sfoglio,le lascio cadere di nuovo nel cassetto,osservandole una per una. Tranquillo mentre corre in bicicletta,soprappensiero che cammina per i corridoi,assorto mentre gioca a basket...e poi la mia preferita:addormentato sul tetto della scuola. Mi piace tanto la sua espressione un po’ fredda,che atteggia così bene il suo volto elegante...ma qui a colpirmi è la tranquillità che ha dipinta in faccia. Non sembra neanche lui:è così dolce e rilassato,sembra un bambino nel suo letto. Mi domando come abbiano fatto a fargliela sta foto,visto che secondo il Vademecum non bisogna mai svegliarlo,sennò diventa una bestia. Per chi non lo sapesse,fra noi Rufan(come ci chiamiamo fra noi)circola un manuale,detto appunto “il Vademecum”,con tutte le regole che riguardano il rapportarsi con Kaede;una delle prime è appunto non svegliarlo MAI dai suoi pisolini.
Secondo Mari è così che iniziano gli stalker,ma la mia non è una cotta normale: è ossessione pura. Io Kaede lo sogno di notte,mi martella la testa tutto il tempo,non riesco a non pensarlo,a non sognarlo. Ha ragione Mari,questo non è da me, di solito così controllata e tranquilla,non è usuale:io Kaede non lo amo e basta,io lo voglio,lo voglio, lo voglio con tutta me stessa. Lo spio mentre cammina,lo bramo...lo desidero più dell’aria da respirare. Voglio toccarlo,baciarlo,stringerlo...sì,io voglio farlo con Kaede Rukawa,il basket-man,il gelido,il figo...colui che vorrei fosse il mio uomo. Mari dà la colpa di tutto questo desiderio agli ormoni,sostiene che esagero,che è passeggero,che non è possibile desiderare così tanto una persona con cui non si è mai parlato...che ne sa lei,che non si è mai innamorata,di che vuol dire volere un ragazzo con tutta te stessa?Io quando penso a Kaede non provo le solite farfalle nello stomaco di cui parlano le ragazze normali.
Io ho fame quando lo vedo. Ho fame. Tanta,tanta fame.
Ti voglio Kaede. Ti voglio più di quanto abbia mai voluto qualcosa in tutta la mia vita. Sarà perché sei lontano e irraggiungibile,perché tutte ti vogliono. Ma io ti voglio più di tutte loro,io ho bisogno di te.
Vorrei urlarlo a tutto il mondo. Vorrei che lo sapessero le altre. Vorrei che lo capisse Mariko. Ma soprattutto vorrei dirlo a te. Ma non posso,e perciò lo dico solo nella mia testa.
Io amo Kaede Rukawa.

  
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