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Autore: Rei Ryugo    01/07/2018    4 recensioni
Raccolta di pensieri su vari argomenti nei confronti di ciò che penso, o detto in parole povere, "inutili preoccupazioni". Potrebbero essere inventate come non, dipende dal momento in cui sono ispirato e da cosa, come una canzone o una semplice domanda. Non pretendo che piaccia, ma se riuscite a trovarci qualcosa di buono da poter usare per voi stessi, o come esempio da non seguire, sarò ben contento.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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B-rated 1
Padre.
Anche se sembro freddo e distaccato nei tuoi confronti, sappi che ti voglio molto bene. Hai fatto tanto, ti sei costruito da solo con le tue stesse mani: tenendo conto di questo, solamente un idiota non porterebbe rispetto verso di te. Ma... Io lo vedo. Non sto parlando del tuo volto stanco, o dei tuoi capelli che piano piano stanno sbiancando davanti al grigio del tempo: sto parlando del tuo animo. Ogni giorno che passa, vedo sempre che ti arrabbi per ogni minimo accidente o casualità, anche nei confronti delle persone che ti stanno intorno. Non sto parlando di me, ma noto che anche un piccolo screzio diventa per te qualcosa di insopportabile e difficile da gestire a parole. E se qualcuno pensa che dovrei fregarmene e continuare a costruire il mio futuro, non riesco a vederti in quello stato e a rimanere indifferente. Lo faccio solo davanti a te, perchè lo so che tu ci tieni tanto a me...

Forse più di quanto tu tenga a te.

Forse... più di quanto io tenga a me...

Ogni volta che ci penso mi metto a ridere come un cretino. Perchè è molto buffo, no? Qualcuno mi idolatrerebbe per essere sensibile e rispettoso nei tuoi confronti, altri mi darebbero dell'egoista per non rispettare i sacrifici che hai fatto per rendermi uomo. Cosa devo pensare? Cosa ti farebbe piacere? Non mi interessa quello che pensano gli altri, voglio sapere cosa ne pensi tu. Ma... Puoi? Puoi ascoltarmi? Hai tempo per me? Passi il flusso dell'eterno per il mio bene, ma si manifesta una diga quando ne ho bisogno. Non ti devi preoccupare, però: a me è sempre stato bene così. Dopotutto, ammiro una persona che si è costruita da sè: sarebbe da ipocriti non cercare anch'io di fare da me. Ma... Dovrei abbandonarti? Lasciare che il tempo ti consumi fino a che tu non diventi solo ossa, per poi riporti nel mio armadio? Come potró rinchiuderti in tale spazio angusto e poter riflettere quei bei momenti sul biancore splendente del tuo scheletro consumato? Già... Tuo figlio si fa molte seghe mentali. Non so neanche di cosa mi stia lamentando, o di cosa mi stia inorgoliendo. Sono talmente deviati i miei pensieri che se mi buttassero in un fiume per affogarmi e farmi trascinare da una corrente, probabilmente morirei spaccandomi la testa in un lembo di terra duro in mezzo a due foci.

Più che "Non riesco a vederti così", direi...

"Non riesco a vedermi così"...




- Mi hai insegnato a vivere, ora devi farlo anche tu... [...]
   
 
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