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Autore: Meramadia94    01/07/2018    5 recensioni
E' la rivisitazione del film Balto, con un' aggiunta: una ragazza amante degli animali e per certi versi diversa da tutti, che si prodigherà assieme a Balto per salvare i bambini di Nome dall'epidemia.
Più che una storia è un tributo. Al mio adorato cane che ora non c'è più, il mio amato Balto, e che in più di un' occasione si è dimostrato simile in tutto e per tutto al Balto Vero.
Riposa in pace amico mio.
Genere: Angst, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Balto, Jenna, Nuovo personaggio, Steele, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non era la prima volta che Susan camminava per le strade di Nome a notte fonda. Le capitava spesso di dover chiudere il negozio, di fare una consegna dell'ultimo minuto a un cliente o di andare all'emporio per comprare qualcosa... e non aveva mai avuto paura. In fin dei conti, Nome era una cittadina sperduta nel bel mezzo dell' Alaska, e in quella cittadina si conoscevano tutti, gli attuali abitanti della città erano i discendenti dei suoi fondatori, per generazioni gli abitanti avevano condiviso le giornate, ed era improbabile che qualcuno si spingesse fin là... insomma, non c'era niente e nessuno da temere.
Ma quella sera era diverso.
Non sapeva perchè ma aveva addosso una stranissima sensazione, come se potesse sentire attorno a sè l'aura della morte, dell'angoscia e della disperazione.
Quando arrivò all'ambulatorio, lo spettacolo che le si presentò davanti le fece gelare il sangue nelle vene: era pieno di bambini che si lamentavano per la tosse, per il freddo, per il male alla gola.
C'erano anche i genitori di Rosy assieme alla piccola.
- Signora...- fece Susy.
La madre della piccola la abbracciò, iniziando a piangere sommessamente sul petto della sedicenne.
Il marito tentò di confortarla come poteva.
- Ma che sta succedendo?- fece Susy.
- Non lo so... dopo la corsa siamo tornati a casa, e dopo un paio d'ore ha iniziato a dire di sentisi poco bene... le abbiamo misurato la febbre e la temperatura si è alzata.... e poi non smette di tossire.-  fece la signora tra le lacrime.
- Un po' bizzarro...- fece Susy.
- Puoi ben dirlo.- fece il padre di Rosy, più adirato che preoccupato - sono certo che c'entri qualcosa quella brutta bestiaccia.-
- Si riferisce a Balto?- fece Susy.
- E chi altri?- fece l'uomo - è una bestia selvatica, chissà che razza di malattie si porta addosso... Rosy lo ha accarezzato, sono sicuro che...-
- Aspetti.- fece Susy - Anche uno dei bambini della parrocchia di Padre Tomàs accusa gli stessi sintomi, e lui non ha mai toccato Balto nè oggi nè mai. La sua teoria non sta in piedi.-
- E allora come ti spieghi che la mia piccola Rosy si sia ammalata così all'improvviso?- fece la donna - deve essere stato per qualcuno o qualcosa che gliel'ha trasmessa.-
- Signori, vi prego...- fece il medico per poi stupirsi di vedere lì  Susy - Susan... ti prego, dimmi che non sei qui per farti visitare...-
- No. Mi manda Padre Tomàs.- fece Susy - Uno dei bambini della parrocchia si sente poco bene...-
- Oddio... indovino: mal di gola, febbre alta...?- fece il medico.
Susan annuì.
- E con questo siamo a venti.- fece il medico.
- Dottore, non ci tenga sulle spine...- fece il padre di Rosy - come sta?-
- Questa tosse la sfinisce. La febbre va aumentando.- fece il medico - Sembrerebbe Difterite.-
Susan si sentì rabbrividire. Non si era mai ammalata di Difterite, ma sua madre quando era ancora in vita le aveva raccontato un sacco di cose in merito a quella malattia...
Infettiva, terribilmente contagiosa, ma che in passato molti scambiavano per una forma più aggressiva dell'influenza di stagione e che quindi veniva '' curata'' con i cosiddetti rimedi della nonna: riposo, latte caldo e miele e stare al  caldo. Motivo per cui molte persone contagiate erano morte.
Ma visto che il medico sapeva di cosa si trattava, poteva somministrare fin da subito ai bambini una cura.
- Non posso dire che anche il bambino della parrocchia abbia la Difterite, ma credo che si tratti solo di avere la conferma...- fece il medico - e sarà il ventesimo caso e solo in una settimana.
E purtroppo ho finito l'anti-tossina.-
La madre di  Rosie cadde in ginocchio, come se il mondo le fosse appena caduto addosso, mentre il marito tentava di calmarla, malgrado lui stesso si sentisse morire dentro.
Rosy si era ammalata di una malattia che poteva essere facilmente neutralizzata usando il farmaco giusto... ma che doveva essere somministrato per tempo, pena la morte del paziente in caso contrario.
E l'ambulatorio aveva terminato le scorte.
Nome era una cittadina sperduta, che non aveva nemmeno una stazione ferroviaria, anche se avessero fatto un ordine per delle scorte di medicinali le possibilità che arrivassero in tempo erano molto, molto basse.
Ma non potevano arrendersi senza combattere.
- Andrò a visitare il bambino, e tornando manderò subito un telegramma per farmi spedire l'anti-tossina.- fece il medico - state tranquilli, si risolverà tutto. Molto presto.-
Mentre aspettavano il ritorno del medico, udirono un rumore, che pareva venire dalla macelleria attigua all'ospedale.
Susan e il padre di Rosy uscirono per contrallare, e trovarono anche il proprietario del negozio.
Sul posto trovarono una scena che non lasciava spazio ad equivoci. Balto aveva addosso delle salsicce, e Steele pareva inseguirlo.
- Balto è riuscito ad impadronirsi nuovamente della sua carne.- fece il padre di Rosy a Jonas, il macellaio di Nome.
- Meno male che Steele era qui...- fece Jjonas guardandon con disgusto il cane selvatico - bravo Steele... te le sei meritate.- fece dando all'husky la collana di salsicce, come premio - tanto chi le vorrebbe mai dopo che le ha toccate quella bestia selvaggia?-
- Via, vattene via!- fece il padre di Rosy prendendolo a calci, facendolo scappare.
- No!- fece Susan. Le sembrava strano che Balto si fosse spinto in centro per cercare del cibo, ma anche se fosse stato altro non sarebbe stato che per fame.
Jenna provò a seguire il cane-lupo ma l'uomo la bloccò afferrandola per il foulard che aveva legato al collo.
- Visto?- tuonò il padre di Rosy - Non è solo un mezzo lupo. Ma è anche un cane ladro.-
- No, io non credo che Balto abbia fatto una cosa simile.- fece Susy - Può pensarla come vuole su di lui, ma è molto improbable che un lupo o un animale selvatico si spinga verso il centro urbano per cercare da mangiare. E comunque caccerebbe prede ancora in vita, di certo non entra di soppiatto in macelleria.-
- E sentiamo, hai anche una spiegazione per averlo ritrovato coperto di salsicce?- fece il macellaio - Certe volte mi sembra di parlare con tuo padre.-
- Che cosa insinua con questo?- fece Susy alterandosi.
- Niente. Solo che il frutto non cade tanto lontano dall'albero.- fece il macellaio.
- Susan...- intervenne il padre di Rosy - Quello che Jonas voleva dire è che... insomma, tuo padre era un uomo che tutti rispettavano, ma quando s'impuntava sulla sua verità le altre verità diventano inesistenti...-
- E cos'ha la sua verità di diverso da quella che sostenete voi?- fece Susan - il fatto che fosse diversa dal vostro pensiero? Che non vi dava ragione?-
- Adesso vedi di calmarti.- fece il padre di Rosy - ci sono cose più importanti a cui pensare che a difendere un mezzo lupo ladro.
Mia figlia ed altri bambini che rischiano di morire, ad esempio.-
Susy abbassò il capo.
Quella faccenda non la convinceva affatto, ma su una cosa il padre di Rosy aveva ragione: Balto non rischiava nulla, si era già preso un calcio ed una strigliata per un furto di cui magari non era nemmeno colpevole ( e lei ci avrebbe giurato), ma non era nulla di cui non si potesse parlare in seguito con grande calma.
La difterite invece non aspettava nessuno.
Urgeva fare qualcosa per salvare i bambini ammalati. La malattia era contagiosa, se non si faceva qualcosa per fermarla, anche adulti e anziani si sarebbero ammalati e senza medicine... Nome sarebbe morta.
Nel silenzio di quell'inverno che si preannunciava il più difficile di tutti.
...
...
...
Purtroppo non c'era molto che si potesse fare se non spedire un telegramma con priorità assoluta  farsi spedire quanto avevano bisogno. Gli abitanti di Nome avevano raccolto molto denaro da spedire assieme al telegramma, per pagare la medicina.
Ma le '' forze del male'' avevano un dono tutto particolare: sentivano la paura che attanagliava i cuori di quei genitori che temevano di vedere i loro bambini andarsene prima di loro, ed avevano organizzato una serie di brutti tiri da giocar loro.
Impossibile spedire la medicina per mare, a causa di una lastra di ghiaccio in avvicinamento.
Stesso discorso valeva per le vie aeree: una bufera impediva all'aereo persino di sollevarsi da terra.
Non restava che una sola soluzione. Spedire la medicina sino a Nenana, ovvero dove la ferrovia s'interrompeva.
Da lì in poi, la squadra di cani da slitta più veloce di Nome, avrebbe portato il carino sino a destinazione.
- Era ora...- fece Susy cercando di far mangiare il piccolo Tommy, il bambino della parrocchia. L'ospedale era sovraffollato, e quindi il piccolo era costretto a passare le giornate a letto, e in solitudine ( per evitare che contagiasse anche gli altri bambini della parrocchia) nella chiesa che ormai era divenuta la sua casa - che queste gare servissero a qualcosa...-
- Tommy?- fece il parroco rivolto al suo piccolo protetto. La febbre era salita, ed il bimbo faceva fatica persino a tenere gli occhi aperti - coraggio... non vorrai offendere Susan, rifiutando la sua ottima zuppa di verdure.-
- Coraggio, angioletto mio...- fece Susan riprovandoci - cerca di mangiare... almeno un pochino.... ecco, così bravo.- non era molto ma era riuscita a fargli mandar giù qualche cucchiaio.
- Sei molto brava con i bambini.- fece il prete.
- E' inevitabile.- fece Susan - Soprattutto quando si tratta di bambini che non hanno avuto i genitori...-
- Sai, a volte mi addolora che tu non abbia nessuno e che tu non possa avere dei bambini tutti tuoi... saresti una madre stupenda.-
- Padre, non iniziate anche voi con questa storia...- fece Susan bagnando la fronte in fiamme del piccolo - Che devo scegliere un marito, che è ora che inizi a sistemarmi, e che mia madre era più giovane di un anno rispetto a me quando si è sposata... scegliere un marito non è mica come scegliere la stoffa per un vestito nuovo.-
- Non volevo dire questo.- fece il prete - Fai bene. Sposati, ma solo con qualcuno che ami davvero.... adesso però torna a casa, e cerca di dormire per un po'. Se ti ammali anche tu non so come fare con Tommy.-
La ragazza annuì.
- Va bene... mi chiami se ci sono problemi.- e nel dir così uscì, per avviarsi verso casa. Sentiva anche lei il bisogno di riposare un po'. In quei giorni, la sartoria era chiusa, i proprietari facevano i turni in ospedale per assistere la loro piccola Rosy e avevano detto che per un po' nessuno avrebbe avuto bisogno di vestiti, e lei ne approfittava per stare alla parrocchia ad assistere Padre Tomàs e il piccolo Tommy, ammalato.
L'indomani si sarebbe tenuta la gara per scegliere chi avrebbe salvato Nome.
E lei non aveva dubbi su chi avrebbe capitanato la muta.
Steele.
Non sapeva perchè, ma quel cane non riusciva a farselo piacere.
Suo padre da piccola le diceva sempre che se voleva essere certa di avere amici sinceri avrebbe dovuto puntare tutto sugli animali più che sulle persone. Erano migliori, perchè avevano il cuore sgombro da sentimenti cattivi come l'odio, il rancore, il risentimento ed anche se incontravano una persona tanto cattiva da prenderli a calci o far loro del male in ogni modo possibile, loro tornavano sempre, più fedeli e felici di vederlo di come erano prima... eppure quel cane non riusciva a trasmetterle simpatia.
- Magari potessi parlare con gli animali...- fece Susan - almeno ogni tanto potrei parlare con qualcuno che sa starmi veramente vicino...- sì, i genitori di Rosy erano molto affettuosi con lei, ed anche Padre Tomàs che stava quasi sempre dalla sua parte... ma anche loro, sotto sotto, si aspettavano che presto o tardi avrebbe portato loro un bel giovanotto annunciando loro il suo imminente matrimonio.
Non che la prospettiva di indossare il vestito bianco, avere una casa sua e tenere in braccio un neonato che aveva i suoi lineamenti la disgustasse del tutto... solo che non capiva perchè il suo progetto di vita dovesse limitarsi a quello.
Non poteva innamorarsi, sposarsi e nello stesso tempo essere un guidatore di cani da slitta?
Sua madre le diceva sempre che si poteva fare tutto, bastava un po' di organizzazione.
- Ottimo per sapere cosa pensa di te, se potessi parlare con qualcuno che sa cosa c'è nel cuore delle persone.- fece una voce alle sue spalle.
- Si, credo di sì...- Susan si paralizzò sulla porta di casa. Qualcuno l'aveva seguita.... ma com'era possibile, la neve che ricopriva il terreno scricchiolava, se qualcuno avesse avuto l'ardire di seguirla, se ne sarebbe certamente accorta...
Si guardò dietro.
Non c'era nessuno. Nemmeno tracce di impronte sulla neve.
Solo un cane-lupo.
Ma lui non poteva certo aver parlato...
O si?
- Oddio... ma... ma...- fece Susan tastandosi la fronte - Ehm... devo essermi ammalata pure io... si, mi sono ammalata, la febbre mi sta facendo delirare.... tu non puoi parlare....-
- Non è che non posso parlare.- fece Balto - Posso parlare, ma finora non ho mai parlato in modo che un umano potesse capire. Sai, è una specie di Tabù. Hai idea di cosa farebbero ad un qualunque animale, mezzosangue o meno in grado di capire e comunicare con un umano?-
Susan si calmò un po' - Si... lo chiuderebbero subito in una gabbia e lo userebbero nei circhi e nelle feste paesane per far ridere la gente.-
- Appunto.- fece Balto - e credimi, è meglio essere emarginati che patire un destino del genere.-
- E non hai paura che io... sì, insomma... che possa andare a dirlo a qualcuno?- chiaro, non l'avrebbe mai fatto, ma anche se avesse pensato di dirlo... chi le avrebbe creduto? Non le credevano quando diceva che quel cane non era una minaccia, figurarsi se le avrebbero dato retta nel defnirlo un '' fenomeno da baraccone''... ma forse, dato che era la cosa peggiore che poteva dire di Balto, forse forse non l'avrebbero presa per una matta da rinchiudere.
- Non avrei comunicato con te, se avessi avuto dubbi.- fece Balto - Mi ricordo di quando tuo padre mi portava da mangiare e quando ti permetteva di giocare con me... vedo nei tuoi occhi il suo spirito, la sua convinzione che nessuno nasce malvagio... è per questo che ho deciso di parlare con te.-
- Capisco. Non ti deluderò, te lo prometto.- fece Susy.
- Ascolta, non posso avvicinarmi all'ospedale nè a Jenna, quindi devo chiederlo a te... come sta Rosy?-
Susy si accucciò e carezzò la fronte del cane - Balto... la situazione è molto grave purtroppo.-
- E non c'è nulla che si possa fare per aiutare i bambini?- chiese il cane lupo.
- Sì. Un modo c'è. - fece Susy - Abbiamo fatto un grosso ordine per avere una scorta di anti-tossina. Ce la portano solo fino a Nenana però. Da lì sarà compito di una muta di cani da slitta portare la medicina sino a qui.
Verranno scelti domani, con una corsa.-
Balto non ebbe esitazioni nel dire - Parteciperò anch'io.-
- Davvero?- fece Susy - ma questa gente...-
- Sì, lo so. Le loro cattiverie, i loro insulti me li sento di continuo, specie durante la notte. Ma qui non si tratta di questo, si parla di Rosy e di altri bambini. Non posso rimanere a guardare senza fare nulla sapendo che invece potrei far qualcosa.-
Susan sorrise.
Sì, decisamente, quel cane era la prova che gli animali valevano molto di più delle persone.
  
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