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Autore: elelunare    03/07/2018    0 recensioni
Storia Zorobin, seguito della storia "Questa volta lo farò io" da me edita.
L'avventura all'isola dei selvaggi è passata e i due amanti cercano di tornare alla loro vita normale con la ciurma. Ce la faranno a dimenticarsi e a resistere all'attrazione che l'uno ha per l'altra? Oppure cederanno con il rischio di essere scoperti?.. Come se non bastasse la ciurma approda in una nuova isola dove i pirati vengono considerati veri e propri idoli. Sì, ma qualcosa andrà storto e le cose si complicheranno, non solo per Zoro e Robin.. ma anche per un altra coppia. Consiglio di leggere, per chi non l'avesse fatto, prima "Questa volta lo farò io" perchè ci sono moolti riferimenti. Buona lettura! :)
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico Robin, Roronoa Zoro, Z
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nei giorni successivi Zoro non diede proprio il meglio di sé.

Iniziò a non far altro che rinchiudersi in palestra, a volte con della musica rock assordante e più di una volta successe che Nami e altri andassero a protestare del volume troppo alto. Zoro abbassava lo stereo senza commenti, ma non di molto guardandoli in cagnesco.

“Ah! Quello è andato! PERSO! Ruufyy!! Cercati qualcun altro che sappia maneggiare la spada!” fu il commento di Sanji un giorno.

“Si è bevuto anche il cervello!!” Ecco Nami.

“Gli avrà fatto male quell'isola..” Franky dissentiva con la testa.

“DAAII!! Tutta sta musica e quando si mangia??!” Vabbè, Rufy era irrecuperabile, non si era minimamente accorto che lo spadaccino stava sbarellando, era l'unico non preoccupato della situazione.

L'archeologa ascoltava tutti questi commenti , vedeva le loro facce allarmate.. Usopp le aveva chiesto perfino se a Zoro fosse successo qualcosa di particolare sull'isola e lei gli aveva risposto di no, che magari lo spadaccino passava solo un momento di nervosismo.

“ROBIN! Vai a parlarci TU! Io non lo sopporto più! VADO LI' E LO AMMAZZO!!” Nami le aveva urlato questo una mattina. Avrebbe voluto rispondere a Nami “Perchè proprio io?” ma ubbidì. In fondo non era mai andata su a dirgli di abbassare, toccava a lei ora.

La mora stava prendendo un po' di sole in quel momento e la musica non le dava fastidio, era singolare a dir la verità.

L'uomo che cantava tra quel fracasso diceva “Ti voglio, non m'importa nient'altro..mi manchi, non mi importa degli altri”. Che fosse.. dedicata a lei?

Robin si alzò lentamente dalla sedia a sdraio, si mise un foulard a fiori per coprirsi un po' e salì la scaletta con indifferenza, sapeva di essere osservata dalla rossa.

Quel cantante ora urlava “Io ti amo, non lo capisci?!”. In continuazione.

Lei arrivò in alto e sparì dentro a quel buco, aveva ancora gli occhiali da sole addosso e non li avrebbe tolti.

Vide Zoro in fondo alla sala circolare, seduto che alzava un bilanciere con un braccio.

Robin rimase immobile e fece apparire una mano vicino allo stereo che pigiò il tasto OFF.

Quell'improvviso silenzio fece alzare la testa allo spadaccino.

Lui la vide e fece cadere il bilanciere. Un tonfo assurdo. I vetri vibrarono e sul pavimento metallico si creò un evidente ammaccatura. Lei osservò impassibile il danno e poi tornò su di lui.

Zoro fece la stessa cosa contemporaneamente, voltò la testa fissando a terra e poi la squadrò. Rimase un attimo immobile, in silenzio. Pensò che forse Robin non era mai entrata lì e.. che era più bella del solito. Però gli uscì altro dalla bocca.

“Riaccendi quell'affare e.. va via per favore”.

Lei non disse nulla, si avvicinò, si accovacciò proprio di fronte a lui e gli accarezzò la guancia.

Era morbida, “da quanto..” penso' e cercò di limitarsi a quel breve contatto. Zoro non mosse un muscolo, solo il suo occhio, fisso su di lei, si chiuse un poco.

“Ti stai facendo del male, spadaccino. E ricorda che così lo fai pure a me.”

Robin si rialzò pensando che quel gesto doveva bastare al momento e stava già allontanandosi in fretta. Sì, lo doveva fare prima di cambiare idea.

“Non andare!” sentì.

Ma come? Lui le aveva appena detto di andar via! L'archeologa pensò che quell'uomo dovesse essere proprio al limite. Così restò ad ascoltarlo nell'incertezza, non sapeva cosa era realmente meglio fare.

Zoro sussurrò dietro di lei. Si era alzato in piedi?

“Avevi detto di tornare alla nostra vita normale, non che mi avresti cancellato del tutto dalla tua! Hai.. tagliato i capelli..perchè? Non..possiamo parlare lo stesso? Come prima? O forse di più? Gli altri capirebbero. Cioè..siamo stati giorni e giorni da soli! Sarebbe normale che avessimo legato di più.. Tu mi stai evitando. NON.. NON E'..” Ma prima che Zoro finisse quello che voleva dirle Robin finì di percorrere la sala e saltò giù sulla scaletta scendendo poi velocemente guardando in basso. Le mani le tremavano, doveva star attenta a non cadere..

Nami da giù le urlò un “BEN FATTO!” e a lei venne voglia di piangere.

Si sentiva un mostro, no, un demone, come lui l'aveva soprannominata. Come solo loro due sapevano che lui la chiamasse. Le mancava pure quello!

Per fortuna aveva gli occhiali da sole.

 

-----

 

Nami e Usopp notarono che lo spadaccino iniziava a bere anche a colazione e fecero nascondere le scorte a Sanji. Inoltre, quella testa calda stava diventando assurdamente antipatico e aggressivo soprattutto col cuoco. Anzi no, di preciso Nami era certa ormai che lo spadaccino aveva delle reazioni esagerate quando il biondo si avvicinava a Robin.

Inoltre, si era accorta che da quell'unica volta che la mora era entrata nella palestra lui non aveva più messo la musica ad altissimo volume. Diciamo che ora era sopportabile.

Ma l'episodio lampante che aveva messo la pulce nell'orecchio a Nami fu sostanzialmente questo.

In un caldo pomeriggio Sanji si era avvicinato alle due ragazze col suo solito vassoio di cocktail alla frutta ma si era rivolto all'archeologa apostrofandola “Mio dolce tesoro..♥” con cuori a seguito.

Zoro era lì a pochi metri, stranamente non rinchiuso in palestra e sembrava dormire. Beh, quel giorno non si limitò a dargli dell'idiota.

Aspettò che il biondo si allontanasse e scagliò una katana come se fosse una lancia, la quale sfiorò la sommità del capo di Sanji conficcandosi sulla parete di legno di fronte a lui. Qualche chiaro capello volò mozzato a terra.

“La prossima volta mirerò più basso, ricordalo” gli disse cupo lo spadaccino e andò via.

A Nami si gelò il sangue a quella scena e il cuoco rimase interdetto per pochi attimi, poi espolse.

“BRUTTO STRONZO! COS'E' CHE HAI AVUTO IL CORAGGIO DI FARE??! VIENI QUI CHE LA FINIAMO UNA VOLTA PER TUTTE, CoxxxONE!!”

E stava per andarlo ad acciuffare quando proprio la navigatrice lo fermò afferrandogli il braccio.

“NO!! Fermo!” Urlò Nami rendendosi conto della situazione ad alta tensione. Se non lo avesse fermato sarebbe finita col sangue sul serio quella volta.

Lo spadaccino aveva davvero qualche problema! E grave anche! Oppure..

Oppure era solo geloso. Incredibilmente geloso.

Nami, aggrappata al biondo, osservò anche la reazione di Robin. Apparentemente lei non trapelava emozioni, però fissò per qualche secondo quell'arma conficcata nel legno. Subito dopo se ne andò dalla parte opposta da dove era sparito Zoro senza guardare né lei e né Sanji, ancora vicini e visibilmente scossi.

Sembrava che non gliene fregasse nulla.

Una reazione fredda...forse troppo fredda per essere vera?

La tensione del momento stava defluendo in lei e iniziò a ragionare..

E se invece lo spadaccino stesse combattendo una guerra persa? Che fosse per caso un.. innamorato non corrisposto? Oppure entrambi provavano interesse l'uno per l'altra ma..lei si ostinava nel fingere il contrario? Perchè mai??

Ah,Ah! Nami pensò che la questione andava assolutamente approfondita.. ma bisognava evitare spargimenti di sangue, ovvio!

Nami si accorse che il cuoco la stava fissando molto vicino alla sua faccia, non era più adirato anzi aveva uno sguardo estasiato. Ma che razza di idee si era messo in testa?! Lo spinse via e tornò al suo lettino.

 

-----

 

Lei non aveva progettato di evitarlo, le era venuto così in modo involontario. Forse era solo una sua forma di difesa e non le aveva dato troppo peso, egoisticamente parlando.

Però ora pensando a Zoro che beveva dal primo mattino, a quell'episodio con Sanji due giorni prima e al fatto che ormai era isolato da tutti, Robin stava realmente male per lui.

Si era resa conto di aver sbagliato. Era stata troppo crudele nei suoi confronti e di nuovo, anche non volendo.

Il fatto era che aveva cercato di tutelare lui ma soprattutto sé stessa.

Già quella carezza che gli aveva fatto pochi giorni prima l'aveva scossa, l'aveva fatta star male dopo.. perché non avrebbe voluto smettere. Avrebbe voluto ancora e sempre quel contatto. Aveva ricordato quanto bello era stare con lui in quel modo.

La dura realtà era che tutti e due stavano impazzendo in quella situazione ma lei era molto più brava a nasconderlo. Era stata davvero stupida nel pensare che potesse essere addirittura divertente. Lei si era chiusa a lui e non era giusto.

“..NON E'..” Sì.. lui stava per dire proprio quello in palestra! La stessa cosa che lei aveva pensato ora. Zoro aveva ragione, ancora una volta. Non era giusto.

Robin si tolse gli occhiali da sole e appoggiò il viso tra le mani. Era in biblioteca, appena tornata dalla stanza di Chopper che aveva voluto aggiornarla sulle ultime sue scoperte riguardo l'unguento dei selvaggi. Un mix di erbe e secrezioni di animali. Davvero entusiasmante.. La renna era su di giri.

L'archeologa era seduta sul suo posto preferito, la luce lì era perfetta per leggere. Si massaggiò le tempie e poi prese in mano il libro che ormai da più di una settimana cercava di studiare. Si stava documentando più possibile per risolvere quell'enigma anche se al momento non aveva trovato quel libro proprio d'aiuto.

Quante volte aveva riletto le stesse righe? Era troppo distratta! Si sentiva esaurita.

Sospirò e sollevò il libro che si aprì a metà rivelando un pezzo di carta al suo interno.

Robin rimase allibita. Prese quel foglietto sollevandolo a mezz'aria.

In quella piccola cartina c'era scritto “Vediamoci stanotte, sono di turno.” e poi c'erano due kanji che lei riconobbe subito perché Zoro li aveva scritti sulla sabbia, per lei.

Sorrise.

Da soli così non avevano senso, ma lei sapeva che significavano “Ti amo, demone”.

 

  
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