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Autore: elelunare    03/07/2018    0 recensioni
Storia Zorobin, seguito della storia "Questa volta lo farò io" da me edita.
L'avventura all'isola dei selvaggi è passata e i due amanti cercano di tornare alla loro vita normale con la ciurma. Ce la faranno a dimenticarsi e a resistere all'attrazione che l'uno ha per l'altra? Oppure cederanno con il rischio di essere scoperti?.. Come se non bastasse la ciurma approda in una nuova isola dove i pirati vengono considerati veri e propri idoli. Sì, ma qualcosa andrà storto e le cose si complicheranno, non solo per Zoro e Robin.. ma anche per un altra coppia. Consiglio di leggere, per chi non l'avesse fatto, prima "Questa volta lo farò io" perchè ci sono moolti riferimenti. Buona lettura! :)
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico Robin, Roronoa Zoro, Z
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Robin era appoggiata al parapetto, a poppa, guardava la scia di schiuma che la Thousand Sunny lasciava dietro di sé.

Non era riuscita affatto a concentrarsi sul suo libro quel giorno, aveva la testa da un'altra parte.

Era passata una settimana esatta dal loro salvataggio alla spiaggia, lei e Zoro avevano ripreso la loro vita da compagni di ciurma. Erano compagni d'avventura..e basta.

Era felice e al contempo triste..era possibile?

Non c'era stato un attimo dove lei non avesse pensato a lui, nemmeno uno. Era continuamente nella sua mente.

Era così purtroppo, più dura del previsto. Sospirava, e non era il caldo.

Le venne in mente il momento del rientro nell'equipaggio, il loro racconto ai compagni. Quante cose avevano raccontato! E molte altre ne avevano omesse..ovvio!

La sera stessa del ritrovo Rufy e gli altri avevano organizzato per loro una cena grandiosa, con vino e sakè a fiumi, Franky aveva fatto esplodere anche una specie di fuochi d'artificio e avevano festeggiato fino all'alba raccontandosi quello che era accaduto in quei giorni nei quali erano rimasti separati.

Aveva iniziato Zoro dicendo che lei lo aveva portato via a forza dal campo di battaglia, poi la marina aveva sparato delle cannonate ed erano precipitati in mare. In acqua erano stati attaccati da uno squalo (cosa che Robin neppure sapeva!). Zoro l'aveva messo fuori gioco ed erano riusciti ad arrivare in quell'isola.

Poi il nubifragio, il rifugio nell'altura, l'avvistamento della marina in arrivo, la tappa al bellissimo lago che avevano trovato in mezzo al bosco e ancora la disavventura con il serpente gigante nella foresta (Zoro aveva abilmente evitato di dire che in quell'occasione si era storta la caviglia e che per tutto il giorno l' aveva portata in braccio..).

La permanenza al villaggio. Quello che era successo lì l'aveva lasciato raccontare a lei, perchè ecco, era più brava a sviare le questioni complicate. E Robin aveva intuito che lui temeva probabilmente di fare qualche passo falso.

Lei allora aveva raccontato di quella strana ma generosa gente, di come li avevano accolti, della festa e i compagni si erano fatti una grassa risata nel sapere che Zoro aveva bevuto quell'insolito sakè e si era inaspettatamente ubriacato!

In seguito la marina aveva attaccato il villaggio e loro erano riusciti a sconfiggerli. Robin aveva raccontato di aver sprigionato un insolito potere e che dopo quell'avvenimento per giorni non era riuscita ad usare la sua abilità, per quel motivo ora i suoi capelli erano così.. era un effetto collaterale e neanche lei ne sapeva molto a riguardo. Era rimasta sul vago sul come e sul perchè il tutto si era scatenato.

I compagni la guardavano stupiti saettando gli sguardi da lei a Zoro e Sanji aveva commentato la cosa con un “Favolooosa la nostra Robin-chuuann!!”. Lei non gli aveva dato peso e aveva proseguito evitando anche di incrociare lo sguardo con lo spadaccino, l'avrebbe distratta di sicuro.

Dopo la battaglia l'archeologa raccontò che erano rimasti tutti e due feriti e la guaritrice del posto li aveva curati con un unguento a dir poco miracoloso. Per ringraziarli di aver liberato il villaggio dal nemico avevano donato loro un po' di quella soluzione curatrice e Chopper nel sentir quelle parole schizzò in piedi entusiasta con gli occhi a stella.

Robin non fu molto delicata nel dire che a Zoro era pure venuta una febbre da cavallo un giorno e che aveva dovuto ingoiare degli enormi bruchi bianchi che però l'avevano rimesso in sesto in poche ore. Scoppiarono altre risate e la renna pregò Robin di provare a fare un disegno di quegli animali, la mora annuì contenta dicendo che aveva cercato di memorizzarli per lui.

L'archeologa poi aveva portato l'attenzione di tutti su quello strano Poneglyph che c'era al villaggio e aveva svelato a tutti cosa diceva la scritta su quel monumento.

Nami era rimasta rapita, senza parole, come tutti gli altri del resto. Era stata un enorme fortuna incappare in quell'isola!

Per tutta la giornata successiva Robin non aveva fatto altro che descrivere tutti i dettagli alla ragazza e studiare con lei tutte le varie possibilità di soluzione.

Quando la neve cadrà in primavera, nel trentesimo anno del drago, il varco si aprirà per dieci anime”..

Ci stavano ancora rimuginando sopra tutte e due.

Ecco cosa doveva fare! Pensare solo a quello! A risolvere quell'enigma con Nami! Era l'unica cosa che al momento l'avrebbe aiutata a..a far cosa? Dimenticare Zoro? No, metterlo un po' da parte, in un angolino della sua mente.

Così Robin si scostò dal parapetto, si voltò con l'intenzione di andare dritta nella biblioteca della nave per riprendere in mano quel libro.

Girandosi si trovò ad un passo da lui.

La fissava severo con l'occhio socchiuso.

“Tutto bene? Sembri star male..” Iniziò a dirle ma lei non si fermò a parlare, anzi distolse subito lo sguardo da quel bel viso (era da sette giorni ormai che era tornato senza barba e lei avrebbe dato chissà cosa per fargli una carezza).

Proseguì scansandolo e dicendogli solo un impenetrabile “Tutto ok”.

Robin andò a chiudersi nella stanza dei libri senza mai voltarsi.

 

- - - - -

 

“Questa COSA... non so ancora per quanto potrò sopportarla! Anzi no, già non la tollero più..E' TROPPO!”.

La testa dello spadaccino frullava ma non lo dava a vedere, non doveva, non poteva. Cercava di respirare normalmente.

Quella donna era continuamente sfuggente, aveva detto di far finta di niente, non di evitarsi! Lei lo stava evitando e in modo assoluto. Magari non se ne rendeva neppure conto..

Sta di fatto che quelli non erano i patti!

Questo lo mandava fuori di testa, era diventato insopportabile per lo spadaccino. Era pure nero con sé stesso perchè stava realizzando sempre più questa cosa..

Le mancava tutto di lei. Come parlavano, come si guardavano, com'era stare in... Dio non poteva pensarci! Avrebbe dato di matto!

Si era ritrovato appoggiato al parapetto a maledire chissà chi nella stessa posizione dell'archeologa poco prima solo che stava stringendo quel legno troppo forte. Sentì un CRACK e mollò la presa asciugandosi un rigolo di sudore dalla fronte.

Pensò che quel caldo della madonna non aiutava affatto..

“EHI! Testa d'alga bacata! Invece di bighellonare vieni a darci una mano ad ammainare le vele! Ordini della mia rossa preferita..♥!” Sanji si era sporto dal piano superiore a urlargli quella frase del cazzo.

Zoro si girò e disse solo “Vengo..”.

Non notò la faccia stranita del biondo che si aspettava qualcosa di più, un qualche normale “insulto” in risposta. Sanji lo osservò inclinando la testa e pensò che quello spadaccino forse aveva ancora qualche segno della sbronza presa sull'isola.

 

- - - - -

 

Nami aveva appena preso in mano la sua matita quando esplose un baccano del demonio.

Non potevano essere quegli stolti con le corde..neppure Franky che ormeggiava con i suoi soliti macchinari..era un frastuono troppo potente!

MALEDIZIONE!! Per fare quel disegno aveva bisogno di concentrarsi! E così era impossibile!

Si alzò in piedi con uno scatto e notò che anche Robin aveva distolto gli occhi dal suo libro.

“E'..musica. Non è il genere di Brook” sentenziò l'archeologa guardando il vuoto.

La rossa le diede ragione e si fiondò fuori imbestialita sbraitando ad alta voce “QUESTA NON E' MUSICA! E' UN CASINO DEL DEMONIO!!” Sbattè la porta e Robin decise che forse era meglio andare a vedere..

Nami quasi si scontrò con Chopper che scappava via tenendosi le zampe alle orecchie e quando fu vicino all'albero maestro capì che quel frastuono proveniva dall'alto, dalla palestra della Sunny.

Anche Sanji era uscito dalla cucina con ancora un mestolo in mano, incrociò lo sguardo furibondo della rossa e battendosi l'indice sulla tempia le disse col labiale “Quello è ammattito”.

“OOOHII! ZOOROO!! SE ORGANIZZAVI UNA FESTA DOVEVI DIRMELOO!!”

Rufy era apparso ed era entusiasta, Nami lo sentì a malapena e notò che si stava arrampicando tra gli alberi della nave saltando di qua e di là. Poi il capitano raggiunse il foro del pavimento che portava alla palestra ed entrò.

Rufy uscì due secondi dopo con un aria delusa in faccia. Scese giù triste verso una Nami ancora con i nervi a fior di pelle.

“Si sta solo allenando, niente festa..” disse dissentendo con la testa.

La rossa esplose.

A grandi passi si avvicinò alla scaletta sotto gli sguardi attoniti degli altri (ormai erano tutti lì fuori a vedere cosa stava succedendo, tutti tranne il medico, era un suono troppo forte per il suo sensibile udito).

“Sfuriata tra tre..due..uno..” Usopp commentò restando a distanza mentre Nami si arrampicava furiosamente su per la scaletta e scompariva dentro al foro della sala ginnica.

L'ondata assordante di quella musica da discoteca la travolse, chiuse gli occhi e rimase immobile a tenersi le orecchie per qualche secondo intorpidita.

Vide poi Zoro a terra a torso nudo. Stava alzando uno dei suoi manubri giganti ed era grondante di sudore.

Nami si avvicinò prepotentemente allo stereo e abbassò il volume con uno scatto.

“TI E' DATO DI VOLTA IL CERVELLO!?!” gli urlò con i denti aguzzi.

Zoro si fermò con il manubrio a mezz'aria, gli occhi ancora chiusi dallo sforzo.

“Alza ed esci” ordinò perentorio alla rossa.

“COoSA?! SEI FUORI?! STAI DISTURBANDO TUTTI LO SAI?! SEI DIVENTATO SORDO TUTTO D'UN TRATTO?? IO FORSE SI'!! ED E' COLPA TUA!!” gli urlò lei tutto d'un fiato fuori di sé.

Zoro la guardò noncurante. “Allora alza un po' e vattene” le rispose e tornò alle sue ripetizioni. Aveva perso il conto per colpa di quella lì.

Nami se ne andò senza rimettere la musica fiondandosi giù dal buco della palestra e per poco non cadde da quella scaletta. Sanji era già scattato in avanti per afferrarla, non ce ne fu bisogno.

La rossa era imbestialita, cos'aveva che non andava quel pazzoide?! Era più matto del solito.

Stava ancora scendendo da quella dannata scala e tutti la fissavano, il cuoco con gli occhi a cuore, volevano capire che succedeva.

“E...quindi?” le fece Usopp.

“E quindi quello è ammattito!” urlò lei non rendendosi conto di aver ripetuto la frase di Sanji.

 

-----

 

Quella sera Zoro si presentò a cena ma non mangiò molto, in compenso bevve più di una spugna. Era palesemente di malumore.

Robin lo teneva d'occhio di nascosto, contava i bicchieri che lui vuotava, era arrivata a 27 e la serata non era ancora finita. Stava bevendo molto di più del solito, stava ESAGERANDO.

Ad un certo punto Sanji tolse tutte le bottiglie dalla tavola e lo spadaccino lo fissò inferocito ma rimanendo a bocca serrata.

Lei notò anche che non disse mai una parola e poco più tardi si dileguò. Robin non poteva seguirlo, sarebbe stato sospetto, già lui lo era da solo con quell'atteggiamento, però sapeva che quell'uomo le stava chiaramente dimostrando il suo disagio.

La mora si sentiva inerme, non sapeva come comportarsi e qualunque cosa avesse fatto sarebbe stato peggio poi, aveva questa convinzione che la frenava.

Quella serata terminò così. Con una Robin seduta a tavola tranquilla e sorridente, che faceva finta che andasse tutto bene.

In realtà si sentiva dannatamente in colpa, si sentiva male, fisicamente male.

 

  
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