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Autore: Spensieratezza    04/07/2018    5 recensioni
Spin off della storia "il quinto mondo." e sesta storia del ciclo delle fiabe.
Castiel e Gabriel raccontano a Dean e Sam, lo sbocciare della loro storia d'amore, iniziata in Paradiso, ma non rivelata mai veramente, fino a quando non si sono rincontrati dopo la presunta morte di Gabriel, nel mondo delle fiabe
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Gabriel
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Come nelle favole'
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Castiel finì in coma farmacologico  come Amara aveva predetto. I genitori accorsero all’ospedale per stargli vicino e anche Dean e Sam - che in quel mondo erano ancora Jared e Jensen - accorsero..

Una sensazione avvolgente, come se qualcuno gli riscaldasse il gelo che sentiva dentro di sé, la avvertì Castiel, nel momento in cui Dean/Jensen si precipitò ad abbracciarlo, sotto gli sguardi curiosi dei genitori, che certamente si stavano chiedendo cosa ci facessero lì quegli strani ragazzi e cosa rappresentassero per il figlio.

Castiel sentì, quando Dean lo abbracciò, tutto l’affetto e l’amorevolezza che Dean gli stava dando, da fratello.

Solo che non era suo fratello!

Castiel si sentì in colpa per il fatto di star ingannandolo così.

Jared/Sam dall’altro canto, sempre con gli occhi lucidi, lo guardava, timoroso di osare qualcosa che forse lui non avrebbe gradito.

Castiel gli sorrise e allargò le braccia e anche Sam si gettò ad abbracciarlo.

Castiel comprese allora, che quel sentimento che loro due provavano per lui, serviva a riscaldarlo, come una fiammella dorata in una caverna buia.

Fu quando anche Sam lasciò le sue braccia, che un dubbio gli affiorò, ma non si  palesò fino a quando i due, richiamati dall’infermiera a lasciare la stanza e accompagnati dalle sue rassicurazioni che quello che aveva subito Castiel, era certamente un eccesso di colpo di sole, dovuto allo stress, dovuto al caldo -  e riaccompagnato dai rimbrotti del padre – “Insomma, che diavolo è questo stress? Ha fatto un indigestione di mini dolci”? **(N.B pronunciando al contrario il nome desserts, viene fuori stressed) – non se ne furono andati.

Il dubbio si trasformò in conferma. Il calore era stato tanto intenso, quanto breve, come una fiaccola che lo riscalda ma non sufficiente a scacciare il gelo che senttiva dentro di sé.

Voleva bene a Sam e Dean ma loro erano la sua fiaccola. Non il suo sole.

Gabriel era il suo sole.

E ora se n’era andato.
 
 
 
 
 
*

Castiel riuscì di nuovo a camminare e il suo fisico si riprese quasi completamente, ma non la sua anima. Tornò lucido abbastanza però, da capire che non poteva continuare a restare a casa con la sua famiglia se non voleva far preoccupare i suoi genitori e anche Sam e Dean, che andavano a trovarlo. Nel frattempo, il mondo era cambiato. Già si diceva che l’età dell’Oro era svanita e che una strana ondata di tristezza stava albergando tra i cittadini. Gli esperti ne cercavano la causa. In una delle sue ondate di tristezza, Castiel pensò di essere lui la causa. Forse in realtà quello che gli aveva raccontato Amara, era falso. Forse non era stato il suo coma a scombinare il mondo intero, ma la sua tristezza, come un enorme mantello che ricopriva la città intera, nascondendola.

Castiel capiva che si stava lasciando andare di nuovo alla tristezza, proprio come il cavallo di Bastian nella palude famosa.

Non voleva che i genitori, Sam o Dean, lo vedessero così, quindi decise di approfittare dello chalet che avevano loro in montagna, per riuscire a prendersi una vacanza e avere la possibilità di crogiolarsi nel dolore in tutta solitudine.

I genitori che speravano che fosse il segno che il figlio si fosse rimesso in sesto, accettarono subito di lasciarlo partire.
 
 
Fu una scarpinata. Il luogo non era per niente vicino, ma Castiel era contento di sentire la fatica, lo distraeva dal dolore dell’anima che provava, anche se, non cercava di rifiutarlo, accettarlo era sempre il modo che aveva per ricordarsi di lui.



Per tutto il giorno non mangiò niente, ma bevve tantissimo dal ruscello. Quell’acqua lo faceva sentire purificato.

Quell’acqua gli faceva credere di sentirsi meglio.

Per alcune ore credette di stare meglio, poi arrivò la notte.

Le stelle.



Si ricordò di quante volte lui e Gabe erano rimasti fuori a guardarle, sdraiati su un prato, a giocare a riconoscere le costellazioni.
 
“Gabriel..sai che noi angeli potremmo perfino raggiungerle?” gli aveva detto Castiel un giorno.

“Cas, Cas, quando la smetterai di fare così il sentimentale irrealistico? Sai bene che le stelle in realtà non sono unite come credi tu, il disegno che ti sembra di vedere in questo momento, è un’illusione.”

Castiel si era voltato verso di lui e gli aveva sorriso teneramente.

“Ma noi siamo angeli. Potremmo volare più veloci della luce e raggiungere un’intera costellazione di stelle nel giro di cinque secondi e così crederemmo davvero che le stelle sono vicine come le vediamo qui in cielo.”

“Come le Pleiadi?” chiese Gabriel facendo per la prima volta un sorriso intenerito.

“Sì, esattamente come le pleiadi. “ rispose Castiel.

“E tu faresti questo giro formato stella danzante?”

“Se tu mi accompagnassi, forse potrei.” Disse Castiel, sdraiato sull’erba, il capo rivolto all’insù verso la sagoma del fratello che era seduto a gambe incrociate. Avevano già i tramiti, ma quello era prima, prima che Lucifero venisse liberato. Prima, avevano una spensieratezza che non avrebbero più avuto. Prima era semplice, far finta di essere ancora dei bambini umani che si illuminavano per dei puntini luminosi in cieli. Li rendeva felici.

Gabriel aveva dei pantaloncini marroni che gli lasciavano scoperti i polpacci. Castiel gli sfiorò il ginocchio con la mano mentre parlava per richiamare la sua attenzione o forse come carezza.

“Potrei..se volessi..” disse Gabriel. Non c’era ironia nella sua voce, solo malinconia.

Castiel si voltò a pancia in sotto, osservandolo, ma Gabriel non stava guardando lui, ma alto in cielo.

“Castiel…credi che noi..siamo come le Pleiadi?”
 
 
 


Quel ricordo arrivò a squarciargli le viscere come una lama angelica puntata allo stomaco.

Castiel realizzò di non riuscire a ricordare cosa gli avesse risposto, cosa era venuto dopo e il dolore gli si fece più profondo per quel ricordo che il cielo gli aveva rubato.



Gridò.

AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH
HHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH
HHHHHHHHHH
HHHHHHHHHHHHHHHH



Gridò così forte da tenersi le mani alle tempie e inginocchiarsi davanti al ruscello, con le ginocchia piantate nel fango.

Gridò così forte  che per un attimo parve perfino sdoppiarsi.
 
Il suo dolore fu così intenso che arrivò perfino a Dean e Sam.
 
Sam /Jared stava scrivendo qualcosa sul suo diario alla sua scrivania, nella stanza che divideva con Dean/Jensen, quando all’improvviso si fermò e si toccò il petto all’altezza del cuore.

Delle lacrime presero a scendergli e una tristezza assoluta, gli prese il cuore.
 
Dean invece, era nel giardino, sempre della loro casa, che curava le piante, anche se era notte. Anche lui si era fermato, lasciando di colpo cadere la borraccia con un tonfo secco.
 
 



Dopo poco, Dean/Jensen raggiunse Sam/Jared nella loro camera, fece il percorso di corsa e lo trovò in piedi davanti allo scrittoio che si teneva la testa tra le mani come se avesse paura che gli sarebbe caduta.

“Jared!” lo chiamò Jensen spaventato.

Jared lo fissò con il terrore negli occhi. I due non si dissero niente, ma si abbracciarono soltanto, troppo sopraffatti da quell’ondata di terrore e tristezza che li aveva appena avvolti.
 
Si misero a letto così, avvolti nelle coperte, abbracciati insieme, con le lacrime che stavano cadendo loro sulle guance.

“Jensen..cosa credi che fosse quell’ondata di grande dolore e pena che abbiamo percepito?” chiedeva Jared.

“Non lo so, Jared..ma mi sento..non so come spiegarlo..ma mi sento come..come se un caro amico mi avesse appena lasciato..” confessò.

“Anch’io..anch’io provo le stesse cose..oh, Jensen, stringimi, ti prego..” disse Jared.
 
 
 
Nel frattempo, Rowena aveva informato immediatamente Gabriel d’urgenza.

“Ti scongiuro, dimmi che è uno scherzo. Non può essere vero!” disse Gabriel accorso in casa sua appena aveva avuto il suo richiamo telepatico.

“Purtroppo è vero, Gabriel. Tuo fratello Castiel ha appena rescisso il legame che lo legava a Sam e Dean, quello che li legava insieme in quel mondo.”

“E questo..questo cosa diavolo dovrebbe voler dire? “ chiese Gabriel.

“Senza quel legame, loro non si sentiranno più magicamente legati a lui, nonostante l’affetto che provano sinceramente per tuo fratello, finchè saranno in quel mondo..senza quel legame..loro si dimenticheranno di lui..”

“Non è possibile, ti stai sbagliando..”

“Loro hanno già avvertito che quel legame si è spezzato. Ora sono in lutto, anche se non ne capiscono il motivo..” disse Rowena insolitamente rattristata.

“Ci..ci deve essere un altro modo! Lui NON VUOLE QUESTO. Lo conosco! Gli si spezzerà il cuore quando capirà quello che è successo! Credimi!”

“Non capisci, Gabriel. Tuo fratello ha recisso volontariamente quel legame.”

Gabriel rimase tanto sbalordito che restò zitto per diversi secondi.
 
“Perché..perchè l’ha fatto?”

“Non credo l’abbia fatto in maniera consapevole, ma è talmente grande il dolore che prova, che il desiderio di non essere legato a Sam e Dean magicamente, per potersi ricongiungere a te, deve aver inaspettatamente, fatto crollare l’incantesimo che lui stesso mi ha chiesto di fare. Il vero problema è che in questo modo..senza di loro..lui è…completamente SOLO.”

“No. No. Non permetterò che soffra ancora di più di quello che ha già sofferto.Rowena, noi dobbiamo fare qualcosa!!”
 
 
 





*

Era notte inoltrata. Erano passate diverse ore da quando Castiel aveva rescisso il legame. Non sapeva cos’era successo, ma sapeva che qualcosa era cambiato fermamente in lui. Qualcosa che lui aveva, ora aveva perso per sempre.

Non si interrogò su cosa.

Il dolore era così accecante che lui non riusciva neanche a pensare lucidamente più.

Era in cima a un precipizio, ma non voleva buttarsi.

La sua disperazione, semplicemente lo portava a cercare la desolazione che lui stesso sentiva nel cuore.

O forse era perché inconsciamente sapeva che di lì a poco, avrebbe gridato MOLTO.

Il suo corpo prudeva, come se qualcosa lottasse per venire fuori da dentro. La pelle gli faceva male.

AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH HHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH HHHHHHHHHH HHHHHHHHHHHHHHHH



Aveva gridato molto, ma questa volta non aveva nessun legame da recidere ma piuttosto qualcosa di lui, da liberare.

Le sue ali.

Grandi, gigantesche, perlate.
Candide.
Talmente forte era la sua disperazione, che erano venute fuori.

E poi incapace di reggere ancora a tanto dolore, cadde.
Svenne.
Con le sue grandi ali a ricoprire la sua candida schiena, quasi come ad ammantarlo come una soffice coperta.
 
Un ultimo pensiero.  
 
Le...Pleiadi...  





*

Gabriel aveva visto tutta la scena, grazie alla congiunzione mentale che Rowena gli permise di allacciarsi con la sua mente ed era impazzito.

“Fallo tornare indietro!! IMMEDIATAMENTE, ROWENA!”

“Non credi che se avessi potuto trovare un modo indolore per farlo, l’avrei già fatto??”

“Cos..ma cosa..Rowena, che cazzo me ne frega di un modo indolore! Se c’è qualche possibilità di farlo tornare e farlo smettere di soffrire, fallo!”

Rowena sospirò.

“Cosa sei disposto a darmi per riportare Castiel qui?”

Per un attimo, Gabe rimase tramortito. Subito dopo,rispose con certezza.

“Qualsiasi cosa. “

“Ho bisogno della tua linfa vitale.” rispose Rowena con fermezza.

Gabriel non emise un gemito, ma Rowena vide che deglutì.

“Prendi tutta quella che ti serve. Prendila tutta se è necessario!”
 
 
 
 
*

Ritornare indietro, fu come attraversare mille mondi in un attimo.

Come se la luce di una stella, la luce di milioni di stelle, ti esplodesse negli occhi.

O forse era la luce del sole?

Come volare, come attraversare lo spazio.

Tornare fu come riemergere da acqua ghiacciata.
 


“HHHHHH.”

“Calmo, Castiel, sta calmo.”
“Hhhhhh…”

“Tranquilo. È tutto a posto, respira. Sei a casa, ora.”

“Casa?? Io..io..”

Castiel era adagiato sul pavimento del salotto di Rowena, i suoi occhi si incontrarono subito e si allacciarono a quelli che amava più di sé stesso.

Gabriel??”
Gabriel, in piedi davanti a lui, gli sorrise.

“Sono..morto? Sono in Paradiso?”
Gabriel gli sorrise ancora.

“Sei sempre il solito vanesio presuntuoso, credo che un salto in purgatorio lo dovresti pur fare.”
 
Non si dissero nient’altro. Si abbracciarono stretti come due uomini della guerra che non si vedevano da anni e anni.



“Gabriel! Gabriel! Sono a casa?? Com’è possibile? Come avete fatto a riportarmi indietro? Oh, Gabe, ero sicuro che ti avrei rivisto! Non ho mai smesso di sperarci, non mi sono mai rassegnato, come avete fatto? Io..”

“Castiel, credo che tu dovresti lasciarlo respirare, fidati di me..” intervenne rowena.

Gabe fece un timido sorriso.

“Non ti preoccupare Rowena, ha diritto di fare tutte queste domande…e ora che l’ho rivisto sono anche disposto a pagare il pegno di lasciarmi asfissiare da lui tutti i santi gior…”

“Gabriel?” lo richiamò Cas, che gli si era mozzato il respiro, appena aveva visto che l’angelo si era fermato.
 
In quel momento l’angelo si accasciò tra le sue braccia.


“GABRIEL!!” lo richiamò, più spaventato, Castiel.

Castiel alzò lo sguardo verso la strega, attonito.
“Rowena!! Cosa..cosa ha fatto? Cosa..”

“Per riuscire a riportarti indietro, Gabriel ha dovuto esaurire  molta della sua linfa vitale, fino ad arrivare a sfinire il suo corpo. Non morirà” chiarì per evitare che Cas urlasse, come sembrava avere intenzione di fare. “Ma molta della sua grazia è stata prosciugata, portando il suo corpo ad un livello quasi mortale, portando con sé le conseguenze di quello che un corpo mortale subisce, dopo esser stato sotto l’acqua per anni e anni.” disse Rowena, scioccandolo ancora di più.
 
 
 
 
 























Note dell'autrice

vi ho sorpreso eh?? non vi aspettavate che cas in questo capitolo tornasse a casa ahha! e in questo modo poi!!

preciso una cosa! Tutto quello che avete letto in questo capitolo, comprese le parti in cui compaiono Sam e Dean, è INEDITO, quindi nessuna scena di quelle che avete visto, si è vista nel mondo delle fiabe di Sam e Dean :D anche se ovviamente è là che si trovano, quando compiono l'azione :D lo stesso vale per il flashback di Cas e Gabe <3 è una cosa che mi è venuta in mente all'ultimo momento. Ormai sapete quanto io ami le stelle <333

preciso che per chi ha visto la ff "l'angelo della morte" (quella in cui jared è un angelo del paradiso che si innamora di jensen e lo salva dal suo destino di morire ) campeggiare per pochissimi secondi nella sezione CAST, non avete avuto allucinazioni, semplicemente la troppa fretta e l'ansia di aggiornare mi ha fatto sbagliare capitolo da aggiornare -.- xd cmq ho riportato ora questo capitolo in questa storia e cancellato nell'altra!

è stato questo il cap che mi è piaciuto di più scrivere, mi sono anche emozionata :D ci tenevo che il loro ricongiungimento non fosse una cosa banale, ma fosse dettato da sacrifici che fanno entrambi

penso ora di aver pagato a sufficienza il debito che avevo con questo povero cas, che durante le mie storie fiabesche, è stato allegranente accantonato dopo aver fatto un ruolo da poco più di comparsa xd

ps la battuta su "stress" e i mini dolci, è per via del fatto che stressed, al contrario è "dessert" xd  
   
 
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