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Autore: Blue Flash    04/07/2018    1 recensioni
«Aspettate tutti—…» urlò Bonney Jewlery, attirando tutta l’attenzione su di sé, mentre s’alzava in piedi e brandiva la mela che non aveva ancora terminato di mangiare. «Primo, com’è possibile che non si è unito anche Trafalgar al gruppo delle minacce? Secondo, quando fai arrivare questa maledettissima cena? E’ più di un’ora che sto aspettando, Cassiel, ed anche la mia pazienza ha un limite. Terzo, le tue mele fanno schifo. »
Drake, che era il più vicino a Bonney, scosse la testa per via delle risate generali, e poi afferrò la rosata per la manica della camicia e la costrinse nuovamente a sedersi, come se fosse una bambina.
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Lord Petyr Cassiel decide di indire una "Caccia al Tesoro" sulla sua isola misteriosa, ed invita a partecipare l'intera Generazione Peggiore, così da vedere in azione i famosi Supernovellini. Ma non saranno loro i soli a volersi impossessare del tesoro di Cassiel, a sorpresa parteciperanno anche i Rivoluzionari, la famiglia Vinsmoke ed i pirati di Barbabianca, che si ritroveranno bloccati su quell'isola.
Che i giochi abbiano inizio.
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eustass Kidd, Famiglia Vinsmoke, Jewelry Bonney, Mugiwara, Trafalgar Law
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6. Un marines in fuga

Il sole, un’immensa palla di fuoco che ardeva nel cielo, stava lentamente tramontando  ad occidente, mettendo la parola “fine” a quella lunga giornata che era trascorsa. L’isola misteriosa di Cassiel era praticamente deserta, segno che tutti dovevano essere all’interno del castello pronti per l’incontro con il Lord, ma ad essere fuori posto era la zona del porto, la cui quiete era bruscamente stata interrotta dall’arrivo di una piccola imbarcazione a motore pilotata da un’unica persona.
Il rumore dei passi sul pontile in legno, anche abbastanza accelerati, come se stesse scappando da qualcuno, spinsero quella persona ad aumentare la propria andatura, mentre il cappotto della divisa candida che ricadeva sulle spalle ondeggiava ad ogni passo. Sulle spalle era possibile leggere la chiara scritta “Comandante”, grado di chi apparteneva unicamente alla marina. Un cappello bianco sembrava coprire i capelli ed il viso della figura appena giunta sulla terra, che rapidamente si guardò da entrambi i lati scorgendo il nulla assoluto.
Svariate navi erano attraccate da quelle parti e fra tutte riconobbe immediatamente la Sunny, che aveva visto sulle taglie più e più volte. Sapeva bene che quella nave apparteneva ad i Mugiwara e quello spronò la figra ad accelerare. Accanto ad essa vi era un sottomarino giallo, ed una grande nave a forma di balena, che collegò a Barbabianca, ma la cosa era assolutamente impossibile. Che cosa diamine ci facevano anche loro da quelle parti? 
Assurdo.
Nonostante quel che aveva appena visto al porto quella figura ammantata cominciò a correre,  dopo essersi voltata a fissare l’orizzonte ed aver notato un puntino, proprio in mezzo al sole, che si stava avvicinando. Il log pose al suo posto, quello che avrebbe indicato la giusta rotta verso l’isola, adesso era divenuto inutile, ma era stato una fonte particolarmente utile per riuscire a raggiungere quel posto, proprio come Lord Cassiel aveva chiesto. Quel che davvero non riusciva a capire era come avessero fatto ad essere sulle sue tracce in così poco tempo, perché a quanto pareva il puntino che si avvinceva sempre più velocemente era chiaramente qualcuno giunto solamente per far finire tutta quella storia. Lo sapeva bene considerato quello che aveva fatto per giungere fin li.
L’uniforme bianca della marina rubata, la piccola imbarcazione che serviva come tender per la sua nave adesso era divenuta il suo unico mezzo di locomozione.
Ma quello sprazzo di libertà sarebbe durato poco, anche se doveva sbrigarsi ad addentrarsi nella foresta. Da lontano aveva visto un castello e probabilmente il sentiero che aveva appena imboccato portava fin li, quindi quella era la strada giusta da seguire. 
Ancora una volta si guardò indietro e notò che quel puntino, dapprima indistinto, adesso era divenuto una figura chiara di un volatile, che sbatteva le ali anche piuttosto velocemente per diminuire la distanza che li separava. Fu allora che prese a correre fra le rocce e la sabbia, seguendo il sentiero in mezzo a quella sorta di foresta tropicale, nella speranza di giungere a destinazione prima del previsto e tutto per aiutare alcune delle persone alle quali teneva maggiormente. Doveva sbrigarsi e se ne rendeva perfettamente conto, infatti la sua corsa divenne quasi frenetica, anche se da un momento all’altro sarebbe giunta alla fine, perché conosceva il proprio inseguitore e sapeva che contro di lui poteva ben poco, specialmente in quelle condizioni.
Quanto sarebbe stato bello avere un frutto, magari qualcosa riguardante la velocità, ma purtroppo la sua situazione era quella ed al momento non c’erano frutti della velocità disponibili, quindi dovette fare affidamento sulle proprie gambe. La figura rischiò d’inciampare su un masso, facendo volare il cappello che le copriva il capo, ed allora si voltò per vedere che ormai mancavano davvero pochissimi metri dalla sua cattura. Ma decise di correre ancora ed ancora, almeno fino a quando un falcò non le planò addosso, atterrandola nella maniera più brusca possibile. 
Il cappello, volò via liberando una fluida cascata di morbidi boccoli azzurri, mentre un turbine di piume e di turchese avvolse le due figure che rotolarono a terra per un paio di metri.
Bibi si era aspettata che qualcuno sarebbe giunto fin la per riprenderla ed ovviamente quel qualcuno era arrivato proprio ad un passo dal compimento della sua missione, e senza il solito riguardo l’aveva fatta cadere a terra. Lei e Pell rotolarono per svariati metri fino a quando non si fermarono e ella si ritrovò letteralmente distesa sopra di lui e con un incredibile mal di testa a renderla instabile. 
«Mi hai fatto male.» mormorò cercando di far forza con le braccia per sollevarsi leggermente da sopra di lui, ma quello prima ancora di darle la possibilità di fare un qualsiasi movimento, con estrema agilità invertì le posizioni e questa volta la bloccò letteralmente a terra, mostrando la peggiore aria che potesse avere: quella arrabbiata come non mai. 
«Principessa Bibi non vi chiederò scusa per questo, anzi, sono stato fin troppo gentile.
»
Bibi, che aveva risentito anche dell’ulteriore botta ed adesso si ritrovava stesa a terra, dolorante e bloccata nella stretta di Pell, riaprì lentamente gli occhi e lo guardò in viso, provando ad accennare un sorriso. 
«Ma tutto questo era necessario?» domandò lei provando a muovere le braccia, ma senza riuscirci.
«Sì!»
«Sei arrabbiato con me?»
«Assolutamente sì.»
«Mi lascerai andare?»
«Non se ne parla neanche.»
«Pell!»
Dopo quel battibecco fra i due la principessa di Alabasta riuscì a fulminarlo con lo sguardo assumendo a sua volta un’espressione del tutto indispettita, come se la colpa fosse unicamente del guerriero e non sua. Effettivamente Pell non aveva nessuna colpa se non quella di essere giunto fin li per trovarla e portarla indietro, ma quella non era un’alternativa che Bibi avrebbe ammesso. 
«Qualsiasi cosa stiate per chiedermi la risposta sarà “no”!»
Ed ancora una volta la ragazza dai capelli turchesi si ritrovò a sbuffare tirando la testa indietro, perché tanto ormai era spacciata. 
«Mi stai facendo male e questa non è una posizione comoda.» continuò a ripetere la fanciulla, provando a liberarsi del peso del guerriero che invece non sembrava intenzionato ad acconsentire. 
«Voi proprio non lo capite, non è vero?» mormorò Pell come se non l’avesse minimamente sentita.
«Siete scappata improvvisamente dalla Nave di Alabasta lasciando unicamente una lettera a vostro padre, avete rubato i vestiti di uno dei marines che ci scortavano, siete venuta fin qui rischiando la vita ed adesso mi chiedete di essere lasciata libera? Ma è ovvio che la risposta è no.»
«Ma se vi ho spiegato tutto nella lettera. Insomma i miei amici sono in pericolo ed hanno bisogno di me e Lord Cassiel è intenzionato ad aiutarmi. Che c’è di così complicato?»
«Non sapete neanche chi sia Lord Cassiel.» la rimproverò il Falco di alabasta volgendo verso di lei gli scuri occhi, come se non ammettesse replica. 
«Leggo i giornali, so benissimo di chi si tratta, per questo sono venuta il prima possibile. Aveva detto che poteva aiutarmi entro questa notte, poi sarebbe partito e non lo avrei più trovato—…» si giustificò Bibi alzando il tono della voce. 
«Voi non ragionate mai. Non pensate neanche minimamente che situazioni come questa possano mettervi in pericolo ed io che devo proteggervi—… »
Bibi sollevò una mano per provare ad accarezzargli il viso, ma il guerriero la bloccò immediatamente. 
«Pell sono arrivata fin qui sana e salva, non è necessario che tu mi protegga sempre e comunque.»
«Io ci rinuncio a ragionare con voi. Ho avuto un compito da vostro padre e lo porterò a termine, anche a costo di dovervi portare  indietro di peso.»
Indispettita la principessa provò a dimenarsi, perché sapeva bene che il compito che Cobra Nefertari gli aveva affidato doveva consisetere nel riportarla a casa sana e salva. Ma lei stava bene, l’unico problema era che doveva sbrigarsi a trovare Cassiel su quell’isola. Nonostante le sue continue smorfie ed i tentativi di liberarsi Bibi rimase ancora una volta stretta nella morsa del proprio guerriero. Sapeva bene che lo faceva perché quello era il suo compito, ma in un caso simile doveva lasciarla agire. 
«Beh è quello che dovrai fare, Pell, perché io da qui non mi muovo.»
«Principessa Bibi, io—…»
Probabilmente quel loro battibeccare sarebbe potuto durare per sempre, perché non era la prima volta e non sarebbe stata l’ultima che si ritrovavano faccia a faccia a discutere, anche se in quel caso Bibi l’aveva fatta davvero grossa. Era scappata, aveva rubato una divisa della marina per passare inosservata di notte, si era messa alla guida di quella barca e poi era giunta fin li affrontando da sola il mare. Gesto coraggioso ma stupido e se ne rendeva conto da sola, anche perché adesso si sentiva in colpa per aver fatto preoccupare suo padre e per aver fatto andare Pell fin li. Però, un chiaro tossicchiare a pochi metri di distanza, fece immobilizzare i due litiganti, con Bibi che cercava ancora di scalciare e Pell che a forza le bloccava le braccia e le mani. Probabilmente da lontano quella scena sarebbe sembrata surreale, e forse anche vagamente compromettente, ma quello era l’ultimo dei pensieri di entrambi, decisi a non darsi per vinti e convinti delle loro azioni. 
«Signori, avete finito di litigare?»
Una voce conosciuta per la principessa la fece immobilizzare, mentre Gaspard, l’uomo elegante che era apparso mentre vagava per delle bancarelle, si era appena materializzato a pochi metri di distanza da dove si trovavano lei e Pell. 
«E lui chi è?» domandò il guerriero pronto a sguainare la spada, anche se titubante all’idea di lasciare la principessa. 
«Lui mi ha dato la lettera da parte di Cassiel.»
«Ha ragione, principessa Bibi Nefertari intanto mi permetta di darle il benvenuto e soprattutto mi aspetti che l’aiuto a rialzarsi.»
Una luce di speranza per Bibi, che sorridendo in direzione dell’uomo provò a scrollarsi di dosso Pell, che invece desistette dal muoversi. Era decisamente troppo forte per lei. 
«No. Ci penso io ad aiutare la principessa.» precisò alla fine il Falco prima di scostarsi dal suo corpo, e sistemarsi gli abiti bianchi. Solamente allora tese riluttante una mano in direzione di Bibi e con un semplice movimento la tirò su, senza però lasciarle andare il polso, quasi per paura che potesse riprendere a scappare.
Scelta saggia, ormai lei e Pell sapevano bene che cosa passasse per la mente dell’altro. Era come se riuscissero ad interpretare i propri stessi pensieri con uno sguardo. 
«State bene, altezza?» domandò ancora una volta Gaspard, rimanendo nella sua posa immobile.
«La principessa sta bene e stavamo per andarcene.»
Quell’intervento di Pell fece storcere il naso della ragazza, che in risposta gli diede una gomitata. 
«Sto bene, grazie, ma non sto per andarmene, devo incontrare assolutamente Lord Cassiel perché deve aiutarmi a salvare i Mugiwara. Ho visto la loro nave al porto e se sono in pericolo su quest’isola io li salverò.»
Ecco perché la coraggiosa principessa aveva mollato tutto sulla nave per Alabasta e si era diretta di corsa a salvare i propri amici, non poteva di certo rinunciare ad un evento simile, anche perché l’idea di andare al Reveire non l’allettava più di tanto. L’avventura la chiamava a gran voce, e nonostante lei avesse deciso di dedicare l’intera vita per il proprio popolo aveva un debito immane nei confronti di Luffy e degli altri. Non si sarebbe mai tirata indietro per salvarli e quel suo comportamento ne era la prova.
«Lord Cassiel vi attende nel salone del nostro castello. Sta giusto per iniziare la cena con gli altri.»
«Altri—…?» mormorò Bibi perplessa più che mai, senza però scomporsi dinnanzi a Pell, che in quell’istante aveva l’aria di chi avrebbe potuto uccidere. 
«Sì, non siete i soli invitati su quest’isola e siete riusciti a raggiungerci giusto in tempo.»
«In tempo per che cosa?» 
Questa volta la domanda la pose il guerriero che improvvisamente era divenuto più guardingo nei confronti di Gaspard, e per farlo smettere la ragazza gli diede una gomitata che non ebbe alcun effetto. 
«Lo scoprirete una volta raggiunto il mio signore. Se volete seguirmi faremo molto prima.»
E senza dar loro la possibilità di replicare Gaspard, con quel suo portamento rigido, si voltò ed iniziò a camminare lungo il sentiero che inizialmente Bibi stava seguendo. C’era decisamente qualcosa di strano, perché non solo aveva parlato di altri ospiti ma aveva anche usato quell’ultima frase enigmatica che voleva dire tutto e nulla allo stesso tempo. I due rimasero fermi per qualche secondo, mentre l’uomo avanzava lungo quella foresta tropicale, ed allora Bibi si voltò verso il proprio guerriero, assumendo una finta aria dispiaciuta. 
«Dobbiamo andare per forza.»
Pell, dal canto suo, intrecciò le braccia all’altezza del petto e poi non si risparmiò di lanciarle un’occhiataccia. 
«Non dobbiamo andare per forza. Anzi, non lo faremo.»
«Ed invece faremo come dico io, Pell, sono la tua principessa e non puoi contraddirmi.»
Si ritrovò ad usare tutta la propria autorità rendendosi conto forse di esser stata vagamente scortese nei confronti di colui che l’aveva sempre protetta, ed infatti riuscì chiaramente a leggergli in faccia la preoccupazione provocata da tutta quella storia e forse anche la delusione dalle parole dure appena usate contro di lui. Ma non poteva farci niente, se non l’avrebbe seguita allora lo avrebbe obbligato. 
«E’ un ordine, principessa?»
«Sì, se non vorrai accompagnarmi di tua spontanea volontà.» 
«Capisco—…» mormorò il guerriero prima di lanciarle un’ultima occhiata di sbieco, ed allora incredibilmente anche lui iniziò a camminare seguendo la strada che Gaspard aveva appena fatto.
Bibi rimase da sola, sentendosi in colpa per la durezza con la quale lo aveva trattato, ma prima di mettersi a camminare si sistemò la bianca divisa che aveva preso in prestito. Arrivò addirittura a raccogliere da terra il cappellino che le era caduto a terra, sistemandolo, questa volta, sul manto di capelli turchesi sciolti sulle spalle, ed allora partì anche lei alla volta di Pell e Gaspard, mentre il cappotto da comandante della marina le sventolava sulle spalle. 

Il castello sembrava essere immenso, decisamente adatto ad ospitare tantissima gente e troppo grande per un solo uomo. Aveva scorto il meraviglioso giardino che si estendeva sicuramente su tutto il perimetro del castello, a sua volta immerso in quella grande macchia verde che ricopriva l’intera isola. Era un bel posto, non c’era nulla di sbagliato, ma l’interno lasciò Bibi ancor di più stupita. Molto diverso, sicuramente, dal palazzo di Alabasta e pieno di antichi oggetti ed immense sale con divani e camini. Le piaceva quel posto, non c’era che dire, ma ogni passo che faceva era certa che si avvicinava di più alla chiave per salvare i suoi amici. Non aveva idea che Cassiel potesse avere altri ospiti, ma le aveva chiaramente detto di sbrigarsi e che la sua offerta scadeva quel giorno a mezzanotte, quindi eccola li giusto in tempo.
Tenne le braccia intrecciate poco sotto al seno mentre si guardava intorno, sollevando di poco il viso per osservare meglio da sotto il cappellino della Marina. Pell, al suo fianco, non aveva detto  niente dopo quella loro ultima discussione, si era limitato a camminare lentamente, con una mano posta sull’elsa della spada e soprattutto senza guardarla, segno che doveva essere infuriato con lei, ma a ciò Bibi avrebbe pensato successivamente, perché al momento tutto ciò che voleva era parlare con Cassiel.
Seguirono entrambi Gaspard che si fermò dinnanzi ad una grande porta socchiusa, dalla quale provenivano un vocio non indifferente ed il rumore di bicchieri che tintinnavano. Il cuore di Bibi prese a battere piuttosto rapidamente ed infatti si fermò proprio davanti la porta cercando di sbirciare da oltre quel piccolo spiraglio.
«Oltre questa porta, vostra altezza Nefertari, troverete Lord Cassiel che non vedeva l’ora di incontrarvi. In ogni caso vi farò alcune raccomandazioni per dopo, considerato che da adesso in avanti sarete nostri graditi ospiti—…»
«Di chi si tratta?» domandò Pell confuso, che non aveva perso il cipiglio infastidito.
Ma Bibi si sporse leggermente in avanti, nella speranza di intravedere Cassiel, il padrone di casa, oltre quello spiraglio, ma ciò che vide la lasciò completamente confusa e soprattutto senza parole. Deglutì e senza neanche attendere che Gaspard finisse di parlare fu lei stessa ad aprire la porta di scatto, catapultandosi di corsa in quella sala e con una sola parola sulle labbra.
«Ragazzi?!» 
   
 
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