Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Vavi_14    05/07/2018    4 recensioni
Piccole scene rubate dalla vita di sette giovani trainee che aspirano a diventare idol.
◊È un torneo di sopravvivenza dove solo i vincitori vanno avanti◊
______________
Dal cap VIII. #pizza
[…]Oltre gli schiamazzi degli attori, si sente solo il respiro pesante di Taehyung e quello di Yoongi, assieme agli sbuffi intermittenti di Jungkook, che ogni tanto lascia ciondolare la testa per poi risvegliarsi all’improvviso, guadagnandosi un’occhiata divertita e intenerita da parte di Jimin.
«Ragazzi, io ho fame».
In quel momento, le teste di tutti – tranne quella di Yoongi – si voltano contemporaneamente verso il criminale che ha osato pronunciare una frase tanto sconsiderata. Sono le undici e mezza di notte, hanno già consumato i loro panini qualche ora prima, perché mai uscirsene con un’affermazione che ha dell’utopico?
A parlare è stato Taehyung e Jimin ancora non si capacita di come abbia fatto a svegliarsi, mettere in moto i neuroni, captare gli stimoli del proprio stomaco e convertirli in parole nel giro di un secondo.
[…]
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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XXX.Puzzle









Per la prima volta, dopo diversi mesi di convivenza tutti assieme, le parole del manager erano sembrate loro qualcosa di davvero familiare, non più una meta irraggiungibile.

«Dovete iniziare a pensare come un gruppo. Dovete agire immaginando che le vostri azioni avranno inevitabilmente una ripercussione sugli altri: in questa fase è importante più che mai essere uniti».

Forse non avevano completato il training nel migliore dei modi, e le lacune continuavano a ricordare loro – giornalmente – che c’era ancora tanto da lavorare se volevano sperare in un debutto, ma almeno una cosa l’avevano capita, arrivati a quel punto: nessuno di loro era più un semplice trainee, in quel minuscolo dormitorio ora stavano sette componenti di un futuro idol group e come tale avrebbero dovuto continuare a lavorare. Ma, a pensarci bene, la parole gruppo pareva essere riduttiva, per descrivere ciò che effettivamente erano diventati l’uno per l’altro; legami di sangue non ce n’erano, eppure i Bangtan amavano immaginarsi come una piccola grande famiglia dove ognuno, nel suo piccolo e con la sua unicità, era indispensabile. L’uscita di Hoseok dal gruppo, seppur non più così recente, aveva creato una minuscola crepa nel perfetto equilibrio che, inconsapevolmente, i ragazzi avevano modellato nel corso dei mesi; sebbene tutti avessero continuato a svolgere i propri doveri senza disattendere nemmeno una lezione, in quel frenetico andare sembrava inevitabilmente esserci un vuoto, e all’inizio avevano provato a convincersi che fosse una situazione temporanea – una specie di mancanza passeggera, ma col passare del tempo la consapevolezza che il gruppo non sarebbe stato più lo stesso aveva finito per avere il sopravvento su ogni buon proposito. Come tasselli di un unico puzzle, avevano provato a rimanere uniti, per superare insieme l’ostacolo, ma invece di uscirne indenni si spezzettavano di nuovo per poi riprovarci, ancora e ancora, senza mai riuscire a raggiungere quella tanto agognata completezza che, d’altronde, senza uno di loro, non poteva esistere.

Quella mattina Seokjin si è alzato alle cinque e mezza e ha messo subito mano ai fornelli. Non sono passate nemmeno tre settimane dal ritorno di Hoseok, eppure nell’aria aleggia già un’atmosfera distesa, quasi tranquilla, nonostante gli infiniti impegni che la loro schedule, appesa al frigorifero, gli sbatte in faccia ad ogni risveglio. Mentre finisce di mettere in tavola l’ultima pietanza pensa che forse il troppo lavoro deve avergli mandato in fumo il cervello, perche non è da lui preparare quasi sette piatti diversi in mezzo alla settimana, quando a stento trova il tempo per lavarsi i capelli senza doverli lasciare bagnati per la fretta di andare in quello o in quell’altro posto. Eppure gli andava così, non si era chiesto nemmeno il perché, lo aveva fatto e basta, e a quel punto voleva solo godersi la reazione dei suoi coinquilini a quella colazione del tutto anticonvenzionale.
Jungkook, stranamente, è il primo a raggiungere la cucina e, come ogni giorno, si dirige verso la credenza dei cereali per appropriarsi della sua preziosissima scatola, ma rimane di stucco quando la trova vuota e, per un istante, riserva a Jin un’occhiata interrogativa – si sente anche un po’ in colpa visto che non ha detto nemmeno buongiorno – ma alla mancata risposta dell’altro dirige finalmente il proprio sguardo sulla tavola e spalanca gli occhi assonnati all’inverosimile, notando già una calda tazza di latte assieme alla giusta porzione di cereali aspettarlo al suo solito posto.
«Cos- tu hai… hyung! Che succede?!»
«Mangia, o si raffredda» lo liquida Jin voltandosi dalla parte opposta per andare a chiamare gli altri ragazzi. Inutile dire che il più piccolo ha bisogno di qualche secondo ancora per capacitarsi dell’accaduto, ma poi decide di ubbidire e, in silenzio, raggiunge il suo lato del tavolo e inizia a sorseggiare i latte caldo ad occhi chiusi.
Svegliati dal richiamo di Seokjin, in poco tempo anche Namjoon, Hoseok e Jimin fanno il loro ingresso in cucina. Hoseok indietreggia, nemmeno avesse visto un fantasma, preso alla sprovvista dalla tavola apparecchiata, mentre Jimin sta facendo strani versi che sembrano voler comunicare un apprezzamento. Namjoon, dal canto suo, si lascia scappare solo un «Aish» a denti stretti, scuotendo il capo e lanciando a Seokjin un’occhiata eloquente. «Grazie» biascica con voce da sonno, mentre Seokjin gli fa segno di continuare a mangiare. Vorrebbe sedersi anche lui ma sta aspettando l’arrivo degli ultimi del gruppo. Taehyung si avvicina con passo stanco, fermandosi di botto sulla soglia della cucina; cerca di aprire le palpebre appiccicose, con poco successo, perciò si strofina gli occhi – sente da Jin qualcosa sul fatto che prima di fare colazione dovrebbe lavarsi il viso – e finalmente mette a fuoco le prelibatezza che i suoi compagni stanno già gustando da un pezzo. Al suo posto lo attende una teiera con del tè caldo dentro e accanto vi sono dei biscotti al cioccolato, quelli con il ripieno alla panna che comprano raramente al supermercato. Tutto ciò che riesce a dire è un «Yah!» poco sensato e non riferito a qualcuno in particolare, per poi abbracciare Seokjin e raggiungere di filata il proprio posto. «Saranghae, hyung» aggiunge, prima di versarsi la propria dose di bevanda. Arrivati a quel punto manca solo Yoongi all’appello, perciò Jin lo chiama un’ultima volte e, quando sente un grugnito in risposta, decide di unirsi ai suoi compagni.
Ha aggiunto anche un po’ di riso e qualche fetta di prosciutto, visto che ad alcuni di loro piace fare colazione in stile continentale. Quando i piedi di Yoongi, finalmente, compaiono nella visuale degli altri, subito si piegano incrociandosi l’uno con l’altro, ma le iridi sono ancora addormentate e ferme in un punto imprecisato del tavolo, probabilmente dove c’è una pietanza che lo stuzzica particolarmente.
«Hyung, potevi dormire». Non vuole affatto essere scortese, anzi, quello è il suo modo per preoccuparsi di Seokjin e della sua integrità fisica. «Tra poco abbiam-»
«Poche storie» lo ferma subito il più grande, rubando un po’ di latte a Jungkook, che lancia un lamento ad ultrasuono allungando la mano verso il proprio bicchiere per riaverlo indietro. «Stamattina mi andava così».
«Hai preparato una cosa diversa per ognuno di noi» constata Jimin, mangiando la sua brioche e scrutando nel frattempo i piatti degli altri. «Non hai mai fatto una cosa del genere».
«Ci devi dire qualcosa?»
«Aish, la volete smettere?» Seokjin ferma Namjoon sul tempo, Non che non si aspettasse commenti sarcastici o increduli, ma si era ripromesso che quella mattina non se la sarebbe fatta rovinare per nulla al mondo. Avevano lavorato sodo nelle ultime settimane, qualcuno aveva passato dei brutti momenti – lui compreso – ma erano così vicini al traguardo che non si sarebbero potuti permettere nessuna sosta straordinaria. E poi… ora erano di nuovo in sette. La mancanza di Hoseok, seppur silente e un po’ subdola, li aveva scoraggiati più d’ogni altra cosa, e il poter riacquistare quella carica necessaria ora che le cose stavano di nuovo andando per il verso giusto, gli aveva dato la giusta energia per alzarsi presto, quella mattina, e fare per i suoi compagni ciò che, probabilmente, avrebbe fatto per sei fratelli a cui vuole bene.
«Perché non potete apprezzare e basta, per una volta» replica con tono volutamente lamentoso, beccandosi una pacca amichevole da Yoongi, accanto a lui.
«Sei stato bravo» accorda, accompagnando l’affermazione con un movimento lento della testa per annuire.
«Non ho mai mangiato delle frittelle così buone» si accoda Hoseok, finendo l’ultimo boccone che ha nel piatto.
«Saranghae, hyung» ripete Taehyung, ancora troppo assonnato per articolare parole diverse, ma con tutta la gratitudine del mondo.
«Questo significa che sarai tu ad andare in bagno per primo, vero hyung?» butta lì Namjoon, servendosi un altro po’ di caffè.
Seokjin sbuffa di nuovo, come se quell’allusione lo abbia fatto risentire. «Se volevo accaparrarmi il bagno, non preparavo di certo la colazione per tutti» si giustifica, con tono altisonante. «Comunque sì» aggiunge poco dopo, facendo ridacchiare Hoseok e Jimin.
«Allora dopo vado io» rincara il leader, prima che gli altri possano dire la propria. «Tanto dobbiamo solo rinfrescarci. Non è che qualcuno deve ancora farsi la doccia, vero?»
Una regola ferrea del dormitorio era sempre stata che la doccia si faceva la sera, a qualsiasi ora sarebbero rincasati, onde evitare inutili perdite di tempo – e sgocciolamenti vari – la mattina presto. A quelle parole Jungkook ingoia un boccone troppo grosso di cereali e si gratta la nuca in modo nervoso.
«Ecco, hyung» comincia, quasi balbettando. «Mi sa che ieri mi sono addormentato e… credo…».
«Ti sei lavato Jungkookie, ti ho aiutato io» interviene allora Jimin per lui.
«Che… che vuol dire mi hai aiutato tu?!»
Gli occhi degli altri sono puntati su loro due, come se attendessero l’inizio di quella che si prospettava come una conversazione piuttosto esilarante.
«Ti ho dovuto portare in bagno di forza, visto che stavi dormendo. E mi sono beccato anche parecchie sberle, proprio non volevi togliertela quella cavolo di maglietta. Per non parlare dei pantaloni».
«Mi hai… svestito?!»
«Per forza, mica potevi fare la doccia in pigiama».
Taehyung, nel frattempo, sta ridendo sotto i baffi, mentre i più grandi del gruppo non sanno se essere più inteneriti o divertiti dalla situazione.
«Sta tranquillo, le mutande te le ho lasciate» aggiunge allora il più grande, preservando quel po’ di dignità che il più piccolo stava vedendo lentamente sgretolarsi. «A dire la verità, penso tu ti sia lavato con quelle».
La risata di Hoseok segue quella di Taehyung, Yoongi si astiene dal mostrare qualsivoglia reazione, mentre Seokjin e Namjoon trattengono a stento un sorriso.
Jungkook, nel frattempo, sembra improvvisamente aver riacquistato colore, anzi, a dire la verità le sue guance appaiono decisamente più pigmentate del solito.
Jimin si sente un po’ in colpa per averlo raccontato davanti a tutti, ma spera che una carezza sui capelli del più piccolo valga come scusa. L’altro si scansa e, per tutta risposta, cerca di fingersi offeso, rifuggendo anche le carezze di Taehyung, dal lato opposto.
«Vedila così: almeno hai lavato anche le mutande. Due piccioni con una fava» si intromette ancora Hoseok, mostrando quel sorriso contagioso al quale nemmeno un Jungkook fintamente incazzato riesce a resistere.
«Scusa, Jungkookie» sente sussurrare poco dopo da Jimin, quando il chiacchiericcio della cucina si è già mischiato al rumore delle stoviglie malamente impilate sul lavabo, e il più piccolo sa già che lo ha perdonato ancor prima di sentire quella parola, perché in fondo lo ha fatto per lui –un piccolo gesto all’apparenza innocuo che, nel domino del loro agire, acquista d’un tratto importanza e diviene, poco a poco, parte integrante di quel puzzle che, giorno dopo giorno, stanno costruendo assieme.
 
 











 










Non è una situazione nuova, me ne rendo conto. Li avete già visti riuniti davanti al tavolo, con Seokjin che prepara per loro; ho immaginato però una situazione leggermente diversa, stavolta. Spero che la lettura vi sia risultata ugualmente piacevole.♥
Un bacio,
Vavi
  
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