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Autore: JAPAN_LOVER    06/07/2018    1 recensioni
Misa fece spallucce e, inarcando maliziosamente un sopracciglio, punzecchiò il ragazzo rachitico che le era affianco:
“Non sarai mica gay, Ryuzaki?”
“No, Misa – rispose lui, con la solita voce priva di emozioni – non sono affatto gay!”
“Allora dimostramelo – lo incalzò, con tono di sfida – baciami!”



Sospettata di essere il secondo Kira, Misa era tenuta sotto stretta sorveglianza al Quartier generale. Questo, in fondo, le stava bene perché avere accanto un Light che sembrava non volerne sapere niente di lei, era più facile da riconquistare.
Se è vero che le migliori armi di seduzioni per una donna sono la bellezza e la gelosia, lei su queste cose era sicurissima di poter contare.

L era il più grande detective del mondo impegnato sul caso Kira. Lucido, freddo, razionale, era disposto a ricorre a ogni mezzo pur di catturare il suo nemico. Figuriamoci se si fosse fatto scrupoli ad approfittare di un’ingenua e innamoratissima modella, per raggiungere i suoi scopi.

Uniti da un tacito accordo, chi per primo tra i due verrá meno al patto?
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Misa Amane
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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SOLO UNA PEDINA?


“Misa, sorridi!”
Sotto il riflettore, la modella incurvò ancora di più le labbra in un sorriso mostrando, con il suo fisico tonico e asciutto, un splendido costume da bagno rosso senza spalline.
Con grande fatica, davanti ai clip del fotografo, Misa cercava di mostrarsi il più possibile sorridente e spensierata. Su quel set fotografico per la campagna primavera-estate di uno dei più noti stilisti di Tokyo, i pensieri della bionda erano ben altri.
“Così non ci siamo – brontolò poi il cameramen dietro la cinepresa – voglio più grinta! Avanti, tira fuori un sorriso più malizioso, più sensuale!”
Misa sospirò e corse a prendere una delle fragole che adornavano la coppa di gelato che stava mangiando Matsuda, il suo manager.
“M…ma?” sussultò il poliziotto in incognito.
“Scusami, Matsui!” cinguettò lei, tornando di corsa sotto i riflettori.
Misa si portò la fragola alla bocca e ammiccò davanti l’obbiettivo.
“Adesso sì che ragioniamo!” commentò il cameramen, con un tono di voce eccitato.
“Questo si che è un sorriso – disse il fotografo, senza smettere di inquadrare la modella – questa finirà dritta dritta sulla nuova copertina di Eighteen, vedrai!”
La sera Misa era distrutta. Come al solito, giù al desk dello studio fotografico c’era ad attenderla Matsuda.
“Misa, oggi sei stata grande – si congratulò il manager, ormai calatosi nel suo ruolo – ho buone notizie. Mi ha chiamato Shigeo Yamagughi, il noto regista, e mi ha detto che ti vuole assolutamente come protagonista del suo nuovo film. Non sei contenta? Ti ho fissato un provino per domani mattina – poi, si affiancò con fare furtivo all’orecchio della bionda, sussurrandole: – ma non ti preoccupare, mi ha detto che la parte è già praticamente tua!”
“Caspita Matsuda, ti stai dando proprio da fare, eh?” esclamò la bionda, un po’ stupita.
Non si aspettava affatto che quel poliziotto prendesse sul serio il suo nuovo ruolo.
“Ma certo!” rispose lui, con il suo solito tono allegro, accarezzandosi la nuca.
Misa dovette ravvedersi. Forse quell’agente – che aveva preso il posto della sua vecchia ed efficiente manager – non era poi così imbranato, come poteva sembrare: le aveva già rimediato un ruolo per il prossimo film. Dopo la lunga assenza dal palcoscenico dovuta al suo arresto – cosa che ancora si stupiva di come fosse rimasto segreto – aveva proprio bisogno di rimontare in sella, o la sua carriera avrebbe rischiato di risentirne.
Quindi, stanca dalla lunga giornata, Misa salì in auto con Matsuda e si abbandonò sul sedile posteriore. La bionda, pensosa, guardava fuori dal finestrino, mentre il suo manager parlava senza che lei riuscisse a seguirlo, per via di tutti i pensieri che le affollavano caoticamente la mente.
Quel bacio improvviso di Ryuzaki, la sera prima, l’aveva lasciata davvero di stucco. Era perfettamente consapevole che né per lei, né per il detective significasse davvero qualcosa, ma era stato un bacio improvviso e…intenso.
“Molto intenso” mormorò lei, sentendosi un pò avvampare.
“Come dici, Misa-Misa?” l’apostrofò Matsuda, alla guida dell’auto.
“No, niente – si affrettò a rispondere lei – pensavo all’audizione di domani!”
“Ma no, rilassati – le assicurò il poliziotto – ti assicuro che sarà solo una formalità. Quella parte è giù tua!”
La bionda annuì e, sotto sotto, sogghignò divertita: certo che quel Matsuda era proprio un credulone, figuriamoci se dopo tutto quello che era successo con Light e il bacio a tradimento di Ryuzaki, il suo primo pensiero potesse essere quel provino.
***
***
***
Durante la sua solitaria cena, Misa aveva letto e memorizzato la parte che il giorno dopo avrebbe dovuto eseguire durante l’audizione. Non si trattava di un ruolo molto impegnativo, dopotutto si ritrovava a sostenere ancora una volta la parte di un’eroina tragica in un film romantico.
La ragazza bionda si stiracchiò e represse un brontolio di protesta. Quel pomeriggio, di ritorno dal lavoro, era sfuggita alla supervisione di Matsuda ed era corsa in sala monitor. Lì, con molta delusione, non aveva trovato che Ryuzaki, il signor Yagami e i suoi uomini: il suo Light si era già ritirato nel suo appartamento.
Ciliegina sulla torta? Si era beccata una bella lavata di capo dal signor Aizawa: “Questo non è ritrovo per appuntamenti galanti, qui stiamo lavorando!”
Misa, indispettita, increspò le sue labbra in una smorfia.
‘Che scorbutico che è il signor Aizawa – pensò con stizza – non lo sa che Ryuzaki mi permette di andare in sala monitor quando voglio? Lui è mio amico!’
Già, nonostante fosse il responsabile del suo arresto e di tutte le torture che aveva dovuto subire, in quella nuova situazione Ryuzaki sembrava davvero l’unica persona amica con cui poter parlare.
In punta di piedi, la modella sgattaiolò fuori dal suo appartamento e scese fino al 1° piano. Ormai, sapeva bene che a quell’ora tarda non avrebbe trovato poliziotti in giro. Quando varcò la soglia, trovò ancora una volta Ryuizaki solo, accovacciato sulla sua comoda poltrona davanti ai monitor.
Senza smettere di lavorare, il detective l’aveva vista arrivare con le sue telecamere. Si stava abituando alle sue visite notturne e poi, tutto sommato, non gli dispiacevano.
L si portò la tazza alla bocca e sorseggiò il caffè, il suo corroborante preferito. Con la coda dell’occhio, vide Misa – abbattuta e sconsolata – sprofondare nella poltrona accanto.
“Sei giù di corda per la ramanzina del signor Aizawa? – le domandò lui – non farci caso, lui è sempre così irascibile”
Misa soffiò, sollevando così la sua frangetta dorata: figuriamoci se il signor Aizawa avesse tutto quel potere su di lei. Solo una persona era in grado di arrivare a tanto e quella persona era senz’altro Light.
“Macché! – mormorò lei, incrociando le braccia imbronciata – Light ha detto che non mi ama! Cosa può esserci di peggio?”
Il ragazzo dai capelli corvini arruffati si leccò le labbra pregne di caffeina.
“Capisco… – disse lui, piano – pensi di arrenderti?”
“No, certo che no – rispose lei, avvicinandosi piano a L – non potrei mai rinunciare a Light, io lo amo!”
“Si…capisco!”
‘Oh, su questo non ho il minimo dubbio!’ esclamò tra sé il detective.
Tanta determinazione aveva colpito persino uno come L. Per amore di Light Yagami, quella che poteva sembrare un idol svampita e capricciosa aveva resistito alle torture di Watari.
Misa sospirò imbronciata. Poi, tolse i sandali alti, rimanendo a piedi nudi, e incurvò lievemente la schiena, portando le ginocchia al petto. L, perplesso, osservò con la coda dell’occhio la ragazza che – seppur con tanta grazia – aveva imitato la sua stramba e goffa postura.
“Però! – soggiunse la bionda – questa posizione non è molto comoda! Perché te ne stai sempre seduto in questo modo?”
“A dire la verità io devo sempre stare seduto così – spiegò lui – se mi siedo nella posizione corretta la mie capacità intellettive si riducono del 40 %”
“Del 40 % hai detto? – fece eco lei, sbalordita – io mi sento sempre la stessa!”
Misa si domandò se non si trattasse soltanto dell’ennesima bizzarra mania di Ryuzaki, d’altronde lui era pieno di tic comportamenti.
“Ryuzaki?” l’apostrofò poi lei, con cautela.
“Misa!” l’apostrofò lui di rimando.
Il detective dovette capire che la ragazza era piuttosto depressa. Era convinto che, per l’ennesima volta, la biondina volesse parlare di Yagami e di sfogarsi per l’ennesima delusione. L strabuzzò gli occhi quando Misa allungò il collo e lo baciò sulla guancia.
Lui si accarezzò il punto sulla gota diafana in cui quelle labbra morbide si erano dolcemente posate.
“E questo a cosa lo devo?” domandò il detective, cercando di mantenere un timbro quanto più possibile neutro e regolare.
“Beh, al fatto che sopporti sempre tutte le mie lamentele!” cinguettò lei, strizzando l’occhio.
La reazione contenuta, per non dire impassibile, di L dovette portare Misa a credere che Ryuzaki era immune al suo fascino. Questo, ai suoi occhi, lo rendeva molto simile a Light: neanche il suo amato aveva mai perso la testa per lei, a differenza dei suoi fan più sfegatati.
L deglutì. I suoi occhioni scuri contornati da profonde occhiaie erano ancora fissi su Misa. Lei, per tutta risposta, premette le labbra su quelle sottili del detective e, piano, accarezzò il petto del ragazzo. Mentre le loro lingue avevano cominciato a tessere un dolce e languido dialogo, Misa sciolse una delle giarrettiere e la nascose nella poltrona sulla quale era seduta.
Il detective si sentì impacciato. Aveva iniziato lui quello strano gioco la notte in cui, provocato dalla bionda, si era lasciato andare a un primo bacio, tuttavia Misa lo stava continuando.
Lei era innamorata perdutamente di Light. Cosa c’era sotto?
“Ryuzaki, vado a letto – sussurrò poi lei, strizzando l’occhio e alzandosi – anche tu dovresti riposare un po’, sai? Saresti ancora più carino senza le borse sotto gli occhi. Buonanotte!”
Quando la modella sparì, L si rese conto di quanto il suo stomaco fosse in subbuglio. Cos’era quella strana sensazione di gonfiore e di pienezza? Eppure, ancora non aveva neanche toccato gli invitanti dorayaki sul carrellino.
L incurvò le labbra in un sorriso. Di solito era lui il manipolatore, l’astuto giocatore che muoveva a piacimento le pedine sulla scacchiera. Lo divertiva – e forse un po’ lo intrigava – l’idea che quella ragazza credesse di poter fare altrettanto con lui.
‘Attenta Misa, se giochi con il fuoco rischi di bruciarti!’
Poi, vide fuoriuscire dalla poltrona accanto un merletto bianco con un fiocco rosa. Lo tirò fuori e quasi arrossì nel vedere quell’indumento femminile così intimo.
‘Oh, ora capisco’ rise lui, riponendo immediatamente il reggicalze dove l’aveva preso.
Il detective riprese il suo lavoro lá dove era stato interrotto e sospirò. Era proprio curioso di scoprire quali sarebbero state le prossime mosse di Misa.
***
***
***
CIAO A TUTTI!
RIECCOMI CON UN NUOVO CAPITOLO, SPERO TANTO CHE VI PIACCIA. QUI COMINCIA IL VERO ‘GIOCO’. L SEMBRA PRESTARSI A QUELLO CHE E’ CHIARAMENTE L’ENNESIMO TENTATIVO DELLA POVERA MISA DI RICONQUISTARE LIGHT.
RIUSCIRA’ MISA NEL SUO BIZZARRO (E UN PO’ INFANTILE) PIANO?
A PRESTO!! : )
JAPAN_LOVER < 3
   
 
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