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Autore: Blue Flash    08/07/2018    1 recensioni
«Aspettate tutti—…» urlò Bonney Jewlery, attirando tutta l’attenzione su di sé, mentre s’alzava in piedi e brandiva la mela che non aveva ancora terminato di mangiare. «Primo, com’è possibile che non si è unito anche Trafalgar al gruppo delle minacce? Secondo, quando fai arrivare questa maledettissima cena? E’ più di un’ora che sto aspettando, Cassiel, ed anche la mia pazienza ha un limite. Terzo, le tue mele fanno schifo. »
Drake, che era il più vicino a Bonney, scosse la testa per via delle risate generali, e poi afferrò la rosata per la manica della camicia e la costrinse nuovamente a sedersi, come se fosse una bambina.
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Lord Petyr Cassiel decide di indire una "Caccia al Tesoro" sulla sua isola misteriosa, ed invita a partecipare l'intera Generazione Peggiore, così da vedere in azione i famosi Supernovellini. Ma non saranno loro i soli a volersi impossessare del tesoro di Cassiel, a sorpresa parteciperanno anche i Rivoluzionari, la famiglia Vinsmoke ed i pirati di Barbabianca, che si ritroveranno bloccati su quell'isola.
Che i giochi abbiano inizio.
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eustass Kidd, Famiglia Vinsmoke, Jewelry Bonney, Mugiwara, Trafalgar Law
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7. Lord Cassiel

I lunghi capelli ramati di Nami erano stati raccolti in un elegante chignon, che Robin, con cura e dedizione, le aveva fatto per quella cena. Non che si aspettasse qualcosa di estremamente fantastico, chiaro, ma in cuor suo la navigatrice sperava che le parole di Cassiel non fossero tutte una mera bugia e che in realtà vi fosse davvero un tesoro da trovare. L’idea della futura ricchezza non faceva altro che solleticare la mente di Nami, esaltata, e che forse si stava godendo un po’ troppo i beni di cui potevano usufruire. Non era da tutti possedere un castello immenso, con giardini esterni ma anche interni, piscina, terme ed un centro massaggi che aveva trovato fin troppo rilassante. Ogni tanto aveva bisogno di una pausa dalla propria stressante vita da pirata e quella era l’occasione giusta. Ben poco le importava del muso che aveva messo su Zoro una volta che avevano capito la condizione. Nessuno sarebbe potuto andar via a meno che le cose non fossero finite, quindi anche quel caparbio di uno spadaccino si doveva rilassare. Luffy, invece, dal canto suo, aveva trovato divertente quella situazione e non faceva altro che muoversi per l’intera isola e mangiare. Il giorno precedente con Law, a quanto pareva, erano arrivati fino ad i piedi della montagna e non avevano visto nulla di strano. Poco importava, quel che Nami voleva era prendere il sole in piscina in compagnia di Robin, che stranamente si era staccata dai libri della biblioteca.
Quella sera si erano preparate insieme, ed anche Koala si era unita a loro due, perché quella rivoluzionaria tanto carina e gentile non poteva di certo chiedere consigli estetici ad i suoi compagni. Forse Nami avrebbe anche voluto chiedere qualcosa a Reiju Vinsmoke, la sorella di Sanji, l’unica sana di mente in quella famiglia di squilibrati, ma vedendola, come sempre, circondata dai suoi fratelli intenti a litigare, aveva desistito all’idea. Poverina, anche lei aveva un bisogno urgente di allontanarsi da quel concilio di soli uomini e presto o tardi Nami avrebbe provato ad aiutarla. Inoltre era certa che proprio Reiju fosse l’unica che ancora si curava di Sanji, il suo Sanji. Insomma non era davvero “suo”, ma ultimamente aveva iniziato a guardarlo sotto una luce diversa, forse perché la sua lontananza aveva aperto in Nami qualcosa di strano, e l’idea di vederlo allontanarsi da loro, e soprattutto da lei, le creavano nel petto una voragine che faceva fin troppo male. Ma adesso lui era li, insieme a loro, ed andava tutto bene, anche se forse quella situazione non era esattamente la definizione di “bene”. 
Per l’occasione, il grande salone dei ricevimenti, uno dei tanti di quel castello, era stato adibito con una lunga tavolata forse per la cena. Decisamente molto suggestivo e di grandissimo valore, con bicchieri in cristallo e posate d’argento. Lord Cassiel non era il tipo di persona che badava a spese e questo voleva dire che si sarebbero potuti portar via tutto a termine di quella sua idea. Ovviamente una volta scesi nel salone, Nami vide con sua immensa sorpresa che erano quasi tutti la sotto e che forse lei, Robin e Koala, erano le uniche in ritardo e che avevano osato un po’ di più con i vestiti. Insomma perché non approfittare delle montagne di stoffe che avevano messo loro a disposizione? E poi Nami adorava i bei vestiti, avrebbe saccheggiato anche il guardaroba nella propria stanza, di questo ne era più che certa. Le altre donne, ovvero Reiju e Bonney, avevano messo vestiti normali: la prima un abito bianco e rosa, la seconda invece dei pantaloncini di jeans ed una camicia.
Perché la cosa non la sorprese neanche un poco?
Prima ancora che Nami potesse studiare il resto dei presenti, una figura imponente si fermò proprio davanti a lei e le altre ragazze, una figura che ormai aveva imparato ad evitare anche piuttosto facilmente. 
«Finalmente le vere bellezze della situazione hanno fatto il loro ingresso.»
E Yonji Vinsmoke, praticamente in estasi, rivolse alle tre un sorriso sgargiante, forse nella speranza di conquistarle. Robin non riuscì a trattenere una risata divertita, mentre Koala espresse tutto il proprio sdegno con un’espressione confusa. Nami notò dall’altro lato della sala Sabo, intento a parlare con Luffy ed il suo compagno rivoluzionario, voltarsi verso di loro. Ma non stava fissando davvero il gruppo, perché Nami riconobbe immediatamente l’occhiata rivolta unicamente per Koala, che quella sera aveva indossato un vestito decisamente più carino e differente dal solito abbigliamento usato durante le missioni. 
«Veramente qui c’è così tanta bella gente.» precisò Nami rivolgendogli il proprio sorriso migliore. 
«Ma voi siete decisamente meglio. Posso accompagnarvi da qualche parte?» domandò con premura il gemello dai capelli verdi, che però venne immediatamente raggiunto da Sanji ed allontanato con una gomitata. 
«Lasciatelo perdere, è un vero imbecille, in ogni caso siete davvero splendide e—…»
«A chi hai dato dell’imbecille, Sanji?
» lo rimproverò Yonji che era tornato per avere il suo momento di gloria ed aveva afferrato il biondo per il colletto della camicia. 
«Esattamente a te, Yonji.» ribatté secco il cuoco prima di liberarsi dalla presa e lanciare uno sguardo di fuoco al fratello. 
«Sei finito.»
E dopo quella parola mormorata da Yonji, prima che il suo pugno potesse colpire il viso del biondo, una mano ferma si serrò sul polso del verdino e con una semplice mossa gli torse il braccio, costringendolo in ginocchio. Reiju, che aveva osservato fino a quel momento la situazione, era intervenuta giusto in tempo, mostrando la più seria delle facce ed allora alternò lo sguardo cristallino fra i due fratelli.
«Smettetela, sono stata chiara?» sibilò lei prima di lasciare andare uno Yonji dolorante ed allontanare Sanji che era pronto chiaramente a rispondere al pugno del fratello. 
«Ragazzi.» mormorò Robin con una scrollata di spalle, tanto che i fluenti capelli corvini, perfettamente lisci, le ricaddero sulla schiena scoperta dal vestito viola che aveva indossato per l’occasione. 
«Già—… abbiamo notizie di Cassiel?» domandò invece Koala, che non aveva fatto altro che guardarsi intorno da quando erano giunti li. Probabilmente era preoccupata molto più di loro, quindi Nami poggiò delicatamente una mano sulla spalla, cercando di richiamare la sua attenzione. 
«Non credo sia ancora arrivato.» le rispose con dolcezza, prima di muoversi lentamente e raggiungere un posto sul grande tavolo, come se lo volesse studiare con attenzione. Qualcuno era già seduto, come i figli di Barbabianca. Ormai aveva imparato a riconoscere Marco la Fenice ed aveva visto un paio di volte il suo compagno, quello che andava in giro con le pistole ed il kimono, Izou. Erano intenti a mormorare qualcosa, forse una conversazione privata ed improvvisamente il biondo sferrò una gomitata in pieno petto al moro, che aveva preso a ridere in maniera incontrollata. Nami si domandò il perché di tale reazione, ma conoscendoli erano sicuramente affari loro che non avrebbero voluto condividere. Bonney, invece, aveva preso posto fra Kidd e Drake, due rossi, ed aveva addentato una mela, forse in un momento di pura disperazione, vista la faccia che aveva appena fatto. Invece dal lato opposto, forse per voler stare lontani da tutti, vi era il resto dei fratelli della  Germa 66, che non sembravano intenzionati a discutere con altri. Li aveva visti davvero poco nel castello, e questo era un bene, eccezione fatta per Yonji che invece si era messo a scorrazzare liberamente. Ichiji e Niji non erano di certo il massimo della simpatia, almeno da quel poco che poteva ricordare, e loro stessi di tanto in tanto, quando li incontrava per i corridoi, non si risparmiavano dall’elargire complimenti, cosa piuttosto imbarazzante. Forse era solamente Niji, anche perché Nami non era certa di aver mai sentito parlare Ichiji, lui era molto più per le sue rispetto a tutti gli altri. 
In un angolo, lontani, invece c’erano il resto della propria ciurma, anche se Chopper l’aveva appena raggiunta, ed anche Frankie aveva deciso di scendere dalla Sunny per presentarsi alla serata con una giacca ed il suo miglior costume sgambato e rosso. Una visione che la scombussolò più del dovuto, ed a giudicare dalla faccia di Law e Lindbergh forse aveva sconvolto anche loro. Ma il caro ed amato cyborg era fatto così, niente da fare, ormai era solo questione di abitudine. 
Robin e Koala avevano raggiunto Sabo e gli altri, forse per assicurarsi che effettivamente andasse tutto bene, e prima ancora che Nami potesse fare qualcosa, una mano le si poggiò delicatamente sulla spalla, e solo dopo semplici parole furono sussurrate al suo orecchio. 
«Va tutto bene, mia bellissima Nami?»
Questa volta il tono di Sanji, decisamente più intimo rispetto a prima, la fece quasi rabbrividire, ed un sorriso mellifluo s’allargò sulle labbra della navigatrice, che si voltò a guardarlo.
«Va tutto benissimo, Sanji, piuttosto tu stai bene?»
Il biondo, che ancora non si era acceso nessuna sigaretta, si mise a sedere accanto a lei e poggiò un gomito sul tavolo. 
«Se ti riferisci a prima sì, sto benissimo. Non devi preoccuparti di quegli idioti, ed anzi, se osano avvicinarsi di nuovo a te dimmelo ed interverrò subito.»
Era gentile da parte sua preoccuparsi tanto, ed infatti la rossa annuì lentamente, lasciando che un paio di ciocche che sfuggivano all’acconciatura le ricadessero dinnanzi al viso. 
«D’accordo, ti avvertirò se solo avrò bisogno di aiuto.»
«Ci conto ed anzi—…»
Ma quello che Sanji stava per dirle venne bruscamente interrotto dal rumore della porta secondaria che s’aprì lentamente, quasi cigolando, tanto da far cadere il silenzio nell’intera sala.
Zoro, che era appena giunto, accompagnato da Usopp e Brook, si era fermato accanto a loro e pose immediatamente una mano sulla propria spada, percependo che c’era qualcosa di strano. Lo spadaccino aveva un sentore per queste cose, ma come lui tutti quanti erano pronti ad agire se solo vi fosse stato bisogno. Lei, dal canto suo, doveva solo scoprire maggiormente lo spacco del proprio vestito per tirare fuori il proprio Climattack e poi il gioco era fatto. Fece scivolare una mano sulla propria coscia, pronta anche lei, ma i secondi passarono ed il silenzio rimase intatto.
Se Cassiel voleva tenerli sulle spine ci stava riuscendo perfettamente, anche perché era come se ogni battito del proprio cuore stesse scandendo il tempo che passava dall’apertura della porta. 
E poi, all’improvviso, una figura venne fuori, suscitando lo scalpore generale ed ovviamente lasciandoli senza parole, perché finalmente colui che doveva essere Lord Cassiel, si era fatto avanti mostrandosi in tutta la propria bellezza, perché Nami, lo trovò incredibilmente bello ed affascinante. Era un uomo alto, con un viso coperto da un velo di barba scura, mentre i capelli, tirati indietro e più corti sui lati, gli donavano un’aria seria. Gli occhi, incredibilmente chiari e segnati da un paio di rughe per via del tempo, invece nascondevano segreti, mentre un sorriso divertito era stampato sulle labbra. Cassiel, ovviamente, si mostrò in tutta la sua eleganza, perché non solo indossava un completo viola damascato, ma addirittura un mantello rosso era poggiato sulle proprie spalle, ed il bastone che teneva al proprio fianco era un tocco di classe. Elegante, di bell’aspetto e soprattutto misterioso. Quello era Petyr Cassiel, colui che aveva deciso di farli andare su quell’isola per qualche strano motivo.
Tutti rimasero in silenzio a fissarlo, mentre avanzava verso il posto a capotavola, ma prima che potesse sedersi Eustass Kidd, con furore, s’alzò in piedi e sbatté il proprio pugno metallico sul tavolo in legno, facendo cadere parte delle posate e dei bicchieri di cristallo che erano vicino a lui. 
«Sempre delicato, Eustass—…» mormorò Bonney, che con tranquillità aveva lasciato cadere a terra le proprie cose e poi aveva sollevato le gambe sul tavolo, tenendole intrecciate in una posa non molto femminile.
«Zitta, devo parlare con lui.» ringhiò il rosso con la pelliccia sulle spalle ed allora Drake pose una mano sulla spalla della rosata, forse per farla stare zitta. 
In quell’istante anche Sabo, con furore, s’avvicinò a Cassiel, spostando un paio di sedie per farsi spazio a quel tavolo immenso. 
«Anche io devo parlare con Lord Cassiel. Pretendo delle risposte.»
Cassiel, che era rimasto in piedi accanto alla propria sedia, e con una mano puntata sul bastone, si limitò a sorridere, lasciandosi andare ad una risata divertita. 
«Siete proprio come ho sempre immaginato. Splendido, non potete neanche immaginare quanto mi faccia piacere vedervi tutti qui.»
Perfino il tono di Cassiel era ammaliante ed insolitamente basso, cosa che però s’addiceva alla sua figura. 
«A me invece non fa per nulla piacere essere qui, quindi, stronzo, o parli oppure tutta l’argenteria qui dentro di si conficcherà addosso come se fossi un bersaglio.» continuò Eustass che per rendere ancora più veritiera la propria minaccia alzò una mano ed allora fece fluttuare in aria tutte le posate più vicine. 
«Bella mossa.» ghignò Niji Vinsmoke, che era rimasto a braccia conserte ad attendere l’arrivo di Cassiel, proprio come i suoi fratelli. 
«Oppure diventerai un bel falò.» aggiunse Sabo dei rivoluzionari mentre delle fiammelle iniziarono a danzare fra le sue dita ed un guizzo di follia fu percepibile nel tono della sua voce.
Koala, nel vedere Sabo arrivare a tanto, strinse immediatamente l’orlo del vestito, preoccupata, e si morse il labbro inferiore, allungando una mano verso di lui, come a volerlo calmare per riportarlo alla normalità.
«O ti ritroverai a fette.» aggiunse Zoro ghignando, perché se c’era la possibilità di fare a botte lui non la perdeva e soprattutto non si sarebbe tirato indietro dinnanzi ad uno scontro. 
«Aspettate tutti—…» urlò Bonney Jewlery, attirando tutta l’attenzione su di sé, mentre s’alzava in piedi e brandiva la mela che non aveva ancora terminato di mangiare. «Primo, com’è che non si è unito anche Trafalgar al gruppo delle minacce? Secondo, quando fai arrivare questa maledettissima cena? E’ più di un’ora che sto aspettando, Cassiel, ed anche la mia pazienza ha un limite. Terzo, le tue mele fanno schifo. » 
Drake, che era il più vicino a Bonney, scosse la testa per via delle risate generali, e poi afferrò la rosata per la manica della camicia e la costrinse nuovamente a sedersi, come se fosse una bambina. 
«Jewelry-ya—…» ringhiò Law, che aveva sentito le parole della rosata, accompagnato da un Penguin ghignante per la battuta. «Ci stanno già pensando loro anche se non credo che le minacce serviranno a qualcosa, giusto Lord Cassiel?» e puntò gli occhi di ghiaccio in direzione del Lord che chinò lentamente il capo come per dar ragione al chirurgo. 
«Ovviamente. Le vostre minacce, per quanto pericolose possano essere, rischiano di uccidermi, come sottolineato da Sabo e da Eustass, ma io da morto vi servo ben poco, altrimenti non potrete mai andarvene via da qui.» ammise Cassiel con tono melodrammatico prima di sorridere in direzione di tutti quanti, guardandoli uno ad uno. 
«Non è che la vita qui sia poi così male—…» mormorò Yonji Vinsmoke, che aveva preso posto accanto ad i fratelli. 
«D’accordo, allora niente minacce, Lord Cassiel.» questa volta a parlare con assoluta determinazione era stato Marco la Fenice, che si era alzato in piedi e si stava muovendo in direzione dell’uomo. La camicia aperta sul petto lasciava intravedere il fisico asciutto ed i muscoli ben delineati, mentre le braccia erano intrecciate dietro la schiena in una posa rigida. 
«La Fenice, quale onore.» mormorò ammirato il Lord, che sembrava in estasi dinnanzi la figura di Marco. 
«Ma non ho finito, Lord, dovete spiegarci tutto quello che sta succedendo altrimenti non avrete la nostra collaborazione.»
Luffy, che fino a quel momento era rimasto in silenzio ad ascoltare ed a volersi rapidamente ogni qual volta qualcuno parlava, s’avvicinò a sua volta a Cassiel ed allungando una mano gli afferrò il bastone.
«Ma è bellissimo! E’ anche pesante.» aggiunse il moro studiando con attenzione quell’oggetto.
Come sempre il loro capitano non si focalizzava mai sulle giuste cose, tanto da suscitare qualche risata qua e la, cosa che spinse Nami a sbattere un pugno sul tavolo. 
«Luffy! Piantala e dai indietro il bastone al Lord.»
Cassiel, invece, lo aveva lasciato fare, ravvivandosi i capelli passandosi la mano fra di essi e solamente allora sospirò profondamente annuendo appena. 
«Miss Nami, non si preoccupi, il suo capitano può giocare con quel vecchio cimelio quanto vuole.»
Nel sentire pronunziare il suo stesso nome Nami rimase stupita, ed anzi, si sentì addirittura in imbarazzo, vista la gentilezza usata da Cassiel. Così si limitò ad annuire fulminando, però, Luffy con lo sguardo.
«Ci conoscete tutti quanti?» questa volta invece a parlare era stata Robin, che aveva iniziato a studiare con discreto interesse l’uomo al centro dell’attenzione. 
«Ovvio che sì, Nico Robin, ho così tanto sentito parlare delle vostre conoscenze archeologiche.» ed allora Cassiel si mosse per la sala raggiungendola e chinando il capo verso Robin. «Sarà un vero piacere avere a che fare con lei.»
«Lord Cassiel—…» questa volta a richiamare l’attenzione dell’uomo era stata Reiju Vinsmoke, che seduta su una sedia a pochi metri dai fratelli, se ne stava con le gambe accavallate e le braccia conserte, mentre l’espressione incuriosita non abbandonava il suo viso. «Ancora non ci avete detto perché siamo tutti qui.» 
Cassiel, sorpreso da tali parole d’impazienza, rivolse a Reiju un sorriso ed infatti la raggiunse, proprio come aveva fatto con Robin e questa volta le porse una mano.
«La bellezza della principessa Vinsmoke non è minimamente paragonabile alle immagini che ho visto di voi.» e le posò un bacio sul dorso della mano, cosa che fece scattare immediatamente Yonji e Sanji. 
«E’ mia sorella, lasciala stare immediatamente.» urlò Sanji con prepotenza. 
«E’ anche nostra sorella, quindi lasciala.» aggiunse il ragazzo dai capelli verdi che aveva appena fatto cadere a terra tutti i piatti sulla tavola. 
«Hanno ragione entrambi, lasci stare nostra sorella.» sentenziò Niji, che invece non si era mosso neanche di un millimetro per provare a salvare Reiju, che invece era del tutto tranquilla e forse anche divertita dalle reazioni dei presenti, infatti sfilò via la propria mano, liberandosi dalle dita di Cassiel e poi sorrise. 
«In ogni caso, vorremmo una spiegazione.»
Cassiel sorpreso da quella reazione della ragazza ricambiò il sorriso e poi  annuì tornando a concentrarsi sull’intera sala gremita di gente. Si morse il labbro inferiore, sorridendo divertito, e poi allargò le braccia quasi come se stesse per mostrare qualcosa d’incredibile. 
«E’ vero, vi ho ingannati tutti quanti per farvi arrivare fin qui
«Allora era tutta una grossa cazzata il fatto che voi foste in pericolo.» urlò Sabo infuriato tanto quanto gli altri. «State sequestrando quattro membri dell’Armata Rivoluzionaria, noi dovremmo essere in giro a salvare i regni e—…»
«Avete altri membri, no? Scommetto che il vecchio Iva, senza quattro dei suoi pupilli potrà anche sopravvivere per un po’. In ogni caso, se volete lasciarmi parlare, vi spiegherò tutto.»
Sabo era già pronto ad intervenire ed a colpirlo in pieno viso, ma prima che potesse fare qualcosa sia Law che Luffy si fermarono accanto a lui e lo bloccarono. Aveva decisamente bisogno di sbollire. 
«Prosegua.» ringhiò Kidd che stava iniziando a perdere la pazienza più di tutti quanti.
«D’accordo. Vi chiedo scusa per avervi fatti venire fin qui ma volevo davvero testare la vostra fama. Siete tutti incredibilmente famosi, conosciuti per il mare, e difficilmente ci si può avvicinarsi per vedervi in azione, così ho pensato di organizzare queste prove per vedere se effettivamente la vostra fama era meritata. Lo so, sono puramente egoista, ma chi non lo è qua dentro? Abbiamo tutti quanti qualcosa da mettere in gioco ed io, per voi, sono disposto a giocarmi il mio intero patrimonio, perché se riuscirete a portare a termine tutte queste prove il premio sarà questo.»
Nami, sentendo quelle parole s’illuminò e sorrise ampiamente. Dunque la storia del tesoro era vera e non c’era nulla di finto. Questo era incredibile, infatti si voltò verso Sanji, sperando di veder un sorriso anche sulle sue labbra, ma nulla, lui era serio.
«Quindi vuole metterci alla prova e se le superiamo potremmo tenere il bottino?» chiese incuriosito Law, che aveva assunto un’aria decisamente meditabonda. 
«Non sarà di certo il One Piece, ma credetemi, la mia fortuna è davvero immensa, non ci credo che tutto ciò non vi stuzzichi neanche un poco.»
E quando Cassiel smise di parlare fra i presenti iniziò a sollevarsi un lieve mormorio, segno che effettivamente il Lord aveva colpito nel segno. Parlare di tesori e fortune era interessante, ma metterli in palio stuzzicava ancora di più tutti. 
«E poi, se affronterete le prove sarete liberi di andare, alla fine. Come avete potuto vedere quest’isola è totalmente circondata da un invisibile campo di forza che impedisce a tutto ciò che vi è al suo interno di uscire, ed inoltre c’è un disturbatore ad alta frequenza che non permette alle vostre navi di rimettersi in funzione. Insomma credo che la vostra unica scelta, a questo punto, sia giocare con me.»
Lindbergh dei rivoluzionari mostrò il proprio sorriso felino e si sedette sul tavolo, prima di puntare un dito contro Cassiel.
«Per mantenere un campo di forza di tale intensità deve esserci un sistema elettrico di portata superiore. I miei complimenti, amico, è un lavoro da dieci e lode.» 
Nami non aveva idea di che cosa stesse parlando, ma era certa che da un momento all’altro qualcuno avrebbe iniziato a fare altre domande, ed infatti questa volta fu il turno di Ichiji Vinsmoke. 
«Noi siamo già estremamente ricchi, chi ti dice che saremo le tue cavie per questi giochi stupidi?»
Cassiel puntò gli occhi azzurri in direzione del rosso, che era rimasto in silenzio fino ad allora e poi scrollò le spalle. 
«In realtà la ricchezza vi attrae molto più di quel che sembra e se volete il mio tesoro allora dovrete guadagnarvelo.»
«Come?» sibilò Niji, al suo fianco, che si era stranamente interessato alla discussione. 
«Le prove saranno tre e dovrete collaborare. Non sono prove individuali, a meno che non lo specifichi, in ogni caso a tempo debito capirete ogni cosa che vi è stata detta—…» Cassiel abbassò gli occhi verso il proprio orologio ed allora l’ennesimo sorriso fece capolino sulle labbra circondata dalla barba.
«Ed a proposito, credo che gli ultimi ospiti siano appena giunti e non vedevo l’ora di fare anche la loro conoscenza.»
Nel sentire tali parole i presenti si scambiarono occhiate prettamente confuse. 
«Doveva arrivare ancora qualcuno?» domandò Zoro appoggiandosi ad una delle sedie prima di riporre la propria spada nel fodero. 
«Chi sarà mai?!» aggiunse Luffy che invece aveva abbandonato il bastone di Cassiel raggiungendo Law, come suo solito. Doveva proprio ammettere che il capitano stava facendo di tutto per tormentare il chirurgo della morte. 
«Spero che sia qualcuno d’interessante.» ad affermare tali parole, invece, era stato il fidato compagno di Marco, il famoso Izou, che era rimasto in silenzio fino ad allora, giocherellando con una delle sue pistole. 
Perfino Nami, che non era solita vivere di curiosità, aveva avuto un momento in cui si era domandata chi altri sarebbe potuto giungere fin li, quando improvvisamente la porta dalla quale tutti erano entrati, s’aprì di botto rivelando una figuara vestita di bianco che aveva fatto il suo ingresso urlando un sonoro “ragazzi”, motivo per cui tutti quanti si voltarono nella sua direzione, compresa Nami e solamente una volta aver messo a fuoco chi fosse che si alzò in piedi facendo cadere la sedia. Si era ritrovata ad annaspare e soprattutto a non respirare, perché l’ultima volta che si erano viste il loro era stato un muto saluto accompagnato da un gesto che li avrebbe legati per sempre, ed adesso, incomprensibilmente, dinnanzi a tutti loro Bibi Nefertari, con addosso una divisa da Marines, era appena entrata urlando, segno che anche lei doveva essere stata invitata da Cassiel in persona. 
«Bibi—… » mormorò Nami indicandola, mentre il proprio corpo cercava di capire che cosa fare. 
«Non ci posso credere—…» aveva aggiunto Sabo, che piuttosto che gioire si era appena sbattuto una mano contro la fronte, come se la situazione avesse raggiunto livelli critici.
«Ed invece—…» sussurrò Lindbergh che invece pareva divertito da tutta quella situazione. 
«Adesso hai invitato anche una fottuta marines?» urlò Kidd che questa volta non si trattenne dal far sollevare un coltello che sfrecciò a velocità contro il viso della giovane ragazza dai capelli turchesi.
Prima che però quel coltello potesse giungere a destinazione, una figura che si muoveva alla velocità della luce aveva afferrato la posata, impedendogli di conficcarsi laddove non poteva. Bibi, che non aveva avuto modo o coraggio di parlare, era rimasta inerme mentre un sorprendente Niji Vinsmoke era corso in suo soccorso salvandola dalla furia di Kidd.
«Sei sempre un idiota, Eustass-ya, perché quella non è un marines.» lo rimproverò il chirurgo, come se la storia lo avesse già annoiato più del dovuto. 
Kidd, ancora furente di rabbia, sbatté ancora una volta il pugno sul tavolo ed in quel momento Luffy corse in direzione della ragazza, stringendola in un’abbraccio che era più una morsa dalla quale era impossibile liberarsi. 
«Quella li, genio, è la principessa di Alabasta Bibi Nefertari e tu hai appena provato ad ucciderla.» urlò Sabo puntando un dito in fiamme contro la figura del rosso, che in risposta si mise a ridere sprezzante. 
«Come se dovesse fregarmene qualcosa.»
«Invece deve fregartene, Eustass—… quella ragazzina è una figura decisamente importante per il Governo Mondiale.» Drake aveva parlato con tranquillità, come sempre, limitandosi a tenere le braccia intrecciate all’altezza del petto, prima di sospirare per esasperazione. 
«OH BIBI!»
Fu allora che Nami le corse incontro, fregandosene degli sguardi di tutti, ed il resto della ciurma, compresi Brook e Frankie che non aveva avuto modo di conoscerla, si fece largo per cercare di abbracciarla. probabilmente la turchina era ancora talmente sotto shock che non riuscì a parlare ma si limitò ad abbracciare chiunque.
«Lasciate respirare la principessa—…» 
La voce di Pell, che era appena spuntato alle sue spalle, aveva lasciato Nami perplessa, perché non solo Bibi si era cacciata in questo guaio ma aveva addirittura trascinato con sé il suo fedele guerriero, cosa che alla fin fine non sorprese Nami più di tanto. 
Niji, che era rimasto fermo a giocare con il coltello che Kidd aveva lanciato, lo lasciò infine cadere a terra e poi si allontanò lentamente dal gruppo dei Mugiwara, sotto lo sguardo attento di Bibi, che però tornò a concentrarsi sui propri amici. 
«Ragazzi, credevo che foste in pericolo così ho lasciato la mia nave e mi sono precipitata a salvarvi e—…»
La principessa dai capelli azzurri, insolitamente vestita come una marines con tanto di cappotto, era decisamente cresciuta ma nonostante ciò si stava asciugando gli occhi per via delle lacrime di felicità, stessa cosa che stava facendo Nami, ancora abbracciata a lei. 
«E così facendo sei caduta anche tu nei giochi di Cassiel, Bibi, però sono così felice di vederti.» urlò Usopp stringendole una manica del cappotto e strattonandola. 
«I giochi di Cassiel?» chiese lei confusa, prima di guardarsi intorno per la sala, fino a quando i suoi occhi non incontrarono il sorriso divertito di quell’uomo che aveva visto solamente in foto. 
«Principessa Nefertari, non pensavo che sareste davvero riuscita a raggiungermi, eppure eccovi qui. La vostra caparbietà, come il vostro coraggio sono sorprendenti, una ragazza come voi che affronta il mare per degli amici. Siete una splendida futura regina, credetemi.» 
Bibi, che fino a quell’istante era rimasta silente, si liberò dalla presa degli altri e poi puntò con aria avversa un dito in direzione dell’uomo che li aveva attirati tutti li.
«Tu! Mi avevi detto che i miei amici erano in pericolo, si può sapere che intenzioni hai?!» e si voltò a guardare gli altri, incontrando per un singolo istante il viso di Pell che aveva stampato sulla fronte un classico “Te l’avevo detto”. 
«Principessa Bibi, mi dispiace vedervi tanto infuriata ma sono sicuro che gli altri saranno in grado di spiegarvi tutto quello che sta succedendo, perché adesso finalmente possiamo iniziare.»
Marco, che aveva osservato tutta quella scena da lontano, sciolse l’intreccio delle braccia ed aggrottò la fronte, rivolgendo gli occhi in direzione di Cassiel. 
«Iniziare a giocare?»
Cassiel sorrise in direzione della Fenice, con quel suo solito modo di fare e poi controllò ancora una volta il suo prezioso orologio da polso, come se stesse aspettando qualcosa. 
«Ovviamente, miei cari. La prima prova che dovrete superare inizierà dalla biblioteca e traccerà un percorso che vi condurrà alla fine di questi giochi. Non avrete aiuti di alcun tipo, anche se potrete usare qualsiasi cosa per portare a termine queste prove. In ogni caso avrete dieci giorni di tempo per portare a termine questa prima prova, miei cari.»
Quelle parole, decisamente inaspettate, fecero allarmare Nami, proprio come il resto della sala. Che voleva dire che avevano dieci giorni di tempo per riuscire a risolvere le prove? Era davvero qualcosa di tanto complicato? Questo la spaventò parecchio, proprio come il sorriso ragguardevole che Cassiel aveva assunto. Qualcuno si alzò in piedi, altri iniziarono a lamentarsi, lei, invece, strinse le mani di Bibi e Robin, ed anche Usopp che aveva iniziato a tremare alle sue spalle. 
«Che intendi dire?»
«Spiegati immediatamente.»
Furono le urla che si alzarono dalla sala. Kidd, che dal canto suo non sembrava intento a starsene inerme ad attendere Cassiel, mosse un paio di passi verso di lui.
«Andate in biblioteca e capirete ogni cosa, miei cari. Ci vediamo fra dieci giorni e buona fortuna con queste prove e soprattutto, fate del vostro meglio per farmi divertire.»
Concluse l’uomo rivolgendo alla sala un occhiolino prima che una luce accecante non iniziasse ad invadere la stanza impedendo a tutti quanti la corretta visione. Ci fu un vero e proprio lampo e poi dove fino ad un attimo prima vi era Cassiel adesso non c’era più nessuno, ed anche Gaspard sembrava essere scomparso, lasciando tutti quanti senza parole. Nami, che durante quel momento di panico, si era ritrovata improvvisamente stretta a Sanji piuttosto che ad una delle due ragazze, si scostò immediatamente cercando di sistemare le pieghe del proprio vestito. 
«CHE CAZZO STA SUCCEDENDO? DOVE SI TROVA? COSI’ LO AMMAZZO!» urlò il rosso, il più vicino al prendere Cassiel per fargli male, che adesso invece si ritrovava senza nessuna preda dinnanzi a sé, e questo fece abbastanza scalpore fra tutti quanti. 
«Credo sia sparito.» mormorò, invece, Reiju, che si stava allontanando dai fratelli per rimettersi a sedere dopo il momento di puro terrore avuto qualche attimo prima. 
«Non ne ho idea, ma credo che i giochi siano appena iniziati.
» come sempre Law ed il suo tono sprezzante non tardarono ad analizzare con attenzione la situazione, prima di guardare uno ad uno i presenti. «Probabilmente dovremo andare in biblioteca a vedere di che cosa stava parlando Cassiel.» 
E senza attendere un cenno d’assenso o di diniego, seguito dal suo fedele Penguin, iniziò a dirigersi verso l’uscita del grande salone, limitandosi a camminare a testa alta. Luffy, che era rimasto stranamente in silenzio fino ad allora, sogghignò e lanciò uno sguardo a Zoro, Sanji e Sabo.
«Allora, andiamo a giocare?» chiese con aria di chi non vedeva l’ora di mettersi nei guai, perché effettivamente quella era la specialità di Luffy. Nami, invece, avrebbe tanto voluto fermarlo dal commettere sciocchezze, ma non era quello il momento: adesso i giochi erano iniziati ed il tesoro andava vinto ad ogni costo, quindi lei stessa s’incamminò verso la biblioteca insieme agli altri, lasciando indietro Chopper ed Usopp, che con lei avevano sempre costituito il trio dei codardi.
Ma quella volta Nami non poteva permettersi di essere una codarda.
   
 
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