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Autore: Blue Flash    09/07/2018    1 recensioni
«Aspettate tutti—…» urlò Bonney Jewlery, attirando tutta l’attenzione su di sé, mentre s’alzava in piedi e brandiva la mela che non aveva ancora terminato di mangiare. «Primo, com’è possibile che non si è unito anche Trafalgar al gruppo delle minacce? Secondo, quando fai arrivare questa maledettissima cena? E’ più di un’ora che sto aspettando, Cassiel, ed anche la mia pazienza ha un limite. Terzo, le tue mele fanno schifo. »
Drake, che era il più vicino a Bonney, scosse la testa per via delle risate generali, e poi afferrò la rosata per la manica della camicia e la costrinse nuovamente a sedersi, come se fosse una bambina.
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Lord Petyr Cassiel decide di indire una "Caccia al Tesoro" sulla sua isola misteriosa, ed invita a partecipare l'intera Generazione Peggiore, così da vedere in azione i famosi Supernovellini. Ma non saranno loro i soli a volersi impossessare del tesoro di Cassiel, a sorpresa parteciperanno anche i Rivoluzionari, la famiglia Vinsmoke ed i pirati di Barbabianca, che si ritroveranno bloccati su quell'isola.
Che i giochi abbiano inizio.
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eustass Kidd, Famiglia Vinsmoke, Jewelry Bonney, Mugiwara, Trafalgar Law
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8. L'enigma della biblioteca

Reiju Vinsmoke non aveva perso di vista i propri fratelli neanche per un istante ed il motivo era duplice: primo non voleva che iniziassero a litigare fra di loro, cosa che accadeva praticamente sempre considerato che i quattro erano una bomba pronta ad esplodere in qualsiasi momento; secondo non voleva che iniziassero a litigare anche con il resto dei presenti. Ormai conosceva fin troppo bene il loro temperamento e viste alcune personalità fra gli altri ospiti, era fin troppo facile che una parola di troppo o uno sguardo  di sbieco, avrebbero causato possibili scontri pericolosi fra tutti quanti. E lei non voleva che ancora una volta venissero riconosciuti solamente per questo motivo. Desiderava da sempre una vita lontana dalla Germa 66 e libera di fare ciò che voleva, e che quell’occasione, lontana dal proprio castello, le stava sembrando un vero paradiso. I suoi fratelli non erano esattamente interessati a lei, eccezione fatta per Sanji e talvolta anche Yonji, il più delle volte la lasciavano per i fatti suoi e solamente nelle occasioni come quelle si facevano vedere tutti insieme, perché così era stato loro insegnato. Ma adesso non c’era più Judge a dirle cosa fare e soprattutto a controllarla e se Reiju voleva camminare a piedi scalzi poteva farlo, se voleva indossare un vestito più bello del previsto era libera di scegliere, se voleva prendere il sole in piscina nessuno le avrebbe negato questo diritto e se voleva parlare con qualcuno allora avrebbe speso tutto il tempo che desiderava in tali conversazioni. C’erano poche cose che Judge non le aveva tolto, e purtroppo i sentimenti rientravano fra essi, fortunatamente. Era l’unica dei quattro a riuscire a provare qualcosa, a sentire ciò che gli altri provavano e l’aria di terrore e sdegno che spesso la gente sentiva nei loro confronti era più che giusta, ma faceva vergognare immensamente Reiju di appartenere ad una stirpe sanguinaria. Non voleva che il suo nome venisse associato ad i propri fratelli, eppure questo era il suo destino e difficilmente si sarebbe liberata dalle catene che la costringevano all’ombra della Germa 66. 
Uno sguardo rapido, dopo la sparizione di Lord Cassiel, che aveva avuto l’ardire di farle un baciamano davanti a tutti quanti quella sera, volse in direzione dei fratelli, ancora seduti ad i propri posti e con dei sorrisi inquietanti stampati sul viso.
«Quindi adesso che facciamo?» domandò, giustamente, Yonji intento a mangiare la frutta che era stata servita a tavola prima dell’inizio della cena. Lui aveva un debole per il cibo, infatti era strano che non avesse iniziato a disturbare lamentandosi della fame provata. 
«E’ semplice.» sancì Ichiji, che con un movimento deciso si rimise in piedi, sistemandosi le maniche della camicia scura indossata. «Andiamo a vedere che cosa c’è in biblioteca.»
Il rosso, fra tutti quanti, sembrava essere quello che maggiormente era portato per il comando, infatti ogni qual volta che Ichiji parlava gli altri due lo stavano a sentire, mentre Reiju, dal canto suo, fingeva di esser d’accordo per non incorrere nell’ira di loro tre. Fin da quando era piccola le cose andavano in questo modo, con lei che annuiva e gli altri che ridevano, il tutto a discapito del povero Sanji.
Lo faceva per proteggersi, perché erano dei mostri incapaci di provare sentimenti, e lei non voleva morire. 
«Bene, spero che con queste prove avremo modo di fare a botte.» aggiunse Niji, con un ghigno divertito prima di seguire Ichiji, già diretto verso l’esterno. 
«Credi davvero che facendo a botte la principessa di Alabasta ti guarderà?» gli fece eco Yonji, continuando a mangiare. 
«Eh?! No, non m’importa di lei.»
«Ed allora perché l’hai salvata?»
«Mi annoiavo e dovevo muovermi.»
«Secondo me ti piace, è così bella, magari potrei chiederle di sposarmi, in fondo sono un ottimo partito.»
Probabilmente Yonji era incredibilmente serio nel dire tali parle, come se lui od uno dei suoi fratelli, potesse davvero avere speranze con la principessa del deserto, che da quel che aveva sentito dire non sembrava intenzionata ad accettare gli ammiratori. 
«Tu e lei?! Questa è davvero bella, Yonji.» e Niji, ridendo divertito, e forse anche un po’ infastidito dalle parole del verdino, iniziò a muoversi verso l’uscita della sala insieme al fratello più alto. 
Anche se negava, quasi sicuramente, pure Niji doveva aver perso la testa per quella ragazza, era una cosa ovvia perché ogni qual volta che loro tre, ed anche Sanji, vedevano una bella fanciulla smettevano di ragionare. Era il gene della perversione, così Reiju lo aveva definito, e per fortuna questa non era una cosa che accadeva anche a lei. Si ritrovava ad essere molto più composta ed elegante, ma soprattutto inflessibile, perché difficilmente il cuore di Reiju si sarebbe aperto a qualcuno, anche se pure la principessa, in silenzio era in grado di apprezzare quel che aveva sotto agli occhi. 
Poche erano le persone rimaste nella sala, compresi X Drake e Jewelry Bonney, che durante la discussione avevano simpaticamente attirato l’attenzione della principessa Reiju, proprio come l’inaspettato arrivo di Bibi Nefertari, ma prima di abbandonare la propria postazione per raggiungere gli altri, che sicuramente dovevano aver iniziato a lamentarsi per la prova,  si ritrovò una mano tesa verso di lei, appartenente al Primo Comandante di Barbabianca, che era rimasto in disparte proprio come lei. 
«Posso?» le domandò con assoluta pacatezza, e quel gesto scuscitò in Reiju, ancora una volta, un moto di sorpresa.
Già una volta era rimasta positivamente impressionata da lui, dopo quell’incontro nelle cucine, e di come le aveva impedito una rovinosa caduta a terra. Probabilmente nessun’altra l’avrebbe fatto, ma lui, invece, era intervenuto ed aveva impedito tale disgrazia. Se c’era una cosa che Reiju Vinsmoke apprezzava più della bellezza questa era la cavalleria ed il vero essere gentiluomini, proprio come lo era il suo Sanji. 
«Grazie.» rispose piegando le labbra rosee in un sorriso divertito, per poi rimettersi in piedi esattamente accanto alla figura della Fenice.
«Ho notato che i tuoi fratelli sono andati avanti senza di te così ho pensato—…» ma improvvisamente Marco distolse lo sguardo, come se parlare con lei lo mettesse a disagio, eppure Reiju era riuscita a comprendere quel che voleva dirle.
Non voleva che restasse da sola, e questo lo apprezzò per davvero.
A differenza delle altre ragazze non era proprio ben vista, sempre a causa del nome, e laddove le altre riuscivano a socializzare ed a far gruppo lei si ritrovava sempre lontana da tutte loro. Ma a Reiju andava bene così, preferiva starsene per i fatti suoi, anche perché non aveva mai avuto delle amiche, non sapeva neanche come rapportarsi con esse, se non provando a sorridere. 
«Sei molto gentile. Loro—… erano davvero curiosi di andare a scoprire che cosa ci fosse in biblioteca.»
«E ti hanno lasciata indietro, molto maturo da parte loro.»
«Che ci vuoi fare, sono dei bambini, purtroppo.»
E dopo tale affermazione Reiju sorrise divertita, anche perché se l’avessero sentita per davvero i suoi fratelli l’avrebbero iniziata ad insultare o peggio se la sarebbero presa con lei anche fisicamente. Marco, che sembrò altrettanto sorpreso dalle parole della rosata, con una mano le fece cenno di seguirlo verso i corridoi del castello che li avrebbero condotti in biblioteca. 
«A me non importa di quello che c’è la dentro, Drake. Io ho solamente fame e sai che ti dico?! Andrò in cucina a prendere da mangiare da sola.»
«Andiamo, Jewelry, non puoi fare così.»
«Io faccio quello che mi pare.»
Quello scambio di battute, o meglio di insulti, accompagnò l’uscita del comandante e della principessa, che sapendo dove andare entrambi non esitarono nel prendere la giusta strada per giungere fino alla biblioteca. Reiju, inoltre, si voltò a guardare i due che litigavano quasi come fossero moglie e marito, prima di riportare l’attenzione in direzione della Fenice. 
«Quella ragazza sembra simpatica.»
«Ed è anche parecchio pericolosa. Sai qualcosa in merito a Bonney?» domandò con acuto interesse il biondo, che a sua volta aveva gettato un’occhiata alle proprie spalle. 
«Dicono che sia scappata dalle prigioni del Governo Mondiale. Ma nessuno sa come ci sia riuscita.»
Marco, ovviamente, annuì  all’affermazione di Reiju, perché quella storia era giunta perfino alle orecchie della Germa. Suo padre teneva d’occhio personaggi interessanti tanto da potergli garantire un posto di prestigio, aveva addirittura proposto a loro quattro di cercarla, se solo fosse stato necessario per imbonirsi ancora di più il Governo Mondiale, ma i successivi piani con Big Mom avevano mandato all’aria quelle missioni, fortunatamente. 
«Avrà sicuramente qualche asso nella manica e fa bene a non mostrarlo.»
«Questo la rende di gran lunga una dei soggetti più interessanti su quest’isola, non trovi?»
Probabilmente quella domanda, forse voluta anche per provare a scoprire qualcosa in più sui gusti del comandante, sembrò spiazzarlo, tanto da costringerlo a deglutire vistosamente.
Possibile che una sola domanda di Reiju lo aveva mandato tanto in crisi?
«In realtà trovo che tutti quanti coloro che sono giunti sull’isola abbiano un qualcosa d’interessante. Ognuno in maniera diversa, ovviamente, non siamo uguali.» spiegò pacatamente Marco prima di svoltare a destra, ritrovandosi a pochi metri dall’ingresso della biblioteca. Le luci soffuse provenivano dalla grande quantità di lampade appese al muro, tali da illuminare il corridoio pieno di quadri ed armature antiche. 
«Quindi ritieni interessante anche me
Questa volta la provocazione di Reiju, che si stava divertendo fin troppo a vedere la Fenice in difficoltà dinnanzi le sue domande, la fece sorride. Ed infatti la reazione di Marco non la deluse, perché non solo si bloccò di colpo, arrestando la sua andatura, ma forse arrivò addirittura ad imbarazzarsi al punto che le sue guance si tinsero di un lieve rossore. Probabilmente era merito delle luci soffuse che non fu sicura di quell’intimo dettaglio, ma il resto era piuttosto chiaro. 
«Chi non ti riterrebbe interessante, Reiju?!»
«Beh, in realtà credo che con questa tua affermazione alcuni potrebbero anche dissentire e—…»
Ma le parole di Reiju, ancora una volta, vennero bruscamente interrotte da una voce che sembrava disperata mente chiamava il suo stesso nome. Avrebbe riconosciuto ovunque il tono di Yonji, anche perché essendo compagni di squadra era praticamente la regola sentirlo urlare in quella maniera, ma quella fu la prima volta che Reiju desiderò ardentemente di spedirlo all’inferno, magari anche avvelenato per mano sua. Con imbarazzo stampato sul viso, adesso fu lei quella costretta a nascondere il rossore sulle guance, mentre Yonji la raggiungeva correndo e sbracciando come non mai.
«Devi assolutamente venire a vedere di che cosa si tratta, Reiju—…» e Yonji si accorse di Marco solamente qualche istante dopo. «Ti ho disturbata per caso?!»
Entrambi si guardarono, studiandosi attentamente, ed essendo quasi alla stessa altezza non vi fu alcun bisogno che uno dei due s’abbassasse.
«Stavo solamente parlando con Marco la Fenice il Primo—…»
«So benissimo chi è questo qui, Reiju, non devi spiegarmelo.» rispose il verdino in maniera brusca prima di guardare la sorella con uno sguardo confuso. 
«Allora Marco ti presento mio fratello Yonji—…»
Marco, che da quando era intervenuto suo fratello era rimasto in silenzio, annuì e porse la propria mano in direzione del ragazzo, ed allora la principessa pregò con tutta sé stessa che Yonji non facesse qualcosa di estremamente stupido ed imbecille. Conoscendolo tutto era possibile, ma voleva evitare certe scene destabilizzanti in pubblico. Eppure, sorprendentemente, Yonji strinse la mano di Marco ed annuì lentamente, sempre con aria guardinga. 
«Piacere—… allora volete venire a vedere oppure rimarrete qui tutta la serata a parlare?»
In fondo a Reiju ben poco importava dei tesori e delle prove, era qualcosa che avrebbe fatto solo perché necessario alla sua libertà, oltre che godersi quegli sprazzi di vita in assenza di suo padre. 
Però capiva bene che l’esaltazione generale doveva anche lei fare uno sforzo per unirsi al gruppo e provare a partecipare a quelle stupide sfide che Cassiel aveva deciso d’imporgli. Sicuramente i suoi fratelli si sarebbero impegnati molto di più di lei, ma in quel caso annuì e sorridendo incoraggiante seguo suo fratello Yonji all’interno dell’immensa biblioteca del castello.
Gli immensi scaffali, che si estendevano su più piani, era meravigliosa per chi come lei coltivava il piacere della lettura. C’era addirittura un piano superiore con altrettante mensole e scaffali, tutti rigorosamente  in legno. Al centro della sala, che aveva visitato in precedenza e dalla quale era rimasta ammaliata, vi era una sorta di salotto con divani, poltrone e tavoli, dove era possibile rimanere a leggere, ed in quel caso una grande massa di gente era affollata intorno a quell’esatto punto. Yonji, ghignando, fece loro segno di seguirli e Reiju, dopo essersi scambiata un’occhiata con Marco, annuì e si diresse dove c’era la gente. Riuscirono a superare qualcuno dei Mugiwara, che non la smetteva di piangere e disperarsi, ed allora, insinuandosi fra gli altri, videro Law in prima linea fermo dinnanzi ad una grande lavagna che doveva essere spuntata per quell’occasione. Su di essa erano scritte cinque righe di numeri, per la precisione i numeri erano:
17 32 4
25 12 9
44 1 14
57 20 11
60 15 5

Law che non faceva altro che studiare con attenzione quel che vi era scritto sulla lavagna, neanche rispondeva a tutte le domande che gli venivano poste in quegli istanti. 
«Ma quindi secondo te che vogliono dire i numeri?!» aveva urlato Luffy strattonandolo per un braccio del chirurgo scuscitando, per l’ennesima volta le sue furie.
«Dici sempre di essere un cazzo di medico geniale, Trafalgar, allora perché non lo risolvi?!» ovviamente anche Kidd ci stava mettendo tutta la propria buona volontà per fargli perdere la pazienza. «Non ci posso credere, la prima prova è uno stupido quiz d’intelligenza ed a capo dei geni abbiamo quel bastardo di un chirurgo, siamo fottuti.»
«Quindi ti auto escludi dai giochi, Kidd?!» lo rimbeccò Bonney, che era spuntata sedendosi sul tavolo della biblioteca, mentre stringeva fra le dita un cosciotto che doveva essere riuscita a rubare dalla cucina.
«Non ti offendo solo perché lo sto già facendo con Trafalgar, Jwelery. Non intrometterti anche tu.»
La risposta del rosso non tardò ad arrivare tanto da suscitare una risata nella pirata dai capelli rosa. 
«Buono!!! Dove lo hai preso?!» Mugiwara era tornato all’attacco, tanto da provare ad afferrare il cosciotto di Bonney, che però lei nascose dalla sua traiettoria, in modo tale da poterlo mangiare in santa pace.
Bibi Nefertari, che  stranamente sembrava quella maggiormente calma ed allo stesso tempo interessata dalla situazione, tanto quanto lo era Nico Robin, non mancò di avvicinarsi al chirurgo accompagnata dalla corvina. 
«Law, potresti farci vedere ancora una volta quello che c’era scritto nella busta?!» domandò gentilmente Robin, mostrandogli un sorriso sincero. 
Il chirurgo, quasi annoiato, si limitò a tirare fuori dalla tasca dei pantaloni una busta di carta ed a porgerla alle due ragazze, ed allora, Reiju, parve quasi interessata. Così s’avvicinò a loro e nonostante tutte e tre non avessero mai parlato rivolse loro un sorriso accennato. 
«Posso sapere di che cosa si tratta?»
Bibi sorpresa nel sentirla parlare, sfarfallò le lunghe ciglia e poi improvvisamente la sua espressione divenne rilassata ed annuì pacificamente. Marco aveva raggiunto le ragazze, per sapere anche lui con cosa avrebbero dovuto avere a che fare ed a quel punto Robin, che stringeva in mano il foglio che aveva tirato fuori dalla busta, iniziò a leggere. 
«“ Siete arrivati alla prima prova e questo vi rende onore, coraggiosi cavalieri del mare che solcano le onde con vero fervore. Rivoluzionari e principi sono tenuti in alta considerazione, perché nel mondo conosciuti sono per la loro reputazione, Ognuno di voi è giunto qui alla ricerca di qualcosa, ed ad attenderlo invece vi è il velo ti tale isola misteriosa. Per andare avanti dovrete cercare una chiave che aprirà una serratura, affrontando posti che mettono in gioco la vostra stessa paura. Dovrete guardare laddove è più facile andar persi, per risolvere l’enigma che costringerà ad immergersi, passando per le rotte di colui che il mare ed il cielo solcò, alla ricerca di qualcosa che mai più ritrovò. Nessuno ha detto che questo gioco sarebbe stato facile, ma se vorrete vincere allora lasciate alle spalle ciò che vi è di fragile, mostrate se davvero della nomea siete all’altezza ed allora potrete finalmente impadronirvi della mia ricchezza.”—… tutto qui, non c’è altro.»
E Nico Robin cocnluse quel discorso sollevando gli occhi chiari ad osservare i tre che le stavano intorno. Reiju, ovviamente, non aveva idea di che cosa volessero dire tali parole, e come lei anche il resto dei presenti in sala. Ovviamente si trattava di qualcosa che avrebbero dovuto decifrare col tempo ed ecco spiegati anche i dieci giorni di tempo che erano stati dati loro per provare a portare a termine quella prima prova orchestrata da Cassiel in persona.
«Non riesco a capire quel che vuole dirci Cassiel e perché questo messaggio. Sarà forse collegato ad i numeri scritti su quella lavagna?» domandò Bibi volgendo lo sguardo in direzione  di tutti coloro che si erano radunati intorno alla lavagna. 
«Non ne ho idea, purtroppo.» ammise il gatto dei rivoluzionari che non smetteva neanche per un istante di torturarsi i baffi, come se stesse cercando di pensare a qualcosa. 
Koala, l’altra ragazza appartenente a quel gruppo, era rimasta in disparte ad osservare il biondino disperarsi ed allargare le braccia al cielo, come se quella fosse la fine del mondo. Effettivamente tutti quanti si aspettavano qualcosa di diverso da una prova che consisteva nel risolvere enigmi, ed infatti perfino i suoi fratelli erano rimasti delusi. Probabilmente loro si aspettavano qualcosa di fisico, qualcosa che avrebbe messo in luce le loro abilità, e non di certo una prova simile. 
«Bah, è una grandissima stronzata, io per questa sera me ne vado.» sentenziò infatti suo fratello Niji, che era rimasto con Ichiji ad osservare la lavagna e poi con una smorfia di puro disgusto il ragazzo dai capelli blu s’allontanò con le mani in tasca. 
«Ma è una cosa difficile e secondo me adesso è inutile crucciarci. Tanto abbiamo dieci giorni di tempo, giusto?!» questa volta a parlare era stata Bonney Jewlery che con abile balzo scese giù dalla scrivania e senza degnare nessuno di uno sguardo s’allontanò facendo fluttuare i suoi capelli rosati, che danzarono accompagnando i suoi movimenti. 
Qualcuno si girò a guardarla mentre si allontanava e questo Reiju lo notò con una punta di divertimento, fra essi vi era addirittura Eustass Kidd che non smetteva di lamentarsi. Lo spadaccino dei Mugiwara, invece, aveva appena preso posto sul divano più vicino e si era disteso intrecciando le braccia dietro la testa. 
«Hanno ragione, lo sapete, vero?! Secondo me conviene riflettere su quei numeri a mente fresca e con la pancia piena.»
«Testa d’alga ma ti rendi conto della situazione in cui ci troviamo?! Non possiamo perdere tempo.» a rimproverarlo era stato Sanji che non solo lo strattonò con forza, ma sembrava anche abbastanza preoccupato per tutta la situazione e faceva bene. Ma Reiju di certo non poteva dar torto agli altri, anzi, era normale che a quell’ora di sera, dopo tutto ciò che avevano scoperto, non si sarebbero concentrati neanche un poco, quindi il risolvere l’enigma era ben lontano dalla realtà. 
A sua volta si passò una mano fra le ciocche rosate, scoprendo il viso e guardò quei pochi che erano accanto a lei, compreso il primo comandante, che sorprendentemente ricambiò il suo sguardo. 
«Io ammetto che sono stanca, quindi penso che andrò a prendermi una tazza di tè e poi andrò a letto, dunque—… se riuscirete a risolvere l’enigma non esitate nel farmelo sapere. Ho davvero bisogno di dormire.»
E ciò corrispondeva a verità. Reiju aveva bisogno di stendersi a letto e sciogliere la tensione che si era ricreata con tutta quella storia e fra l’altro non c’era alcuna fretta nel risolvere quello strano assortimento di numeri, anche perché questo equivaleva a dire che Reiju avrebbe avuto maggiore libertà in quei giorni lontana da suo padre. Non era una visione poi tanto terribile, anzi, era addirittura ottimistica, quindi se sarebbe dovuta rimaner in quel castello tanto valeva approfittarne. Sorrise verso quei pochi che l’ascoltarono ed infatti a rispondere fu una delle poche persone che le rispose. 
«Buonanotte—…» le mormorò a bassa voce, tanto che perfino lei ebbe qualche difficoltà nel sentirlo, e poi riprese anche lui ad analizzare la situazione. 
Probabilmente la libertà non era l’unica cosa piacevole che Reiju stava sperimentando in quei giorni, anche il conoscere persone nuove e differenti dai suoi fratelli aveva dei lati assolutamente positivi ed il comandante ne era una prova vivente.
   
 
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