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Autore: Fata_Morgana 78    10/07/2018    1 recensioni
Avrei voluto pubblicare questa one shot nel giorno del mio quarantesimo compleanno; ma, tra il trasloco e il pc che ha deciso diversamente, non sono riuscita a farlo.
Così, pur di poterla condividere con voi, l'avevo finita di scrivere dal tablet ma non ero molto soddisfatta del risultato… Ed eccomi qua, a tentare di pubblicarla da notebook…
Questa storia, è uno spin off di Seconda Opportunità. Mi piacerebbe riuscire a scrivere, a scappatempo, racconti più o meno brevi legati alla vita di Severus; Clarice e il piccolo Danny.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Seconda Opportunità'
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I’m not alone 

Il caldo quella sera rendeva difficile stare a letto, Clarice aveva sempre detestato la notte che precedeva il proprio compleanno. Per anni, festeggiare il giorno della sua nascita era stato una sofferenza, alle sue feste non c’erano amici suoi, ma pretendenti accuratamente scelti dai suoi genitori per poterla (in futuro) sposare. Le cose erano migliorate da quando Daniel era nato ed ora, la presenza di Severus al proprio fianco, rendeva più sopportabile tutto. Anche festeggiare gli anni. Sbuffando, troppo sveglia per restare ferma nel letto matrimoniale, Clarice si alzò lentamente per evitare di svegliare suo marito che, dopo una lunga giornata di lavoro, dormiva serenamente.
- Dove vai, Clay? - biascicò l’uomo sentendo il letto muoversi.
- Non riesco a dormine, Sev. - lo baciò - Vado a farmi una tisana.
Il Pozionista annuì e, cambiando posizione, tornò a dormire. Clarice depositò un bacio tra le sue scapole nude e, dopo essersi riempita le narici del suo odore, lasciò la camera avvolta dai ricordi e dai pensieri.
 
Sospirando, dopo essersi fatta una tisana rilassante, camminò fino al proprio studio per cercare di mettere a tacere il tumulto dei propri pensieri. Con fare distratto, aprì il cassetto incantato, quello dove teneva il proprio diario ed iniziò a sfogliare lentamente le pagine, leggendo qua e là stralci della sua vita. 
“Ed anche quest’anno, il mio compleanno è passato. Silenzioso e leggero, come la polvere che si posa sui mobili di casa.
Se mi guardo allo specchio, vedo riflessi nei miei occhi tutti i compleanni passati e, analizzandoli, mi rendo conto del perché non ami festeggiare né stare al centro dell’attenzione.
Nessuno dei miei compleanni del passato è ricco di bei ricordi, ma solo di feste noiosamente organizzate dai miei genitori per trovarmi un marito. Per vendere la loro inutile figlia Purosangue a qualche riccone che avrebbe solo portato lustro e denaro in casa. Nessuno si è mai domandato se io fossi felice, o cosa desiderassi in regalo.
Ogni anno la stessa storia: cure estetiche e rinnovo del guardaroba per cercare di rendermi più desiderabile agli occhi delle persone, anche se io più interessata ai libri ed alle pozioni che non a tutto il resto.
Solo gli Elfi Domestici della casa avevano rispetto per me. Solo loro, creature sfruttate e considerate l’ultimo scalino della scala gerarchica, sembrava avessero capito cosa io sognassi veramente e facevano di tutto, di nascosto ai loro (nostri) padroni (non li ho mai considerati realmente amorevoli genitori), organizzavano per me una piccola festa ogni anno con un tema diverso.
Ricordo che, un anno, la mia stanza si era trasformata in una foresta di unicorni... e poi in un bellissimo e sempre meglio organizzato laboratorio di Pozioni dove io, di nascosto dal resto del mondo, potevo giocare e studiare in completa libertà.
Per anni, sono stata sorda e cieca. Per anni ho subito le decisioni della mia famiglia senza cercare di combattere. Per anni, sono stata la figlia devota che tutti si aspettavano io dovessi essere.
Per anni, ho permesso che altri vivessero la mia vita e che decidessero per me tutto: dal mio colore preferito a ciò che più gradivo mangiare.
Mi sono svegliata dal mio “imperio” il primo settembre del mio 11esimo compleanno, lì la mia vita è cambiata ed ho trovato una famiglia diversa: chiassosa e colorata, completamente diversa dalla mia. Ho avuto la fortuna di trovare insegnanti che hanno creduto in me, che mi hanno spinto oltre il limite.
Ho capito che la mia vita poteva essere diversa, che io potevo essere diversa ed ho iniziato a vivere per me stessa. E non per fare felici gli altri. Da bambola, mi sono trasformata in essere umano. Sono cresciuta, e sono diventata donna.
Mi sono innamorata di una persona completamente diversa da me, Severus Tobias Piton, mio Capo Casa e insegnante di Pozioni.
Tra noi non è stato niente semplice. Ci siamo respinti e cercati per anni. Ed alla fine, quando sono riuscita ad infrangere la sua barriera e diventare sua, sentendomi finalmente completa”
 
Lo scricchiolio di un’asse di legno riscosse Clarice dal proprio diario dove racchiudeva i suoi pensieri e, girandosi, non poté impedirsi di sorridere. Era passata da poco la mezzanotte e, sulla porta del suo studio, si stagliavano suo marito e suo figlio con una torta in mano adornata di candeline colorate.
- Ora è ufficialmente il tuo compleanno, mamma. - sorrise Daniel, gli occhi che scintillavano.
- Sì, lo è. - annuì la strega sentendo il cuore scoppiare di felicità.
- Sappiamo che non ami festeggiarlo. - le sorrise Severus - Anche tu, come me, non hai bei ricordi legati a questo giorno.
- Ma ora siamo una famiglia. - continuò il bambino appoggiando il dolce sulla scrivania della madre - Dobbiamo prenderci cura di noi.
- E creare ogni giorno ricordi meravigliosi ed unici. - assentì Clarice emozionata.
- Nuove tradizioni. Nuovi ricordi. - mormorò Severus- Saremo sempre...
- L’uno il Riddikulus dell’altra. - Clarice si sporse a baciare le labbra del marito che, sospirando, la fece alzare dalla sedia dicendo:
- Buon compleanno Clarice Piton. - con un incantesimo non verbale, il Pozionista, fa comparire tra le sue mani una rosa bianca ancora chiusa a bocciolo.
- È bellissima, amore, grazie. – mormorò emozionata la strega.
- Spegni le candeline, mamma. Ed esprimi un desiderio. - la istruì Daniel con un sorriso felice.
 
Clarice, dopo aver depositato un bacio tra i capelli del figlio, soffiò sulle candeline colorate desiderando di avere la possibilità di continuare a creare ricordi belli come quelli che stavano costruendo insieme; poi servì la torta di compleanno al marito ed al figlio e restarono lì, nel suo studio in soffitta, ad osservare le stelle fino a quando il lieve russare di Daniel interruppe il piacevole silenzio che si era creato dopo il chiacchiericcio iniziale.
Severus, dopo un ultimo e profondo bacio alla moglie, fece levitare il corpo del figlio dicendo:
- È il tuo compleanno, Clay. Cosa vorresti fare?
- L’amore con te sotto le stelle. - mormorò arrossendo.
- Sicura? - le domandò.
- Vorrei darti un altro figlio, Sev. - ammise con gli occhi che brillavano - Vorresti esaudire il mio desiderio, signor marito?
- Con immenso piacere, signora moglie. - annuì a voce bassa, quella dichiarazione lo aveva spiazzato ma mai avrebbe detto no, visto che egli stesso desiderava vivere con sua moglie una nuova gravidanza.
- Porta a letto Danny. - sorrise - Io ti aspetto qua... - concluse iniziando a spogliarsi lentamente.
Con la gola secca per l’eccitazione, Severus condusse il figlio fino in camera sua, lo sistemò nel letto e, dopo aver insonorizzato la stanza, tornò in fretta nella soffitta dove Clarice lo stava aspettando nuda e vogliosa.
 
L’uomo, facendo evanescere i propri abiti, raggiunse Clarice nel giaciglio improvvisato sotto il lucernario e lì si amarono più e più volte durante la notte per addormentarsi, stremati, quando il sole iniziò ad albeggiare.
- Buon giorno e buon compleanno, moglie mia. - le disse tra i capelli chiari lui.
- Buon giorno a te, amore. - sorrise lei, felice e soddisfatta.
- Spero di aver esaudito pienamente il tuo desiderio, Clarice.
- Pienamente no, è impossibile. - ridacchiò languida - Non sarò mai abbastanza piena di te, marito.
- Sfacciata. - sobbalzò, ma era lusingato da quell’affermazione.
- Perché, tu sei già sazio? - chiese alzandosi per guardarlo in viso.
- Sazio di te, strega tentatrice? - la fece stendere nuovamente sul letto sfatto e, dopo averla penetrata con un sol colpo di reni, mugolò - Impossibile, senti cosa mi fai?
Clarice, senza fiato per il piacere, annuì lasciandogli libero accesso al suo corpo nuovamente pronto per donare e ricevere piacere. Il mago e la strega vennero insieme; urlando, contro le rispettive bocche, uno il nome dell’altro.

E, mentre dietro agli occhi chiusi di Clarice scoppiavano tutte le stelle del firmamento per il piacere provato, Severus ebbe la consapevolezza di essere riuscito ad esaudire il desiderio della moglie piantando nel suo ventre accogliente una nuova vita.
Esausta, Clarice si lasciò abbracciare dal marito. Era felice. Era completa. Non era più sola.
Finalmente i suoi compleanni non sarebbero più passati inosservati o indesiderati come polvere sui mobili. Finalmente potevano essere felici e godersi pienamente la loro nuova casa e la loro famiglia che, ne era certa, presto avrebbe accolto un nuovo ed urlante membro.

Angolo dell’Autrice:

Finalmente, sono riuscita ad avere la possibilità di usare il computer per poter impaginare in modo migliore la mia storia!

Vorrei, prima di tutto, ringraziare chi è passato a leggerla e chi l’ha inserita in una delle categorie. Ho pensato di creare una serie di racconti di Severus e Clarice che pubblicherò di tanto in tanto.
Questa coppia mi è piaciuta e, come ho detto nell’intestazione, il professor Piton merita una seconda opportunità. Merita di provare quella gioia e quei sentimenti forti che solo una famiglia è in grado di donarti.

Vorrei ringraziare la mia famiglia: le streghe del mio cuore del gruppo WhatsUp di Hogsmeade e, soprattutto, Dream che mi supporta e mi sopporta.

Tra uno scatolone e l’altro che stanno invadendo casa mia, vi auguro una felice estate.

  
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