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Autore: ftonos    07/07/2009    0 recensioni
Forse sono stata punita per la mia abulia,ma sembra strano poichè gli dei hanno sempre castigato coloro che peccavano di tracotanza e non i moderati.
Genere: Malinconico, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Promise



Capitolo uno:Bianco







Il dolore fisico ormai non ha più significato.

La vita è scolorita tutta d’un colpo.

No.

E’ diventata monocroma:vedo solo il bianco.

Bianco.

Colore vuoto e insignificante che mi ritrovo di fronte agli occhi ogni ora.

Sono bastate due parole a cancellare tre anni trascorsi insieme nei quali ,fra alti e bassi, siamo riusciti a far avverare parte dei sogni che lui aveva scritto su una lista e ne cancellavamo uno ogni volta che era prossimo a realizzarsi o già realizzato; io avevo un unico desiderio che ora non si potrà più attuare.

Forse sono stata punita per la mia abulia,ma sembra strano poiché gli dei hanno sempre castigato coloro che peccavano di tracotanza e non i moderati.

Sono sempre stata sfortunata e quindi avevamo firmato scherzosamente un contratto in cui ci impegnavamo a non morire durante la durata dalla nostra relazione e lui aveva vergato quella finta pergamena con il suo giuramento e la sua firma, sigillando il tutto con un bacio.

Mi ha mentito.

So bene che il mio ragionamento è infantile e di dubbia sanità mentale, ma lui mi ha mentito mentre io ho sempre mantenuto le promesse.

Gli avevo promesso di accettare prima o poi il suo invito a cena e l’ho fatto.

Gli avevo promesso di continuare a uscire con lui e l'ho fatto.

Gli avevo promesso di non giocare con i suoi sentimenti e non l’ho fatto.

Gli avevo promesso di non tradirlo mai e non l’ho fatto.

Lui aveva solo promesso di non morire e invece è morto e ,adesso che mi trovo davanti il nostro album privo di fotografie, non riesco a fare a meno di serrarlo fra le mani e pensare che se non odiassi così tanto le foto potrei avere delle istantanee del passato su cui piangermi addosso.

Mi rimangono,però, un mucchio di vestiti impregnati del suo odore,i libri che amava leggere e le innumerevoli schede dei suoi pazienti a cui non ho mai messo mano per privacy,spero che le vengano a prendere loro perché io non farò niente.

Non mi interessa mangiare,bere oppure dormire,rimarrò qui in questa casa a contemplare il nulla che è la mia vita.

Stanca.

Distrutta.

Svuotata.

Mi trascino stancamente sulla sedia a dondolo e ci rimango per un lasso di tempo indefinito,forse è notte, forse è giorno quando mi alzo per andare a dormire sul divano;sul letto no,ci sono i vestiti che ha buttato alla rinfusa prima uscire,quando sarà stato?Ieri? Due giorni fa?La settimana scorsa?Non so.

Non dormo,mi limito a rimanere immobile come rimarrà lui finché non diverrà polvere..oh,sorrido all'appartamento vuoto,dunque sarebbe questo il primo passo verso l'accettazione?Capire che quel corpo fra un po' di tempo sarà solo pulviscolo?Però fra consapevolezza e accettazione c'è di mezzo il mare e questo lo so bene.

Il cellulare squilla e sul display appare un numero sconosciuto;non risponderò perché ho paura di avere altre brutte notizie:un altro incidente, un disastro aereo, lo scoppio di una bomba nel mio ufficio o a casa di mia madre.

Ho paura di tutto, anche del gatto che mi fissa con gli occhi giallastri eppure il bisogno fisico di vederlo è forte, pulsa in tutto il corpo, martella nella testa e mi costringe a vagare per casa cercando una maniera di far smettere il dolore e so già che non ci riuscirò; la sofferenza continua ad aumentare, forse se andassi a trovarlo diminuirebbe.

Esco;la paura mi attanaglia:il mondo è ostile e rumoroso.

Non voglio che mi guardino, non voglio che capiscano che lui non è con me e io sono sola come lo ero prima perciò corro fino a dove lui riposa.

Riposa...che suono dolce ha questa parola, così lontana dalla realtà!

Il guardiano mi rivolge uno sguardo di sbieco, il cimitero è assolato e altri come me vi si aggirano, ma sembrano in pace;mi dirigo alla sua tomba.

La terra è stata rivoltata di fresco,com'è naturale che sia, mi sembra quasi di sentire nell'aria il suo profumo speziato e me ne beo.

Sedendomi a terra sento tutte le forze che mi abbandonano e chiudo gli occhi,vorrei essere una scienziata geniale e pazza e potergli dare vita grazie alle poche cellule e tessuti intrappolati nel suo pettine.

Ricreerei lui quasi dal niente, lo farei crescere dentro di me e gli darei la vita, cercherei di allevarlo nella maniera migliore e ,cresciuto, lo amerei come ho amato l'originale; questo figlio sarebbe padre di se stesso e amante di sua madre.

Rabbrividisco.

La disperazione certe volte da origine a pensieri mostruosi e blasfemi, li scaccio riaprendo gli occhi e sfregandoli con le mani, un'ombra si allunga da dietro me.

Lui è tornato?

No, che pensiero stupido, non tornerà mai, si tratta di una bambina che mi fissa con la testa leggermente reclinata e uno sguardo curioso, si siede per tera accanto a me e si fa il segno della croce.

-Questo è tuo marito signora?-

Scuoto leggermente la testa

-Allora è il tuo fidanzato?-

Mi schiarisco la voce per risponderle, non so da quanto tempo non parlo e mi sono quasi scordata il suono della mia voce.

-Sì piccola-

-Sai signora ce l'ho anche io il fidanzato,però il mio non è morto-

I bambini,riescono con la loro vocetta stridula a dire le peggiori cose con il massimo candore!

-Sono contenta per te-

-Si chiama Goffredo e sembra un po' una femmina ma a me piace e il tuo fidanzato come si chiama?-

-Adam-

Fissa la tomba e sembra pensare qualcosa di molto serio perché aggrotta le sopracciglia.

-Però signora io non ti capisco, il tuo fidanzato è morto e tu non piangi,quando è morto il mio cane io ho pianto un sacco, così tanto che la mia mamma si è spaventata e mi ha portato al pronto soccorso,tu invece niente,perché?-

Le sorrido, il mondo è bellissimo e lineare a questa età.

-Quanti anni hai piccola?-

-Ho cinque anni e mi chiamo Layla e il tuo nome signora?-

-Iris-

Una voce di donna chiama il nome della bambina e lei risponde,forse un po' troppo esuberantemente, a colei che dall'espressione contrita e dal tono della voce preoccupato sembra una madre ansiosa in pieno regime,sento i vari rimproveri che vengono fatti a Layla e non posso fare a meno di essere d'accordo con la madre.

La donna si avvicina per scusarsi del possibile disturbo che mi avesse recato la bambina ed io la rassicuro che non mi ha affatto importunato poi guarda stranamente in direzione della sua tomba.

-Mi dolgo per la sua perdita-

Non so bene che cosa rispondere pertanto resto in silenzio e faccio solo un cenno con il capo.

-Mamma l'hai trovato il signore che cercavi?-

-Sì tesoro,ma è tardi ci torneremo domani-

-Uffaaaah,io voglio tornare a casa,mi manca papà!-

Seguo tutta la discussione indiscretamente,riesco a salutare la piccola prima che si allontani con la madre e realizzo nuovamente di essere sola.

Eppure..

Una strana sensazione mi pervade, ma la ignoro:potrebbe essere la fame o la stanchezza.

Guardo verso lui,il dolore è ancora forte,ma l'averlo rivisto lo ha placato un minimo;mi alzo per dirigermi lentamente a casa.

Sì,il dolore è ancora forte

Eppure..quella donna l'ho già vista..


.

*Fine capitolo uno*


Angolino dell'autrice:

Dovrei essere a studiare per l'orale degli esami di stato e invece scrivo..che ci posso fare se mi è ritornata la voglia solo ora,dopo mesi e mesi di completa inattività?? Mannaggia mannaggia!! Spero però che venerdì vada tutto bene,almeno un sessantino scacio me lo daranno,vero? ^__^

Bando alle ciance, se vi interessa questa storia fatemelo sapere con delle recensioncine altrimenti mi dispero veramente ç__ç

Si aprono scommesse su dove Iris(la protagonista) abbia incontrato la donna!

(Guai a voi se indovinate eh. ^___^ )


Ciaoooo alla prossimaa!!




































  
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