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Autore: _Fenice    11/07/2018    2 recensioni
È una storia fatta di sguardi, di sfide, di scoperte e riscoperte.
Dal testo:
« Non vorrei essere indiscreto, ma quella gonna è davvero corta. », buttò lì.
« Cos-? Oh andiamo, mi sembri Soul. », gli rispose, un po’ imbronciata. Non le piacevano le critiche alla sua gonna preferita. Ci combatteva anche!
« Non ha tutti i torti però. », le disse, tornando a guardarla. Maka si sentì un po’ a disagio: quello sguardo così profondo era davvero tutto per lei? Distolse lo sguardo e, con tono provocatorio, asserì: « È comoda, copre ciò che serve, e poi… », concluse, « serve a distrarre il nemico. ». Lo guardò.
Lo sguardo di Kid divenne d’un colpo severo e questo destabilizzò leggermente la Meister. « In biblioteca non ho visto uova di Kishin o streghe. », constatò.
« M-ma… »
Kid spostò lo sguardo verso la gonna incriminata, per poi scendere alle snelle e chiare gambe della ragazza, fin troppo scoperte per i suoi gusti. « Davvero troppo corta. », sibilò, poi i suoi occhi tornarono dritti a guardare oltre il bancone, nell’attesa di un cameriere.
Genere: Erotico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Death the Kid, Maka Albarn
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 3: L'allenamento.


« Allora noi andiamo. Ci dispiace davvero tanto non poter restare, ma il lavoro chiama!», esordì Liz sull’uscio di casa, pronta per recarsi insieme a Patty al nuovo bar giù in città.
« Non preoccuparti, ce la caveremo. Divertitevi stasera! », le salutò Kid.
« A dopo! », risposero in coro le pistole.
Chiudendo la porta, tornò in salotto, dove ad aspettarlo c’era Maka seduta sul divano a guardarsi intorno. Questa casa, oltre ad essere enorme, è perfettamente in ordine. Non c’è da stupirsi, la nevrosi di Kid non permetterebbe mai nulla di diverso da questo, pensò la ragazza. Sentendosi osservata, si voltò in direzione della porta, dove trovò il giovane Shinigami appoggiato allo stipite della porta, a braccia conserte, intento a fissarla.
« Ti ringrazio per avermi invitata, Kid. », disse lei.
« Figurati, non siamo riusciti neanche a bere un caffè. Che servizio scadente… », sbottò lui, suscitando in Maka un sorriso.
« Vuoi qualcosa? », le chiese.
« The freddo, grazie. »
Da buon padrone di casa, si diresse verso la cucina. Al suo ritorno, trovò l’amica con il pc sulle gambe incrociate ed i soliti codini perfettamente simmetrici che le adornavano il viso. Posò il bicchiere sul tavolinetto di vetro davanti al divano e diede un’occhiata allo schermo del computer.
« Liz mi ha detto che avrei potuto usarlo, quindi… vuoi guardare un film? », chiese Maka, incerta. Non sapeva come comportarsi in quella situazione.
« Mh. », declinò l’invito: lo aveva già visto. Poi, s’illuminò in viso.
« Tu sei una maestra d’armi ed anche un’arma, no? », le chiese.
« Ehm, sì. »
« Riesci a gestire bene questa novità? »
« Sì. È stato difficile all’inizio, ma poi ho imparato a controllarmi. », rispose la Meister.
« Ti va di fare un po’ di allenamento? », le chiese all’improvviso.
« Sì! », acconsentì raggiante. « Quando? »
« Adesso. », le sorrise.
« C-cosa? In casa tua? », la bionda era stupita da quella proposta. Le balenò il pensiero che stesse scherzando, ma il suo sguardo serio e deciso la lasciò ancora più scioccata.
« Non volevi forse diventare più forte? » incalzò Kid.
Maka non riusciva a capire perché le stesse proponendo uno scontro… IN CASA SUA. Da quando uno in fissa con la simmetria e l’equilibrio metteva a disposizione una così perfetta location per battersi con qualcuno, mettendo a rischio la salvaguardia di ogni mobile, quadro, arredo?
« S-sì, ma… »
« Magnifico, iniziamo. ». Kid scattò in piedi, si sistemò di fronte a lei, in un chiaro invito a fare lo stesso. La ragazza si alzò in piedi, rassegnata; si allontanò dal divano e dal tavolinetto e si sistemò di fronte a lui, che roteò di poco su se stesso per fronteggiarla.
Si studiarono per un po’; fu Kid ad attaccare per primo. Maka, sorpresa, sfuggì al primo colpo, parò con il braccio il secondo, balzò indietro per evitare il terzo. Il quadro appeso alla parete fu urtato da uno svolazzante codino della bionda, innalzandosi di qualche millimetro e causando un’occhiataccia di rimprovero da parte del suo avversario. La ragazza si affrettò a sistemarlo ma lo Shinigami, con un cenno del mento, la invitò a non abbassare la guardia: decise allora di contrattaccare.
« Sei brava. », si complimentò Kid, il braccio davanti la bocca per parare il colpo, lo sguardo perennemente fisso su di lei. La stava semplicemente studiando o… ammirando?
Maka, con un movimento sinuoso, balzò indietro. « Non provare a distrarmi. », scattò.
« Non era mia intenzione. ». Il corvino si piegò e tornò a colpire, cercando di farle perdere l’equilibrio con un colpo di tibia diretto alle caviglie. « Semmai tu mi hai distratto, non faccio altro che pensare a quel quadro storto. »
Nevrotico.
« Perché cerchi di indurmi a trasformarmi? ». La Meister saltò evitando il colpo e atterrò sul posto, il ragazzo già indietro e di guardia.
« Perché voglio vedere come te la cavi… », adesso fermo, rilassato. « … e perché voglio scoprire se ho ragione a pensare che tu sia meglio di Soul. »
La ragazza si bloccò sul posto. Cosa?
« Perché sei così sorpresa? ». Kid non staccava gli occhi di dosso da lei: la sua tecnica stava funzionando.
« Sei un’ottima maestra d’armi e sei una maestra della falce, quindi sapresti gestirti da sola in forma di arma, dato che anche tu sei una falce. ». Avanzò lentamente verso di lei, socchiudendo gli occhi. « Non credi che sia una meravigliosa… simmetria
« Non ti seguo. », adesso Maka indietreggiava, confusa.
« Potresti lasciare Soul, ultimamente ti sta rallentando. »
« Ma cosa dici? Soul è il mio partner, io non- »
« L’eco dell’anima non vi riesce più come un tempo. Non pensi anche tu? ». Kid continuava ad avanzare, a guardarla, a studiarla. La stava mettendo alla prova, voleva forse farle perdere la pazienza?
« È solo un momento, passerà. Ritroveremo la sintonia! ». Il tono di lei era sempre più nervoso e instabile. Perché tirar fuori Soul e i loro problemi proprio adesso? Perché parlare di lui in quel modo? Era sempre andato d’accordo con l’albino…
« Soul è un idiota, non pensa ad altro che a mostrarsi strafottente, cinico e superficiale. Si impegna così tanto nel sembrarlo, che lo sta diventando. », asserì Kid, come se ciò che stesse dicendo fosse una verità assodata. Maka non era d’accordo.
« Tu non lo conosci come lo conosco io… non sai niente di Soul! », ringhiò, gli occhi verde smeraldo lucidi. Adesso non indietreggiava più. Era arrabbiata, furiosa, stava perdendo il controllo…
« Per di più, », concluse, sicuro, « non ti sei neanche chiesta come mai lui sia rimasto al tuo fianco, nonostante abbia scoperto che sei una Buki. ». Aveva smesso di avanzare verso di lei e si era fermato.
Grazie al cielo, pensò lei. La stava mandando in confusione, nonostante la rabbia la sua vicinanza le faceva ribollire il sangue nelle vene.
« Perché siamo partners. Siamo una squadra, non importa cosa accada… », rispose. La situazione si era incrinata come mai avrebbe pensato potesse succedere, ma nonostante ciò, non riusciva a fare a meno di pensare che quel completo così aderente, la grande eleganza dei suoi movimenti e i suoi occhi puntati addosso praticamente da quando era arrivato, lo rendevano dannatamente sexy. Ciocche di capelli ricadevano su quegli occhi ambrati, così magnetici per lei. Istintivamente, le venne voglia di spostarglieli, ma si bloccò. A che stava pensando?! Kid stava sminuendo a quel modo il suo compagno e lei voleva anche sistemargli i capelli?!
« Oh, no. Non direi. », ribatté il ragazzo, indietreggiando. Abbassò lo sguardo, voltò leggermente la testa per cercare con lo sguardo un appoggio. Lo trovò, quindi rialzò la testa, portò le spalle al muro e infilò le mani in tasca.
« Io dico che sia rimasto perché ha paura che tu possa diventare migliore di lui. Se rimane con te, tu continui ad essere una Meister e rendi LUI una Falce della Morte. Invece, TU saresti capace di diventare Falce della Morte anche da sola, superandolo e quindi sminuendolo agli occhi di tut- »
« Adesso basta. ». Maka era di fronte a lui, un braccio trasformato in falce a minacciare la sua gola, l’altro al petto a schiacciarlo contro il muro, per bloccare ogni reazione.
Kid, senza nessun timore in volto, le spalle ancora al muro, le mani ancora in tasca, la fissava sorridente.
« … eccoti. », dichiarò soddisfatto.
« Bastardo. Era questo che volevi? Farmi incazzare?»
« No. », rispose calmo il ragazzo, inarcando un sopracciglio come a spiegare l’evidenza. « Volevo solo un pretesto per averti così vicino, anche se devo sopportare la tua lama al collo e il tuo sguardo a metà tra un’inquisitrice e un’assassina. »
Maka vacillò. Il suo sguardo ha un luccichio diverso, adesso.
« Aspetta... ». Kid allungò le mani in direzione di Maka, che seguì con lo sguardo il movimento per essere pronta a rispondere a tono. Lui alzò leggermente il codino sinistro, allentatosi durante lo scontro.
« Ecco, adesso sei di nuovo simmetrica. ». Le sorrise.
La Meister lo guardò, un po’ sconvolta da tutta la situazione. Da un amichevole allenamento erano arrivati ad una discussione ed ora lei lo teneva in trappola con una lama puntata alla gola. E poi, quel suo atteggiamento… MA CHE STA SUCCEDENDO?
Lo Shinigami tornò ad appoggiarsi al muro, allargando un po’ le gambe e continuando a fissarla. I capelli ricadevano ancora, fastidiosamente, sui suoi occhi, ma non diede segno di volerli spostare.
« Adesso, vuoi sgozzarmi? », la sfidò, alzando il mento e socchiudendo gli occhi, la voce bassa.
« Potrei. ». Maka era in fibrillazione. Vederlo in quella posizione, così strafottente e provocante ma allo stesso tempo terribilmente carismatica, la faceva andare fuori di testa. Non lo aveva mai visto così e quella era davvero una gran bella scoperta. Tuttavia, quella situazione non le stava facendo godere appieno la vicinanza e la vista di Kid così diverso dal solito.  
« Sicura di riuscirci? »
« Ho detto che potrei, non che lo farò. », dichiarò la bionda, adesso in tono di provocazione.
« Allora perché mi punti ancora quella lama contro? », chiese divertito.
« Uno Shinigami sanguina come un essere umano? », gli domandò di punto in bianco. Fece scendere la lama di qualche centimetro, dalla gola al primo bottone della camicia bianca. Con un piccolo ma deciso colpo, fece saltare il bottone, tagliando il tessuto e recidendo un microscopico taglio sulla pelle della base del collo, proprio fra le clavicole. “Adesso andrà su tutte le furie”, pensò sorniona.
Invece, inaspettatamente, Kid non disse nulla al riguardo.
« È strabiliante il modo in cui riesci a controllare perfettamente forza e incidenza dei colpi, soprattutto di interventi minimi come questo. ». Passò una mano sulla lama (che era anche il braccio) di Maka, allontanandolo leggermente da sé; lei rabbrividì senza però darlo a vedere. Risalendo, portò le dita sul punto in cui la Meister, adesso Buki, l’aveva ferito: l’indice e il medio si sporcarono di sangue. Kid alzò lo sguardo su di lei, avidamente.
« Grazie del complimento, ma non dovresti adulare il tuo nemico. », ribatté la bionda, riportando la lama al collo di lui. In risposta, il corvino socchiuse gli occhi, inclinò la testa di lato e le chiese: « Come facevi a sapere che sentivo un po’ caldo? », ovviamente ironico.
« … intuizione. ». Maka passò all’attacco del secondo bottone, le linee del petto adesso più visibili.
« Sai quanto odi quello che stai facendo? Potresti anche chiedermi di toglierla, piuttosto che rovinarla. », fece il ragazzo, d’un tratto serio.
« Aspettavo una tua reazione, in realtà. », ghignò lei, alzando lo sguardo sui di lui. Fece aderire il lato della lama alla sua pelle candida: il contatto provocò in entrambi un aumento di adrenalina in corpo. Adrenalina che portò il ragazzo a colpire la lama e spedirla lontano da sé. Lei, sorpresa da quell’attacco inaspettato, perse l’equilibrio, spinta indietro dal colpo; lui le afferrò il braccio umano, la tirò a sé e, con un movimento forte e deciso, ribaltò la scena costringendola al muro. La falce di Maka tornò ad essere un comune braccio dopo quell’azione che l’aveva destabilizzata, così Kid ne approfittò e le serrò entrambi i polsi sulla vita, apparentemente senza accorgersi che fossero a qualche centimetro dal suo pube.
Mi stai sfidando, eh, stronzo di uno Shinigami?
« Adesso che l’hai avuta, sei soddisfatta? », le chiese, guardandola dall’alto.
« Un po’. ». Maka abbassò lo sguardo in direzione delle sue mani, per poi concentrare l’attenzione su ciò che stava di fronte ad esse.
« Mi hai chiesto se uno Shinigami sanguinasse come un essere umano ed hai avuto la tua risposta. », asserì il ragazzo riportando l’attenzione della sua vittima su di sé.
« Non vuoi sapere se uno Shinigami si eccita come un essere umano? »
La Meister, del tutto fuori controllo, schiuse la bocca in un sospiro. Si sentiva bollente. Solo in quel momento si accorse che il suo basso ventre era in fiamme e quell’ultima frase l’aveva fatta trasalire piacevolmente.
« Vuoi che te lo chieda? », ironizzò, muovendo le braccia in avanti fino a far sfiorare le nocche delle sue mani sulla patta dei pantaloni di lui. Kid la lasciò fare.
« Voglio che tu lo scopra da sola. », la sfidò.
Le lasciò i polsi e rimase lì in piedi, a pochi centimetri da lei. Socchiuse di più di occhi, le braccia rilassate lungo i fianchi, le labbra dischiuse, come in attesa di qualcosa di decisamente indecente.
Senza distogliere lo sguardo da lui, Maka passò una mano sulla sua erezione ora lampante, portando l’altra al fianco di lui. Fece risalire la mano maliziosa al ventre, poi agli addominali poco pronunciati ma presenti, infine passò al petto e alle clavicole. Il giovane Shinigami rimase immobile, sornione.
« Hai le labbra secche. », le fece notare.
« Ancora per poco. », ribattè lei. Si alzò sulle punte dei piedi, la mano sul fianco di lui salì alla nuca; attirandolo a sè fece aderire le labbra a quelle del ragazzo, che immediatamente le cinse la vita con un braccio e si appoggiò al muro con l’altro, mentre con foga premeva la lingua sulla bocca della ragazza per entrare prepotentemente ad incontrare la compagna. Quello fu l’unico istante in cui gli occhi ambrati di Kid si staccarono da lei, per chiudersi e godere di quel calore.
Il bacio fu davvero poco casto e non lasciò nulla all’immaginazione. Mani a tratti tremanti, a tratti decise, andavano ad esplorare ogni centimetro di pelle facilmente raggiungibile, assaporavano ogni cosa, facevano l’amore con ciò che toccavano prima ancora che i due corpi si unissero davvero.
Il corvino le sfilò la maglia, si affrettò a sbottonarle la camicetta e quando finì con quella, si precipitò ad alzarle la gonna. Quella dannatissima gonna troppo corta. Con rabbia verso quell’indumento davvero poco accettabile, le abbassò gli slip e, notando soddisfatto che fosse già bagnata, entrò in lei con un dito.
Maka aprì di colpo gli occhi per la sorpresa e l’eccitazione. Al suo sospiro forte sulle sue labbra, andò in estasi ed entrò un secondo dito, muovendosi piano con movimenti circolari.
La ragazza, prima Meister, poi Buki, adesso amante, strappò via la giacca di Kid, lasciandola cadere a stropicciarsi lontano, slacciò frettolosamente tutti i bottoni della camicia, poi lanciò anche quella chissà dove, gli occhi chiusi a godersi il calore della lingua del ragazzo, il suo tocco delicato che le carezzava le curve, quello deciso dentro di lei, senza pensare alla reazione che avrebbe scatenato in quel nevrotico a vedere tutte quelle pieghe sui vestiti.


Angolo autrice.
Ho trovato il modo di mettere insieme questi due. Ringrazio tantissimo chi ha letto e dato fiducia a questa storia e spero siate soddisfatti del nuovo capitolo, fatemi sapere! In caso contrario, esponetemi comunque ciò che pensate. A breve avrete il prossimo!
Un ultimo ringraziamento va a @fenris, che ha recensito i primi due capitoli e spero farà lo stesso anche con questo!
Solo per il momento vi saluto, e vi auguro come sempre una danza con le stelle.
Fenice.

 
  
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