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Autore: Betta3x9    12/07/2018    1 recensioni
[Raccolta di oneshort Steve/Tony scritta per la challenge del gruppo "Hurt/Comfort Italia"]
1) "A volte, Steve ha l'impressione che non sia passato che un mese soltanto dal 1945 e una vita intera da New York"
2) "Non è il peggior rapimento che gli sia mai capitato, ma è definitivamente in top five, subito dopo l'Afghanistan, pensa, ed è un pensiero straordinariamente coerente, per il suo stato".
3) Gli occhi gli lacrimano e la gola si contrae come se avesse qualcosa bloccato nella trachea e tossisce e tossisce e tossisce fino a vomitare una manciata di petali azzurri. Oh. Pensa stupidamente. Sto per morire.
4) "Ehi, non sarai al sole da troppo tempo?"
5) "Stai tenendo sveglia l'intera città"/.Tony conosce perfettamente la voce alle sue spalle. Non distoglie lo sguardo dall'incudine. "Timely è abituata ai miei orari"
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: FIAMMA
Universo: Marvel - 1872

Note: Per chi non conosce l'universo, si tratta di una serie a fumetti di quattro numeri ambientata in una cittadina del vecchio west. Steve è lo sceriffo e Tony, dopo aver smesso di produrre armi, è diventato il fabbro del paese.
Vi basti sapere che sono innamorata di questo universo.
(La FF contiene spoiler del finale della serie)

**************************


Il rumore ritmico del martello che batte contro il metallo caldo appoggiato sull'incudine risuona nella notte limpida di Timely.

Tony osserva la curvatura della piastra modellata sulla misura del suo petto. La rigira con le pinze e si volta verso la forgia, per osservarla attentamente alla luce del fuoco.
Insoddisfatto da quel che vede, volta le spalle alle fiamme e riprende in mano il martello.

"Stai tenendo sveglia l'intera città"

Tony conosce perfettamente la voce alle sue spalle. Non distoglie lo sguardo dall'incudine. "Timely è abituata ai miei orari"

"Certo", dice divertito Rogers, ed entra nel laboratorio senza chiudere la porta dietro di sé. Non che avrebbe potuto attutire il rumore che Tony non si preoccupa di star facendo, nel cuore della notte. "Di nuovo l'armatura?"

"Penso di poterla rendere più leggera senza sacrificare la protezione. Oh, e le fessure per gli occhi vanno allargate".

"Non può aspettare domani?", il tono è forzatamente casuale.

"Perché, pianificava di arrestarmi, sceriffo?"

"Forse dovrei. Almeno, in cella dormiresti tu e il resto di Timely"

"Steve", dice, a bassa voce, perché non è solito chiamarlo così. "Sta arrivando una guerra. Non posso non essere pronto"

Steve non lo contraddice, ma si limita a guardarlo, immobile accanto al fuoco e, tra le luci e le ombre delle fiamme che guizzano, è perfetto, nei suoi abiti azzurri tenuti con cura e con la stella lucente appuntata sul petto. Tony sente il cuore dolergli.

Sente il desiderio di allungare una mano e passare le dita tra i capelli biondi e lunghi come una necessità fisica. Lascia la presa sul martello e si volta per versarsi altro whisky.

"Credevo che avessi smesso di bere".

Tony piega la testa all'indietro e manda giù il contenuto del bicchiere in un solo sorso. Accoglie la sensazione di bruciore alla gola come una vecchia amica. "Avevo anche detto che non avrei più preso in mano una pistola", dice, alla fine.

Quando si volta a guardarlo, sul volto di Steve è dipinta un'espressione di compassione.


So perché lo hai fatto, dice quell'espressione - e Tony si domanda se lo sappia davvero; se Steve sia in grado di capire perché Tony, rinunciando alla promessa fatta, quel giorno abbia raccolto da terra una delle pistole degli scagnozzi di Fisk e abbia sparato, senza esitare.
Tony non sa se Steve sia mai stato innamorato.


"E poi c'è da festeggiare un anniversario", dice, versandosi altro whisky. Non perde tempo a offrirlo all'altro.

Steve non chiede quale sia la ricorrenza. "Una veglia"

Tony appoggia il bicchiere ormai vuoto e afferra direttamente la bottiglia, abbandonando ogni pretesa. "Già, una veglia. Che io sia maledetto se passo questa giornata senza un goccio di alcol in corpo"

Cerca di convincersi che le lacrime che sente siano causate dal bruciore del whisky che gli scende in gola. E' un alcolico di una marca da quattro soldi e Tony l'ha scelto con cura, come una sorta di contorta punizione.

"Non è stata colpa tua"

Tony stringe la presa sulla bottiglia, perché per un attimo, tutto quello che vorrebbe è scagliarla contro la figura perfetta di Steve.

"Il risultato non cambia", dice, la voce quasi come un ringhio tra i denti stretti.

Steve non risponde, ma resta immobile a braccia incrociate e la sua figura, alla luce del fuoco, sembra tremolare, come una fiamma sul punto di spegnersi.

"Tu e la tua maledetta ossessione per la giustizia e la verità". Esclama Tony, gettando a terra la bottiglia di whisky che si infrange in mille pezzi con un suono soddisfacente. "Dovevi proprio sfidare Fisk?". Le parole amare quasi gli restano bloccate nella gola, soffocandolo.

Con una fitta di vergogna si accorge di star piangendo; le lacrime gli rigano il volto impiastricciato di polvere e sudore. Non cerca di asciugarle, non ha nessun senso nascondere il viso alla vista di Steve.
(Steve l'ha visto in condizioni peggiori; come quelle volte che, a quattro zampe come un animale, vomitava l'anima - e tutto ciò che aveva bevuto - dietro il saloon già alle dieci di mattina. Oppure quella volta che si è lasciato trascinare via dalle donne del paese piangendo come un vigliacco; anziché piantare una pallottola in fronte a Fisk ed evitare un bel mucchio di sofferenze a tutti).

Afferra le pinze e abbassa lo sguardo sulla piastra che ha abbandonato sull'incudine. Ha ancora parecchio lavoro da fare. Si volta verso le fiamme della forgia.

"Giustizia e verità?", mormora Steve. Il calore intenso del fuoco asciuga le lacrime di Tony, lasciandogli soltanto i segni del loro percorso, sul viso impolverato e stanco. "Non sono forse la giustizia e la verità che difendi, quando indossi quella tua armatura?"

Non sa se sia colpa della stanchezza o dell'alcol che ha in corpo o se la voce di Steve lo distrae, ma una lingua di fuoco guizza verso l'alto e, prima che riesca tirar via la mano, gli sfiora il palmo.
Tony lascia cadere le pinze con tutta la piastra tra le fiamme e si ritrae di scatto, sobbalzando per il dolore improvviso della scottatura.

Si porta la mano al petto e alza gli occhi, in cerca di una caraffa d'acqua in cui immergerla.

"Non ho mai detto di non essere un ipocrita", dice, alla fine, nella stanza vuota, più stanco di quanto sia mai stato da quell'odioso pomeriggio dell'autunno precedente, in cui lui, Lupo Rosso e un pugno di altri uomini hanno calato la bara di Steve nella terra smossa.



Il rumore ritmico del martello risuona per il resto della notte a Timely.
   
 
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