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Autore: Fiamma Drakon    07/07/2009    1 recensioni
Una raccolta di one-shot EdxRoy.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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6_San Valentine's Day Era estremamente difficile riuscire a far convivere due caratteri simili, eppure loro ci riuscivano: Fuoco e Acciaio erano fin troppo simili, ma riuscivano, nel complesso, a coesistere pacificamente.
Inizialmente non era così: immediatamente dopo il loro primo incontro, avevano iniziato a provare una sincera, palese e talvolta garbata antipatia, anche se molto più spesso questa si trasformava in odio quasi mortale. Poi, per qualche fortuita circostanza, o più semplicemente per volere del Fato, quell’antipatia si era gradualmente trasformata in amore vero e proprio.
Nel loro rapporto non esistevano parole dolci né moine, solo sfrenata bramosia di piacere, puro e intenso.

14 Febbraio, dalle giovani coppiette giorno conosciuto anche come San Valentino.
In ogni dove erano disseminati femminili addobbi cuoriformi di ogni immaginabile tonalità di rosa e rosso, che parevano essere esposti al solo scopo di ricordare costantemente a chiunque vi posasse lo sguardo che quello era il giorno degli innamorati.
Nelle vetrine delle pasticcerie abbondavano fronzute scatole di pasticcini vari e nei negozi di fiori non mancavano enormi mazzi di rose rosse.
Tutti quei cuori, tutti quei fiori e tutti quei fronzoli gli facevano venire il voltastomaco: troppo, decisamente troppo femminile.
Lui era il Fullmetal Alchemist e, in quanto tale, non riusciva a sopportare la vista di tutti quegli addobbi femminili.
Era in momenti come quelli che era contento di stare con un uomo: niente frivole smancerie tra i piedi.
L’unica cosa importante per lui, era che era domenica, l’unico giorno della settimana in cui poteva stare con lui tutto il giorno, dato che era il suo unico giorno libero.
A quel pensiero, il giovane Acciaio accelerò ancor di più il passo, cercando di accorciare nel minor tempo possibile la distanza che lo separava dalla casa del colonnello.
Trepidava nell’attesa di rivederlo: troppo impaziente, come gli ripeteva sempre suo fratello Alphonse. Chissà, forse non aveva tutti i torti...
Accelerò ancora: doveva assolutamente rivederlo.
Quando giunse davanti a casa sua, alzò lo zerbino e prese la chiave di riserva, quindi la fece nella toppa.
La serratura scattò e la porta si aprì.
La casa era immersa in un placido silenzio, il che stava a significare che il colonnello stava ancora dormendo nonostante fossero le undici e mezza passate.
Il biondo sorrise quando il suo pensiero si soffermò su Mustang ancora assopito nel suo letto matrimoniale al piano di sopra.
Si apprestò a salire, trepidante, mentre sul suo viso prendeva vita un provocatorio sorrisetto sghembo.
Percorse rapido il corridoio e schiuse l’uscio quel tanto che bastava ad intravedere l’interno: in un indefinibile groviglio di coperte, sdraiato scompostamente e beatamente addormentato, c’era il colonnello Roy Mustang.
Il biondo entrò con passo felpato nella stanza, avvicinandosi silenziosamente al letto, osservando divertito gli scompigliati capelli neri del militare.
Gli si sedette accanto e si chinò sul suo orecchio.
- COLONNELLOOOOOOO!!!!! -.
Il suo urlo fece letteralmente drizzare i capelli del moro, che spalancò gli occhi di botto e scattò seduto, palesemente spaventato.
Sbatté, confuso, le palpebre e si guardò intorno, finché il suo sguardo si soffermò sul biondo accanto a lui.
- ACCIAIO! Io ti... - esordì, adirato, ma Edward gli fu addosso prima che riuscisse a proferire un’altra parola e lo baciò con fervore, a lungo.
Mustang si abbandonò alla passione e lasciò che il suo peso sul proprio petto lo facesse ripiombare sdraiato sul letto.
- Buongiorno, colonnello... - gli disse Edward con fare provocatorio, sfiorandogli con il dito lo zigomo, scendendo poi lungo il profilo del viso fino alla base del collo.
- Bel buongiorno, mi hai quasi rotto un timpano! - replicò Roy, scoccandogli un’occhiata di sbieco.
- Quasi... quindi non hai di che preoccuparti - esclamò il biondo, sorridendogli con fare innocente - E poi, sono già le undici e mezza passate! - aggiunse.
- E allora? Oggi è domenica, non devo mica andare in ufficio! - ribatté il moro, facendo per coprirsi di nuovo.
- Sì, però io sono qui... - gli rammentò Edward, inarcando in modo molto più che eloquente un sopracciglio.
Si squadrarono vicendevolmente per qualche istante, in silenzio.
Mustang, infine, sospirò.
- Va bene... mi alzo! - esclamò il militare, mettendosi seduto sul bordo del letto.
Acciaio sorrise di sghembo e si lasciò attirare dalle braccia dell’altro, che lo baciò di nuovo, con fervore.
- Oggi è San Valentino... - gli mormorò all’orecchio l’Alchimista di Fuoco.
Il biondo abbassò lo sguardo, stirando le labbra in una smorfia che esprimeva meglio di qualsiasi parola i propri pensieri.
- Qualcosa non va...? - chiese Mustang, posando sulla fronte del Fullmetal un casto bacio.
- In giro è pieno di gente... - si lamentò il biondo, incrociando arrabbiato le braccia sul petto.
- E allora? - domandò l’altro, inarcando un sopracciglio per la sorpresa: non era da lui lamentarsi così.
- E allora tutti quei bacini, tutte quelle moine, i fiori, i cioccolatini! - s’interruppe e volse altrove lo sguardo, visibilmente irritato - Mi danno la nausea - concluse.
Mustang gli prese dolcemente un ciuffo di capelli dorati e lo arricciò attorno ad un dito, prendendogli poi il viso e voltandolo verso di sé.
- Non è detto che dobbiamo uscire per forza - gli ricordò il moro.
Nei suoi occhi neri come la pece prese vita uno scintillio diverso che il biondo riconobbe all’istante e che dipinse sul suo viso un’espressione tentatrice. Le coccole.
- Buon San Valentino... - sussurrò Mustang all’orecchio di Edward.
- Me ne frego di San Valentino... - ribatté l’altro, posandogli un prolungato, fervido bacio sulle labbra.
Si distesero l’uno accanto all’altro, avvinghiati, nuovamente prede del piacere che così tanto spesso li assaliva, in quei rari, dolci momenti di solitudine.
   
 
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