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Autore: Percyxx    14/07/2018    1 recensioni
Nathan non crederai mai a ciò che sto veden… - non finì la frase che un enorme mano che sembrava fatta di pietra lo afferrò e lo tirò fuori.
Tutto ciò in cui credevo crollò non appena mi avvicinai alla parete sfondata, vidi due esseri alti almeno quattro metri uno era un ciclope, me lo fece intuire il suo unico occhio verde grande quanto un piatto di plastica.
I protagonisti sono inventati da me ma durante la storia potranno comparire i personaggi di Rick Riordan
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio
Note: Nonsense | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Nathan

- Allora, tutto iniziò dai 5 figli di Marck Freeman che vissero nel 1200 in Inghilterra. - disse mia madre mentre stringeva tra le mani il suo bicchiere di limonata e osservava il liquido come se fosse chi sa che pozione magica.

- Ma cosa c’entra questo con il padre di Nathan? - chiese Ezio dubbioso.

- C’entra che quelli non erano semplici ragazzi, anche se erano i figli di un contadino desideravano ardentemente: potere, ricchezze e avventure, perciò a 18 anni 4 di loro se ne andarono per il mondo ed ognuno di loro interagi con una mitologia dando vita a potenti famiglie. Il quinto invece rimase con i genitori, perché vide nella piccola proprietà della famiglia del potenziale che sfruttò poi al massimo, arrivando ad avere grandi proprietà. Per aumentare le sue ricchezze non si fece troppi problemi nel’ uccidere e nel rubare, ma anche nel fregare chiunque gli capitasse per le mani con sporchi trucchetti. Lui fu l’unico dei cinque a mantenere il cognome di famiglia e noi Nathan, discendiamo da lui. Ad un certo punto le famiglie dei 5 figli di Marck entrarono in guerra tra loro, ognuna voleva che la sua mitologia prevalesse sulle altre e distruggendole ottenere potere e certo per far scoppiare queste guerre vennero usate delle scuse, come ad esempio finti furti di manufatti. I Freeman che non avevano interagito ne con divinità greche, ne nordiche, ne giapponesi, ne egiziane vennero considerate neutrali ed ogni fazione desiderava accaparrarsi il loro aiuto monetario. Loro ne approfittare ovviamente ed ottennero molti manufatti, così facendo ricavarono talmente tanta magia che senza nessuna parentela divina potevano tener testa alle 4 famiglie. Si stabilirono in Italia perché così potevano raggiungere facilmente le 4 casate e ne 1800 decisero di attaccare contemporaneamente tutte le casate che esistevano, perché si, si erano create anche altre famiglie legate ad altre religioni ancora. Furono sconfitti e decimati e le loro reliquie furono perdute per tutta la nazione. Ora veniamo cacciati come banditi, ma fortunatamente abbiamo imparato ad usare un po' di magia e a nasconderci.

Da pochi anni gli dei hanno abbandonato l’Europa stanchi delle continue guerre e a causa di ciò la magia mutò spaventosamente ed insieme a loro i mostri.

Ora, anche se la nostra famiglia rifiutava per motivi politici qualsiasi mitologia continuava comunque, non si sa perché, ad attirare divinità. Così un giorno tua nonna incontro Efesto che era arrivato in Italia per sperimentare alcune sue macchine e se ne innamoro subito. Dal loro amore nacqui io, con il dono del controllo del fuoco che scoprimmo essere comune nei discendenti europei di mio padre, lui disse che era a causa della magia mutata nel continente.

La mia vita non fu facile, i mostri non erano più quelli di una volta, alcuni smisero di tornare dal tartaro mentre altri iniziarono ad accoppiarsi tra loro dando vita a creature potenti ed orribili, in più dovevo tenere segreti i miei poteri. A questo punto della storia compare tua madre Ezio che conobbi al liceo e che divenne la mia migliore amica, lei mi aiutava e mi copriva sempre quando un mostro mi aggrediva, tutto ciò capitava abbastanza spesso. Pochi anni dopo l’università, mentre camminavamo per la città, incontrammo i vostri padri per caso mentre parlavano, se io rimasi affascinata da tuo padre, Nathan, Alessia invece schifò a pelle tuo padre, Ezio, anche se poi se ne innamorò follemente.

- Come era mia padre?- chiesi curioso.

- Beh è ovvio che tu voglia saperlo Nati, in fondo non lo hai mai conosciuto...- cerco di rispondere mia madre prima che la interrompessi

- Non mi interessa sapere in particolare la sua persona, mi interessa solo capire che divinità era- dissi secco.

- Ah, allora non ho molto da dire su di lui, era bravo a combattere i mostri come ogni dio ed era bravo a fare tutto come ogni dio, ma sopratutto era molto furbo e sapeva come convincere le persone. - disse con tono sognante ma malinconico, la potevo capire, le dispiaceva che non mi importasse quasi nulla di mio padre, la persona di cui si era innamorata, ma la verità era che non ci potevo fare niente, non mi poteva interessare nulla di una persona che non avevo mai conosciuto.

- Credo di aver capito chi è tuo padre Nathan, se è come ha detto tua madre non può che essere Mercurio e così si spiegherebbe la tua velocità e la tua resistenza alle cadute- disse Mann mentre batteva nervosamente le dita a ritmo di quella che mi sembrava “ It’s my life” di Bon Jovi.

- Questo ti rende bravo in tutto – disse Ezio pensieroso, come se cercasse di capire quanto sarei stato utile in una battaglia.

Non aveva senso però, io ero abbastanza maldestro e non ero molto loquace. Non potevo essere figlio di mercurio solo perché ero molto veloce

- Può darsi, ma quello che vorrei sapere, Marta, è se Mercurio ha fatto qualcosa di strano dopo essersene andato, è il dio della scaltrezza e fa sempre in modo che i figli sopravvivano il più possibile. - chiese Mann.

- In verità mi ha lasciato qualchecosa per proteggere Nati e mi disse di dargliele quando sarebbe stato pronto.- Mia madre si alzò andò nella sua camera da letto e torno con un mucchio di panni neri, li pose sul tavolo, ne scoprì uno e sotto di esso vi erano due bellissime spade spezzate che sembravano essere di bronzo, entrambe erano spezzate ma ad occhio dovevano misurare più o meno un metro, quando ancora erano intere, ma ora le lame attaccate alle rispettive else, misuravano poco più di trenta centimetri. La cosa che attirò la mia attenzione furono le scritte sulle else, una diceva “ Spirito” l’altra “Psiche”, intuì fossero i nomi delle spade.

- Però adesso che ci penso i vostri genitori quando nasceste vi presero per un giorno e vi riportarono l’indomani mentre emanavate luce.- disse mia madre guardando me e il mio compagno d'avventura.

- Ehi Ezio con queste ci potremmo difendere nel caso incontrassimo un mostro, mi chiede solo se avremmo il tempo di ripararle.- dissi entusiasta guardando le spade, ma nel momento stesso in cui dissi questa frase ebbi un deja vous: una parete che esplode, il classico suono di un palmo che sbatte fortissimo su un tavolo, un sacco di libri che volano per aria, un sacco di polvere causata da mattoni ridotti a sabbia, la nostra libreria per terra a pezzi ed un enorme pugno coperto di pelliccia nera, grosso quasi quanto quello di quella mattina, che usciva dal muro. Il pugno ritornò fuori dal palazzo e la parete crollò facendoci vedere che sul palazzo era atterrata una manticora dal pelo nero lunga almeno venti metri che ci scrutava a testa in giù.

Ora lo so, voi direte, ma Nathan come facevi a sapere che fosse una manticora, beh punto uno ero abbastanza ferrato sulla mitologia greca da notare anche alcune differenze rispetto alla manticora originale, come ad esempio la tripla coda da scorpione o la stazza esagerata, oppure ancora le orecchie da pipistrello attaccate alla testa umana, punto secondo non poteva essere certo la vicina del piano di sopra che si lamenta per il troppo rumore no?

La bestia ci guardò e fecce scattare le sue tre code che si stavano dimenando per l aria e tento di trapassarci da parte a parte, ma per fortuna Mann schivò il colpo e mia madre alzo il tavolo e lo uso come scudo per difendere me e il mio amico.

Poi la bestia con poca intelligenza tentò di entrare nel soggiorno e il nostro nuovo amico rosso, con molta velocità tirò fuori un fucile d’assalto, lo montò ed iniziò a sparare al mostro, la velocità con cui lo fece era strabiliante, certi movimenti non li scorsi nemmeno.

In pochi secondi Mann aveva già scaricato un caricatore, purtroppo non fece alcun effetto se non infastidire la bestia e farla arretrare di qualche metro.

Io ed Ezio mentre accadeva l’inferno intorno a noi prendemmo rispettivamente Psiche e Spirito e andammo all’attacco provando a tagliare le zampe anteriori del mostro, non avemmo molto successo visto che le lame erano rovinate e corte, ma piano piano riuscimmo a spingerla fuori dall’edificio. Ad un certo punto, quando la bestia tentennò a causa della perdita di equilibrio il figlio di Giove, in modo troppo teatrale, tirò indietro le mani e poi le mosse spostando insieme ad esse tutta l’aria della stanza colpendo così la bestia che si sfracellò a terra.

Pensammo di averla sconfitta, di avercela fatta, ma appena tirammo un sospiro di sollievo, una delle code entro nella stanza e prese mia madre portandola fuori. In quel preciso momento pensai: non potevo stare zitto? Perché non tengo mai la bocca chiusa? Quelle code quanto cazzo sono lunghe?

Mi avvicinai alla parete distrutta ed ebbi un altro deja vous, una persona a cui tenevo in pericolo ed un salto nel vuoto da fare per salvare tale persona.

- MAMMA!- gridai in un misto di terrore e furia.

- Coprimi le spalle!- dissi a Ezio dopo essermi fatto dare Spirito.

- Scherzi? Vengo con te.- mi rispose il corvino, dopo di che ci lanciammo entrambi verso il mostro in un salto della fede.

Ero pronto a combattere, la frenesia dello scontro mi stava prendendo, i sensi si stavano affinando al massimo, ma nel preciso momento in cui mi stavo per scontrare con il dorso alato del mostro accaddero due cose: l’aria mi rallentò la caduta permettendomi di non farmi male e io mi sentì trascinare di nuovo nella stanza mal arredata, a quel punto però, in un impeto di rabbia pensai che io in quel momento non mi sarei tirato indietro e avrei salvato mia madre.

Mia madre però non fu la classica principessa da salvare, si liberò dalla stretta della coda incendiando quest’ultima e atterro senza farsi niente sul dorso dell’animale bruciandolo ovunque passasse. Intanto Mann era sceso dal sesto piano per le scale e continuava a sparare sulla bestia puntando agli occhi.

Io nella furia dell’attacco, mentre Ezio continuava a colpire con scariche elettriche, tagliai alla creatura le sue ali ad una velocità disarmante, ma non mi limitai solo a questo, grazie alla mia incredibile velocità e con tutta la forza che avevo nel corpo, tagliai in un sol colpo tutte e tre le code di cui era munita la bestia e saltai giù insieme a mia madre, anche il mio collega non si limitò però, si alzò in aria in un secondo e come solo Giove poteva fare lanciò il suo fulmine sulla bestia uccidendola.

Lo sforzo del colpo fece svenire il corvino che inizio a precipitare senza sensi, io mi mossi per afferrarlo, ma persi tutte le energie, le gambe mi crollarono, e rotolai a terra ad una velocità moderata, diciamo abbastanza moderata da procurarmi un bel po’ di graffi e distruggermi i vestiti.

Non svenni subito però, vidi infatti Mann prendere al volo Ezio e atterrare di schiena sull’asfalto, scenografico ma molto doloroso pensai, dopo di che vidi la bestia riprendersi e attaccare mia madre, ormai avevo perso anche il controllo del corpo perciò ero costretto a guardare.

Il mostro si avvicinò velocemente alla sua preda, ma essa si ricopri di fiamme e nel momento in cui il mostrò si fermò per afferrarla con i denti, essa sparo una fiamma cosi intensa nella bocca della manticora da ucciderla e da diffondere per tutto il quartiere l’odore di carne arrosto.

- Vedi di morire in fretta, se non lo hai già fatto!- disse la corvina.

La bestia continuò a bruciare anche se ormai mia madre si era allontanata.

- Mann corri a prendere le...- furono le ultime parole che sentì dire da mia madre prima di svenire del tutto.

Chiedo scusa se il capitolo non si leggeva oggi, non ho idea di cosa sia accaduto. Aspetto comunque le vostre recensioni

   
 
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