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Autore: AngelCruelty    14/07/2018    1 recensioni
Una donna maledetta.
Il volto dell'amore passato, presente o futuro che si manifesta a chi la guarda.
Centinaia di uomini disposti a dare la vita per lei, o forse ... non per lei.
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Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il volto




 
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IL VOLTO
Episodio 2: La maledizione
 
Ripassai per l'ennesima volta lo strato di rossetto che avevo applicato sulle mie labbra e poi lo infilai nella borsetta. Era giunto il momento, finalmente. Sorrisi alla me stessa riflessa nello specchio: solo con la giusta dose di confidenza avrei ottenuto ciò che volevo. Per cui eliminai ogni dubbio, indossai la maschera, e entrai in scena. Varcai la soglia del locale sottobraccio a Corrado, lo scapolo d'oro dell'ufficio in cui lavoravo. Mi aveva mandato messaggi piuttosto chiari sin da quando mi ero inserita in quell'ambiente e adesso mi sarebbe tornato utile. D'altronde lui aveva un invito al galà. Da buon gentiluomo mi scortò all'interno della sala in cui si teneva il buffet di beneficienza. Il posto era elegante, raffinato. Il pavimento dorato si abbinava alle enormi colonne scolpite che tenevano in piedi l'edificio. Bouquet di fiori si ergevano sui tavoli, più preponderanti dei manicaretti di cibo. Le tende bordeaux sembravano pesanti e coprivano interamente la vista dei palazzi milanesi che si estendeva al di là delle finestre. Il locale era gremito di gente, ma il mio sguardo vigile non faceva che cercare Bernard. Quando lo trovai non potei fare a meno di notare come fosse al suo agio in quell'ambiente, così galante, signorile. Sua moglie invece … la donna indossava un vestito nero, che le stava un pochino largo, accompagnato da decolté nere, pochette nera, maschera nera e fermaglio nero tra i capelli.
Sei ad un funerale, forse? Mi chiesi, con un pizzico di cattiveria.
Perché lei aveva più diritto di me di essere al suo fianco quando chiaramente odiava esservi? Si guardava attorno spaesata e sorrideva appena a coloro che salutavano suo marito, camminava sulle punte dei piedi quasi volesse scappare via alla prima occasione. Potevo darle una chance.
“Corrado, perchè non vai a prendere qualcosa da bere?” domandai al mio accompagnatore.
Lui mi accontentò sorridendomi, ricordandomi di non allontanarmi troppo da quel punto, cosìcchè potesse ritrovarmi con facilità. Io acconsentii, ma non appena si voltò mi diressi verso Bernard e la Serena. Lui stringeva una semplice maschera scura tra le dita, dando a vedere che non aveva nessuna intenzione di indossarla davvero. Sorrisi non appena si accorse che mi stavo avvicinando. Salutai entrambi, porgendo la mano alla donna e poi anche a lui, spingendolo ad un baciamano. L'uomo non sembrava affatto rilassato.
“Salve avvocato, come procede la serata?” domandai un po' civettuola.
“Bene, grazie.” rispose lui seccamente: “E a lei?”
“Potrebbe andare meglio.” dissi, sapendo che lui avrebbe colto subito l'allusione.
Mi gettò un'occhiataccia: “Si guardi intorno signorina Bianchi, sono sicuro che troverà il modo di ammazzare il tempo.”
Prima che potessi ribattere Corrado si infiltrò tra di noi: “Eccoti qua! Eri sparita, ho preso un po' di champagne” disse porgendomi un calice.
Io afferrai il bicchiere e lo mossi teatralmente mentre parlavo: “Certamente, ha completamente ragione!”
In quel momento rovesciai accidentalmente lo champagne addosso a Serena.
“Oh mio Dio, mi scusi!” urlai cercando di aiutarla, recitando la mia parte.
La donna divenne rossa in viso, per quel che si poteva capire dalla maschera che nascondeva i suoi occhi. Sembrava proprio un pesce fuor d'acqua, del tutto fuori posto. Continuavo a ripetere scuse a ruota, ma lei era già corsa in bagno. La seguii, fingendo ancora apprensione e cercando di liberarmi di Corrado. Mi voltai solo per un attimo, compiacendomi del fatto che Bernard stava effettivamente seguendo i miei passi. Una volta arrivata nel corridoio, osservai come Serena spariva all'interno della toilette e fermai la mia corsa, aspettando che Bernard mi raggiungesse.
“Eccoti qui!” la mia voce suonò maliziosa di proposito.
Il suo sguardo però era furioso. Non ci era ancora arrivato: “Cosa ti salta in mente?”
“Andiamo, non essere frettoloso. Non volevo farle un dispetto, stavo aiutando tutti e due. Chiaramente nessuno di noi si stava divertendo. Ora lei avrà una scusa per andare via, e io e te potremo osservare le pieghe che questa serata prenderà ...” così dicendo feci un delicato passo verso il mio amante, ponendo le mie dita affusolate sul suo torace saldo. Eppure lui non sembrava essere d'accordo con me. Mi schiaffeggiò la  mano per allontanarla da sé, e mi guardò arrabbiato: “Ti stai comportando da ignorante. Credevo avessi un po' di rispetto! Io e Serena torniamo a casa, adesso.” così dicendo seguì la moglie nel bagno.
Ero esterrefatta. Rispetto? Da mesi non faceva che lodare il suo cigno, e ora chiedeva rispetto per una donna che lui stesso aveva mortificato così tante volte? Il ragionamento era semplice, forse un tempo lui e Serena erano stati bene insieme, ora non più. Dunque perché piegarsi a una vita che nessuno dei due voleva? Non volevo vederli andare via insieme, così mi rigettai nel salone e corsi dritta verso il minibar.
Tornai nel mio appartamento a tarda ora. In realtà, non sapevo nemmeno che era fosse davvero. A dirla tutta, non fui proprio io a tornare. Fu Corrado a scortarmi per le scale e poi fino al mio letto, per poi salutarmi imbarazzato dopo aver provato a baciarmi, ricevendo in cambio uno schiaffo malandato. Ero completamente sbronza. Dalla mia posizione riuscivo a vedere il mio riflesso nello specchio del truccatoio. Indossavo ancora la maschera, la fissai, persa nel vuoto. Provavo una rabbia inaudita. Avevo creduto che dopo qualche bicchiere mi sarei calmata almeno un po', e invece non riuscivo a smettere di pensare a Bernard e ciò che mi aveva fatto. Mi aveva umiliata. Aveva preferito quella casalinga di sua moglie alla it girl che aveva stretto tra le braccia notte dopo notte … e poi accadde qualcosa. Qualcosa di molto strambo. Una voce sconosciuta parlò: “Ascolta bene e non dimenticare.” disse.
Scossi la testa, cercando di capire chi si fosse introdotto nel mio appartamento. Corrado era ancora lì? Eppure la voce non sembrava appartenere a lui, né a nessuno che avessi mai conosciuto. Era un tono neutro, freddo e allo stesso tempo saggio. Non era un uomo, ma nemmeno una donna. Cercai di mettermi in piedi ma mi girò subito la testa, per cui dovetti sedermi di scatto.
La voce parlò ancora: “D'ora in poi, ovunque andrai, tutti gli uomini che guarderanno il tuo volto non lo vedranno davvero.”
Mi massaggiai le tempie: la testa mi scoppiava. Alzai lo sguardo e la vidi. La maschera che stavo indossando, si stava muovendo e parlava.
“Apparirai agli occhi altrui con il volto del loro amore presente, passato o futuro. Per loro, tu sarai l'anima gemella che hanno sempre desiderato.”
Quando la maschera si pronunciò, stavolta vidi bene come le sue labbra si piegavano per emettere le parole, e fui colta dal panico. Cercai immediatamente di staccarla dal mio viso, ma non ci riuscii, era come incollata. Ancora panico.
“Per troppo tempo hai desiderato cose che non ti appartengono, ma ricorda, le cose  tornano sempre al proprio posto. E così farai tu. Sei stata maledetta.”

E poi, silenzio. Maledetta? I miei occhi sgranati fissarono il vuoto, la tensione crebbe nel mio cuore fino a farmi esplodere in una risata. Maschere parlanti? Maledizioni? Ero davvero troppo ubriaca. Mi gettai all'indietro sul materasso e mi addormentai.
  
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