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Autore: Samwise The Brave    07/07/2009    4 recensioni
Il giorno più bello della mia vita. Sì. Il giorno in cui dopo anni di ostinazione, per un caso del destino, per una stupido scontro alla Stazione Centrale di Milano, per una chiamata imprevista realizzai il mio desiderio più profondo e potei finalmente avere l'occasione di incontrare Billie Joe Armstrong! Ci saranno illusioni? Eccome se ce ne saranno. Ci saranno emozioni? Eccome se ce ne saranno. Ci saranno sentimenti nascosti? Eccome se ce ne saranno. Ci saranno delusioni? ... Questo sta a voi vederlo.
Genere: Romantico, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, Lemon, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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In giro per Milano! - Una deliziosa mangiata in Pizzeria In giro per Milano! - Una deliziosa mangiata in Pizzeria


Ho fatto sedere Billie davanti assieme a me, e ho chiesto a Diane cortesemente di sedersi dietro, per dar modo a Beow di osservare al meglio le bellezze di Milano, oltre che in segno di rispetto.
Adesso siamo saliti da poco e 'sto per mettere in moto l'auto.
<< I love this car... >> Billie osserva curiosamente gli interni della mia Croma, sembra proprio piacergli.
<< T-thanks Billie... My dad gived me this car for my major age. >> L'agitazione non se ne vuole andare proprio.
<< Great taste. Which make is it? >> Non pensavo gli importasse così tanto.
<< It's a Fiat... a Fiat Croma Emotion. >> Ticchetto nervosamente l'indice sul volante, in modo da scaricare in qualche modo quelle pervadenti emozioni.
<< Ha! Fiat... It's an italian dealer, right? >>
<< Yeah, it's so. >> Mi fa piacere che sia così interessato alla mia macchina. Quel nome mi ricorda tanto la prima casa discografica, la Fiat Records,  dove Billie a cinque anni registrò Look For Love... che tenero che era!
Faccio partire i motori, esco dalla mia postazione di parcheggiata buttandomi in strada.
<< Diane dove andiamo come prima tappa? >>
<< Mah, non so... forse è meglio cominciare proprio con il Duomo e passiamo per Vittorio Emanuele... poi magari ci facciamo un giro al Castello Sforzesco... e poi magari andiamo in qualche parco... >>
<< Dovremmo anche andare a mangiare da qualche parte mi sa... >> Mi dirigo verso Porta Venezia per poi deviare verso il Duomo.
Infine mi volto verso Billie.
<< Would you like a Pizza for lunch? >> Penso proprio gli piaccia l'idea.
<< Yeah! Sure! I love Pizza... And Italian one is obviously better than ours, you know! >> Continua ad essere entusiasta per ogni cosa che proponiamo: mi fa molto piacere.
<< Ok... Let's go to Duomo. >> Accendo la radio già collegata ad mp3 con gli Slipknot e la loro martellante People=Shit. Armstrong improvvisamente rimane scosso e impuntandosi rigidamente come un marmo, si impala sul sedile anteriore. Io so gia' come reagire alla sua reazione.
<< I know, They sound like Tre choking on a hair ball... these are your words. >> Lo avevo letto nelle quotes poste in alto del sito, di GDA.
Già, per Billie gli Slipknot suonano come quando Tre si strozza con una borra... che schifo.
<< ...You listen to Slipknot! >> Rimane qualche secondo strabiliato con gli occhi infissi sulla radio, incredulo.
<< Ehm... >> Non posso affermare il contrario purtroppo... d'altro canto appare decisamente deluso e imbronciato. Senza parole.
Lui li odia a morte. Ha sempre odiato quella loro abitudine di mettersi maschere, e odia anche la loro musica speed e trash metal.
Una volta un ragazzo portò delle maschere sul palco, e Billie prontamente gli rispose "We're not fucking Slipknot!", in collera.
<< Do you hate metal? I heard punks hate metal... But I listen to each one, and I don't hate none of them... >>
<< Mmh... It's not really like that... >> Afferma il contrario, ma mi sembra scoraggiato più di prima.
<< Tell me a thing. I saw a video of you playing Master of Puppets by Metallica... that's metal. But on one of your guitars you put an adesive with wrote "Fuck Metal"... and when u where young, you used to listen to hard metal... so, can you explain me this strangeness? >>
<< Ok... it was only a joke, you know. >> Cerca di farla breve, quasi avesse capito che ho ragione io. Ma effettivamente mi sa che non ha mai pensato a quell'affinità contraria.
< Come mai gli importa così tanto che ascoltiamo? Siamo solamente delle estranee, quindi che importanza ha? Ovviamente avere dei fan è bello, però noi siamo già sue fan. O che voglia che ascoltassimo solo punk per capriccio? Che bambino. Non è ancora cresciuto dopotutto! > Incomincio a ridere mentalmente. L'ho sempre adorato in quei comportamenti da bambinone.
<< Hey, Billie... Come on! Don't worry, we love a lot of musical genders, from j-pop to hard metal... Also punk rock and other ones! And that's why I love Green Day, Sex Pistols, The Clash, Nirvana, Rancid and some other ones... I like Operation Ivy, i like Pinhead Gunpower... but I would like to listening also to Bad Religion, Hüsker Dü and so on. >> Rimane zittio.
<< You listen also to The Clash and Operation Ivy? >> Forma grammaticalmente scorretta. Ma che dire? Lui è americano!
<< Yay >> Sorrido.
<< And Do you listen to Ramones too? >>
<< Ehm... I've heard something, but not quite well... They're very good! I know Ramones are like a bibble for ya. >>
<< Yeeaah. >> Allunga una profonda affermazione. Mi sorge un dubbio: che Diane capisca quello su cui stiamo discutendo?
<< Ma di che state parlando? >> Effettivamente no. Mi volto verso di lei e le ricordo chi erano i Ramones.
<< Non ti ricordi i veri padrini del punk? Che non sono i Sex Pistols ma i Ramones? Te ne avevo parlato! >> Mi squadra per qualche secondo e poi le viene in mente tutto quanto.
<< Aaah! >>
<< Eeeh! >> Rispondo io. C'è un breve tempo di silenzio seguito da una richiesta di Billie inaspettata.
<< And the question of the year is: What's your name? I didn't ask you before, you know? >> La cosa più importante ce la siamo lasciata scappare come stupide.
<< Sorry! I forgot to tell you! I'm Diane! >> Fa lei sbucando dal suo nascondiglio posteriore sempre con grande agitazione e uno sbriciolo di imbarazzo, ma comunque con molta rapidità.
<< And you? >>
<< I'm Marica. >>
<< Diane and Marica... Very nice names, you know? >> Mi vengono i brividi. E' troppo strano sentir pronunciare il proprio nome da lui, con quello slang che lo trasforma sforzatamente in una cosa tra americano e italiano mixati assieme. Invece il nome della mia amica lo trasforma da francese a inglese, ovvero da "Dian" a "Daian"...
<< I love yours. It's too cute... >> Mi riferisco al suo nome. A Diane non piace tanto proprio perchè sembra un pò da cani, ma io lo adoro particolarmente, e forse per quella sua finitura canina. E' un nome assolutamente figherrimo, e io adoro tantissimo i canidi, sopratutto i lupi che sono i miei animali preferiti.
Mi piacerebbe spupazzarmelo come un peluche, ma non posso manco abbracciarlo nuovamente, quindi mi trattengo.
<< Thanks!... I don't like it at all... but it can be nice... >> Assume un'aria pensierosa.
Incomincia un breve silenzio di qualche minuto.
L'agitazione improvvisamente risale, segno che sto tornando alla realtà, che mi ricordo con chi sto in macchina, con chi ho parlato, con chi ho bevuto un caffè e chi ho guardato fino a pochi istanti prima.
Lui ha il volto rivolto fuori il finestrino, e un'espressione che rispecchia chiaramente quanto sta apprezzando quello che vede al di fuori della macchina.
Punto gli occhi sul retrovisore e scopro Diane paonazza, con una mano che le copre la bocca e lo sguardo smarrito, lanciando occhiate a destra e a manca. Infine punta gli occhi sullo specchietto e ci scambiamo due occhiate per un segno di Ok. Penso sia proprio nella mia stessa condizione.
< Ci sono così tante cose che vorrei chiedergli... > Sospiro pensando a tutto ciò, a quanti milioni di domande da fargli ci sarebbero da fargli, ma ahimè, non posso stressarlo appena arrivato.
Oltretutto non ne avrei tanto il coraggio, sono molto timida anche se apparentemente non sembra affatto.
Stiamo girando l'angolo di Corso Europa per entrare in direzione di Piazza San Babila, ma non ci addentriamo nel cuore di Milano per l'ecopass, abbiamo bisogno di un posto per paccheggiare la macchina, ovviamente pagando il biglietto del parcheggio a pagamento. Incomincio a girare intondo per trovare un posto per appropriato per la Croma, finchè trovo un mini-spazietto sufficiente per tutta la lunghezza della mia amata auto in un posto molto ombreggiato.
<< Where are we? >> Domanda il moretto curioso.
<< We're in Corso Europa, and the Duomo is near here. I'm parking. >> Le mie manovre sono veloci e precise, e in una manciata di secondi spengo l'auto e scendiamo.
Mentre chiudo automaticamente la mia Croma, rimango distratta da Billie che chiude la porta e alza il viso in cielo, con un paio di occhiali neri dalle lenti spesse piazzate sul naso.
< Mamma mia quanto è bello... > Proprio in quell'istante mi sembra quasi un modello, non so, forse è la posizione o l'angolatura della prospettiva... però non posso smettere di dire che lo adoro infinitivamente.
<< Billie? >> La mia amica lo chiama da dietro lui, girandomi anche io, facendomi perdere la goduria di quella bella vista, di un uomo decisamente troppo grande per me, ma che ormai non posso più riconoscerlo come irraggiungibile come ho sempre dichiarato per tanti anni.
<< What's a...? >> Fa girandosi verso di lei immediatamente. Penso intenda "What is?..." ma la sua pronuncia americana nasconde fortemente quello che dovrebbe dire seguendo le regole grammaticali.
<< Do you want a piece of Pizza, or the round one? >> Che domanda intelligente! Non gliel'avrei mai proposta da parte mia. Se non ci fosse Diane, sarei persa!
<< Which is better? I don't know... you know, I would like to eat the best one! but the original is the round one, you know?! So, maybe I prefer it... >> I famosi "you know" si fanno largo finalmente nel suo gergo. E' diventata una cosa importante sentir pronunciare sparse e numerose quelle due paroline magiche nel linguaggio di Amrstrong... non per dire hanno fatto anche i remix degli "You know" di Billie su Youtube!
 << Ok... Mari, dov'è che si mangia la pizza tonda? >> Sono il navigatore di Milano ormai. Tutti chiedono sempre a me, tutto merito di mio padre che è un navigatore umano.
<< Beh, follow me. >> Faccio segno con la mano di seguirmi.
Gli edifici sono molto alti, dalle forme ottocentesche e degradati dagli eventi atmosferici: sicuramente una delle caratteristiche della nostra grigia ma amata vecchia città. Si vede in lontananza la Galleria Vittorio Emanuele dove passaremo in seguito.
Billie tiene sempre gli occhi puntati ovunque, è un grande osservatore.
< Mamma che puccio che è! > E' troppo tenero con il suo giacchino di pelle, così bassino... Poi mi viene una grande idea.
<< Diane... >> La chiamo dalla sinistra di Billie; ovviamente in uno stato ancora semi-perso, e scommetto a suo modo non sa come comportarsi, però non possiamo di certo lasciare il front-man per le sue.
<< Che c'é? >> Mi risponde. Anche il moro si volta, ma facendo finta che non ce l'ho con lui, ritorna ad osservare tutto quello che ha di fronte.
<< Senti, tanto non ci capisce... fai finta di niente... volevo provare ad inventarci una scusa per starle attaccate... tipo che è normale in Italia andare a braccetto con una ragazza quando si passeggia, o cose così... >>
<< Dai, dai! Proviamo! ...Però se poi nota che nessuno va a braccetto? >>
<< Va beh, diciamogli che sono villani, che ne so... dai proviamo prima! >> E' strano che l'idea provenga da me. Io non avrei mai il coraggio di fare una cosa del genere. Il mio timidismo e' potente, ma se riesco a non svenire di fronte ad Armstrong, che cosa potrà mai essere andare a braccetto con lui?
L'abbiamo lasciato un pò davanti a noi mentre ci siamo parlate. Sgambetta a passi lenti, con occhi osservatrici di tutto quello che si trovano davanti.
<< Billie! >> Alludiamo ad una lenta corsa verso di lui e lo prendiamo contemporaneamente sotto braccio, io sulla sua destra e Diane sulla sua sinistra.
Mi sembra incredibile poterlo riabbracciare di nuovo...
<< Hey!!! ohi-ohi!... >> Sorride dolcemente, mentre si raddrizza dalla spinta che ha ricevuto dal colpo che gli abbiamo dato da dietro. Ci accarezza il capo, e a quel punto non posso più trattenermi e mi infilo sotto il suo braccio con la testa poggiata vicino l'ascella. Stessa cosa fa Diane sull'altro lato.
<< You're so cute! >> Mi scappa improvviso.
<< Me?! A-Are you kidding? I'm not cute! I'm not handsome! I'm ugly, girls! >> Come fa a dire una cosa del genere?
<< Shut the fuck up! You're so damn smexy! >> Oddio. Cosa mi è mai scappato dalla bocca. Immediatamente mi accorgo di cosa ho detto così sbadatamente. Billie è leggermente scosso.
<< S-sorry, I didn't want to... >> Almeno ho trattenuto moron, un poco provocatorio per un "estraneo". Gli angoli della bocca si piegano in una smorfia di sorriso, e poi una risata veloce ma forte scappa anche a lui.
<< Bwahah, Me... smexy? A lot of people find me sexy, cool, cute... but also smart... I'm not a smart person! >>
<< And I think you're smexy, it's my opinion. >> Quasi metto il broncio. Voglio aver ragione a tutti i costi, sono totalmente fuori di testa. Talmente fuori dal riconoscere che sto parlando con Billie Joe, e quindi che finisco anche per conversarci come se fossimo amici d'infanzia.
<< Ok, ok! It's what you think of me. It's crappy nice, you know? >>
<< Che è crappy? >> Fa Diane spuntando dal nulla a risolvere quella mini-tensione senza un fine ben preciso.
<< Beh, in quel contesto è da prendere come un incredibimente carino... ancora meglio, potrei dire molto carino... >>
<< Ma che vuol dire realmente? >>
<< Vuol dire "di merda"... >> Secco e preciso. E' quello che ci vorrebbe in ogni occasione.
<< A-ah... >> Rimane un pò confusa, con la bocca leggermente aperta e lo sguardo fisso e pensante, come di sua abitudine, quasi pensasse che magari non avevo ragione e che Armstrong si fosse offeso, rispondendomi un pò in modo petulante.
<< M-merda? >> Fa Billie con fatica.
<< It's shit. "Merda" is the italian for "shit". >> Gli faccio gioiosa, ultra-contenta di sentirlo parlare in italiano.
<< Oh, cool! Like "merde" in french! >> Da quel che so, Billie parla francese. Ma io sinceramente non ci credo tanto...
<< Billie... Can you speak French? >>
<< A bit... I know only few things... I wasn't so good at school, you know... >> Ecco. Magari quella famosa frase dei bocchini e del parlar francese era intesa come parlare francese in quel contesto, ovvero dopo avere puntato a se stesso dicendo "Moi".
Ritorna il fatidico silenzio.
<< Ma 'sta pizzeria dove sta? >> Interviene Diane, tra il mezzo seccato e il curioso.
<< Beh, una buona pizzeria... Stavo pensando all'Iris... si trova vicino a Piazza Missori... sono circa 350 metri dal duomo. >>
<< Ah beh, allora andiamo lì! Sto morendo di fame!!! >>
<< Ma non è presto? Non facciamo un giro tra i negozi? Ehi, Billie, are you hungry? >> Non so che fare. Mangiare o comprare?
<< Beh, sono le 12:30 ormai... E stamattina non ho mangiato niente, lo sai che non faccio colazione! >>
<< Yeah, I'm hungry. I want to eat a very big fucking awesome pizza... >>
<< Ok... So, let's go eat before. >>
Attraversiamo velocemente tutti i 400 metri, sono davvero pochi alla fine.
Mentre ci dirigiamo verso la pizzeria ci scambiamo un pò di parole, buttate lì con poco filo logico del discorso... passiamo da qualche domanda classica sulla loro carriera a cose un pò banali, come se gli piace l'Italia e come si è trovato l'ultima volta al concerto del 2005, dato che ero arrivata in ritardo e non ero riuscita a vederli dal vivo.
<< Eccoci, è questa. >> Ci ritroviamo in un via poco illuminata rispetto le altre attorno ad essa.
Entriamo nel locale e già si nota qualcuno che consuma il proprio pasto con il proprio partner o da solo, per ristorarsi velocemente e tornare al lavoro. Nonostante tutto non è affollatto, appunto trattandosi di un giorno lavorativo.
<< Buongiorno. Quanti siete? >>
<< In tre. Ci può mettere in un posto un pò riservato, per favore? >>
<< Certo. >> Il cameriere ci indica un tavolino giusto giusto per tre persone in un angolo remoto del locale, posto vicino la finestra principale. Lo faccio per Billie, per potergli dar modo di non essere preoccupato nell'essere assalito da qualche fan o paparazzo incallito.
< Magari può togliersi anche gli occhiali... > Penso. Ma non è poi così facile.
<< Billie, stay there. >> Gli indico la sedia posta in modo da dare le spalle alla gente intorno. Io mi siedo sulla destra, davanti alla porta del bagno, che meno male non si trova troppo vicino al nostro tavolo. Diane invece si sistema sotto la finestra, con i raggi del sole focoso puntati sulla nuca.
Ricala per l'ennesima volta il silenzio, ma non passa molto per rompere il ghiaccio.
<< Which type of pizza would you like to eat, Billie? >> Gli chiede la mia amica con gentilezza, porgendogli il menu.
Lui lo apre e rimane un pò sconcertato alla vista di tutti quei tipi di pizza. Fortunatamente, essendo in una zona turistica, sul menu sono indicati gli ingredienti sia in italiano, che in inglese e in tedesco.
Intanto cominciamo anche noi a dare un'occhiatina al menu del ristorante, cosa che però non ha molta importanza per me, dato che quando entro in una pizzeria quello che ordino è sempre la stessa solfa. Diane da una veloce occhiata e poi chiude il menu, muovendolo a lato del tavolo.
<< Holy shit, how many types of pizza here! It's not so easy to choose one, you know?! >> Scorre con lo sguardo tutta la lista infinita di pizze differenti, trovando dello stupore a ogni singola pizza nella sua espressione, probabilmente causata anche da ingredienti inverosimili in America.
Le mie pupille si ritrovano nuovamente a contemplare il californiano, con una frase nella mia testa che gira da minuti, e che infine gli chiedo dopo tanta tentazione.
<< Billie... try to throw off the glasses... No one from here can see you well... >> Rimane momentaneamente interdetto, ma poi mi da retta. Sfila gli occhiali dal suo dolce viso e finalemente appaiono i suoi dolci, teneri ma leggermente segnati dalla vecchiaia occhi da cucciolone.
Sono sicuramente una delle cose che più mi attirano di lui. Il mio prototipo di ragazzo, il bello dai capelli corvini, e gli occhi dal colore del  profondo dioptasio al sbarazzino smeraldo, può essere tranquillamente applicato a Billie Joe Armstrong. In più questo benevolo uomo ha un forte carisma, un carattere un tantino egocentrico ma molto dolce, e una innata attrazione verso il proibito. Cose che a me piacciono alquanto in un carattere maschile.
<< Oh! You're better in this way, without sunglasses! >> Esclama Diane, apprezzandolo veramente per essersi tolto gli occhiali.
<< Hey, girls! Stop complimenting me for my untrue beauty! I say to you thank you, but... >> Con le sopracciglia inarcate in giù, ci trapassa tutte e due con i suoi bei occhioni, quasi a farci una mini sgridata.
<< Billie, you're really handsome, even if you did all those craps in your life... and you know what I'm referring to... >> Ma in realtà sono io a sentirmi in dovere di sgridare lui. Rimane visibilmente esterrefatto, e un pò arrabbiato per la mia troppa intromissione nella sua vita.
Vorrei dirgliene davvero tante... tipo quanto ha rovinato se stesso con tutte le droghe prese fin dalla pubertà ad oggi. Vorrei mollargli uno schiaffo con le lacrime agli occhi, e poi successivamente piangergli addosso come una fontana mortificata, sia sentondomi in colpa di avergli mollato quella botta rumorosa sulla guancia, ma soprattutto stando male per lui, per quel che si sta facendo, per qualche scherzetto maligno che probabilmente farà ai suoi figli e ad Adie, lasciandoli da soli.
Ma tutto questo è un'altra delle mie fantasticherie, e probabilmente tutto ciò non accadrà mai.
<< Cambiamo discorso, che è meglio! >> Diane lancia un sorriso alquanto sforzato e poi pone una domanda sul concerto futuro in Italia.
<< Which songs will you perform at concerts? >> Il ragazzuolo pare un pò lento di riflessi, e infatti risponde alla mia amica con un pò di ritardo.
<< You know... We finally have thought that we have always played our most famous songs. So with a lot of songs from this new album, we're going to perform other minor songs, like Warning... or I don't know... When I Come Around... >> In quel momento arriva il cameriere, avvicinandosi velocemente al tavolo. Do una specie di pacca sul braccio a Billie, in modo da fargli capire di rimettersi prontamente gli occhiali, il quale capisce al volo.
Il ragazzo, semplice con grambiulino da cameriere e faccia stanca, con foglio e penna come alla vecchia maniera ci chiede che vogliamo ordinare.
A quanto posso notare non sembra il tipo che ascolta i Green Day, ma di sicuro uno di quei classici truzzi che va in discoteca tutte le sere, non studia e lascia la scuola a 16 anni per lavorare senza voglia. Un classico qua a Milano.
<< Due pizze doppia mozzarella, una bottiglia d'acqua e una Coca Cola. >> Diane ordina sempre come me. Siamo simili in molti modi, ma anche differenti.
<< And you B, what do you want? >> Non lo chiamo Billie. E' troppo rischioso anche se il tizio è alquanto rimbambito. Billie alza lo sguardo verso di me, con la bocca semi-aperta.
<< Uh... I haven't chose yet... Hold on, please... >> Il cameriere lancia lo sguardo verso la finestra dietro Diane, con aria seccata. A vederlo così, lo fulmino con acidità, quasi a fargli capire che un buon cameriere non si dovrebbe comportare a quel modo. Lui capisce, e aspetta con gentilezza. Io gli sorrido.
<< Finally! This one! Pizza... Q-quatchro f-formaji. >> Gli fa al ragazzo indicandogli con l'indice la sua scelta.
<< Ok... >> Il ragazzo appunta sul blocchetto.
<< E da bere? >> Gli chiede rivolgendosi all'americano, il quale non capisce e ci chiede aiuto con lo sguardo.
<< He's asking you for drinking. What would you like to drink with Pizza? >>
<< Ha, got it! A beer, of course. >>
<< Una birra, grazie. >> Gli rispondo al ragazzo.
<< Piccola, media o grande? >>
<< Fai una media, prima che si ubriaca! >> Io e Diane ci lanciamo dei sorrisi, mentre Billie non riesce a capire il perchè e il giovane appunta.
<< Ok. Volete il caffè poi? >>
<< Sì, sì. Tre caffè, grazie. >>
<< Ok... >> Il ragazzo ci lascia una copia del foglio di quel che abbiamo ordinato, ripone la penna nel taschino della camicia e corre al banco.
<< However... it's Cool! I like a lot When I Come Around! >> Riprende Diane. E' davvero una bella idea. Insomma, uno dopo tanti concerti, si stufa a sentire sempre le stesse mitiche canzoni... ogni fan dei Green Day ha le sue canzoni preferite, tutte diverse in genere, e introdurne altre cui sicuramente altre persone vanno matte è una mitica idea. Nel frattempo, BJ si sfila gli occhiali, poggiandoli ancora una volta sul tavolo.
<< And what about 1,039/Smoothed Out Slappy Hours and Kerplunk!? Are few songs included on the gig from these albums? >> Era una domanda che dovevo troppo fargli sentito l'argomento.
<< Yeah, I think some songs from them will be involved in the gig. You know, we weren't born with Dookie... We became famous with Dookie, but our first album still remain Smoothed Out... >> E infatti ha ragione. Odio quando la gente comincia a contare la loro attività musicale sempre dal '94, poichè loro sono nati nell''87!
<< Finally! I can't wait to hear Knowledge, 409 In Your Coffee Maker, Dominate Love Slave or Words I might Have Ate! I fucking love those songs! Most of all Knowledge! >> Ho sempre adorato quella canzone... perchè come Dominated Love Slave si divertono un mondo a comporla, e sono terribilmente simpatici!
<< Really? So, you know us well... very well... >> Afferma con contentezza.
<< Yup! >> Gli sorrido.
E così continua il nostro parlare su un pò di curiosità sull'avvenire del nuovo album strappate dalla sua bocca senza faglielo intendere.
Scopriamo che l'album esce il 15 Maggio, non come ci avevano fatto intendere fonti sbagliate per il 5 Maggio.
Scopriamo alcuni titoli delle nuove canzoni, e Billie ci parla un pò dei temi affrontati in queste ultime.
La pizza l'apprezza tantissimo, quasi a farci intendere che non vivrebbe altro che di quella pietanza.
Ci fa dei complimenti sfarzosi sulla nostra cucina, e sulla nostra nazione. E' una cosa che non mi sarei mai aspettata da lui, sapendo come aveva passato in modo nauseante le volte che era venuto qua in Italia.
Pare una persona davvero socievole, e con grande stupore ci fa lui stesso alcune domande su di noi.
Gli argomenti rimangono sempre gli stessi in un turbine infinito, come la scuola, l'ultimo anno di superiori e la maturità ben vicina.
Nonostante a lui non andasse molto giù la storia della scuola e dello studio, apprezza assai l'argomento al quale lo invogliamo ad ascoltare, tra qualche risata e momenti seri.
Me lo ero sempre immaginata in questo modo conversare. Sapevo osservandolo nelle interviste che era socievole e scherzoso, ma anche inizialmente silenzioso. Ed è lo stesso modo con cui si comporta con noi, dando però una sfumatura dolce e famigliare nella comunicazione.
Diventa davvero una bella chiaccherata. E in compagnia sua oltrepassa il massimo.
Mi sembra di sentire l'agitazione ritirarsi, quasi essendomi perfino abituata all'idea di avere Armstrong difronte. Ma mi basta solo riflettere su tutto quello che sto vivendo, che mi accorgo della realtà e l'agitazione sale sconsideratamete al 100%.
Ma nonostante tutto riesco a controllarla ogni minuto di più che si passa con lui.
Dopo il caffè, ci concediamo un dessert, ovvero la parte più divertente di quelle due piene orette passate a ristorarci, poichè i dolci paiono tanto buoni che chiediamo un pò di uno e un pò dell'altro tutti e tre, esagerando con le porzioni, a volte strappandoci un assaggino a vicenda, stranamente come se tutto fosse ultra naturale.
Arriva il momento di pagare, e questa volta decido di farlo personalmente per tutti e tre, un pò tra litigi e ringraziamenti.
Mi sento quasi importante. E quello stupido di Beow vuole ripagarmi per tutto quello che gli ho offerto fin da questa mattina.
Fossi matta! Mai! Se mi faccio ripagare anche da lui, diventerei un fallimento!
In più, il vantaggio di questo favore sta nel essergli più di una semplice estranea, quasi come un'amica, o semplicemente un modo per ricordarsi di qualcuno che ben lo vuole qui in Italia, assieme a Diane.
Finalmente usciamo dal ristorante e ci buttiamo in mezzo alla folla di Via Torino.
<< Billie!!! There is a shop, I really think you will appreciate here... >> Esclamo in tono dolce.
<< Cool! Let's go there! What's it about? >>
<< About Shoes... >>
<< Nice... Wanna see it! >>
<< N-non dirmi che ti riferisci a quel negozio! >> Dopo esserle venuto ben in mente il famoso negozio a cui mi riferisco, Diane rimane un pò perplessa.
<< Sì, proprio quello! >>
<< Nooo!!! Un'altra figura di merda?! >>
<< Non ti preoccupare, sono passati 4 anni ormai... Non penso se ne ricorderà! >>
<< Speriamo! >>
<< Wut? >>
<< Don't ask me, let's go! >> Con naturalezza prendo per mano tutti e due, e cammino più velocemente rispetto a prima.
Sono talmente rimbecillita, che manco mi accorgo di prenderlo per mano, sentendo la sua mano incerta.
Difatti, mi volto verso di lui scopro anche la sua espressione incerta a sua volta.
Lentamente lascio la sua mano, ma improvvisamente la ristringo forte e continuo un pò rossa in volto a correre lentamente.
< Gliele voglio prendere quelle scarpe! >



























Ringrazio tutti velocemente perchè devo prepararmi per partire, e mi scuso per il TERRIBILE ritardo.

Un kiss a tutti
Sabaku no Ino

  
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