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Autore: queenjane    16/07/2018    6 recensioni
23 il numero dei gradini, della discesa in cantina. Verso la morte, dopo la prigionia, nella notte tra il 16 e 17 luglio venne perpetrata una strage, senza processo, giuria o revisione, cento anni dopo un omaggio, ai Romanov, per non dimenticare..
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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Il 5 luglio 1918 la guardia era cambiata, il giorno avanti era giunto un nuovo comandante Jurovskij, che aumentò le misure di sicurezza, una nuova mitragliatrice e di mettere delle sbarre alla finestra da cui dovevamo calarci, la  sola che era aperta per cambiare l’aria.
Era scostante e gelido,  pignolo fino alla nausea, fece inventariare i gioielli che la famiglia aveva addosso, facendo quindi apporre dei sigilli. Ignorando che la zarina e le granduchesse avevano i corsetti imbottiti di pietre preziose.
“Non potete entrare, ordini superiori”
“Come volete, ma questo latte chi me lo paga?”alzando la voce.
..nella strada c’era silenzio,una breve pausa dai  rumori mattutini,  sia Marie che Anastasia riconobbero la tua voce, che discutevi come una iena, in collera che quel giorno non potevi consegnare il latte.
Non eri venuta per sicurezza e se ti ammazzavano sia noi che i tuoi figli ne avremmo avuto un ben  misero risultato.
Cat. Catherine .. non me lo ero immaginato. “Alessio, se .. succede qualcosa, ogni cosa, promettimi che avrai cura di lei”
“.. ma che blateri Olga..” scherzava? Era impazzita? Intanto mi cambiava, a quasi 14 anni ero peggio di un infante, confinato a letto dopo la mia ultima crisi di emofilia “Cat è forte solo in apparenza.. ha bisogno di te, per non impazzire”
Già, la violenza sia fisica che verbale, un surrogato di inferno, eri diventata grande tra le botte e le parole cattive.
“Alessio, promettimelo, di non mollare, che non la lascerai sola”
“Lo prometto” Allora non avevo idea del prezzo che avrei pagato, pensavo che fosse un discorso come tanti.
COME NO.
Insieme a Jurovskij giunsero dieci uomini, indicati genericamente come soldati lettoni e prigionieri di guerra ungheresi, che sostituirono le guardie precedenti. Cenavano con J. e il suo assistente, creando malcontento con chi vi era stato in precedenza.
Poco dopo giunse una quarta lettera che prometteva soccorso.  Furbescamente non fornivano nomi e informazioni precise su chi fossero, l’ora della liberazione era vicina ..
 
Al principio dell’estate 1918, come già ripetuto,  la guerra tra l’armata rossa dei bolscevichi e i bianchi favorevoli alla monarchia aveva coinvolto tutto il paese, la pace di Brest-Litonsk aveva consegnato la Crimea, l’Ucraina e molto altro ai tedeschi, che avevano prontamente occupato quei territori. In parallelo, in Siberia era scoppiata la rivolta dei cecoslovacchi, vi erano circa tra i 40.000 e 50.000 prigionieri che i rossi avevano cercato di arruolare con scarso esito, la maggior parte voleva andarsene.  Il 14 maggio 1918 era scoppiato a Celjabinsk uno scontro tra cechi  e ungheresi, i bolscevichi arrestarono i cechi. Tempo di tre giorni, l’esercito ceco aveva invaso la città, liberato i prigionieri e scacciato i rossi. Si unirono all’armata bianca, iniziò l’offensiva in Siberia, il sette e l’otto di giugno i cechi avevano occupato importanti centri bolscevichi, come Omsk e Samara.
I rossi persero  il controllo della ferrovia Transiberiana,  del Volga e di tutte le linee ferroviarie dagli Urali dirette a est. Ekaterinburg  rimase in contatto con Mosca solo con le linee telegrafiche.
Si combatteva, una battaglia senza regole o lealtà.
Lenin, il cui fratello maggiore era stato assassinato per avere tentato di uccidere lo zar Alessandro III, era della linea di pensiero che, ove si fosse presentata l’occasione, era basilare per la politica sterminare la famiglia imperiale.
La prima, reale azione fu la fucilazione del granduca Michele, il fratello dello zar, che venne prelevato il 12 giugno a Perm, ove era agli arresti domiciliari in un albergo. Preso assieme al suo segretario, furono condotti in un angolo isolato di una foresta alla periferia cittadina, fucilati e i corpi distrutti nella fornace di una fabbrica.  Dissero poi che era scomparso, una tecnica di confondere le acque. In parallelo circolarono voci che lo zar e i suoi erano stati uccisi, per saggiare la eventuale reazione della Russia e dei governi stranieri dinanzi a questa ipotesi. La risposta fu il SILENZIO.  
Emblematico quando venne scritto sul giornale “The Times” di Londra il 3 luglio, in ogni occasione in cui veniva fuori l’ipotesi di cui sopra, le persone ritenevano che fosse successo qualcosa  di grave, i bolscevichi erano impazienti, vi era la questione “dell’opportunità di definire il destino dei Romanov, in modo da liberarsi di loro una volta per tutte”.
Domenica 14 luglio venne detta la messa a casa Ipatiev, dopo la funzione tutti i Romanov baciarono la croce.
Il tempo era estivo, caldo e afoso fin dal mattino. Il 16 luglio 1918  passarono la giornata come di consueto, uscirono in giardino nel pomeriggio. La zarina lesse il Vecchio Testamento con sua figlia Tatiana, i libri dei profeti Amos e Abdia. “In questo giorno – oracolo del Signore Dio- farò tramontare il sole a mezzodì e oscurerò la terra in pieno giorno. Cambierò la vostra festa in un lutto e tutti i vostri canti in lamenti .. ne farò come un lutto per un figlio unico e la sua fine sarà come un giorno di amarezza” [8,9-10]
E la sera, dopo cena,  giocarono a carte, andando a letto verso le dieci e trenta.
Gli spari di una vicina postazione di artiglieria ruppero il silenzio, appena scese la notte.


Il 17 luglio, molto presto, un contadino che abitava in viale Voznenskij nelle  stanze a pianterreno di una dimora che sorgeva dinanzi a casa Ipatiev uscì in giardino per un bisogno.  Sentì  degli spari soffocati che provenivano dalla cantina della dimora di cui sopra, il rumore di un furgone Ford in moto, tornò dentro subito. Il suo compagno di stanza gli chiese se avesse sentito, lui rispose che aveva udito delle detonazioni, entrambi avevano capito. Non parlarono oltre, poco tempo dopo i cancelli di casa Ipatiev si aprirono e un furgone  piombò fuori a gran velocità.
“Ci ha svegliato il Dr Botkin”aprì e richiuse i palmi, realizzai che mi stava parlando, mi scostai a guardarlo, le ginocchia raccolte sotto il mento “Saranno state le una e trenta, il comandante gli aveva chiesto di avvisarci che la situazione era insicura, dovevamo vestirci e passare la notte in cantina, era più facile proteggerci” la voce  era sarcastica, amara, il tono adulto “Abbiamo fatto con calma, siamo scesi verso le due, Papa mi portava in braccio” Entrambi vestiti con le loro uniformi, cappello, mostrine e stivali “Dopo me e lui, mia madre, le mie sorelle”In gonna scura e camicia chiara, Tata portava tra le braccia il suo cagnolino, la domestica due guanciali, al cui interno erano cucite delle scatole che contenevano gioielli, quindi il medico, il valletto e il cuoco. “.. ci portarono in quella stanza, ho contato ventitre gradini, per scendere” Sussurrai il suo nome, era perso in quell’orrore senza ritorno o rimedio, non osai confortarlo a vuoto.
Alexei.
Amore.
“Non avevamo idea, sai. Il locale era vuoto, mia madre chiese se era proibito sederci, portarono due sedie, su una si mise lei, sull’altra Papa, sempre con me in braccio” Le nostre sorelle e i domestici rimasero in piedi, di fianco e di lato.
Venne acceso un furgone in cortile per coprire i rumori.
Il plotone di esecuzione era composto da dieci membri, oltre che da Jurovskij e il suo assistente Nikulin.
Occhi di onice.
Occhi di zaffiro.
 “… Jurovskij dichiarò che, considerati i tentativi che i nostri parenti continuavano a fare contro la Russia sovietica, il comitato esecutivo degli Urali aveva deciso di giustiziarci. E vi erano le prove. Papa ha detto cosa,due volte, mica si sentiva, per il rumore del furgone, in cortile,  Olga quali prove? Avete prove scritte.. “mi sollevò il mento, con delicatezza, lei mi aveva difeso fino all’ultimo, era morta sapendo che li avevamo fregati, che non mi avevano scoperta,  io e Andres eravamo la punta della liberazione.  E comprendeva che poteva morire, come tutti loro, ogni giorno a casa Ipatiev era segnato da quell’incubo ..ma.. fedele fino all’ultimo, ero una Fuentes, per ascendenze e matrimonio, leale fino con i suoi fratelli. Quando ero infilata, dentro la casa-prigione, aveva compreso e perdonato. Lo zar, nostro padre, per essere andato a letto con mia madre e avermi generato, me per avere capito che eravamo sorelle, glielo avevo dimostrato nei fatti.
 Ero la sua principessa, il suo altrove, la sua veggenza  “Cat, non hanno capito .. quando sei venuta, non ci hanno capito nulla come che avevi infiltrato Mattias e un altro nel plotone” Mi morsi le labbra a sangue, avevo pensato che ci avessero scoperto e tanto mi sarei sentita in colpa fino al giorno della mia morte. “Ognuno aveva un bersaglio, dovevano mirare al cuore ma.. “Lo zar era stato colpito per primo alla testa, era crollato in avanti sul pavimento trascinando Alessio nella caduta. Una pallottola aveva colpito Alessandra sul cranio, aveva avuto appena il tempo di farsi  il segno della croce.
“Gli spari sono continuati, Papa era sopra di me, sentivo le urla, i pianti.. delle mie sorelle, della cameriera, lo strattonavo per la giacca” deglutì ancora incredulo che se la fosse cavata, ora stava strattonando me per la manica, posai la mano sopra il suo palmo.
“C’è stata una pausa .. Il buio, Cat, i particolari. Il fumo delle pallottole. Il sangue sul pavimento e la polvere. Sapeva di ferro. Il cuore mi stava uscendo dalle orecchie”
Solo Olga era deceduta in seguito alla prima scarica, Tata, Marie e Anastasia erano ancora vive, urlavano, coperte di sangue, si stringevano e .. Ancora spari, successivamente le avevano infilzate con le baionette, i corsetti imbottiti impedivano alle lame di affondare nelle carne.
Alla fine le  avevano ridotte al silenzio, come la cameriera, il cuoco, il valletto ed il Dr Botkin.
Pensai che la vita di Olga era cominciata e terminata tra gli spari. 101 salve avevano annunciato la sua nascita, nel  1895, nel 1918 era terminata in una cantina umida e polverosa, in mezzo alle detonazioni,  mi piegai in avanti per stringere nostro fratello, il testimone di quello strazio.
Amalo.
Proteggilo.
Ti adora
Tutto era durato una ventina di minuti, presero i battiti cardiaci, dichiararono i decessi. “Costantino mi ha sparato due volte, vicino alla testa, ha detto che dovevo stare zitto, che ce la avrei fatta .. Che …” Lo presi in grembo, il suo dolore era liquido, senza misura, avrei voluto ammazzarli a mani nude, tutti, mi appoggiò la testa sulla spalla, lo circondai con le braccia, mi sdraiai sulla schiena, un abbraccio intimo e possessivo, sapeva di erba e estate  e paura, il mio bambino delle fate, per una irriverente alchimia eri il mio bambino Alessio, io la tua mamma, la più improponibile e sgangherata che ti potesse capitare “Ho chiuso gli occhi, Cat, ho pensato che non ero lì ma in una valle piena di fiori, che cavalcavo .. Quando mi avevi raccontato del cavaliere, un sogno per cacciare un incubo, salutavo il cielo e l’estate. Ero su Castore, non avevo paura, le strade del mondo il mio regno..”
Forse sono diventata, in modo definitivo la tua mamma in  quella radura. Figlio del mio cuore, se non del mio grembo.
Avevano caricato i corpi sul camion, un cumulo indecente, senza pietà per i morti che avevano portato nella foresta alle porte della città.
L’autista aveva sbagliato strada, il furgone si era fermato.
“Abbi cura di tua sorella, dobbiamo muoverci e.. Vi viene a prendere..” gli avevano detto, Alessio aveva cullato Anastasia tra le braccia, incredulo, lui che era malato doveva curare? .. Alessio in greco antico significa “Colui che protegge”.
“Ogni giorno, con Andres, ci siamo spostati Alessio, Mattias e Costantino ci hanno recuperato per puro caso” Non oso immaginare cosa sarebbe potuto accadere, se non ci avessero trovato.
“Anche tre volte in una giornata, per le spie, i rossi”
“Già.. quei contadini che ci hanno aiutato, quanto li avete pagati?” Ci avevano tenuto nascosti e dato dei vestiti di ricambio, senza badarci troppo, la sua mente vivace che frullava verso altro.
“Molto” e ci avevano ringraziato, increduli.
Non li abbiamo più rivisti.
Tornai alla cronaca che mi avevano rappresentato, a quell’orrore senza fine.
Lost.
You’re lost.


“Dimmi il resto Cat, come se facessi un report”
“Ero brava, sai, sai che facevo ridere mio zio, con qualche annotazione, quando non si arrabbiava per i guai in cui infilavo o mi cacciavo”
“Come se ora non lo fossi, dai .. peggio di così che mi può mancare?”cercando di essere ironico, coraggioso. “Poi mi racconti,  di quando eri un soldato”
Andres sosteneva che avevo gli occhi scuri come onice, a quel giro erano spalancati nell’immaginare quell’inferno.
 
Jurovskij  avrebbe in seguito dichiarato che i  gioielli e i diamanti cuciti negli abiti facevano rimbalzare i proiettili sui corpi delle donne che, ferite e spaventate, non smettevano di dibattersi in preda al dolore e al terrore, che il suo aiutante dovette consumare un intero caricatore e poi finirle a colpi di baionetta, non si davano la pena di mollare.
I corpi vennero portati nel vicino bosco di Koptiakij e dopo avere diviso due cadaveri dal mucchio, per rendere incerta una eventuale ricognizione, li spogliarono, li smembrarono e li buttarono in un pozzo.
Li riesumarono, seppellendoli poi in una fossa poco distante, buttando poi acido solforico, i visi fracassati con il calcio dei fucili per impedire che fossero individuati..
Il giorno successivo all'esecuzione, Sverdlov, interrompendo i lavori del comitato centrale di Mosca, mormorò qualcosa a Lenin; quest'ultimo allora disse ad alta voce: «Il compagno Sverdlov ha da fare una dichiarazione». «Devo dire» continuò Sverdlov «che abbiamo ricevuto notizie da Ekaterinburg. Per decisione del Soviet regionale, è stato fucilato Nicola II in un tentativo di fuga mentre le truppe cecoslovacche si avvicinavano alla città. Il presidium del comitato esecutivo centrale panrusso approva tale decisione». Seguì un "silenzio generale", fino a quando Lenin non propose di continuare il lavoro interrotto.
Il comunicato ufficiale alla popolazione fu diramato solo il 20 luglio, in quella data il quotidiano di Ekaterinburg Ural'skij rabočij pubblicò la notizia assieme a un articolo del giornalista Safarov:
« Ammettiamo pure che in questo caso siano state violate molte regole del processo borghese e non sia stato rispettato il tradizionale cerimoniale che nella storia è sempre stato riservato all'esecuzione delle teste coronate. Ma il potere degli operai e dei contadini ha manifestato un eccezionale spirito democratico. Non è stata fatta eccezione per l'assassino di tutte le Russie, che è stato giustiziato al pari di un qualsiasi brigante. Nicola il sanguinario non c'è più. E a buon diritto operai e contadini possono dire ai loro nemici: «Avevate scommesso sulla corona imperiale? Essa è perduta, raccogliete in cambio una testa coronata vuota!»
 
… ma noi siamo immortali..
Sopravissuti.
Un what if, in loving memory. 100 years passed by.
   
 
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