Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: terryoscar    16/07/2018    8 recensioni
Autrici: Aizram e Terryoscar
“ Avventura sulle Alpi” nasce per caso.
Aizram ed io ci siamo conosciute grazie alla mia prima pubblicazione: ” Oscar storia di un grande amore.”
“Dopo averla portata a termine, Aizram mi ha contattata, chiedendomi di scrivere un’altra storia ma allegra e divertente riguardo ai nostri personaggi preferiti: Oscar e André.
Inizialmente le ho detto che non sapevo nemmeno cosa scrivere, e lei mi ha suggerito di fargli fare un bel viaggio verso le Alpi.
I primi tre capitoli li ho scritti da sola, prendendo spunto i suggerimenti di Aizram ma poi, grazie alla tecnologia di cui usufruiamo abbiamo scritto i capitoli successivi in tempo reale: tramite skipe.
Quindi questa storia è scritta a quattro mani da Terry e Aizram. Si sa due cervelli funzionano meglio di uno!
E così nasce “Avventura sulle Alpi!”
Qui avremo il generale che tenterà di convincere sua figlia a sposarsi, perché a suo dire ormai incontrollabile da quando frequenta i Soldati della Guardia e sopratutto pretenderà da lei un erede a cui tramandare il titolo nobiliare. Naturalmente Oscar di sposarsi non ne vorrà sapere, quindi si scontrerà con suo padre, e non solo con lui ….
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Generale Jarjayes, Madame Jarjayes, Oscar François de Jarjayes
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'IO SONO IL GENERALE JARJAYES'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Arte della seduzione

Augustin è fuori di sé, sarà dovuto anche all’astinenza a cui lo sottopongo, però sta davvero esagerando.
Sta cercando i ragazzi dappertutto, non li trova, l’ho visto entrare nelle scuderie, devo raggiungerlo.


“Augustin!! …”
“Cosa c’è Marguérite …”
“Sei un tantino arrabbiato o sbaglio?”
“Davvero? Tu mi vedi arrabbiato? Ma no … Marguérite, sono soltanto furioso!”

Guardo Jacques e gli dico: “Per favore lasciami sola con mio marito.”
“Come desiderate Madame!”

Vedo Jacques allontanarsi, mi accerto che non ci sia nessuno, guardo Augustin con severità e gli dico: “E si può sapere perché saresti furioso?”
“Come, non lo sai? Oscar e Andrè non sono in casa, sono andati via!”
“E allora?”
“Come sarebbe a dire allora?!!”
“Augustin tu … tu … stai davvero esagerando. Andrè e Oscar non sono più dei ragazzini, sono persone adulte e responsabili, devi lasciarli in pace!”
“Marguérite, mi meraviglio di te, non mi sembra vero che tu che sei la madre, possa parlare così …”
“Augustin, ti ricordi qui .. in queste scuderie .. tanti anni fa? Allora non eravamo ancora sposati eppure sono stata tua … ricordo che tu mi amavi …” gli dico avvicinandomi a lui, lasciandogli una carezza leggera sul viso.
“Io ti amo ancora Marguérite e tu lo sai benissimo .. è solo che adesso hai deciso di giocare con me come il gatto gioca con il topo, non è vero Marguérite?!”

Vedo Augustin avanzare verso di me, siamo faccia a faccia, con un braccio mi afferra, mi stringe, mi avvicina a se, mi guarda intensamente e mi bacia, mi bacia come non aveva fatto prima.
Il suo bacio racchiude tutto il suo desiderio, mi sussurra: “Ti voglio …”
Si riprende nuovamente le mie labbra, sento le sue mani scivolare sul mio corpo, sento il suo respiro caldo e affannato, mi supplica ancora: “Non ti negare ancora …… adesso basta …... non ti sei divertita abbastanza?”
“Augustin…..pensi che per me sia facile?.... se……se……se io non mi negassi più … tu …...tu andresti a cercarli?”
Mio marito mi guarda intensamente, ansimante, e mi dice: “Ti giuro di no! Non vado da nessuna parte … rimango con te Marguérite …….. per tutto il giorno …”

Finisce appena di parlarmi che mi bacia ancora e comincia ad alzarmi le vesti.

“A…. Augu…..Augustin …….. non dovrai nemmeno rimproverarli a loro rientro …” anche la mia voce è un soffio….inizio affare fatica a controlalrmi, il mio Augustin è ancora affascinante!
“Giuro che non dirò loro nulla …”

Augustin continua a frugare dentro le vesti, con impazienza, cerca di slacciarmi l’abito, la sua mano è sulle mie gambe, sento che freme, e continua a dirmi: “Quanto sei bella Marguérite …”
“Augustin .. non voglio dormire più con nostra figlia … voglio tornare nel mio letto…..con …..con te!”
“Marguérite .. hai….hai vinto….la…. la guerra, se non vuoi … allora …..non ti obbligherò più a farlo … però .. tu……tu…… in cambio, dovrai concederti .. tutte le volte che io….io….. lo desidero …” un soffio, un ansimo….il respiro veloce…..

La sua voce trema e ansima, io con astuta lucidità gli dico: “Se mi dai la tua parola Augustin, allora accetto.” Sorrido tra me….
“Marguérite .. Marguérite …”
“Augustin ….qui?!!”
“Si si … qui … non riesco più ad aspettare …..ti prego!”
“Ma…. la porta è aperta!”
“Si si Marguérite … adesso la chiudo …”
Vedo Augustin precipitarsi alla porta, la chiude e si avventa su di me, continua a baciarmi con ardore e mi trascina sul pagliaio, mi fa coricare, sono sotto di lui, continua ad alzare le gonne fino a perdersi in me!


“Nanny, hai visto mia madre?”
“No Joséphine, anch’io la sto cercando da un pezzo, ma non la trovo. La cuoca vuole sapere cosa preparare per pranzo, ma lei non si trova da nessuna parte … Ma in questa casa ormai c’è solo confusione e nient’altro! Vado in giardino magari è là.”
“Aspetta Nanny vengo anch’io, devo chiederle una cosa, magari la troviamo, su andiamo.”

Joséphine ed io, percorriamo il giardino, la cerchiamo con lo sguardo ma non troviamo nessuno, vediamo Jacques alle prese con i cavalli davanti la fontana, Nanny gli chiede: “Jacques, per caso hai visto Madame?”
“Si, l’ultima volta che l’ho vista era nelle scuderie con il padrone, avevano tutta l’aria di volere discutere.”
“Ho capito, grazie Jacques.”

Guardo Joséphine e le dico: “Tua madre non fa altro che discutere con tuo padre a causa del suo atteggiamento.”
“Lo so Nanny, mio padre è davvero cocciuto, solo mia madre è in grado di tenergli testa e farlo rinsavire ..”
“Chi, tuo padre? Allora non lo conosci piccola!”
“Nanny, mi meraviglio di te, possibile che tu non conosca l’unica maniera per far rinsavire un uomo?! No dai non ci credo ah ah ah!”
“Joséphine, ma che modo è il tuo di parlare?”
“Su dai Nanny, non scandalizzarti.. e non dirmi che tu non hai mai usato l’arma più preziosa che noi donne possediamo, perché non ci credo!”
“Quanto sei maliziosa Joséphine!!”
“Su Nanny non fare quella faccia e andiamo a cercarla ah ah!”

“Augustin ….”
“Marguérite ……. cara quanto mi sei mancata …… ci vorrà davvero molto tempo, prima che tu riesca a sopperire alle tue mancanze ….… su vieni qui che ancora non mi basti!”

“Nanny, mia madre deve essere per forza nelle scuderie, sento delle voci provenire da lì.”
“Si hai ragione, è la sua voce e mi sembra di sentire anche quella di tuo padre, magari stanno discutendo ancora, per via di Andrè e tua sorella.”

Apro lentamente la porta delle scuderie e sento degli strani lamenti a me conosciuti, mi incuriosisco e lo sguardo mi cade sul giaciglio di paglia, manca poco che scoppio a ridere, ma tempestivamente mi porto la mano alla bocca ed esco fuori immediatamente.

“Joséphine cosa succede, perché quell’espressione?”

Joséphine non riesce a rispondermi, perché tenta di soffocare la risata, tutto ciò mi sembra strano e varco la porta, appena mi rendo conto di ciò che sta succedendo su quel pagliaio, mi porto anch’io le mani alla bocca, ma non certo per soffocare la risata, ma per soffocare l’urlo che sto per emettere, mi giro immediatamente e vedo Joséphine trattenersi dal ridere.
Esco immediatamente dalle scuderie, e chiudo lentamente la porta senza fare rumore, raggiungo di corsa Joséphine che, appena siamo sufficientemente distante, scoppia a ridere e dice: “Nonna sta tranquilla, adesso mio padre lascerà un po’ in pace mia sorella e Andrè ah ah ah!”
“Joséphine!! Ti sembra il modo di parlare? Porta un po’ più rispetto ai tuoi genitori!”
“Su su dai Nanny, non fare quella faccia che mi fai ridere, di cosa ti ho parlato prima?!! Mia madre è una donna che sa il fatto suo, altro che mio padre AH AH!””
“Joséphine per favore, e vedi di non farne parola con nessuno!”
“A chi dovrei Nanny ah ah!”
“A tua madre per esempio, io ti conosco e a mettere in imbarazzo gli altri sei davvero brava!”
Abbraccio Nanny e continuando a ridere la dico: “Ma no … sta tranquilla ahah!”
“Tranquilla, con te?!! Che il cielo ci aiuti allora!!”
“Ah ah ah!”

Siamo nel letto nudi e abbracciati, sento le labbra di Andrè posarsi continuamente sulla mia testa, leggere, tra i miei capelli, mi accarezza leggero, sulla schiena. Ho il capo appoggiato al suo petto, sono rilassata, sto bene tra le sue braccia, calde accoglienti. Rimaniamo in silenzio per qualche attimo, fino a che lui non si allontana appena per guardarmi e baciare ancora le mie labbra. È leggero, inizia piano, dolce, poi si sposta dalle labbra, passa al collo e lascia una scia di piccoli baci. Mi abbandono ancora tra le sue braccia, le sensazioni che mi dona il mio Andrè sono uniche, in lui percepisco tanta passione e … amore … tanto amore! Non avrei mai immaginato tanta dolcezza in un abbraccio. Andrè mi ha fatto scoprire un mondo nuovo, un mondo solo nostro, fatto di amore, di carezze, di baci e…..di abbandono.
Le sue mani mi accarezzano tutto il corpo, solo al suo tocco rabbrividisco, lo guardo e gli dico: “Andrè non potrei più fare a meno di te!”
Andrè mi guarda, mi sorride, mi bacia ancora, mi porta nuovamente sotto di lui, si impadronisce avidamente delle mie labbra, le sue mani mi accarezzano ancora e ancora … 
“Andrè sei il padrone dei miei sensi … ti appartengono … io ti appartengo ….”
“Oscar … Oscar … sei la mia Signora … la mia padrona … la mia vita ….”

Andrè mi guarda con passione e si avventa nuovamente su di me, mi abbandono a lui con tutto l’amore che sento nel mio cuore. Arresa a lui, al mio amore.
Oscar si lascia trasportare dalle mie mani, si lascia percorrere tutta, da una miriade di baci, di carezze. La sua pelle ha un sapore così dolce, un profumo. I suoi capelli morbidi, setosi, le sue ciglia lunghe a incorniciare gli occhi azzurri, due pozze in cui mi perdo ogni volta, il suo sorriso timido, sempre un poco imbarazzato, la sua pelle liscia. Mi perdo in lei ed ogni volta, perdo il senso del tempo, voglio solo farla stare bene, voglio che lei sia felice. Voglio sentirla pronunciare il mio nome, come una supplica, per questa dolce tortura che è l’amore. Voglio farla impazzire per la gioia!
Andrè, il mio Andrè. È una continua scoperta. Lo lascio fare, può fare di me ciò che vuole, lui è così sicuro, dolce, delicato. Mi accarezza come se fossi una piccola cosa fragile, da preservare, accudire. È tutto così nuovo per me. Mi piace, lasciami trasportare da Andrè e dalle sensazioni che riesce a trasmettermi.
“Ti amo, ti amo” tanti piccoli sussurri, la sua voce dolce e rassicurante, che continua a chiamarmi, a farmi sentire sicura. 
………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

Mi abbottono la giacca della divisa, avverto alle mie spalle la presenza di Andrè, sento il suo tocco cingermi intorno ai miei fianchi, sento che appoggia la testa sulla mia schiena, mi sussurra: “Ti amo …”
Sorrido, mi volto, i nostri sguardi ormai complici si sfiorano, gli sussurro anch’io: “Ti amo …Andrè…”
Ancora un altro bacio, lungo e appassionato. È tempo di andare, ma sappiamo entrambi che saremmo rimasti nel nostro nido ancora a lungo.
………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

Abbiamo appena varcato il portone della caserma, lasciamo i cavalli al solato di turno, Andrè ed io camminiamo a passo spedito, non parliamo, incrociamo i primi soldati che ci fanno il saluto militare, con atteggiamento altero rispondo al loro saluto. Sono davanti al mio ufficio, dico a un soldato che è di picchetto: “Va a chiamare il vice Comandate!”
“Sissignore!”
Entriamo in ufficio, mi avvicino alla finestra e guardo in piazza d’armi, mi giro verso Andrè e gli dico: “Strano, mio padre non si è visto ancora!”
“Forse ci avrà ripensato.”
“Mio padre?! Noo! … Non è da lui cambiare idea così tanto facilmente, e tu lo sai ……. ma poco mi importa, faccia come vuole!”

“Buongiorno Comandante! … Capitano …”
“Buongiorno Colonnello Da Guille! … Colonnello dov’è la pratica che debbo firmare per la scarcerazione per il soldato Sassoin?”
“Eccola qui Comandate, è già pronta, dovete soltanto apportare la vostra firma, ora ve la prendo.”
“Vedo il Colonnello Da Guille, aprire il cassetto della scrivania e tirare fuori il documento.
“Ecco qua Comandante, dovete solo firmare.”

Prendo penna e calamaio e apporto le firme dovute, e gli dico: “Ecco … adesso fatelo scarcerare, e voglio Sassoin immediatamente nel mio ufficio!”
“Agli ordini Comandante!”
Da Guillè si rimette sull’attenti e tira se la porta.



Sento dei passi avanzare verso la mia cella, sono incuriosito, non è certo ora del rancio.
Vedo il soldato carcerario con le chiavi in mano che infila la chiave nella serratura della mia cella, il rumore è inconfondibile, il lucchetto si apre e mi dice: “Sassoin, sei libero, ma devi immediatamente recarti nell’ufficio del Comandante Jarjayes, ti sta aspettando!”
“Cosa?! .. Sono libero?!!”
“Si sei libero, il Comandante ha appena firmato l’ordine di scarcerazione, ma vuole parlarti!”
Mormoro appena: “Non è possibile, il diavolo biondo ha avuto compassione di me e mi ha liberato. Però quali cambiamenti che ti fa l’amore AH AH AH!”
“Su andiamo Sassoin, debbo scortarti fino all’uscita!”

Percorriamo i corridoi del carcere, non mi erano sembrati tanto lunghi, vado verso la libertà e ……. dalla mia Sabrina!

Un tocco alla porta.
Alain si mette sugli attenti, e saluta il Comandante.

“Signore sono qui! …”
Guardo Andrè e ridacchiando gli dico: “Capitano …”
“Alain sediamoci, devo parlarti!”
“Agli ordini Comandante!”
“Alain, non ti meravigli che ti abbia fatto scarcerare tanto presto?”
“Certo che si Comandante, certo che non me lo aspettavo!”
“Uhmm … ho tenuto comunque conto della missione che hai svolto in maniera eccellente, e così ho deciso di sorvolare in parte sulle tue … ribellioni … chiamiamole pure così. Però devo mettere subito in chiaro che la tua punizione non è ancora finita …”

Vedo lo sguardo di Alain smarrito., e sussurra: “Non capisco …”
“La tua punizione Alain non si conclude con tre giorni di carcere, dovrai occuparti delle stalle, per un mese, spetterà a te il compito di spalare letame! E bada che siano pulite, o il tempo si allungherà”
“Co .. come?”
“Hai poco da lamentarti, anzi Sassoin, ti è andata bene …”

Osservo Alain e lo vedo poco convinto.

“Alain non fare quella faccia, e pensa che stasera sarai con tua moglie!”
“Si .. si … grazie Comandante!”
“Un'altra cosa Alain … Come saprai; Sabrina lavora per me e le ho assegnato una stanza, naturalmente è anche la tua. Sabrina usufruirà di un permesso a settimana e voi avrete la giornata libera.”
“Ma comandante Oscar, Vostro padre … è d’accordo?”
“Certo che si, ma ti invito caldamente a evitare qualsiasi discussione con lui, non vorrei che mi creassi dei problemi con lui, chiaro Alain?”
“State tranquilla Comandante, e poi io ho il mio lavoro qui in caserma, tornerò al palazzo la sera e quando avrò le mie giornate libere, che spero che coincidano non quelle di mia moglie.”
“Non preoccuparti, provvederò anche a questo Alain, questo è tutto puoi andare!”
“Grazie Comandante, siete davvero generosa più del solito …”
“Ah, un’ultima cosa Alain: ti suggerisco di fare un bagno ogni sera, prima di raggiungere palazzo Jarjayes, o la cara nonna di Andrè non ti farà entrare, anzi…..ti caccerà a mestolate!” scoppio a ridere al pensiero della cara Nanny! Andrè mi guarda e mi sorride!
Guardo Andrè e gli dico: “E si l’amore rende generosi, è tutto merito Vostro Capitano AH AH AH!”
“ALAIN!! Cosa fai ricominci?!! Non siamo più in missione ma in caserma, e tu non devi prenderti certe libertà, mi sono spiegata?”
Mi metto sugli attenti, e le dico: “Ai Vostri ordini Comandante!”
“E adesso Alain occupati delle tue nuove mansioni.
“Sissignore!!”

Vedo Alain uscire dall’ufficio e chiudere la porta svogliatamente, guardo Andrè e gli dico: “Qui abbiamo finito, possiamo andare.”
Andrè mi si avvicina e mi dice: “Comandante, siamo in licenza per altri otto giorni, e visto che Vostro padre non è venuto ancora a darci la caccia propongo di eludere la sorveglianza ancora per qualche ora, che ne dite?”
Gli sorrido e gli dico: “Capitano, concordo perfettamente con Voi; approfittiamo immediatamente di questa libera uscita ah ah!”


Lasciamo la caserma e portiamo i cavalli al galoppo.
Siamo a Parigi, ci aggiriamo per le vie, ci rammarica vedere solo miseria e disperazione, Andrè ed io entriamo in una locanda, c’è qualche avventore che beve e sbraita contro i sovrani. 

“Andrè, io direi di bere in fretta il nostro bicchiere di birra e andare via subito, voglio trascorrere una giornata spensierata, magari ci aggiriamo un po’ per le campagne e torniamo a casa per l’ora di pranzo.”
“Come vuoi Oscar, a dire il vero, ho dormito molto poco e dopo pranzo andrò a riposare un poco ah ah!”
“Non posso negare che la giornata di ieri è stata lunga e faticosa, piacevole, ma faticosa, e poi questa mattina abbiamo lasciato il palazzo prima dell’alba e poi ……. al casino di caccia…. … devo ammettere che anh’io mi sento stanca! Appagata, felice ma stanca!”
“Guardo Oscar con aria sognante, senza rendermi conto che non siamo soli, ci riportano alla realtà le battute che udiamo.
“Ehi Marcel, lo sapevi che tra gli ufficiali della guardia metropolitana ci sono dei sodomita?”
“Ma che diavolo dici Antoine, di chi stai parlando?”
“Come di chi?! Ma di quei due che sono seduti a quel tavolo AH AH AH!”
“Oscar andiamo via, altrimenti qui finisce male!”
“Andiamo Andrè.”
“Andrè ed io andiamo dall’oste e saldiamo il conto, lasciamo immediatamente il locale, mentre alle nostre spalle sentiamo arrivare delle risate sguaiate.

I nostri cavalli partono al galoppo, ormai siamo in aperta campagna tra un po’ ci addentriamo nella boscaglia, decidiamo di fermarci all’ombra di una grande quercia, prima di arrivare al palazzo.

“Andrè, non possiamo permetterci che accada nuovamente una cosa simile, dobbiamo stare attenti affinchè non si ripeta una cosa simile!”
“Hai ragione Oscar, non mi sono reso conto di come ti guardavo, ci mancava poco che scoppiasse una rissa.”
“Non sarebbe stata la prima volta ha ha!”
“Si, ma prima era diverso ……. ma adesso no Oscar, dobbiamo stare alla larga dai guai, basta con quella vita!”
“Si Andrè, hai ragione!”
Mi stringo a lui e ci scambiamo un bacio dolce e appassionato.


Marguérite cara, siamo rimasti nella scuderie tutta la mattinata, spero che nessuno ci abbia cercato!”
“Augustin, credo che sia quasi l’ora di pranzo, e se qualcuno dovesse chiederci qualcosa, diremo che siamo stati in giro per una passeggiata, va bene Augustin?”
“Certo cara … e adesso vieni qui accanto a me, baciami ….”

Augustin mi bacia, è davvero tenero e amorevole con me, ritrovo l’uomo dolce e passionale che ho sposato e di cui mi sono innamorata anni fa.

“Augustin, marito mio, da quanto tempo che non eri così! Ti prego marito mio, pensa un po’ più a noi e lascia perdere tutto il resto, ormai i nostri figli sono adulti e hanno la loro vita!”

Le parole di Marguérite non fanno una piega ma io non posso lasciar passare inosservate certe cose ad Oscar, certo devo tenermi buona Marguérite, e cercare di non esagerare, ed è meglio che lei sappia il meno possibile, altrimenti lei me la farebbe pagare, ed io certo non posso vivere senza averla ancora … ne morirei!

“Augustin mi ascolti?”
“Si si certo cara ..”
“Mi hai promesso che lascerai in pace i ragazzi, non è vero?”
“A si si … tranquilla …”
“Non ti vedo tanto sicuro di quello che dici Augustin, guarda che se mi stai mentendo tu lo sai cosa ti aspetta!!”
“No no Marguérite non parlarmi così, solo al pensiero rabbrividisco!”
“Allora fila dritto Augustin … altrimenti …. Astinenza AH AH AH e sarebbe un vero peccato…..uhm….”
“Marguérite Marguérite!!!”
All’improvviso un tuono assordante irrompe nelle scuderie, un sussulto, mi spavento e istintivamente mi abbraccio al mio Generale.

“Augustin!!! …. Che spavento … così all’improvviso!”

Sorrido e bacio sulla nuca la mia Marguérite.

“Augustin, senti è un vero e proprio temporale ..”

Augustin si avvicina alla porta, l’apre: “Marguérite, è impossibile uscire, siamo rimasti prigionieri …”
“Augustin ,come facciamo?”
“Semplice mia cara … rimaniamo qui finché non smette …!”
“Augustin ma … cosa diranno …!”
“Se ti riferisci alle tue figlie, sai cosa mi importa ah ah ah!”


“Andrè manca ancora poco e saremo arrivati ….”
“Oscar non si vede più niente … il temporale ci ha colti di sorpresa …”
“Andrè finalmente abbiamo varcato il cancello …. Le scuderie però sembrano ancora lontane …. ah ah!


Finalmente siamo dietro la porta delle scuderie, la pioggia è talmente violenta che le nostre parole diventano inudibili.

Andrè spalanca la porta della stalla, entriamo, siamo bagnati fradici.

“Oscar … è davvero incredibile questo temporale … così all’improvviso … all’orizzonte non c’era una nuvola!”

“Accidenti Andrè nemmeno quando eravamo in missione ci siamo imbattuti in un temporale simile!”

All’improvviso udiamo la voce di mio padre, sembra quasi un ruggito il suo.

“Ne sei proprio sicura Oscar? Se non ricordo male, tu e Andrè sulle Alpi siete stati sorpresi da una bufera di neve, l’avete dimenticato forse?”
“Padre … Madre .. ci siete anche voi, cosa ci fate qui?”

Vedo mia madre imbarazzata e comincia a balbettare: “Ecco …. Noi … io e … tuo padre … siamo venuti per …”
Mio padre altrettanto imbarazzato va in suo aiuto: “Oscar tua madre ed io siamo qui perché …”
“Padre, non è mia abitudine interferire nella vita altrui, e certo non voglio che Voi mi diate una spiegazione.”
Sento mia madre ribattere: “Ma no Oscar io … dovevo parlare con tuo padre, e in casa è impossibile farlo e così siamo venuti qui.”

Andrè mi guarda da capo a piedi e mi dice: “Oscar sei fradicia, ti prenderai un malanno!”
“Andrè non sei certo messo meglio … Andrè, è meglio entrare in casa, tanto peggio di così …!”
Mia madre ribatte: “Oscar fuori diluvia, ma certo non potete rimanere in queste condizioni.”
Andrè mi guarda.
“Oscar, tanto siamo bagnati e prendere altra pioggia addosso non sarà la fine del mondo, sempre meglio che rimanere così.”
“Hai ragione Andrè, è meglio tornare in casa.”
Guardo mia madre e le dico: “A Voi certo conviene rimanere qui, non avete certo gli abiti bagnati, invece io e Andrè….per noi è preferibile andare.”
Sento mio padre: “Oscar è meglio che andiate, così non potete restare, io e tua madre invece aspetteremo che spiova, ma dopo dobbiamo parlare ……. tutti insieme, cioè noi quattro.”
“Va bene padre a dopo! …”
Guardo Andrè e gli dico: “Andrè è meglio andare!”
“Si Oscar, andiamo.”

Vedo i ragazzi allontanarsi mano nella mano, Andrè apre la porta delle scuderie: che bello vederli così, che tenerezza!
“Allora Oscar cerchiamo di arrivare il prima possibile in casa, ma senza scivolare.”
“Si si Andrè … andiamo …”
Corriamo via nella pioggia, tenendoci per mano, felici come due ragazzini.
La porta di casa è così vicina eppure ci sembra tanto distante, sento appena la voce di Andrè: “Oscar ce l’abbiamo quasi fatta, dai ancora qualche passo!”
“Si Andrè … ci siamo …”

Siamo sotto il porticato, la mano di Oscar è stretta nella mia, la guardo, vedo il suo viso e i capelli bagnati dalla pioggia, per un attimo mi soffermo a contemplarla …

“Andrè cosa c’è?”
“ Dio quanto sei bella!”
“Andrè …” arrossisco al suo complimento, non mi abituerò mai!

Le mie mani sono bagnate, non resisto, lo accarezzo, lui mi bacio, mi sussurra: “Su entriamo ..”
“Andrè è meglio passare dal retro, siamo inzuppati, e poi avremmo tutti gli sguardi addosso e non voglio assorbirmi la battute cattive di Luisa e nemmeno quelle maliziose di Joséphine.”
“E va bene Oscar … passiamo dal retro della cucina … andiamo!”

Andrè spalanca la porta ed entriamo.

“Olalà Andrè Oscar, ma guardate come siete conciati!!”
“Joséphine … sei qui?”
“Su andatevi a cambiare, potreste prendere un malanno … muovetevi!”

Sento Joséphine ridere, so che appena ne avrà l’occasione mi tempesterà di domande.
 
 
 
Image and video hosting by TinyPic
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: terryoscar