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Autore: SummerLux    17/07/2018    3 recensioni
Cosa succede quando i protagonisti di The 100 incontrano l'universo magico di Harry Potter?
Clarke Griffin e Bellamy Blake non potrebbero essere più diversi di così.
Lei è la figlia di due maghi e lui il figlio di due babbani. Lei è stata smistata nella Casa di Serpeverde, lui nella Casa di Grifondoro. Allora per quale motivo entrambi non riescono proprio a smettere di trovarsi sempre insieme nello stesso posto allo stesso momento? E perché il Cappello Parlante sembra sempre saperne più di loro?
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, John Murphy, Monty Green, Raven Reyes
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Due

Secondo Anno

Era una splendida giornata d’autunno quando Clarke si avvicinò lentamente al campo di Quidditch dalla forma ovale situato accanto alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Quello non era mai stato esattamente il suo passatempo sportivo preferito; anzi, a dirla tutta, non si piazzava nemmeno trai i primi cinque hobby che la ragazza aveva appena finito di compilare mentalmente mentre percorreva, dubbiosa, un paio di gradini scoscesi. Suo padre, stando a quanto sia lui che Thelonious le avevano raccontato fin da piccola, era sempre stato un giovane asso del Quidditch e quella particolare passione sportiva lo aveva inseguito sin da adulto, trasformandosi in una vera e propria ossessione permanente. Lei, d’altronde, aveva ereditato dalla madre l’amore per la natura e per la medicina, crescendo totalmente indifferente a quella strana pratica sociale che la gente tendeva a chiamare sport.
Eppure, nonostante tutto, eccola lì, pronta a sprecare un intero pomeriggio di svago solo per il Quidditch.
Durante le vacanze estive aveva promesso a Raven Reyes – la ragazzina con la coda da cavallo che aveva conosciuto in treno un anno prima e sua migliore amica da allora – che l’avrebbe sicuramente accompagnata a fare un provino per ottenere un posto nella squadra dei Corvonero.
Adesso che erano anche passati al secondo anno, Raven aveva ottenuto il permesso di partecipare alle selezioni per guadagnarsi un ruolo da Cercatore all’interno del team, allenandosi duramente e guadagnandosi l’attenzione dei ragazzi più grandi.
Il sorriso di Clarke si oscurò leggermente al pensiero dell’amica in competizione con la squadra dei Grifondoro – e quando pensava ai Grifondoro si riferiva solo e solamente a quella diabolica canaglia di Bellamy Blake – ma quasi subito scosse le spalle, percorrendo l’ultimo tratto visibile di strada.
C’era voluto davvero parecchio tempo perché Wells si abituasse all’idea che Clarke fosse entrata a far parte della famiglia dei Serpeverde. Per i primi quattro mesi dopo lo smistamento, il suo vecchio amico d’infanzia non aveva fatto altro che guardare la bionda come se da un momento all’altro tutta quella faccenda delle Case separate si sarebbe semplicemente risolta come uno sbaglio del Cappello Parlante, o peggio, come se Clarke si sarebbe arresa all’idea che il verde e l’argento proprio non erano i suoi colori migliori.
Ovviamente, c’erano state alcune cose che la bionda doveva ancora capire della propria Casa ma per il resto si era immediatamente trovata a proprio agio tra le fila dei Serpenti, lasciandosi una volta per tutte la criptica e deprimente profezia del Cappello Parlante alle spalle.
Wells, dopotutto, sembrava essere letteralmente rinato dopo lo smistamento tra i Tassorosso: era come se l’allontanamento dalla Casata che si era tramandata per generazioni all’interno della sua famiglia l’avesse finalmente liberato da un peso inimmaginabile, aiutandolo a crearsi pian piano una propria identità, separandosi finalmente dall’ombra imponente del padre.
Il suono acuto di una breve risata risvegliò Clarke dai suoi ricordi e la ragazza si rese conto con un pizzico di confusione di aver quasi superato il campo di Quidditch durante il rapido flashback che l’aveva accompagnata fin lì.
Riconobbe Raven, poco distante dal centro del terreno, con i capelli lisci e scuri racchiusi nella solita coda da cavallo, i grandi occhi marroni e una scopa tra le mani. Accanto a lei, un altro membro dei Corvonero, Miles Shaw, con le labbra carnose e le orecchie leggermente a sventola, stava dicendo qualcosa a Raven, gesticolando con le mani e dondolando la scopa avanti e indietro.
Dall’altra parte del campo, invece, sostava Bellamy Blake, agghindato di tutto punto con i colori dei Grifondoro e con quel solito ghigno prepotente che tanto la innervosiva. Di fianco a lui c’era una ragazza che Clarke conosceva solo di vista, con i capelli racchiusi in due treccine chiare e una fascia gialla a coprirle la fronte.
Clarke ignorò palesemente i Grifondoro sullo sfondo, procedendo spedita verso il centro dello stadio.
Quando raggiunse i due Corvonero, entrambi i ragazzini sollevarono la testa, accogliendo la bionda con un saluto caloroso.
“Allora, Raven” disse allegramente Clarke, dando all’amica una pacca informale sulla schiena. “Quando inizia la partita?”
“Tra poco” rispose la mora, vispa come un grillo, alzando il pollice in segno di approvazione. “Ci dividono in coppie e l’obiettivo finale è quello di catturare il Boccino d’Oro; chi fallisce viene eliminato e chi rimane per ultimo, vince.”
Raven diede un pugno giocoso sulla spalla di Clarke, alzando le sopracciglia e sorridendo sicura. “La competizione è alquanto feroce, quest’anno, ma ho calcolato nel dettaglio i punti deboli dei miei avversari.”
“Ottimo lavoro” disse la bionda, mentre Shaw annuiva soddisfatto e si assicurava di aver portato a termine gli ultimi preparativi prima della partenza.
 “Lo sai, che sono un genio” si vantò Raven, ridacchiando fiduciosa.
Clarke aggrottò le sopracciglia, sospirando frustrata. “Hey, genio, cerca piuttosto di mantenere l’attenzione sugli altri giocatori, d’accordo? Alcuni di loro possono essere davvero pericolosi.”
E immediatamente, puntuali come un orologio svizzero, gli occhi blu di Clarke incrociarono lo sguardo vigile e incuriosito di Bellamy, incapaci di allentare la presa e di abbandonare l’oggetto del loro disprezzo quotidiano.
Come sempre, com’era sempre stato sin dal giorno del loro primo incontro, Clarke decifrò sulla faccia lentigginosa di Bellamy un messaggio di sfida che la turbò e insieme la irritò senza mezzi termini. Non poteva farci proprio nulla, ma si sentiva come se ogni volta che si trovava vicino al ragazzo, quest’ultimo non vedesse l’ora di provocarla e di farle perdere le staffe, senza sapere che in realtà Clarke amava le sfide, forse più di quanto non amasse anche vincerle.
La bionda continuò a sostenere lo sguardo strafottente del ragazzino moro, intenzionata a non voltare la testa per prima.
Raven la fissò titubante, conoscendo ormai a memoria quel rituale giornaliero. “Sì, Clarke, starò attenta. C’è anche Monty, se vuoi sederti vicino a lui.”
“Ok, mi raccomando” disse la bionda, dopo che finalmente Bellamy ebbe mollato la presa, perdendo la sfida di sguardi.

“Clarke!” la salutò Monty, quando la bionda lo raggiunse in alto sugli spalti. 
Gli occhi a mandorla del ragazzino orientale erano ancora incollati sul campo di Quidditch. “Quest’anno c’è più affluenza dell’anno scorso e chissà, forse, per una volta, i Corvonero riusciranno a mettere su una squadra decente. Nemmeno le altre sono tanto male. Se calcoli la velocità degli avversari più la loro forza fisica, puoi certamente – ”
Clarke riuscì a stento a seguire la conversazione, focalizzata com’era nell’osservare le figure lontane di Raven e di John Murphy – il ragazzo dalla faccia da squalo e dai capelli marroni pettinati con la riga al centro – al di sotto dello stadio. I due antagonisti sembravano essere nel pieno di una discussione accesa e la bionda dovette trattenersi dal lanciare un incantesimo di trasfigurazione al Serpeverde.
“Sarà interessante vedere Blake volare” affermò Monty, catturando finalmente l’attenzione di Clarke. “Ho sentito dire che non è per niente male. Ed è anche uno dei Cercatori favoriti. Qualcuno sostiene che sia abile quasi quanto tuo padre alla sua età.”
La ragazza bionda alzò un sopracciglio, indecisa se ridere o gridare. Avevano davvero avuto il fegato di paragonare suo padre a quell’insulso spaccone?
“Beh, lui resta comunque il figlio di due babbani e mio padre non dovette corrompere nessuno per ottenere un ruolo nella squadra come indubbiamente è stato il caso di Bellamy.”
Monty spalancò la bocca, visibilmente sconvolto. “Cavolo, Clarke, stavo solo riportando alcune voci di corridoio, tutto qui. A volte mi dimentico che razza di piccola Serpeverde puoi essere.”
La bionda scosse le spalle, tornando a concentrarsi sulla partita appena iniziata.
In effetti, c’era sul serio un sacco di competizione e Clarke non riusciva a credere che così tanta gente volesse ottenere un ruolo di Cercatore per la propria squadra.
Comunque, alcuni studenti erano proprio terribili.
Il primo avversario di Raven per poco non cadde dalla scopa tentando di acchiappare quella che poi si rivelò essere una farfalla mentre un ragazzo del terzo anno, ridicolmente magro e basso, fu trasportato in infermeria dopo essere andato a sbattere contro uno dei pali del campo da Quidditch.
Gli altri si rivelarono abbastanza promettenti, tanto che Clarke fece fatica a tenere il loro passo dagli spalti. Raven era senz’altro una delle più veloci e capaci sebbene Monty, al suo fianco, continuasse a borbottare qualcosa sul fatto che l’amica avrebbe potuto migliorare il giro di svolta.
Per quanto odiasse ammetterlo, anche Bellamy era uno dei più dotati.
“Scusa, Clarke, ma quel ragazzo sa come volare” cinguettò Monty, dopo che Bellamy completò una difficilissima giravolta a destra e strappò il Boccino dalle mani di un Serpeverde all’ultimo momento. Il ragazzino robusto del sesto anno con cui era stato messo in coppia fu sbalzato all’indietro, visibilmente furioso per essere stato sconfitto da un Grifondoro pure più piccolo di lui.
“Meglio che Raven rimanga concentrata o la partita avrà già un vincitore.”
Clarke arrossì leggermente, ripensando al commento poco carino di prima sul ragazzo lentigginoso.
Alla fine, quasi tutti i contendenti al ruolo di Cercatore vennero eliminati, fatta eccezione per quattro studenti; tre del secondo anno e uno del quarto. Raven, Bellamy, Murphy e un ragazzo di Tassorosso.
L’arbitro dell’incontro, la Professoressa Indra, obbligò i ragazzi a stringersi le mani – cosa che fecero, ognuno di loro sorridendo a modo proprio e scambiandosi qualche parolina che Clarke avrebbe sicuramente voluto ascoltare.
“Che succede, adesso?” chiese la bionda. “Non hanno già vinto tutti e quattro?”
“Esatto, ma quest’anno il gioco prevede anche un’altra tappa. La chiamano la “Battaglia dei Gladiatori”. Chi di loro riuscirà a rimanere per ultimo e ad acciuffare il Boccino conquisterà il doppio dei punti per la propria Casata.”
L’atmosfera, attorno all’arena, si fece improvvisamente tesa e perfino Clarke si ritrovò a guardare la partita con eccitazione non appena i quattro studenti delle quattro differenti Case si rialzarono in volo, pronti a tutto pur di vincere.
“Rilasceranno anche i due Bolidi; guarda, Clarke” mormorò Monty, indicando alla bionda il punto specifico dove l’Insegnate dalla pelle scura stava per liberare le grosse palle di ferro dalla custodia agitata. “Verranno pescati a sorte anche quattro Battitori appartenenti a ciascuna delle loro Case. Adesso che il gioco si farà interessante.”
Un fischio penetrante squarciò l’aria attorno e Indra fece qualche passo indietro, liberando finalmente i due Bolidi e il Boccino d’Oro.
Sia Bellamy che Murphy volarono dritti in direzione del Boccino, piegandosi in avanti con la schiena e lanciandosi sguardi di sfida da sinistra a destra.
Raven, d’altronde, imboccò la direzione opposta, schivando quasi un Bolide e superando il Battitore dei Corvonero.
“Che diavolo sta facendo?” domandò Clarke, sfregandosi le mani con apprensione.
Monty scosse la testa, aggrottando le sopracciglia. “Io non…non lo so. Non ne sono sicuro.”
Nel frattempo, i due ragazzi, forse a causa dei Bolidi, forse a causa della stanchezza, non facevano altro che bloccare l’uno i movimenti dell’altro, incapaci di avanzare oltre e di avvicinarsi anche di poco al Boccino d’Oro. Il Battitore di Tassorosso, diversamente da quelli di Serpeverde, Corvonero e di Grifondoro, sembrava essere il più scarso in campo, tanto che per un momento non rischiò di beccarsi un Bolide dritto in testa, facendo sbandare l’amico che per poco non si schiantò contro le mura.
Il ragazzo gridò qualcosa verso di lui, visivamente furioso e indebolito, mentre Murphy e Bellamy volavano a tentoni in cerca del Boccino, cambiando continuamente rotta e ricominciando da capo la caccia.
Clake si concentrò attentamente su Raven.
La ragazza con la coda da cavallo volò in alto, per poi soffermarsi a bassa quota, rimanendo immobile qualche minuto, chiudendo gli occhi e annusando l’aria. La bionda notò con non poca difficoltà che l’amica stava picchiettando con le dita della mano destra sul manico della scopa, quasi stesse seguendo il ritmo di una
melodia che solo lei poteva sentire.
All’improvviso, la mora spalancò gli occhi e il suo viso s’illuminò d’entusiasmo.
Clarke comprese subito che l’amica aveva capito chissà come dove trovare il Boccino e che adesso sarebbe andata dritta verso di lui.
Raven, infatti, accelerò il ritmo di volo, dirigendosi spedita verso il cuore del campo e aguzzando gli occhi scuri. Sfrecciò come una saetta quando vide il Boccino d’Oro sostare beato al centro dell’arena e si mosse talmente rapida da disegnare solo una chiazza di blu in cielo. Sotto di lei, Bellamy notò la scena, accelerando anche lui in direzione del bottino volante.
Quando alla fine i due contendenti furono fianco a fianco, nessuno avrebbe potuto dire con certezza chi dei due sarebbe stato il più veloce nell’acciuffare il Boccino. Entrambi zigzagarono in mezzo al campo, schivando le palle di ferro e ritornando velocemente in carreggiata.
All’improvviso, quando ormai le palpebre statiche di Clarke dovettero chiudersi da sole per il bruciore, la bionda vide con la coda dell’occhio il Battitore della squadra dei Tassorosso cadere dalla scopa, finendo col sedere per terra. Sopra di lui, il giocatore dei Serpeverde, Murphy, che aveva colpito l’avversario con una spallata violenta, accompagnò un Bolide in direzione del Cercatore dei Tassorosso che, incapace di schivare la palla pesante, cadde a terra anche lui.
“Qual è il suo problema?” gracchiò Monty, aggrappandosi spaventato alla sedia.
Clarke non ebbe bisogno di vedere il resto per capire qual era il piano di Murphy.
“Sta puntando ai Battitori delle squadre avversarie. Eliminati loro, non ci sarà più nessuno a difendere i Cercatori dai Bolidi e la caccia al Boccino sarà più difficile.”
“Ma è…scorretto. Anche per un Serpeverde.”
Clarke avrebbe voluto dirgli che per raggiungere il proprio obiettivo non esisteva nulla di scorretto per un Serpeverde ma le parole le morirono in gola quando vide che Murphy aveva ormai fatto fuori tutti i Battitori tranne il suo.
Dopodiché accadde tutto talmente velocemente che nessuno fu in grado di fare qualcosa.
I due Bolidi si fiondarono insieme addosso a Bellamy, allontanandolo dal Boccino e portandolo fuori dal campo. Raven si scostò giusto il tempo di schivare un palo, tremolando da sopra la scopa.
Ora erano rimasti solo lei e Murphy.
Il Boccino d’Oro scivolò veloce dentro l’arena, portando i due Cercatori quasi a schiantarsi contro gli spalti. Dopodiché si piazzò davanti alla ragazza mora, sventolando le ali e ballonzolando inaspettatamente.
Clarke vide Murphy cercare di far perdere l’equilibro a Raven, colpendola con le setole dure della scopa.
Raven, senza battere ciglio, si fece più veloce di lui, acquattandosi contro la scopa e provando ad alzarsi in piedi.
Clarke trattenne il respiro mentre Monty le arpionò un braccio.
Quando finalmente la loro amica riuscì a posare i piedi sulla scopa e a tendere una mano verso il Boccino d’Oro, uno dei due Bolidi che avevano inseguito Bellamy qualche minuto prima si gettò contro Raven, colpendole fortemente la gamba sinistra e facendola cadere rovinosamente a terra.
Clarke osservò la scena a rallentatore, come se in quel momento il suo spirito e la sua coscienza si fossero sdoppiati, sbalzandola al di fuori del proprio corpo senza la sua volontà.
Contemplò tutti i maghi presenti fuori dal campo accorrere in soccorso della sua migliore amica, distesa per terra, mentre gridava dal dolore e si teneva la gamba squarciata. Poi fu il turno dei ragazzi seduti in alto.
Vide Bellamy, ferito e insanguinato, mentre guardava la scena da lontano con la faccia preoccupata, sporca di terra e sudore. Murphy, poco distante dal ragazzo, aveva la bocca spalancata e gli occhi iniettati di sangue.
Quando la bionda si rese conto di essere rimasta ormai sola, in piedi tra gli spalti, un movimento repentino oscurò tutto il resto, coprendo ogni altro rumore di sottofondo attorno a lei.
Il Boccino d’Oro apparve davanti al suo naso, sbattendo dolcemente le ali e librandosi sospeso in aria.
Clarke protese un braccio, spalancando cautamente la mano. Il Boccino dorato fece un leggero balzo in avanti, carezzandole il palmo della mano aperta.
All’improvviso, l’effetto rallentatore svanì, rapido e incolore così come si era manifestato poco prima, e Clarke riuscì a percepire una sola voce.
Una voce familiare, calda e chiara come la prima volta che l’aveva ascoltata.
La voce del Cappello Parlante.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ringrazio per i commenti e per le domande sul Capitolo Uno che mi avete lasciato! Sto cercando di prelevare qualcosina dal telefilm e di farlo combaciare con la storia, per quanto possibile.
La “Battaglia dei Gladiatori” voleva essere un omaggio ai combattimenti dentro l’arena che vediamo iniziati da Octavia nella Season 5.
La ferita alla gamba di Raven…beh, c’è davvero bisogno di una spiegazione?
Niente spoiler ma, qualcuno che sta seguendo gli ultimi episodi e che sta soffrendo come me?

   
 
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