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Autore: Ray Wings    17/07/2018    2 recensioni
Erano ormai passati vent'anni, un tempo più che sufficiente per voltare pagina, costruirsi una nuova vita, dimenticare tutto... eppure quando Nina ricevette quella lettera dalla Yuuei, quella bizzarra richiesta per un corso supplementare proprio durante le sue due settimane di vacanza, le sembrò che tutto quel tempo venisse spazzato via.
Sapeva perfettamente cosa avrebbe dovuto affrontare: un mare di ricordi, la malinconia di una donna ormai adulta che si rimetteva a sfogliare quell'album di fotografie, belle e brutte. La vecchia scuola, i vecchi amici, il negozio dove comprava i Taiyaki... ma soprattutto sapeva che avrebbe rivisto lui. Era passato così tanto tempo... ce l'avrebbe fatta! Si sarebbero reincontrati, dopo vent'anni, e niente le avrebbe impedito di sorridere ancora, dimostrando così che quella ragazza che aveva deciso di scappare da Tokyo in lacrime tempo addietro, ormai non esisteva più.
Ci sarebbe riuscita... sarebbe bastato affrontare tutto col sorriso.
Certo, non si sarebbe invece mai aspettata che la chiamata della Yuuei avesse molto più significato di quanto quella ridicola scusa del corso supplementare ai nuovi alunni volesse far credere.
Era la burattinaia, era giusto che assistesse alla fine del suo stesso spettacolo.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: All Might, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio, Ochako Uraraka
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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"Dynasty”, MIIA


Era ormai pomeriggio inoltrato quando i ragazzi finirono il proprio allenamento speciale con Nina, anche se quel giorno risultò ancora più noioso e meno utile della volta prima. Non solo Eraserhead non aveva mai tolto gli occhi di dosso dalla donna, fulminandola a ogni movimento che si azzardava a fare, più teso e nervoso che mai, ma anche Nina era diversa. Non aveva sorriso neanche una volta, si era seduta a lato della palestra, braccia incrociate, in religioso silenzio e aveva semplicemente osservato i ragazzi davanti a sé. Aveva parlato solo qualche volta, per dare rare indicazioni quando qualcuno le chiedeva consiglio. Ma la cosa che aveva fatto venire di più i brividi era che non aveva tolto gli occhi da Midoriya neanche per un secondo. Il ragazzino era teso come una corda di violino, sentire addosso quello sguardo pressante gli aveva fatto venire un tal mal di pancia che appena la lezione fu terminta corse in bagno.
Nina aprì per loro la porta della palestra, come segno che erano liberi di andare, ma un'ombra le si piazzò davanti.
«Ed eccomi qua!» urlò All Might, gonfiando il petto.
«Muori!!!» gridò istintivamente Nina, tirandogli un pugno in faccia prima che potesse concludere la sua frase. Ovviamente, nonostante Nina avesse impresso in quel pugno tutta la forza che aveva, All Might non si mosse di un centimetro e non ne risentì se non nell'orgoglio.
«Ti ho spaventata di nuovo?» chiese lui, sospettando fosse quello il motivo di quell'ira. Nina non aveva mai sopportato quando lui sbucava così all'improvviso con quel tono trionfante, ma lui non poteva farne a meno: era la sua grande entrata in scena, faceva parte di sé.
«Affatto! Hai il passo di un elefante, come la sua stazza!» ringhiò lei.
«E allora perché sei arrabbiata adesso?» piagnucolò lui, ancora col naso schiacciato dal suo pugno.
«E me lo chiedi anche, brutto cafone?» sibilò, al limite della collera.
«Mi dispiace» tentò lui.
«Non sai neanche di che sto parlando, imbecille!»
«È per... la faccenda di ieri sera, vero?» tentò di indovinare, cercando comunque di restare sul vago e di bisbigliare, visto il pubblico che li guardava a bocca aperta alle loro spalle. Qualcuno dei ragazzi era già riuscito a scivolare tra loro e darsela a gambe, ma altri non avevano ancora finito di riprendersi dalla stanchezza dell’allenamento e stavano temporeggiando qualche secondo prima di andarsene... altri erano semplicemente curiosi. Non si vedeva tutti i giorni un All Might sottomesso, era talmente surreale che meritava di essere visto.
«No, non è per quello» sospirò Nina, tranquillizzandosi. Un'ombra le attraversò il volto, ma riuscì comunque a domarla e tornare composta. Svegliarsi sola, scoprire che subito dopo aver fatto l'amore lui non aveva perso tempo ad andarsene l'aveva sì ferita, ma lo comprendeva e lo giustificava abbastanza da renderlo tollerabile: stavano vivendo la storia di una sola settimana, una brezza passeggera, non c'era motivo di prendersela se lui aveva preferito mantenere le distanze. Era la cosa più giusta. Il vero motivo era un altro, e le risucchiava l'anima da quando aveva lasciato l'ufficio del preside, quella mattina. Ma non poteva parlarne lì, non in quel momento.
«Comunque ho un appuntamento con una persona speciale, quindi ti pregherei di toglierti dai piedi» disse orgogliosa e volutamente fraintendibile.
«A-appuntamento?» balbettò lui, paralizzato. Colpito e affondato, Nina se la rise sotto i baffi divertita dalla sua reazione che nascondeva una punta di gelosia che aveva voluto stuzzicare di proposito.
«Ohi!» gridò Bakugou, furioso, poco più avanti. «Smettila con queste stronzate!» rosso in volto, completamente fuori di testa, con gli occhi di Kirishima puntati addosso a cui aveva appena rivelato che si sarebbe trattenuto per un allenamento speciale. Era già la seconda volta che lo trattava in quel modo ambiguo di fronte agli altri, mettendolo in ridicolo, era insopportabile.
«Hai un appuntamento con Nina?» gridò Mineta, capendo dalla reazione del ragazzo che si trattava di lui. Le lacrime agli occhi, il cuore a pezzi, talmente sconvolto che sarebbe potuto morire dalla delusione: la bella Nina frequentava i ragazzini, senza regole morali a impedirglielo, perché era stato Bakugou il prescelto e non era potuta capitare a lui quella dannata fortuna?
«Non ho nessun appuntamento, microbo inutile!»
«Che intenzioni hai? Non ti è bastato quello che è successo questa mattina?» chiese All Might a Nina, guardandola con disappunto, lasciando che i ragazzini si agitassero tra loro per quello stupido scherzo che aveva messo su la donna. Bakugou sarebbe stato preso di mira per un po' per colpa sua e lui avrebbe reagito sempre più furiosamente, peggiorando la situazione. Una situazione tragi-comica messa su da un burattinaio annoiato che voleva solo divertirsi un po'. Nina sapeva che con qualcun altro non avrebbe funzionato, che chiunque avrebbe solo spiegato l'equivoco, invece Bakugou era il tipo di persona che reagiva con ferocia e basta, senza parlare troppo e quello era la scintilla ideale per scaturire l'ilarità della situazione.
«Non essere apprensivo e per una volta fidati. Ho i permessi» disse con orgoglio, prima di salutare Aizawa che usciva irritato dalla palestra. Come aveva potuto Nezu acconsentire a una tale follia? Permettere a quella pazza criminale di restare sola con uno dei suoi studenti, dopo quello che era successo. Certo, forse era stato meglio così piuttosto che lasciarli liberi di incontrarsi fuori dall'edificio scolastico, fuori da una zona protetta e controllata. Ciò non toglieva che di lei non si fidava e avrebbe preferito vederla cacciata, che acconsentire alla sua richiesta senza senso. Ma forse il preside aveva visto qualcosa che lui non riusciva a cogliere.
«Vuoi avere la mia approvazione, giusto?» chiese Nina, seria in volto, mentre osservava i ragazzini litigare e parlottare tra loro.
«Il tuo senso della giustizia ti ha attanagliato la gola, sai che ho diritto di voce in capitolo e desideri sentirmi dire che hai preso la scelta migliore».
Lo One For All apparteneva a Nina tanto quanto apparteneva a lui, l'aveva sempre sostenuto e non si era mai dimenticato di ciò che lei aveva fatto per renderlo ciò che era in quel momento. Ma era stato solo quel giorno che aveva conosciuto Midoriya, era rimasto solo per tutto quel tempo e da solo aveva dovuto prendere le sue decisioni. Ma ora che Nina era lì era giusto che prendesse parte a ciò che stava succedendo, era giusto che conoscesse Midoriya e dentro sè, era vero, aveva sperato che lei confermasse e accettasse la sua decisione. Cosa che non sembrava stesse avvenendo e lciò lo addolorava.
«Sì, forse un po' e così» ammise, abbassando lo sguardo colpevole.
«Sono stata io ad andarmene, queste sono le conseguenze delle mie azioni. Ordinami di starmene al mio posto, di non intervenire nella faccenda, e lo farò anche se non posso smettere certo di avere opinioni a riguardo».
Un attimo di esitazione, prima che Toshinori riuscisse ad ammettere: «Non posso farti una cosa simile».
«Molto bene» disse lei incrociando le braccia al petto. «Avete una settimana di tempo, tu e il moccioso, per convincermi che va bene così. Ma non aspettatevi che io vi apra la via. Sto affilando le mie armi» disse guardando Bakugou con uno scintillio negli occhi.
«Vuoi usarlo per i tuoi scopi?» chiese All Might, poco convinto.
«Lui vuole diventare il numero uno e io voglio un'arma che possa darvi del filo da torcere, traiamo mutuo beneficio da questa faccenda. E poi ho fatto una promessa...» l'avrebbe aggiustato, come Toshinori aveva aggiustato lei. Non sapeva perché si fosse presa tanto a cuore quella faccenda, forse Nezu aveva più ragione di quanto si aspettasse: si era specchiata nei suoi occhi, loro due erano così simili e solo lei poteva sapere quanto potesse essere pericoloso e doloroso percorrere la via sbagliata. Solo lei poteva capirlo. Non aveva mai smesso, dentro, di essere un'eroina uscita dalla scuola migliore che esistesse nel giappone. Poteva essere anche un subdolo burattinaio, ma non per questo non aveva un cuore. Anzi, forse era colei che ne aveva più di chiunque altro... e proprio per questo non riusciva a togliersi dalla testa tutta quella frustrazione.
Sospirò, cercando di riacquistare uno sguardo sereno, cercando di tornare in sé. Tutti quei pensieri le stavano facendo venire il mal di testa e lei si stava dimenticando la cosa più importante: vivere la sua vacanza.
«Stasera ho voglia di messicano!» esordì, sorridendo. «L'hai mai provato?»
Toshinori la guardò qualche secondo, riuscendo per qualche bizzarra magia a tranquillizzare il proprio cuore nell'istante in cui la vide così serena, sorridente.
«Un paio di volte» confessò, cercando di riacquistare la normalità.
«Dovrebbe esserci un posto, non lontano dall'hotel, che non è male. Ordiniamo d'asporto, che dici?» e Toshinori si limitò ad annuire, ancora preoccupato per la faccenda appena discussa, ma sollevato nel vederla così tranquilla tanto da voler stare ancora con lui. Nonostante tutto quello che stava accadendo, non aveva smesso di desiderare la sua compagnia. Nonostante la sera prima l'avesse praticamente abbandonata di corsa, non appena avessero finito, comportandosi da vile, affrettando le cose, senza neanche darle il romanticismo che meritava quel loro primo incontro dopo tutto quel tempo. Nonostante tutto, lei continuava ad allungare la mano a cercarlo. Una richiesta silenziosa, a cui non poteva negare la possibilità di essere esaudita: "stai con me anche questa notte?".
L'avrebbe fatto, voleva farlo, voleva stare con lei e zittire il mondo intero, un mondo che urlava con una tale forza da far male ai timpani. Sarebbero ancora una volta rimasti stesi lì, semplicemente stesi, insieme, a dimenticarsi del mondo. Era l'unica cosa che sembrava riuscisse a risanarli. Machiko e Toshinori, distrutti da tempo, avrebbero preso di nuovo una boccata d'aria a discapito di Nina e All Might. Se lo meritavano, era tremendamente egoista, ma se lo meritavano.
«Non fare tardi» l'avrebbe comunque aspettato. L'aveva fatto per vent'anni, l'avrebbe fatto per sempre.
«Ok, adesso basta!» gridò ancora Nina, avvicinandosi al gruppetto di ragazzini.«Su, su, adesso basta tormentare il povero Kacchan. Stavo solo scherzando, nessun appuntamento, non deprimerti piccolo Mineta» e gli fece un occhiolino affabile. «Se magari un giorno cominceranno a piacermi i ragazzini sarai il primo a venirlo a sapere, te lo prometto».
E Mineta si esaltò tanto da commuoversi, lasciandosi sfuggire un lamentoso ed emozionato: «Sarò il primo!»
Nina si posizionò dietro Bakugou e gli posò le mani sulle spalle, sorridendo divertita, prima di rivelare al resto del gruppo: «Questo tipaccio ha fatto un gran casino questa mattina e il preside per punizione l'obbliga a stare qui più del dovuto per essere preso a botte come si deve» e sghignazzando gli avvolse un braccio al collo mentre con l'altra mano cominciò a strofinargli le nocche contro la cute, tanto vigorosamente da fargli male. Bakugou prese a dimenarsi, afferrando il suo braccio e cercando di liberarsi, cosa che gli risultò più facile del previsto visto che alla fine, a forza fisica, era sicuramente superiore.
«Lasciami andare, maledetta!» ringhiò, fulminandola.
«Cuciti la bocca» minacciò lei, prima di prendere possesso dei suoi muscoli facciali e impedirgli di parlare ancora. Bakugou tentò ovviamente di ribellarsi, ma lei, senza nessun tipo di limitazione, lo bloccò e gli impedì di raggiungerla.
I ragazzi di fronte a loro impallidirono, ricordandosi perfettamente di qualche giorno prima, quando lei l'aveva costretto a combattere contro Todoroki umiliandolo a tal punto.
"Non appena Eraserhead è sparito, non si è fatta problemi a tornare la solita" realizzarono con timore e prima di finire anche loro nelle sue mani, facendosi coinvolgere in chissà quale pazzia, se la diedero a gambe salutando l'amico intrappolato nella sua tela.
«È meglio se non diciamo loro che ho richiesto personalmente questo allenamento per renderti il migliore, o penseranno che ho un debole per te e Mineta ci resterà di nuovo male» sghignazzò lei, lasciandolo finalmente libero.
«Smettila di trattarmi così!» si irritò Bakugou, ma riuscì a essere più pacato del solito. Per lo meno evitò di correrle incontro minacciandola di ucciderla. Anche All Might fece un passo indietro ed uscì dalla palestra, lasciandoli soli, dopo aver lanciato loro un'occhiata preoccupata e pensierosa. Lei l'avrebbe reso un'arma, l'avrebbe allenato con l'unico scopo di sconfiggere Midoriya, di sconfiggere All Might stesso. Non riusciva ad accettare che fosse arrivato il momento di passare il testimone, non riusciva ad accettare che fosse arrivato il momento dell'epilogo per il grande All Might. Questo lo convinse ancora di più a tenersi stretto il suo segreto, la sua forma indebolita... se scoprire che All Might sarebbe andato in pensione, lasciando il posto a qualcun altro, la turbava tanto, come avrebbe reagito se avesse scoperto che in verità non era la pensione ad aspettarlo ma la morte stessa? Come avrebbe reagito se avesse scoperto che non solo era arrivata la fine di All Might, ma di Toshinori stesso? Non poteva dirglielo, non avrebbe mai potuto tollerarlo.
Nina lo guardò richiudersi la porta alle spalle, con una serietà inquietante nel volto, per poi tornare a concentrarsi su Bakugou.
«Prima di cominciare, voglio farti una domanda e voglio che tu mi risponda sinceramente: credi ancora di potermi battere?»
Le lacrime del ragazzino, su quel tetto, doveva ammetterlo l'avevano un po' preoccupata. Cominciava a temere che si sarebbe arreso e la cosa era inaccettabile, se voleva raggiungere il traguardo che si era prefissato. Lui era in grado di farlo, lei lo sapeva, ma non poteva dirglielo perché se l'avesse fatto gli avrebbe facilitato la salita. Si riesce ad avere più forza, quando ci viene confessato che la vetta è visibile. Il coraggio e la forza di volontà erano parte integrante del successo che Nina stava dirigendo per lui, non dovevano mancare in nessun modo.
«Per chi mi hai preso?» si corrucciò lui. «Certo che lo credo ancora».
«Bene» sorrise lei, convinta. «Allora ecco la mia richiesta, Katsuki Bakugou: sconfiggi me e poi voglio che fai a pezzi Midoriya».
Per quanto la richiesta fosse folle, al limite dell'accettabile e del comprensibile, anche se lei era il tipo di persona che non si preoccupava a dimostrare preferenze e antipatie verso le persone, il suo accanimento verso quel singolo ragazzino era sospettoso. Nonostante questo Bakugou parve non scomporsi, ma si riempì di una serietà che poche volte aveva dimostrato.
«Odio quel nerd, sai bene che lo farò. Ma prima voglio farti io una domanda» e la richiesta sorprese Nina. Non era tipo da tante parole, quel ragazzino, era solo polvere da sparo. Si era dimenticata cosa l'avesse colpita di lui la prima volta: era incredibilmente intelligente, assolutamente brillante.
«Cosa lega te, Midoriya e All Might?»
Qualcosa li legava, non solo lei con il suo trascorso sentimentale, ma tutti e tre insieme in qualcosa di decisamente più grande. C'era qualcosa, un filo che li teneva indissolubilmente uniti, e in un certo senso sospettava che fosse proprio uno dei fili di Nina a farlo.
«Ti interessi dei pettegolezzi, ora?» sghignazzò lei, guardandolo con provocazione.
«Non me ne frega niente delle foto di Mineta o di ciò che dicono i ragazzi di terza, sono affari tuoi, ma mi stai coinvolgendo in qualcosa che ancora non conosco e dato che riguarda anche me, vorrei capire per chi e per cosa sto lottando».
«Perché credi che c'entri All Might in tutto questo?» chiese lei, indagando fin dove fosse arrivato a capire.
«Hai detto tu di averlo creato. Che significa?»
«Ti ho già risposto. L'ho aiutato, molto tempo fa».
«In che modo?» insisté lui, convincendosi che c'era qualcosa di più sotto che non voleva rivelargli. Non era stupido, sapeva bene che se voleva combattere un nemico doveva prima conoscerlo, era solo quello il motivo del suo interesse.
«E va bene» sospirò lei, vinta. «Molto tempo fa, quando All Might e io eravamo ancora ragazzini, lui non era neanche la briciola di ciò che è adesso. Come chiunque altro, ha avuto bisogno di allenamento per diventare l'eroe che è oggi. Io sono stata la prima a credere nel suo sogno tanto quanto ci credeva lui e gli ho presentato una persona che l'ha sottoposto a un allenamento speciale. Ogni singolo giorno della mia vita non ho fatto altro che aiutarlo con quello che avevo per renderlo ciò che è oggi. Se io non gli avessi presentato quella persona...» se lei non avesse fatto in modo che sua madre lo conoscesse, cedesse a lui lo One For All... probabilmente ora sarebbe lei l'eroe più grande al mondo. La cosa le metteva i brividi, sapeva bene che non sarebbe mai stata all'altezza, ciò non toglieva che avesse fatto un grosso passo. Un grosso sacrificio. Solo per lui. «Se io non gli avessi presentato quella persona ora non esisterebbe nessun All Might, ecco cosa intendevo quando ho detto di averlo creato io».
«Un allenamento speciale» riflettè lui.
«Esatto, e ora quello stesso allenamento lo sta dando a Midoriya. Non ho idea del perché abbia scelto lui, di ragazzini meritevoli, anche più di lui, ne è pieno il mondo. Non accetto che un simile potere... un simile trattamento, prezioso più di ogni altra cosa, venga ceduto al primo idiota che sia passato per strada!»
«Quindi se io lo battessi, tu dimostreresti il suo errore» osservò lui e Nina sorrise, rendendosi conto che aveva appena scoperto le sue carte. Il volto del burattinaio era stato smascherato, lui e le sue azioni per niente nobili, ma semplicemente mosse dall'egoismo del suo bisogno di supremazia. «Sono solo una marionetta» constatò ancora Bakugou.
«La cosa ti spaventa tanto?» ridacchiò lei, minacciosa.
«Affatto» la sorprese. «Perché io spezzerò i tuoi fili e supererò te e tutti gli altri, All Might compreso».
La sua sicurezza, la sua potenza, sembrò travolgerla. Il cuore prese a bruciare e per un istante si dimenticò del suo ridicolo capriccio di mettersi contro Midoriya e Toshinori, trovandosi di fronte un ben altro avversario. L'aveva sottovalutato, credendolo alla pari di tutti gli altri, aveva scelto di giocare con lui convinta di poterlo padroneggiare alla perfezione. Ma quella marionetta bruciava di una forza interiore a cui non aveva fatto caso, che aveva ignorato, concentrandosi solo sullo spettacolo che avrebbe organizzato.
Lui avrebbe spezzato i suoi fili, avrebbe probabilmente combattuto quella battaglia ma non mossa dal suo volere, l'avrebbe superata, era questo che stava promettendo.
Quegli occhi, la sua convinzione e la forza che le stava nuovamente dimostrando, la fecero sentire minacciata, cominciò ad averne quasi paura ed era così raro che il burattinaio tremasse. Era così raro che il burattinaio provasse qualcosa che non fosse la sicurezza di avere il mondo nelle proprie mani... era così eccitante!
Un fuoco prese a bruciarle dentro e allargò il viso in un ardito sorriso.
«Sorprendimi».


Some days it's hard to see
If I was a fool, or you a thief
Made it through the maze to find my one in a million
Now you're just a page torn from the story I'm living
And all I gave you is gone
Tumbled like it was stone
Thought we built a dynasty that heaven couldn't shake
[...]
It all fell down


NDA.


Scrivo delle rapidi NDA solo per scusarmi della mancata pubblicazione della settimana scorsa. Ho iniziato a lavorare da un paio di settimane e devo ancora trovare il modo di mettermi a posto il cervello xD
Come al solito però ringrazio tutti (soprattutto Nathly che ha recensito, scusa se non sono riuscita a rispondere!!! >.< ho apprezzato immensamente le tue parole e il fatto che sei ancora presente <3).
A presto!!!
Vi si vuole bene a tutti <3 xD

Ray




   
 
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