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Autore: Soul Mancini    18/07/2018    3 recensioni
[Seconda Jarohn della mia carriera da scrittrice (?). Un esperimento un po' particolare; niente di più, niente di meno. Grazie a chi mi supporterà e sopporterà ^^]
I
«Il mare serve a questo, no? La sabbia è fatta per sporcare, l'acqua è fatta per lavarla via.»
II
«Era così bello starsene così, in pace, a coccolarsi a vicenda.»
III
«Ora tutte le tessere del puzzle cominciavano ad andare al loro posto.»
IV
«Il suo tocco fu subito in grado di rilassarmi e rassicurarmi, era come un sedativo.»
V
«Osservarlo mentre riposava, ma in generale mentre faceva qualsiasi altra cosa, era come contemplare un quadro.»
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Daron Malakian, John Dolmayan, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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ReggaeFamily

II



Invidiavo Daron che riusciva sempre a dormire.

Di ritorno dalla spiaggia, aveva affermato che sarebbe salito in camera sua a fare una dormita. Io invece avevo fatto una doccia ed ero andato in cerca del resto della band; non trovando nessuno in giro per l'albergo, supposi che si trovassero in giro o nelle loro camere.

Ora, sul mio letto con le gambe incrociate, stringevo tra le mani un libro. La bollente brezza d'estate che entrava dalla finestra spalancata ogni tanto minacciava di far svolazzare qualche pagina contro la mia volontà.

Sentivo un vuoto dentro di me. Quel pomeriggio avrei voluto fare l'amore con Daron, ma eravamo stati di comune accordo nell'evitare lì in spiaggia; certo, era stata una fortuna che l'avessimo trovata deserta, ma nel caso fosse arrivato qualcuno all'improvviso ci saremmo dovuti tenere pronti a separarci.

Una volta in albergo gli avevo chiesto di raggiungermi in camera, ma lui era talmente stanco che non si reggeva in piedi.

Era comprensibile, in pieno tour.

Ormai ci avevamo fatto l'abitudine: dovevamo aspettare la notte per stare insieme senza che nessuno se ne accorgesse.

Ma Daron quel pomeriggio aveva detto qualcosa di tremendamente vero: non potevamo nasconderci per sempre. Prima o poi i ragazzi se ne sarebbero accorti, allora perché continuavamo a stare attenti che nessuno sospettasse?

Mi immersi nuovamente nella lettura.

Ehi. Com'è che la porta era socchiusa?”

Una voce all'interno della stanza mi fece sobbalzare. Sollevai lo sguardo e trovai Daron, a piedi nudi e con in dosso degli abiti leggeri, poggiato allo stipite della porta.

Come sarebbe a dire?” borbottai stupito. Eppure mi ricordavo di aver chiuso la porta quando ero entrato.

Mi appuntai mentalmente il numero della pagina a cui ero arrivato e abbandonai il libro sul letto; mi diressi verso la porta e diedi un'occhiata alla maniglia. “La serratura deve avere qualche problema, dopo lo faccio presente alla reception. Magari mi cambiano di stanza.”

Daron richiuse con cura la porta, controllando che non si aprisse da sola, poi si voltò verso di me con un sorriso malizioso. “Magari ti trasferiscono nella camera 322” insinuò, facendo oscillare in aria la chiave con quello stesso numero in bella mostra.

Mi sedetti nuovamente sul letto. “Tu non stavi dormendo?”

Ho sonnecchiato un po', poi mi sono svegliato e non sapevo che fare. Ma mi è bastato per riprendere le forze.” Il chitarrista mosse qualche passo nella stanza: si avvicinò alla finestra e osservò il panorama per qualche secondo, poi si voltò e prese a fissarmi.

Io sostenni il suo sguardo. Ancora non l'avevo invitato ad affiancarmi, volevo vedere fino a quando avrebbe resistito.

Dopo qualche secondo, Daron cedette e con un paio di passi raggiunse il letto. Si scaraventò sul materasso, rannicchiandosi e posando la testa sul cuscino.

Sto ancora pensando alla sdraio...” Sghignazzai.

Dai, l'avevo presa per l'occasione a qualche dollaro. In ogni caso non ce la saremmo potuta portare in tour.”

Che so, magari ti sarebbe servita sul palco, per riposare le ossa...” lo presi in giro.

Tutti noi ci divertivamo a dirgli che era invecchiato perché ormai durante i concerti non faceva più la trottola come ai vecchi tempi.

Daron mi lanciò un piccolo calcio. “Vieni qui?” mi chiese poi in tono indifferente, battendo una mano sul materasso vuoto accanto a sé.

Sapevo dove voleva andare a parare.

Non ci stiamo” gli feci notare in tono ovvio, con il solo intento di provocarlo.

Daron afferrò il mio braccio e mi trascinò giù; in pochi secondi mi ritrovai con la schiena contro il materasso e Daron, sopra di me, premuto addosso.

Adesso ci stiamo!” esclamò in tono soddisfatto, per poi intrappolarmi le labbra in un bacio.

Non aspettavo altro.

Feci scorrere le dita tra i suoi capelli lunghi, ancora umidi dopo la doccia, e lasciai che essi solleticassero le mie mani anche mentre gli accarezzavo la schiena.

Era così bello starsene così, in pace, a coccolarsi a vicenda.

Daron si staccò da me e io lo osservai per qualche secondo. Adoravo il suo viso così dolce e buffo, circondato da quei capelli costantemente arruffati. Ma ciò che ogni volta mi colpiva di più erano i suoi occhi, così grandi e soprattutto così vivi ed espressivi, in cui scorreva tutta la sua anima come il continuo divenire di un fiume.

Mi veniva voglia di tempestarlo di baci, e così feci. Per lui, oltre che un profondo amore, provavo anche una grande tenerezza e un enorme rispetto. Per quanto in quel momento lo desiderassi con tutto me stesso, non riuscivo a essere del tutto accecato dalla bramosia. Dovevo prima prendermene cura con dolcezza, fargli capire quanto fosse prezioso per me, che per me fare l'amore con lui significava molto più del semplice sesso.

Lo aiutai a liberarsi della maglietta, scostando piano la stoffa dalla sua pelle e tirandola su. Subito presi a carezzargli il petto, facendolo rabbrividire.

Vuoi che chiuda la finestra?” gli domandai, lanciando un'occhiata alla luce arancione del tramonto che pian piano iniziava a tingere l'intera camera.

Ma piantala di dire stronzate!” fece lui tra i sospiri, avventandosi sulle mie spalle.

Ci spogliammo e ci abbandonammo alla passione, dimenticando tutto il resto.

E a ogni bacio, a ogni carezza, il mio amore per Daron cresceva sempre più.



♣ ♣ ♣



Ciao ragazzi ^^
Oggi scrivo queste NdA, oltre per ringraziarvi della presenza e del supporto, anche per fare degli uuguri di compleanno! Come sicuramente saprete, oggi 18 luglio 2018 il nostro Daron compie quarantatré anni! Auguri chitarrista mio, che questi anni si possano triplicare *-*

Gli dedico quindi questo capitolo, breve e un po' sgangherato, ma comunque scritto con il cuore! Regalo un po' singolare, me ne rendo conto... e ho come il sospetto che lui non lo gradirebbe molto, ma vabbè XD

E voi, adorati lettori che state appresso alle mie follie, fatemi sapere cosa ne pensate di questo mio strambo e coraggioso esperimento :3

Alla prossima!!! ♥



   
 
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